Al cuore di tutto: l’umanità
Settembre 2, 2012
di Peter Amsterdam
Al cuore di tutto: l’umanità
Materiale e immateriale
La Bibbia insegna che gli esseri umani consistono di un elemento materiale e di uno immateriale, che insieme formano l’unità dell’essere umano. L’elemento materiale (il corpo) e quello immateriale (l’anima o spirito) si combinano per costituire un essere umano completo. Il corpo e l’anima insieme formano quello che siamo e dopo un periodo di separazione, tra la nostra morte e il ritorno di Gesù, si riuniranno per sempre. Non tutti concordano che l’anima continui a vivere dopo la nostra morte, quindi è utile capire le premesse bibliche che riguardano i nostri elementi fisici e spirituali.
L’immortalità dell’anima è di tale importanza per noi, influenzandoci così profondamente, che uno deve aver perso ogni sentimento per non preoccuparsi di conoscere i fatti in questione. —Blaise Pascal[1]
Penso che dovremmo affermare non solo che l’uomo ha un’anima, ma che è importante che sappia di avere un’anima. —J. Gresham Machen[2]
Secondo le Scritture, lo spirito (o anima) — l’elemento immateriale — è distinto dal corpo fisico. Alla morte del corpo, lo spirito continua la sua esistenza, agendo e avendo un rapporto con Dio in modo consapevole, indipendentemente dal corpo fisico.[3]
Mentre era in punto di morte sulla croce, Gesù disse al ladro crocifisso accanto a Lui che quel giorno sarebbe stato con Lui in paradiso. Sapendo che la morte fisica era imminente, Gesù si riferì alla continuazione in una vita non-fisica dell’elemento immateriale (anima/spirito). L’apostolo Paolo parla di una scelta tra il vivere nella carne o partire ed essere con Cristo, dimostrando di credere che avrebbe continuato con il Signore anche senza il suo corpo fisico. Nell’Apocalisse si descrivono le anime dei martiri sotto l’altare, a dimostrazione che le loro anime vivono dopo la morte fisica.
Poi [il ladro] disse a Gesù: “Signore, ricordati di me quando verrai nel tuo regno”. Allora Gesù gli disse: “In verità ti dico: oggi tu sarai con me in paradiso”.[4]
Per me infatti il vivere è Cristo, e il morire guadagno. Ma non so se il vivere nella carne sia per me un lavoro fruttuoso, né posso dire che cosa dovrei scegliere, perché sono stretto da due lati: avendo il desiderio di partire da questa tenda e di essere con Cristo, il che mi sarebbe di gran lunga migliore, ma il rimanere nella carne è più necessario per voi.[5]
Sappiamo che mentre dimoriamo nel corpo, siamo lontani dal Signore.[6]
Quando egli aperse il quinto sigillo, io vidi sotto l’altare le anime di coloro che erano stati uccisi a motivo della parola di Dio e a motivo della testimonianza che avevano resa; e gridarono a gran voce dicendo: “Fino a quando aspetti, o Signore, che sei il Santo e il Verace, a fare giustizia del nostro sangue sopra coloro che abitano sulla terra?”[7]
Alcuni punti di vista diversi
I cristiani, in genere, hanno in comune la dottrina che gli esseri umani siano composti di elementi materiali e immateriali. All’interno di questo principio fondamentale esistono diversi punti di vista: se gli esseri umani consistano di un elemento materiale (il corpo) e un elemento immateriale (chiamato intercambiabilmente anima o spirito), o se consistano del corpo e di due parti immateriali, l’anima e lo spirito, distinte l’una dall’altra.
Il termine teologico per il concetto che gli esseri umani consistano di due elementi, corpo e spirito/anima, è dicotomia, che deriva da due parole greche: dicha, che significa “diviso in due”, e temno, che significa “tagliare”. La dottrina che gli esseri umani consistano di tre elementi è chiamata tricotomia, anche questo dal greco, con tricha che significa “in tre” e temno, “tagliare”. Entrambe le idee rientrano nel cristianesimo, perché mantengono che gli esseri umani siano composti di elementi fisici e spirituali che agiscono insieme. La dicotomia è molto più diffusa nel cristianesimo, ma molti credono nella tricotomia.
Un’altra veduta della composizione dell’uomo è la convinzione che l’essere umano non possa esistere senza il corpo fisico. Questa posizione afferma che non c’è vita all’infuori del corpo fisico e che l’uomo consiste solo di un elemento fisico; che non esiste anima o spirito, che gli esseri umani sono monisti o unitari, un’entità singola priva di elementi immateriali. Quando il corpo muore, la vita si spegne completamente. I Testimoni di Geova e gli Avventisti del Settimo Giorno credono così e credono anche che tutti gli esseri umani malvagi saranno completamente annientati al momento della morte, o immediatamente dopo la risurrezione, e cesseranno di esistere.[8] Questo punto di vista unitario o monistico ebbe una certa popolarità all’inizio del 1900 tra alcuni teologi moderni. Secondo questo punto di vista il corpo può risorgere e tornare in vita a quel punto, ma non esiste un’anima o uno spirito che rimane vivo nel periodo compreso tra la morte del corpo e la sua risurrezione. Il Nuovo Testamento, comunque, fa diversi riferimenti allo spirito o all’anima vivente dopo la morte del corpo.
Ecco alcuni esempi di quel concetto, come vengono espressi nella Bibbia:
E Gesù, gridando con gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani rimetto il mio spirito”. E detto questo, rese lo spirito.[9]
Così lapidarono Stefano, che invocava Gesù e diceva: “Signor Gesù, ricevi il mio spirito”.[10]
E mentre l’anima la lasciava (perché morì), gli pose nome Ben-Oni, ma il padre lo chiamò Beniamino.[11]
Ma siamo fiduciosi e abbiamo molto più caro di partire dal corpo e andare ad abitare con il Signore.[12]
Due dei primi padri della chiesa, Agostino e Tommaso d’Aquino, confermarono la posizione secondo la quale gli esseri umani consistono di elementi sia materiali che immateriali.
L’anima al contrario è tutta simultaneamente presente non solo nella totale estensione del corpo, ma anche in ogni sua particella.[13]
Dopo avere considerato le creature spirituali e quelle materiali, passiamo all’uomo, il quale è composto di spirito e di materia.[14]
Entrambe le posizioni, dicotomica e tricotomica, sono compatibili con la dottrina cristiana standard. Entrambe affermano che gli esseri umani hanno elementi fisici e spirituali (anche se discordano sul numero degli elementi) ed entrambe concordano che l’elemento spirituale e quello fisico operano insieme, in unità, così che tutto ciò che una persona fa – ogni azione, fisica o mentale – è fatto dalla persona completa; in altre parole, l’elemento fisico e quello spirituale sono entrambi presenti in ogni azione.
J. P. Moreland e William Lane Craig danno la seguente spiegazione di questa dottrina:
Per la maggior parte delle persone è ovvio sentire di essere differenti dal proprio corpo. Quasi tutte le società nel corso della storia (sempre che non sia stata insegnata loro un’idea diversa) hanno creduto in qualche forma di vita dopo la morte e questa convinzione nasce naturalmente quando un essere umano comincia a riflettere su ciò che costituisce la sua persona. Inoltre, in tutta la storia della chiesa, la vasta maggioranza dei pensatori cristiani ha correttamente inteso che le Scritture insegnino le seguenti cose: (1) gli esseri umani esibiscono un’unità funzionale olistica; (2) pur essendo un’unità funzionale, gli esseri umani sono sempre una dualità fatta di anima/spirito immateriale e corpo materiale, entrambi intrinsecamente buoni. Ponendo da un lato la questione se l’anima e lo spirito siano la stessa cosa o siano diversi, e riconoscendo che i termini biblici per l’anima (nephesh, psyche) e per lo spirito (ruach, pneuma) hanno un’ampia gamma di significati diversi, è pur sempre chiaro che le Scritture insegnano che l’anima/spirito è una componente immateriale diversa dal corpo (Ecclesiaste 12,7; Matteo 10,28), che la morte comporta che l’anima abbandoni il corpo (Genesi 35,18; 1 Re 17,21-22) e che, dopo la morte, l’anima continua a esistere in uno stato intermedio disincarnato, in attesa della risurrezione del corpo (Ebrei 12,23; Luca 23,46; 2 Corinzi 5,1-10; Filippesi 1,21-24).[15]
L’unità di un essere umano
Il concetto essenziale è che gli esseri umani hanno elementi fisici e spirituali, corpo e anima/spirito, che costituiscono un’unità e agiscono come un essere solo. Quando la mente pensa, lo spirito e il cervello (che fa parte del corpo fisico) operano insieme come un’unica entità; quando il corpo si muove, sono lo spirito, il cervello e il corpo che operano insieme. Ogni elemento può anche influenzare l’altro, come quando lo spirito può essere pronto ma il corpo debole e stanco e quindi appesantire lo spirito.[16] Un altro esempio è quello di un cuore allegro che è una buona medicina per il corpo, mentre uno spirito abbattuto inaridisce le ossa.[17] Le funzioni materiali e spirituali funzionano insieme in tutte le nostre azioni, perché il corpo e l’anima sono un’unità sola.
Poiché ognuno di questi elementi è parte integrale del nostro essere, non dovremmo interpretarne uno come buono e l’altro come cattivo, o che il nostro corpo fisico sia intrinsecamente cattivo e il nostro spirito buono. L’idea che i nostri corpi fossero essenzialmente cattivi penetrò nel cristianesimo durante i primi secoli, portando a movimenti ascetici che s’imponevano privazioni e affamavano e affliggevano fisicamente il corpo per essere più spirituali. I nostri corpi non sono intrinsecamente malvagi. Per noi, come cristiani, il corpo e lo spirito sono entrambi redenti da Cristo.
Al momento della morte, il nostro corpo non continua a vivere, ma la nostra anima sì. Tuttavia, nemmeno questa è la fine del nostro corpo, perché, dopo un momento di separazione durante il quale lo spirito continua a vivere, il nostro corpo trasformato e diventato incorruttibile si riunirà al nostro spirito al ritorno del Signore ed entrambi rimarranno insieme per sempre.
Così sarà pure la risurrezione dei morti; il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile. È seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita pieno di forza. È seminato corpo naturale, e risuscita corpo spirituale. Vi è corpo naturale, e vi è corpo spirituale. Così sta anche scritto: “Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente”; ma l’ultimo Adamo è Spirito che dà la vita. Ma lo spirituale non è prima, bensì prima è il naturale, poi lo spirituale. Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo, che è il Signore, è dal cielo. Qual è il terrestre tali sono anche i terrestri; e qual è il celeste, tali saranno anche i celesti. E come abbiamo portato l’immagine del terrestre, porteremo anche l’immagine del celeste.[18]
Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo mutati in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba; la tromba infatti suonerà, i morti risusciteranno incorruttibili e noi saremo mutati, poiché bisogna che questo corruttibile rivesta l’incorruttibilità e questo mortale rivesta l’immortalità. Così quando questo corruttibile avrà rivestito l’incorruttibilità e questo mortale avrà rivestito l’immortalità, allora sarà adempiuta la parola che fu scritta: “La morte è stata inghiottita nella vittoria”.[19]
[1] Blaise Pascal, Pensees, Lafuma Edition, 427.
[2] J. Gresham Machen, The Christian View of Man, Banner of Truth Trust, 1984.
[3] Wayne Grudem, Systematic Theology, An Introduction to Biblical Doctrine (Grand Rapids: InterVarsity Press, 2000), p. 483.
[4] Luca 23,42–43.
[5] Filippesi 1,21–24.
[6] 2 Corinzi 5,6.
[7] Apocalisse 6,9–10.
[8] James Leo Garrett, Jr., Systematic Theology, Biblical, Historical, and Evangelical, Vol. 1 (N. Richland Hills: BIBAL Press, 2000), p .512.
[9] Luca 23,46.
[10] Atti 7,59.
[11] Genesi 35,18.
[12] 2 Corinzi 5,8.
[13] Agostino, Sull’immortalità dell’anima, 26.25.
[14] Tommaso d’Aquino, Somma teologica, Parte 1, Q. 75.
[15] J. P. Moreland, William Lane Craig, Philosophical Foundations for a Christian Worldview (Intervarsity Press, 2003), p. 228–229.
[16] Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione; poiché lo spirito è pronto, ma la carne è debole (Matteo 26,41).
[17] Proverbi 17,22.
[18] 1 Corinzi 15,42–44.
[19] 1 Corinzi 15,51–54.
Titolo originale: The Heart of It All: Humanity – Material and Immaterial
Pubblicato originariamente in Inglese il 14 Agosto 2012