Gesù – la sua vita e il suo messaggio: la visita al suo paese
Giugno 4, 2016
di Peter Amsterdam
Gesù – la sua vita e il suo messaggio: la visita al suo paese
[Jesus—His Life and Message: Hometown Visit]
I tre Vangeli sinottici raccontano la storia della visita di Gesù al suo paese di provenienza, Nazareth, e al rifiuto cui fu sottoposto là. Luca presenta il ritorno di Gesù a Nazareth prima in ordine di tempo rispetto a Matteo e Marco,1 probabilmente per motivi letterari. La versione di Luca, che esamineremo più da vicino in questo articolo, è più lunga e contiene più dettagli delle altre, ma tutte e tre danno simili indicazioni di come Gesù fu respinto dagli abitanti del villaggio in cui era cresciuto.
La visita di Gesù a Nazareth ebbe luogo dopo che aveva fatto dei miracoli a Capernaum e notizie delle sue azioni avevano incominciato a diffondersi nella zona circostante. Non sappiamo quanto tempo abbia passato a Nazareth prima degli avvenimenti narrati in questa storia. Essendo cresciuto in quel paesino dall’infanzia fino a quasi trent’anni, probabilmente, Gesù doveva conoscere la maggior parte dei suoi abitanti. Insieme a suo padre Giuseppe probabilmente nel corso degli anni deve aver svolto il lavoro di falegname o carpentiere per la maggior parte delle famiglie del paese. Forse molti dei suoi amici d’infanzia vivevano ancora lì. Forse le sue sorelle avevano sposato uomini del posto e vivevano lì insieme ai loro figli. Alcuni commentatori suppongono che i suoi fratelli, o almeno alcuni d’essi, s’erano trasferiti da Nazareth.) Il “compaesano di successo” era tornato in paese.
Poi venne a Nazaret, dove era cresciuto e, com’era solito fare in giorno di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò per leggere. E gli fu dato in mano il libro del profeta Isaia.2
Come aveva fatto ogni settimana per tutto il tempo in cui era vissuto lì, Gesù andò alla sinagoga durante il Sabato. Gli fu chiesto di fare la seconda lettura da uno dei libri dei profeti e gli fu dato il rotolo che conteneva il libro d’Isaia. Le Scritture in quei giorni erano conservate su fogli di papiro o di pergamena incollati insieme uno di fianco all’altro per formare un rotolo continuo, il cui inizio e la cui fine erano fissati a un bastone. Non c’erano capitoli né versetti come nelle bibbie moderne. I rotoli venivano svolti con una mano e avvolti con l’altra fino a trovare il punto scelto per la lettura.
Lo aprì e trovò quel passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me, perché mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per guarire quelli che hanno il cuore rotto, per proclamare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi, per rimettere in libertà gli oppressi, e per predicare l’anno accettevole del Signore».3
Il passo che lesse nel libro si trova nel Vecchio Testamento, in Isaia 61,1–2. Gesù lasciò fuori l’ultima parte del versetto 2, che parla del giorno della vendetta dell’Eterno, ma incluse una frase presa da quello che adesso sarebbe Isaia 58,6, che parla di ridare libertà agli oppressi.
Isaia 61 contiene il messaggio della liberazione portata da Dio, facendo un parallelo con l’anno del Giubileo, che avveniva ogni cinquant’anni e durante il quale tutti i debiti dovevano essere cancellati e i servitori a contratto liberati. Traccia un’immagine di perdono e liberazione spirituale, che è al centro del messaggio di Gesù.4 Comincia con lo Spirito del Signore che riposa su colui che parla, un parallelo allo Spirito di Dio sceso su Gesù al momento del battesimo,5 quando fu condotto nel deserto6 e quando, nella potenza dello Spirito, se ne ritornò in Galilea.7
Gesù era stato unto per “evangelizzare i poveri”, letteralmente annunciare una buona notizia. La parola greca utilizzata per annunciare (kerisso) è la stessa usata quando si parlava di Giovanni Battista che evangelizzava, o predicava la buona notizia al popolo.8 Anche questo collegamento al ruolo profetico di Giovanni punta al ruolo profetico di Gesù. Nei quattro Vangeli Gesù è visto come un profeta.9 Il termine “poveri” non si riferisce soltanto a chi è economicamente indigente, ma ha anche un significato religioso, in riferimento a chi spera in Dio e conta su di Lui.10
Gesù era stato incaricato da suo Padre di proclamare la liberazione ai prigionieri: liberare l’umanità dalla prigionia spirituale dovuta al peccato. Il suo è un invito ad avvicinarsi a Dio accettando il suo perdono, che viene offerto mediante Gesù e libera le persone da quella prigionia.
Gesù fu mandato anche a proclamare il recupero della vista ai ciechi.11 Anche se molte volte guarì i ciechi, questo passo si riferiva anche alla vista spirituale. In altri punti dei Vangeli, Gesù si riferì al “vedere ma non vedere” quando disse ai suoi discepoli:
Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite?12
L’affermazione di rimettere in libertà gli oppressi descrive una delle funzioni del Messia e il suo pubblico originale l’avrebbe ben capito. In questo modo avrebbero inteso che Gesù non si limitava a rivendicare un ruolo di profeta, ma anche il suo stato messianico.
L’ultima frase presa da Isaia 61, sull’anno accettevole del Signore, si riferisce all’anno del Giubileo. Nell’antica Israele, ogni sette anni c’era un anno di Sabato,13 durante il quale era obbligatorio fare tre cose: tutti gli schiavi israeliti dovevano essere liberati,14 tutti i debiti annullati15 e i campi dovevano essere lasciati a riposo.16 Dopo sette anni sabbatici (49 anni), il cinquantesimo era l’anno del Giubileo. Durante quell’anno ai primi tre si aggiungeva un quarto obbligo: che tutte le terre vendute dovessero ritornare di proprietà del venditore.17 L’anno del Giubileo era considerato un anno di libertà e affrancamento. Per analogia, il concetto di Giubileo diventa, per mezzo di Gesù un’immagine di perdono totale, redenzione e salvezza.18
Leggiamo cosa successe in seguito:
Poi, chiuso il libro e resolo all’inserviente, si pose a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di Lui. Allora cominciò a dir loro: «Oggi questa Scrittura si è adempiuta nei vostri orecchi». E tutti gli rendevano testimonianza e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.19
Quando l’hazzan rimise il rotolo nella teca in cui era custodito e Gesù si sedette, pronto a insegnare, tutti lo guardarono attentamente. Lui dichiarò che Isaia 61 “era adempiuto”. Bock commenta:
La sequenza dei versetti indica che Luca sta riassumendo gli eventi. Qui Luca annota solo la breve dichiarazione di Gesù, ma il versetto successivo indica che la folla rimase impressionata dal suo messaggio e dalle sue parole di grazia, suggerendo che Gesù disse più di quanto riferito da Luca. Il testo dice anche che Gesù cominciò a parlare, suggerendo che la sua spiegazione fu più lunga di una semplice frase.20
Anche se i suoi compaesani furono stupiti dalle sue abilità oratorie e dalle sue parole piene di grazia, ciò non significa che concordassero con ciò che diceva o che lo accettassero. Fu incredibilmente coraggioso dire: Oggi questa Scrittura si è adempiuta nei vostri orecchi. Nel farlo, Gesù proclamava di essere l’adempimento delle profezie di Isaia.
Ma i suoi compaesani non la pensarono così:
«Non è costui il figlio di Giuseppe?»21 Il Vangelo di Matteo dice: «Non è costui il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria, e i suoi fratelli Giacomo, Iose, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove ha egli dunque ricevuto queste cose?» E si scandalizzavano di Lui.22
Gesù dichiarò che lo Spirito di Dio era su di Lui, che era stato unto per proclamare la buona notizia, proclamare la libertà, ridare la vista ai ciechi e liberare gli oppressi. Praticamente la loro reazione fu: “Ma chi pensa di essere? Conosciamo sua madre, suo padre, i suoi fratelli e le sue sorelle!” I loro dubbi sulle sue affermazioni s’incentrano sul fatto che era soltanto un ragazzo del posto, con una famiglia normale – come poteva fare simili affermazioni?
Ed Egli disse loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: "Medico, cura te stesso"; tutto ciò che abbiamo udito essere avvenuto a Capernaum, fallo anche qui nella tua patria». Ma Egli disse: «In verità vi dico che nessun profeta è ben accetto nella sua patria».23
Il Vangelo di Marco aggiunge che nessun profeta è disprezzato se non fra i suoi parenti e in casa sua, molto probabilmente per indicare che anche i parenti di Gesù, compresi i suoi fratelli, non credevano in Lui.24
Gesù sapeva cosa pensavano e lo rese chiaro. Citò un proverbio popolare25 e affermò che volevano solo che dimostrasse quel che diceva di essere. Sapeva che chiedevano dei segni, il che è generalmente visto come una manifestazione d’incredulità.26 Gesù allora si presentò come profeta quando affermò che i profeti sono respinti,27 citando alcuni casi simili:
Vi dico in verità che al tempo di Elia, quando il cielo fu serrato tre anni e sei mesi e vi fu una grande fame in tutto il paese, vi erano molte vedove in Israele; eppure a nessuna di loro fu mandato Elia, se non a una donna vedova in Sarepta di Sidone. E al tempo del profeta Eliseo vi erano molti lebbrosi in Israele; eppure nessuno di loro fu mondato, eccetto Naaman il Siro.28
Riferendosi ai momenti della storia d’Israele in cui Elia e poi Eliseo erano profeti che operavano nel paese, Gesù alluse al fatto che avevano portato la benedizione di Dio a persone che non erano ebree. Elia salvò una donna, una vedova non ebrea, molto probabilmente di umili condizioni, in un paesino fuori da Israele. Eliseo guarì Naaman, un gentile, un siriano colpito dalla lebbra – malattia che se fosse stato ebreo l’avrebbe reso impuro. Gesù indica chiaramente che “evangelizzare i poveri”, cioè dare loro la buona notizia, include la vedova, l’impuro, il gentile e ogni persona di umili condizioni.29 Anche se il paese di Gesù, e alla fine gran parte d’Israele, l’avrebbero rifiutato, ci sarebbero stati altri che l’avrebbero accettato e per questo sarebbero stati benedetti. L’implicazione era che la conseguenza di rifiutare Gesù avrebbe potuto comportare il rifiuto da parte di Dio.30
Gli ascoltatori, che ben conoscevano le storie di Elia ed Eliseo, compreso l’implicazione. L’essere paragonati sfavorevolmente ai Fenici e ai Siriani sollevò immediatamente rabbia e ostilità.31
Nell’udire queste cose, tutti nella sinagoga furono presi dall’ira. E, levatisi, lo cacciarono dalla città e lo condussero fino al ciglio della sommità del monte, su cui la loro città era edificata, per precipitarlo giù.32
A quel punto il ragazzo del posto era visto come un falso profeta e quindi degno del destino a essi riservato.
Ma quel [falso] profeta o quel sognatore di sogni sarà messo a morte. […] In questo modo estirperai il male in mezzo a te.33
Questa non fu l’unica volta che Gesù sfiorò la morte per mano di chi riteneva stesse violando flagrantemente la legge e meritasse di essere giustiziato senza processo. Due volte fu accusato di bestemmia e quasi lapidato.34 In questo caso non ci viene detto esattamente come riuscì a sfuggire alla folla che lo stava spingendo verso un precipizio per buttarlo giù, ma soltanto che ci riuscì.
Ma Egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.35
Come abbiamo detto prima, i Vangeli di Matteo e di Marco danno una versione più breve della visita di Gesù al suo paese e all’incredulità che v’incontrò. Marco termina dicendo:
E non poté fare lì alcuna opera potente, salvo che guarire pochi infermi, imponendo loro le mani. E si meravigliava della loro incredulità.36
Gesù e il suo messaggio furono accolti con incredulità nel paese dove aveva vissuto e la stessa cosa sarebbe avvenuta più tardi in gran parte d’Israele. Nel resto dei Vangeli sentiamo parlare dell’autorità degli insegnamenti di Gesù, delle istruzioni che diede ai suoi discepoli e delle sue parabole. Leggiamo anche della potenza vista nei miracoli da Lui operati. Le sue parole e le sue azioni resero testimonianza a chi era – il Messia, il Figlio di Dio.37 Molti credettero, ma la maggioranza no. Più volte leggiamo dell’ostilità e del rifiuto da parte dei capi religiosi d’Israele. Il ripudio da parte di quelli con cui aveva passato la maggior parte della sua vita presagiva già il ripudio finale a Gerusalemme.
Nonostante fosse stato rigettato più volte, Gesù continuò la sua missione di proclamare la buona notizia ai poveri, la liberazione ai prigionieri, la libertà per gli oppressi, la vista ai fisicamente e spiritualmente ciechi e il Giubileo di Dio. Oggi, come credenti pieni dello Spirito del Signore, siamo chiamati a seguire i suoi passi nel comunicare agli altri il Vangelo, la buona notizia, a dispetto di chi rifiuta Lui e il suo messaggio. Gesù non convinse tutti ai suoi giorni, né lo faremo noi ai nostri. Tuttavia, adempì la missione affidatagli da suo Padre e a noi credenti è chiesto di adempiere l’incarico che Lui ha dato a noi. Nonostante ogni possibile rifiuto, possa ognuno di noi seguire il suo esempio di predicare il Vangelo e portare libertà spirituale agli altri.
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
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1 Matteo 13,54–58; Marco 6,2–6.
2 Luca 4,16–17.
3 Luca 4,17–19.
4 Bock, Luke 1:1–9:50, 406.
5 Luca 3,21–22.
6 Luca 4,1.
7 Luca 4,14.
8 Luca 3,18 LND, CEI.
9 Luca 7,16,.39; 9,8.19; 13,33; 24,19; Matteo 14,5; 21,46; Marco 6,15; Giovanni 4,19; 44; 6,14; 7,40; 9,17.
10 Questo punto sarà coperto con maggiori particolari in seguito in questa serie, negli articoli riguardanti il Sermone sul monte.
11 Matteo 9,27–31; 11,4–5; 12,22; 15,30–31; 20,30–34; 21,14; Marco 8,22–26; 10,46–52; Luca 7,21–22; 18,35–43; Giovanni 9,1–7.
12 Marco 8,18.
13 Il concetto di anno sabbatico e la pratica di lasciare la terra a riposo ogni settimo anno sono seguiti ancora oggi in Israele dagli Ebrei osservanti.
14 Esodo 21,2; Deuteronomio 15,12; Geremia 34,14.
15 Deuteronomio 15,1–6; Neemia 10,31.
16 Esodo 23,10–11; Levitico 25,1–6.
17 Levitico 25.
18 Bock, Luke 1:1–9:50, 410.
19 Luca 4,20–22.
20 Bock, Luke 1:1–9:50, 412.
21 Luca 4,22.
22 Matteo 13,55–57. Vedi anche Marco 6,3.
23 Luca 4,23–24.
24 Poi entrarono in una casa. E la folla si radunò di nuovo, tanto che non potevano neppure prendere cibo. E quando i suoi parenti udirono ciò, uscirono per prenderlo, perché dicevano, «Egli è fuori di sé» (Marco 3,20–21).
25 Bock, Luke 1:1–9:50, 416.
26 Matteo 12,39; 16,1–4; Marco 8,11–12; Luca 11,16, 29; Giovanni 2,18; 6,30.
27 Bock, Luke 1:1–9:50, 417.
28 Luca 4,25–27.
29 Green, The Gospel of Luke, 218.
30 Bock, Luke 1:1–9:50, 418.
31 L’apostolo Paolo ricevette lo stesso trattamento quando disse che da quel momento, a causa del rifiuto da parte degli Ebrei, sarebbe andato a predicare ai Gentili. Atti 13,36–52; 22,21–22.
32 Luca 4,28–29.
33 Deuteronomio 13,5.
34 Giovanni 8,58–59; 10,30–33. Vedi anche l’uccisione di Stefano e la lapidazione di Paolo, entrambe senza processo, in Atti 7,54–58 e 14,19.
35 Luca 4,30.
36 Marco 6,2–6. Anche il Vangelo di Matteo termina in maniera simile: vedi Matteo13,58.
37 Matteo 11,2–6.
Pubblicato originariamente in Inglese il 9 giugno 2015.