Corinzi: capitolo 2 (versetti 1-8)

Settembre 24, 2024

di Peter Amsterdam

[1 Corinthians: Chapter 2 (verses 1-8)]

Paolo prosegue la sua lettera alla chiesa di Corinto nel capitolo 2:

E io, fratelli, quando venni da voi, non venni ad annunziarvi la testimonianza di Dio con eccellenza di parola o di sapienza.1

Paolo si riferisce alla sua prima visita a Corinto. A differenza dei filosofi e dei sofisti dell’epoca, che parlavano in un modo che dimostrava superiorità e pretenziosità, Paolo si era presentato senza pretese e senza darsi arie. Aveva proclamato una testimonianza (il vangelo) che aveva ricevuto da Dio riguardo al Cristo crocifisso.

Poiché mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso.2

Paolo si riferisce alla testimonianza di Dio che annunzia. Aveva deciso che, nel proclamare il messaggio si sarebbe concentrato su un soggetto: Gesù Cristo e Lui crocifisso. Mi proposi di non sapere indica che, nel suo modo di parlare e nelle parole che aveva usato, Paolo era incentrato su Cristo e sulla croce e che la sua vita era incentrata su Cristo.

Io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore.3

Paolo dice di essere stato debole e timoroso. Non si era dato arie, fingendo di essere sicuro di sé. Al contrario, aveva avuto fiducia in Dio e nel messaggio del vangelo. Sapeva che il proprio stile e la propria personalità da soli non avrebbero attirato folle di credenti.

Sapeva di non essere un grande oratore. Non parlava con eloquenza secondo lo stile greco. Sapeva, però, che Dio l’aveva chiamato a predicare il vangelo nonostante le sue debolezze, le sue paure e le sue mancanze. Riconosceva che Dio l’aveva scelto così che fosse Cristo a essere ascoltato, piuttosto che il messaggero.

Il timore e il tremore di Paolo non ricevono una spiegazione qui, ma nel libro degli Atti leggiamo la storia della prima visita di Paolo a Corinto e lì Luca indica chiaramente che quelli furono momenti difficili. Gli facevano opposizione e lo insultavano, così se ne andò di là e entrò nella casa di Giusto, che serviva Dio e la cui casa era attigua alla sinagoga.4 Paolo ebbe giustamente paura, perché i Giudei si erano uniti per attaccarlo e lo avevano portato in tribunale.5 Insieme a Paolo presero anche Sostene, il capo della sinagoga, e avevano picchiato anche lui.6

Dio dovette intervenire mandando a Paolo una visione in cui affrontava le sue paure che degli uomini potessero attaccarlo. Una notte il Signore disse in visione a Paolo: «Non temere, ma continua a parlare e non tacere; perché io sono con te, e nessuno ti metterà le mani addosso per farti del male; perché io ho un popolo numeroso in questa città”.7 Questo spinse Paolo a restare diciotto mesi a Corinto.8

La mia parola e la mia predicazione non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza.9

Paolo prosegue indicando che, nonostante debolezza, timore e gran tremore, la sua predicazione non consisteva in parole persuasive e sapienti. Paolo si riferiva all’arte della persuasione mediante l’uso di figure retoriche o termini linguistici. Era chiaramente capace di farlo nei suoi scritti, ma evitava di farlo.

Affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.10

È il piano di Dio che la fede non debba basarsi su ragionamenti sottili. Paolo l’aveva già spiegato in precedenza quando aveva scritto ai Tessalonicesi: Il nostro vangelo non vi è stato annunziato soltanto con parole, ma anche con potenza, con lo Spirito Santo e con piena convinzione.11 È solo per grazia. La fede consiste in fiducia e affidamento a Cristo.

Paolo termina il suo esempio riportando tutto a Dio e alla sua potenza. Il suo era un esempio di come Dio è coinvolto in ogni stadio dell’opera di portare le persone a Sé. Paolo fa notare che un messaggio che è pazzia per molti e un ostacolo per altri è stato presentato in modo da rispecchiare la verità, senza retorica ricercata, raffinatezze o segni potenti. Il messaggero era debole e timoroso; perciò, i risultati della visita di Paolo potevano attribuirsi solo alla potenza di Dio e all’opera dello Spirito Santo.

Tuttavia, a quelli tra di voi che sono maturi esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati.12

Paolo era preoccupato perché i Corinzi attribuivano grande valore a ciò che lui chiamava la sapienza del mondo. Avevano giudicato le persone e preso decisioni riguardo alla loro posizione nella comunità basandosi su questo standard, invece che sul loro impegno per Cristo. Per questo Paolo doveva chiarire la natura della vera sapienza.

Paolo parla del tipo di sapienza da lui predicato. È chiaro che la sapienza di Dio è più che il credere semplicemente in Cristo. L’intera sapienza e l’intero piano divino includono il capire l’implicazione pratica di credere e di comportarsi come chiesa in modo da essere un esempio degli insegnamenti di Cristo.

Prosegue dicendo che la sua sapienza non è quella di questo mondo o dei governanti di questo mondo. Mostra la differenza tra la sapienza di Dio e quella che appartiene a questo mondo, che, spiega, è seguita dai dominatori di questo mondo. La croce ha condannato questo mondo; quelli che appartengono al mondo periranno. La sapienza di Dio non sarà considerata sapienza da quelli che stanno per essere annientati. Il contrasto è tra le persone di questo mondo che vengono annientate e quelli che “vengono salvati”.13

Quando parlava dei dominatori, probabilmente si riferiva ai leader politici dell’epoca. Ciò avrebbe incluso quelli coinvolti nella crocifissione, oltre ai leader giudei e gentili, dai farisei a Erode, Pilato e perfino Cesare. Anche in altri punti del Nuovo Testamento i leader politici sono associati alla crocifissione.14 Forse era una critica nei confronti delle persone influenti e onorate che venivano ammirate dalla società corinzia, ma che avevano respinto Cristo.

Ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria…15

Dicendo di impartire una sapienza misteriosa, Paolo non dice di parlare in maniera misteriosa o nascosta, così che solo l’élite spirituale avrebbe capito le sue parole. Dice piuttosto che la sapienza di Dio è un “mistero” ed è “nascosta” a quelli che sono di “questo mondo”.

Nelle opere di Paolo, la parola “mistero” appare venti volte in vari contesti e generalmente indica il fatto che la via divina della salvezza è stata rivelata “in Cristo”. Il “mistero”, così come Paolo lo vede, è stato dichiarato da Dio stesso in Cristo. Quindi, ha la potenza divina di liberare quelli che credono e distruggere la sapienza dei saggi. Il mistero che viene rivelato include la salvezza divina di uomini e donne in Cristo, non solo qualche conoscenza teorica.

Gli aggettivi nascosta e misteriosa qualificano la “sapienza”. Paolo parla delle conseguenze della sapienza di Dio rivelata nella morte di Gesù sulla croce. Questa sapienza è nascosta, non perché Paolo l’abbia resa disponibile solo a pochi, ma perché quelli di “questo mondo” non l’hanno compresa. I credenti hanno la benedizione di aver ricevuto dallo Spirito Santo la rivelazione di questi misteri. Nessun gruppo di cristiani può vantarsi di aver ricevuto più cose nascoste di altri.

Paolo dice che Dio ha predestinato questa sapienza. La morte di Cristo è stata pianificata in anticipo da Dio. Paolo sottolineò il punto aggiungendo “prima dei secoli”. Rientrava nella grande sapienza di Dio da “prima della creazione del mondo”16— e che ora viene rivelata a tutti quelli che credono — che sarebbe andato incontro alle persone con amore, misericordia e perdono in Cristo. Questo era stato “nascosto” dall’inizio fino a quando non era stato rivelato Cristo.

…e che nessuno dei dominatori di questo mondo ha conosciuta; perché, se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.17

Che questa sapienza in Cristo non fosse stata conosciuta, o capita, dai dominatori del mondo lo si vede dal fatto che hanno crocifisso il “Signore della gloria”. Chiamando Gesù “Signore della gloria”, Paolo prende un termine che ci si aspetterebbe applicato a Dio e lo applica a Cristo. Per chi ama Dio, la via della croce è la via della gloria; è la via della vera sapienza.

(Continua.)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Riveduta, Copyright © 1994 Società Biblica di Ginevra. Tutti i diritti riservati.


1 1 Corinzi 2:1.

2 1 Corinzi 2:2.

3 1 Corinzi 2:3.

4 Atti 18:6–7.

5 Atti 18:12.

6 Atti 18:17.

7 Atti 18:9–10.

8 Atti 18:11.

9 1 Corinzi 2:4.

10 1 Corinzi 2:5.

11 1 Tessalonicesi 1:5.

12 1 Corinzi 2:6.

13 1 Corinzi 1:18.

14 Luca 23:35; Atti 3:17, 4:8.

15 1 Corinzi 2:7.

16 Efesini 1:4.

17 1 Corinzi 2:8.


Pubblicato originariamente in inglese il 30 aprile 2024.