Comunicazione: una parte essenziale dei rapporti

Luglio 16, 2024

di Maria Fontaine

(Communication—A Key Part of Relationships — Italian)

Come esseri umani, abbiamo bisogno di interazioni tra di noi e con Dio. Queste interazioni, o la loro mancanza, influenzano la percezione che abbiamo di noi stessi e del mondo. La comunicazione è una parte essenziale per costruire un rapporto.

Tutti i nostri rapporti hanno un impatto su di noi. Amicizie casuali o di lunga durata, genitori e fratelli, colleghi e coniugi hanno tutti un’influenza su ciò che diventiamo. Il più grande di tutti i rapporti, quello con Dio, può aiutarci a superare qualsiasi impatto negativo delle circostanze e delle influenze del nostro passato.

La maggior parte di noi sa per esperienza che rapporti forti e positivi possono aiutarci a superare difficoltà, avversità, sofferenze o lutti. Costruire un rapporto solido e pieno di fede con Gesù può trasformare le difficoltà che incontriamo nella vita in opportunità per ottenere compassione, saggezza e forza di spirito.

Il nostro rapporto con il Signore aumenta o ristagna come avviene ad altri rapporti. Se scegliamo di investire tempo ed energie nel cercare le indicazioni del Signore, allora quella ricerca attiva sviluppa e rafforza il nostro rapporto con Lui. Se scegliamo di non investire nella comunicazione con Lui, compreso lo studio della sua Parola, allora l’eccesso di familiarità comincia ad offuscare la nostra visione.

Il detto “l’eccessiva familiarità genera disprezzo” non è espresso specificamente nella Bibbia, ma nell’Antico e nel Nuovo Testamento ci sono molti esempi di come la familiarità con le tante benedizioni del Signore e con la sua presenza nella nostra vita può farci perdere il rispetto, la venerazione e quello che la Bibbia chiama “il timore del Signore”. Possiamo perdere quella soggezione, quello stupore davanti alle sue misericordie, al suo amore e alle sue cure che spinge il nostro cuore a desiderare di essere il più possibile vicini a Lui.

La familiarità con gli altri, specialmente quelli con cui abbiamo un rapporto più profondo, può subire gli stessi effetti. Potremmo comunicare formalmente con una persona con cui abbiamo familiarità, avere conversazioni superficiali o seguire le normali convezioni sociali, ma senza una sincera interazione cuore a cuore. La vita può diventare una routine di azioni e reazioni previste che non provocano emozioni e gradualmente questa trascuratezza può danneggiare o distruggere quel rapporto. Rende obsolete le nostre percezioni ed aspettative di quella persona, perché non abbiamo notato la crescita e i cambiamenti che stanno avvenendo in lei. Così, senza che ce ne rendiamo conto, le nostre supposizioni su di loro continuano a basarsi sul passato. Questo può portare a giudizi errati e causare grandi danni nel nostro rapporto.

Uno strumento prezioso nella comunicazione con gli altri è chiedere allo Spirito Santo di filtrare le nostre parole con amore e saggezza. Come fa quel detto: “le parole sono cose reali; ispirano o distruggono, benedicono o maledicono, salvano o condannano”. Saggezza e preghiera fanno parte del rispetto per gli altri e del chiedere al Signore di aiutarci a sapere cosa comunicare. Lo Spirito Santo sa di cosa ha bisogno ogni cuore, anche quando noi non lo sappiamo.

Questo è specialmente vero nelle interazioni con le persone che ci sono più vicine, perché amare qualcuno comporta la nostra vulnerabilità. Non possiamo indurire il nostro cuore ed essere circospetti con le persone cui vogliamo bene, perché ciò ci impedirebbe di riconoscere i loro sentimenti e i loro bisogni più profondi.

Tutti abbiamo dei momenti in cui dobbiamo fare qualche passo in più per aiutare le persone con cui abbiamo un rapporto. Non è questione di imparzialità e di aspettarsi che tutto sia “equo e uguale”. Gesù non richiese mai un rimborso alla pari per tutto ciò che diede e sacrificò per noi.

Più ci avviciniamo al Signore, più ci rendiamo conto dell’amore incondizionato e illimitato che Lui prova per noi e per gli altri. Più costruiamo il nostro rapporto con Lui, rendendo la sua presenza parte di ciò che facciamo, più la nostra fiducia e la nostra fede in Lui e nel suo amore aumenteranno.

L’amore di Gesù non cambia. Lui non ci ama di più quando facciamo le cose giuste, per poi rifiutarci il suo amore quando non le facciamo. Sapere questo ci libera dal timore di essere giudicati e abbandonati dal Signore.

“Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo” (Efesini 4:32). Vivere questo versetto può sembrare sconfortante a volte, ma impegnarci a fare il possibile è di grande aiuto.

Alcuni tendono a essere aggressivi nel modo di comunicare con gli altri, cosa che può essere percepita come conflittuale. Alcuni prendono le distanze da qualsiasi conflitto evitando di comunicare con le persone più aggressive. Potrebbero reagire in maniera difensiva o semplicemente tacere e tagliar fuori le persone che sembrano ostili.

Nessuna di queste linee promuove una comunicazione aperta. L’aggressore potrebbe andarsene pensando di aver vinto, ma è una vittoria vana perché in realtà non ha cambiato niente e alla fin dei conti non sono stati ascoltati.

Alcuni potrebbero semplicemente tirarsi indietro e mantenere silenziosamente la loro posizione, allo stesso tempo distanziandosi dall’altra persona. Gradualmente, questo può trasformarsi in risentimento.

Le priorità della comunicazione dovrebbero essere: disponibilità ad ascoltare, disponibilità a prendere in considerazione ciò che l’altro dice, rispetto e onestà nell’ammettere che a volte gli altri potrebbero avere ragione e disponibilità ad accettare che, anche se non si è d’accordo su alcune cose, le differenze d’opinione non dovrebbero bloccare l’amore, il rispetto e il calore reciproco.

Di seguito, alcuni brevi promemoria di cose cui badare nelle nostre comunicazioni.

  • Ciò che diciamo rispecchia ciò che sta nel nostro cuore. “L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore tira fuori il bene” (Luca 6:45). Prendersi il tempo di pregare e controllare ciò che abbiamo dentro prima di parlare permette al Signore di equilibrare le nostre emozioni dandoci la sua prospettiva.
  • In qualsiasi comunicazione, è importante ricordare che non si tratta solo del modo in cui noi interpretiamo il significato di ciò che diciamo, ma anche del modo in cui l’altra persona interpreta le nostre parole. Man mano che aumenta la nostra comprensione delle persone che ci sono care, possiamo imparare a comunicare con loro in modo più efficace.

Trovo particolarmente adatti questi versetti, quando si tratta della nostra comunicazione con gli altri e delle nostre parole. L’obiettivo non è non dire niente, ma che l’amore, la saggezza e la guida dello Spirito Santo imbevano tutto ciò che diciamo.

Riguardo al primo versetto dell’elenco qui sotto, una cosa interessante da ricordare è che lo scopo del “freno” nella bocca del cavallo non è evitare ogni suo movimento, ma guidarlo nella direzione migliore.

“Se uno pensa di essere religioso, ma poi non tiene a freno la sua lingua e inganna se stesso, la sua religione è vana” (Giacomo 1:26).

“Chi sorveglia la sua bocca preserva la propria vita; chi apre troppo le labbra va incontro alla rovina” (Proverbi 13:3).

“Signore, poni una guardia davanti alla mia bocca, sorveglia l’uscio delle mie labbra” (Salmi 141:3).

“Chi sorveglia la sua bocca e la sua lingua preserva se stesso dall’angoscia” (Proverbi 21:23).

“Sia la mia bocca piena della tua lode, ed esalti ogni giorno la tua gloria” (Salmi 71:8).

“Siano gradite le parole della mia bocca e la meditazione del mio cuore in tua presenza, o Signore, mia Rocca e mio redentore” (Salmi 19:14).

“Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela, affinché conferisca grazia a chi l’ascolta” (Efesini 4:29).

“Non capite che tutto quello che entra nella bocca va nel ventre ed è poi espulso nella latrina? Ma ciò che esce dalla bocca viene dal cuore, ed è quello che contamina l’uomo” (Matteo 15:17-18).

“Sappiate questo, fratelli miei carissimi: che ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all’ira; perché l’ira dell’uomo non compie la giustizia di Dio” (Giacomo 1:19-20).

“Nella moltitudine delle parole non manca la colpa, ma chi frena le sue labbra è prudente” (Proverbi 10:19).

“C’è chi, parlando senza riflettere, trafigge come spada, ma la lingua dei saggi procura guarigione” (Proverbi 12:18).

“Le parole gentili sono un favo di miele; dolcezza all’anima, salute alle ossa” (Proverbi 16:24).

Come pensiero finale, pensate a qual è lo scopo principale del sale nella cucina. Fa risaltare il sapore del cibo per goderne di più e per stuzzicare la fame. Come risultato, è stato uno dei beni commerciali più apprezzati dall’umanità per millenni. Penso che Paolo descrivesse questo quando parlò delle nostre comunicazioni in Colossesi 4:6: “Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno”.

Pubblicato originariamente in inglese il 6 febbraio 2024.