Al cuore di tutto: l’umanità

Settembre 30, 2012

di Peter Amsterdam

Perché fu creato l’uomo?

In questi articoli sull’umanità, abbiamo visto che Dio creò su questa terra degli esseri unici, esseri che erano fatti a sua immagine e somiglianza. Abbiamo visto che gli esseri umani hanno molte caratteristiche in comune con Dio: hanno uno spirito, sono persone, hanno menti razionali, libero arbitro e creatività. Dio soffiò personalmente in noi la vita. Gli esseri umani furono fatti di poco inferiori agli angeli e ricevettero dominio sulla terra. Siamo certamente una creazione speciale, com’è dimostrato non solo dal modo unico in cui Dio ci creò, ma anche dal fatto che mandò suo Figlio a morire per noi perché potessimo riconciliarci con Lui e vivere con Lui in eterno.

Quando pensiamo al fatto che gli esseri umani sono fatti a immagine di Dio, possiamo capire lo stupore di Re Davide quando disse: “Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo; le tue opere sono meravigliose, e io lo so molto bene”.[1]

Poiché siamo esseri razionali, una domanda che sorge spontaneamente nella mente umana è perché Dio abbia creato degli esseri unici come noi. Perché fummo creati e qual è il nostro scopo?

Le Scritture non parlano molto del motivo di questa creazione, ma quel che dicono è allo stesso tempo semplice e profondo: Dio creò l’umanità per la propria gloria.

Glorificare Dio

Tutti quelli che si chiamano col mio nome, che ho creato per la mia gloria, che ho formato e anche fatto.[2]

Questa semplice affermazione ci dice che la nostra vita è destinata a glorificare Dio.

Il Catechismo di Westminster lo spiega così:

Domanda: Qual è lo scopo principale dell’uomo?

Risposta: Lo scopo principale dell’uomo è glorificare Dio e godere di Lui in eterno.

J. I. Packer fa il seguente commento a questa citazione:

Dobbiamo riconoscere che Egli è al centro delle cose e che noi esistiamo per la sua gloria; questo vuol dire che noi esistiamo per Lui e non Lui per noi. Ed è solo quando decidiamo di glorificarlo come l’Unico che conta sopra ogni altra cosa che partecipiamo della gioia e della soddisfazione che viene dall’essere cristiani.[3]

Nel Catechismo della Chiesa di Ginevra, Giovanni Calvino scrisse:

Maestro: Qual è il fine principale della vita umana?

Scolaro: Conoscere Dio, dal quale gli uomini furono creati.

Maestro: Per quale motivo affermiamo questo?

Scolaro: Perché ci creò e ci mise su questo mondo per essere glorificato in noi. Ed è giusto che la nostra vita, di cui Egli è l’origine, debba essere dedicata alla sua gloria.

Riferendosi alla creazione finale dell’umanità, Dietrich Bonhoeffer esprime lo scopo di quest’atto creativo:

Qui l’umanità è l’opera finale dell’autoglorificazione divina. Il mondo è creato per Dio, a suo esclusivo onore, e l’umanità è il ricettacolo più prezioso, il riflesso del Creatore. È esclusivamente per la gloria e l’onore di Dio come Creatore che avviene ogni cosa.[4]

Che cosa significa glorificare Dio?

Tanto per cominciare, la parola gloria è usata in due modi principali nella Bibbia. Uno riguarda la gloria intrinseca di Dio, che è la luce brillante che circonda la sua presenza quando si manifesta alla sua creazione. È la parola usata per l’espressione esteriore della sua perfezione.[5]

J. Rodman Williams la spiega in questo modo:

Che cos’è dunque la gloria di Dio? La risposta migliore è che la gloria divina è lo splendore radioso di Dio, la sua maestà che suscita riverenza […] il fulgore della splendida maestosità che emana da ogni aspetto dell’essere e dell’agire di Dio. […] Per quanto riguarda l’essere di Dio, la sua gloria è come un’aureola [aura o atmosfera di splendore] che emana da Lui e che lo circonda.[6]

Questa luce è manifesta sia nel Vecchio sia nel Nuovo Testamento.

Benedici, anima mia, l’Eterno! O Eterno, mio Dio, tu sei sommamente grande; sei vestito di splendore e di maestà. Egli ti avvolge di luce come di un manto e distende i cieli come una tenda.[7]

Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né la luna ti illuminerà più col suo chiarore; ma l’Eterno sarà la tua luce eterna e il tuo Dio la tua gloria. Il tuo sole non tramonterà più e la tua luna non si ritirerà più, perché l’Eterno sarà la tua luce perpetua e i giorni del tuo lutto saranno finiti.[8]

Poi i cherubini spiegarono le loro ali e si sollevarono da terra sotto i miei occhi; mentre si allontanavano anche le ruote erano accanto a loro. Si fermarono quindi all’ingresso della porta che guarda a est della casa dell’Eterno, mentre la gloria del Dio d’Israele stava in alto su di loro.[9]

Un angelo del Signore si presentò loro e la gloria del Signore risplendette intorno a loro, ed essi furono presi da grande paura.[10]

Sei giorni dopo Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello, e li condusse sopra un alto monte, in disparte; e fu trasfigurato alla loro presenza: la sua faccia risplendette come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.[11]

E la città non ha bisogno del sole né della luna, che risplendano in lei, perché la gloria di Dio la illumina e l’Agnello è il suo luminare.[12]

Questa luce della Gloria di Dio è la Gloria che appartiene a Lui solo.

Non darò la mia gloria ad alcun altro.[13]

Due significati di gloria

Le parole ebraiche principali tradotte con gloria nel Vecchio Testamento significano onore, abbondanza, dignità, valore, riverenza, brillare, emettere luce, maestosità, splendore e bellezza.

Nel Nuovo Testamento, la parola greca principale tradotta con gloria in riferimento a Dio è doxa, che significa splendore, luminosità, magnificenza, perfezione, preminenza, dignità, maestà, una cosa appartenente a Dio, la maestà regale che appartiene a Lui in quanto governante supremo, maestà intesa come la perfezione assoluta della divinità, l’assoluta e perfetta eccellenza interiore o personale di Cristo, una condizione assolutamente gloriosa, uno stato sommamente elevato.

Questi termini e questi significati sono parole che le Scritture usano per descrivere la meraviglia della gloria di Dio.

Il secondo modo in cui è generalmente usata la parola gloria è nel significato di onore o reputazione eccellente.[14] Usata in questo senso, non parla della gloria intrinseca di Dio, ma descrive piuttosto l’onore che dovrebbe essere reso a Dio. È questo il senso usato quando si dice che gli esseri umani furono creati a gloria di Dio.

La Parola afferma che qualsiasi cosa facciamo, dovremmo farla alla gloria di Dio. Ci chiede anche di glorificare Dio nel nostro corpo e nel nostro spirito.

Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun’altra cosa, fate tutte le cose alla gloria di Dio.[15]

Infatti siete stati comprati a caro prezzo, glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che appartengono a Dio.[16]

L’essenza umana consiste di una parte materiale e di una immateriale, che insieme costituiscono la persona completa. Quando le Scritture ci dicono che dovremmo glorificare Dio nel corpo e nello spirito, possiamo vederlo come un invito a glorificarlo con tutto il nostro essere — interiormente ed esteriormente, fisicamente e spiritualmente — in tutto quello che facciamo e che siamo. Significa che le azioni della nostra vita, le nostre interazioni con gli altri e tutti gli aspetti della nostra vita interiore e spirituale e del nostro io, dovrebbero rendergli gloria.

In che modo possiamo farlo?

Glorificare Dio nella nostra vita interiore

Nell’aspetto interiore della nostra vita possiamo essere profondamente consapevoli di Dio e di tutto ciò che Egli è e ha fatto. Possiamo ricordare le sue qualità, la sua potenza e il suo amore. Possiamo osservare la sua incredibile creazione, con tutta la sua bellezza e la sua magnificenza. Possiamo apprezzare profondamente la bontà che ha dimostrato nei confronti di tutti e riconoscere che Egli ama tutti individualmente. Possiamo vedere con timore reverenziale la grazia e la misericordia che ha riversato su di noi mediante la salvezza. Possiamo rallegrarci di essere stati adottati nella sua famiglia mediante la sofferenza e la morte di Gesù sulla croce. Possiamo sentirci profondamente umili per come lo Spirito Santo dimora in noi.

Possiamo comprendere che Dio è una persona e che ha creato così anche noi, in modo che potessimo avere un rapporto con Lui. Possiamo nutrire e rinsaldare costantemente questo rapporto. Possiamo amarlo, esprimergli la nostra gratitudine, parlare con Lui in preghiera e ascoltarlo utilizzando tutti i metodi con cui comunica con noi.

Possiamo lodarlo. Le parole ebraiche e greche tradotte con lode ci dicono, per loro stessa definizione, di offrire a Dio le lodi richieste dalle sue qualità, dalle sue azioni e dai suoi attributi; di benedire e adorare; di esprimere gratitudine, apprezzamento ed elogio. Possiamo esprimere regolarmente la nostra ammirazione, la nostra riconoscenza, la nostra meraviglia, la nostra stima e il nostro amore, presentandoci a Lui con umiltà e rendendoci conto di come sia un Dio grandioso, meraviglioso e amorevole.

Possiamo renderci conto che Dio ci ha parlato di Sé mediante la sua Parola — che è Padre, Figlio e Spirito Santo. Ci ha detto com’è fatto e che cosa ha fatto, come riconciliarci con Lui, come riceverlo e come far dimorare il suo Spirito dentro di noi. Grazie alla sua Parola ci ha mostrato come conoscerlo e amarlo, come confidare in Lui e quali sono le cose che lo compiacciono. Ha espresso il suo amore, la sua fedeltà e la sua premura nei nostri confronti. Possiamo quindi conoscerlo, amarlo e contare su di Lui; possiamo assolutamente credere e confidare nella sua Parola e ubbidirle.

Nella nostra vita interiore, nel nostro spirito, possiamo glorificarlo ricordando sempre che Egli è Dio e che cosa ciò vuol dire: Egli l’Essere Supremo che ci ha creato, che sa tutto di noi e di ogni altra cosa; che, grande e maestoso com’è, ci ama e vuole avere un rapporto personale con noi. Quando chiesero a Gesù quale fosse il comandamento più grande o, detto diversamente, quale fosse la cosa più importante che gli esseri umani dovessero fare nella vita, Egli rispose:

Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.[17]

Dobbiamo amare Dio, e quindi glorificarlo, dal nostro essere interiore, con la nostra anima/spirito, con la nostra mente razionale e con tutto ciò che è in noi.

Come scrisse il commentatore biblico Matthew Henry:

Dobbiamo amare Dio con tutto il nostro cuore; dobbiamo considerarlo il migliore degli esseri, amabilissimo e infinitamente perfetto ed eccellente; Colui al quale siamo massimamente obbligati, sia per gratitudine che per interesse.

Riferendosi alla nostra glorificazione di Dio, J. I. Packer dice:

L’azione reciproca di vedere gloria in Dio e di rendere gloria a Dio è il sincero adempimento della natura umana nella sua essenza e porta una gioia suprema all’uomo come la porta a Dio (Sofonia 3,14-17).[18]

Glorificare Dio nelle nostre azioni

Nell’aspetto esteriore della nostra vita possiamo glorificare Dio nelle nostre azioni.

Lo glorifichiamo quando seguiamo ciò che la sua Parola ci dice di fare, quando viviamo in conformità ad essa e mettiamo in azione quotidianamente i principi biblici.

Poiché siamo esseri dotati di personalità propria e abbiamo un rapporto con Dio, possiamo seguirlo anche cercando in preghiera le sue istruzioni e facendo quello che ci indica. Ognuno di noi è diverso e il Signore può guidarci nella vita in maniera specifica. Gli dimostriamo onore quando gli chiediamo di guidarci e quando seguiamo le sue indicazioni per fede.

Rendiamo gloria a Dio quando conduciamo una vita che riflette il suo amore e i principi della sua Parola. La Parola c’insegna a far brillare la nostra luce davanti agli altri, affinché possano vedere quello che facciamo e come viviamo, sentire l’amore di Dio e glorificarlo per questo. I nostri buoni rapporti con gli altri e la nostra vita conforme alle istruzioni e ai principi della sua Parola sono notati dagli altri e possono influenzarli per il bene.

Glorifichiamo il Signore davanti agli altri anche quando testimoniamo, quando raccontiamo come ha operato nella nostra vita e nel nostro cuore, quando distribuiamo pubblicazioni o insegniamo o utilizziamo qualsiasi mezzo per informare la gente di Dio e del suo amore.

Lo glorifichiamo quando aiutiamo i bisognosi, le vedove e gli orfani, i poveri e i derelitti, quando diamo di noi stessi in qualsiasi modo che rispecchi l’amore di Dio e la sua preoccupazione per gli altri.

Quando preghiamo e gli chiediamo aiuto per noi stessi o per altri, quando rivendichiamo le sue promesse e facciamo affidamento su di esse, quando cerchiamo la sua guida, lo glorifichiamo; riconosciamo la nostra fede nelle sue cure e nelle sue attenzioni nei nostri confronti, nella verità della sua Parola e nell’affidabilità delle sue promesse; riconosciamo il nostro bisogno e, pregando, dichiariamo di confidare che ascolterà le nostre preghiere e le esaudirà. Quando gli confessiamo i nostri peccati, lo onoriamo riconoscendo che abbiamo sbagliato e che abbiamo bisogno del suo perdono.

Glorifichiamo Dio quando amiamo il nostro prossimo come noi stessi;[19] quando facciamo agli altri come vorremmo che facessero a noi;[20] quando amiamo a fatti e in verità;[21] e quando amiamo, ubbidiamo e riveriamo Dio e facciamo le cose che dice, perché per l’uomo questo è tutto.[22]

Tutte le attività della vita devono essere anch’esse perseguite con il proposito di rendere a Dio omaggio, onore e compiacimento, che sono ciò in cui consiste la sua glorificazione a livello pratico (1 Corinzi 10,31).[23]

Quando arriviamo a comprendere che Dio ci ha creato per glorificarlo, dovrebbe essere più facile fare del nostro meglio per vivere in maniera tale da rendergli gloria. Vivere una vita che glorifichi Dio, comunque, non è una strada a senso unico, in cui Egli ha tutti i vantaggi. Per chi vive per glorificarlo ci saranno benedizioni in questa vita e in quella a venire.

Tu mi mostrerai il sentiero della vita; c’è abbondanza di gioia alla tua presenza; alla tua destra vi sono delizie in eterno.[24]

Ma chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà, e in essa persevera, non sarà un ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare.[25]

Beato chiunque teme l’Eterno e cammina nelle sue vie. Allora mangerai della fatica delle tue mani, sarai felice e godrai prosperità.[26]

Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà pubblicamente.[27]

Io [Gesù] sono venuto affinché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.[28]

Beato e santo è colui che ha parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potestà la seconda morte, ma essi saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui mille anni.[29]

Come cristiani che capiscono come il Signore desidera che conducano una vita che rende gloria a Lui, che saranno benedetti da Lui e che benediranno altri, abbiamo l’opportunità di realizzare i fini del nostro Creatore in questa vita e di vivere con Lui in eterno con gioia e felicità, sempre in grado di dargli la gloria che si merita.

Degno sei, o Signore, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà esistono e sono state create.[30]


[1] Salmi 139,14.

[2] Isaia 43,7.

[3] Un’Intervista a J. I. Packer, Founders Ministries.

[4] Dietrich Bonhoeffer, Dietrich Bonhoeffer Works, Vol. 3, Creation and Fall (Minneapolis: Fortress Press, 1997), p. 72.

[5] Wayne Grudem, Systematic Theology, An Introduction to Biblical Doctrine (Grand Rapids: InterVarsity Press, 2000), p. 221.

[6] J. Rodman Williams, Renewal Theology, Systematic Theology from a Charismatic Perspective, Vol. 1 (Grand Rapids: Zondervan, 1996), p. 180.

[7] Salmi 104,1–2.

[8] Isaia 60,19–20.

[9] Ezechiele 10,19.

[10] Luca 2,9.

[11] Matteo 17,1–2.

[12] Apocalisse 21,23.

[13] Isaia 48,11.

[14] Wayne Grudem, Systematic Theology, An Introduction to Biblical Doctrine (Grand Rapids: InterVarsity Press, 2000), p. 200.

[15] 1 Corinzi 10,31.

[16] 1 Corinzi 6,20.

[17] Marco 12,30.

[18] J. I. Packer, Glory, dal libro Concise Theology (Carol Stream: Tyndale House Publishers, 1993), p. 59.

[19] E Gesù gli disse: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua e con tutta la tua mente”. Questo è il primo e il gran comandamento. E il secondo, simile a questo, è, “Ama il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti (Matteo 22,37–40).

[20] Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perché questa è la legge ed i profeti (Matteo 7,12).

Ma come volete che gli uomini facciano a voi, così fate a loro (Luca 6,31).

[21] Figlioletti miei, non amiamo a parole né con la lingua, ma a fatti e in verità (1 Giovanni 3,18).

[22] Ascoltiamo dunque la conclusione di tutto il discorso, “Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto dell’uomo” (Ecclesiaste 12,13).

[23] J. I. Packer, Glory, dal libro Concise Theology (Carol Stream: Tyndale House Publishers, 1993), p. 60.

[24] Salmi 16,11.

[25] Giacomo1,25 NR.

[26] Salmi 128,1–2.

[27] Matteo 6,6.

[28] Giovanni 10,10.

[29] Apocalisse 20,6.

[30] Apocalisse 4,11.


Titolo originale: The Heart of It All: Humanity - Why Humans?
Pubblicato originariamente in Inglese il 21 Agosto 2012