Gesù – la sua vita e il suo messaggio: l’arrivo in scena

Maggio 9, 2016

di Peter Amsterdam

[Jesus—His Life and Message: Coming on the Scene]

Il Vangelo di Giovanni termina con le parole:

Or vi sono ancora molte altre cose che Gesù fece, che se fossero scritte ad una ad una, io penso che non basterebbe il mondo intero a contenere i libri che si potrebbero scrivere.1

Con questo linguaggio iperbolico ci viene detto che il Vangelo di Giovanni contiene solo una parte delle cose che Gesù fece e disse. Questo vale anche per i tre Vangeli sinottici, dato che chiaramente durante gli anni del suo ministero Gesù disse e fece molto più di quanto è contenuto nelle pagine limitate dei Vangeli. Dato che ogni azione fatta, parola proferita, miracolo operato e lezione insegnata da Gesù non poteva essere raccontata nei Vangeli, gli autori scrissero dei sommari generici e degli esempi specifici che meglio rappresentavano la portata del suo ministero.

Ognuno degli scrittori dei Sinottici dà un sommario e alcuni esempi degli insegnamenti e dei miracoli di Gesù molto presto nel suo racconto. Così facendo, rendevano chiaro fin dall’inizio la potenza e l’autorità dei suoi insegnamenti e delle sua azioni, la reazione positiva che le persone ebbero inizialmente e la popolarità che Egli ebbe tra il popolo all’inizio del suo ministero. Marco e Luca danno tre esempi, che insieme formano un sommario.

Il primo esempio, raccontato da entrambi gli scrittori, parla di un avvenimento nella sinagoga di Capernaum. Luca racconta:

Poi discese a Capernaum, città della Galilea, e qui insegnava alla gente nei giorni di sabato. Ed essi si stupivano del suo insegnamento perché parlava con autorità. Or nella sinagoga si trovava un uomo che aveva uno spirito di demonio impuro, il quale gridò a gran voce: «Ahi! Che c'è fra noi e te, Gesù Nazareno? Sei venuto per mandarci in perdizione? Io so chi sei: il Santo di Dio!» Gesù lo sgridò, dicendo: «Taci, ed esci da quest'uomo!» E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui senza fargli alcun male. E tutti furono presi da stupore e discutevano tra di loro, dicendo: «Che parola è questa? Egli comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi, ed essi escono». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione.2

Marco racconta la stessa storia e termina dicendo:

E tutti si stupirono e si domandavano tra di loro: «Che cos'è mai questo? È un nuovo insegnamento dato con autorità! Egli comanda perfino agli spiriti immondi, ed essi gli ubbidiscono!» La sua fama si divulgò subito dappertutto, nella circostante regione della Galilea.3

Nel primo esempio vediamo il confronto tra Gesù e le forze del male e il potere e l’autorità che ha su di loro.4 Lo spirito immondo nell’uomo reagì violentemente alla presenza di Gesù e lo sfidò chiamandolo il Santo di Dio. Una simile reazione da parte dei demoni era una cosa comune quando Gesù li affrontava. In altre simili situazioni leggiamo:

E a gran voce disse: «Che c'è fra me e te, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Io ti scongiuro, in nome di Dio, di non tormentarmi».5 Ed ecco si misero a gridare: «Che c'è fra noi e te, Figlio di Dio? Sei venuto qua prima del tempo a tormentarci?»6

In questi casi, i demoni identificarono Gesù come Figlio di Dio e Santo di Dio. Tutte le volte che i demoni proclamarono chi era Gesù, Lui li mise a tacere. I commentatori danno varie motivazioni del perché Gesù non voleva che i demoni proclamassero la verità su di Lui, ma il motivo principale è bene espresso da Bock:

Non voleva che una figura così vergognosa gli rendesse una testimonianza tanto positiva. Una simile confessione avrebbe potuto portare alla conclusione errata sulla provenienza del potere di Gesù.7

Un altro motivo potrebbe essere stata la preoccupazione che se si fosse risaputo che Gesù era il Messia troppo presto nel suo ministero, ci sarebbero potute essere attese e ripercussioni politiche che avrebbero potuto causare dei problemi. Anche se Gesù liberò molte volte le persone da spiriti immondi, non tutte proclamarono la sua identità.8

In alcune versioni, la parola greca qui tradotta con Ahi! è tradotta anche con “basta” o “lasciami stare”. L’origine della parola è sconosciuta, ma è solitamente usata per manifestare sorpresa e/o dispiacere. Lo spirito che la pronunciava si sentiva avversato e minacciato. La base della sua paura era la consapevolezza che Gesù era il Santo di Dio. Gesù gli ordinò immediatamente di tacere e abbandonare l’uomo. Significativamente, Gesù usò esclusivamente parole sue per scacciare il demone. Stein commenta:

Ciò che rende unico Gesù non è solo che esorcizzava i demoni, ma anche il modo in cui lo faceva. Non usava incantesimi o espressioni speciali. Non urlava né strillava. Non utilizzava gesti o appelli speciali a Dio. I suoi esorcismi non si basavano su tecniche o conoscenze, ma su chi era. […] Grazie a chi era, Gesù non si limitava a proclamare l’arrivo del regno di Dio, ma lo manifestava anche nel suo ministero, depredando la casa di Satana con l’esorcizzazione dei demoni.9

Il demone se ne andò, lasciando l’uomo indenne. Nell’azione di Gesù si vide la potenza divina e i presenti si stupirono e discussero l’accaduto:

«Che parola è mai questa? Egli comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi, e questi escono».10 «Che è mai questo? Quale nuova dottrina è mai questa? Egli comanda con autorità persino agli spiriti immondi, ed essi gli ubbidiscono».11

Gesù dimostra autorità sia nei suoi insegnamenti (la sua dottrina), sia nelle sue azioni. Qui e nel resto dei Vangeli vediamo che Gesù insegnava con autorità e che i suoi insegnamenti stupivano,12 sbalordivano13 e facevano meravigliare14 la gente. Le sue dottrine e le sue azioni erano eccezionali e potenti e gli facevano acquistare popolarità.

Il secondo esempio dato in Marco e in Luca,15 che incontriamo anche in Matteo,16 è di quando Gesù guarì la suocera di Pietro. Marco ci dice:

Appena furono usciti dalla sinagoga, vennero nella casa di Simone e di Andrea, con Giacomo e Giovanni. Or la suocera di Simone giaceva a letto con la febbre ed essi subito gli parlarono di lei. Allora Egli si avvicinò, la prese per la mano e l'alzò, e immediatamente la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli.17

Insieme a Giacomo e Giovanni, Gesù entra nella casa dei fratelli Simone (alias Pietro) e Andrea. Nella casa vive anche la suocera di Pietro, il che ci dice che lui è sposato e probabilmente anche sua moglie vive lì.18 È probabile che il suocero sia già morto, perché in quei giorni, in genere, gli uomini erano più vecchi delle mogli e morivano quando i figli erano ancora relativamente giovani.19 La tradizione dice che la moglie di Pietro era impegnata in ministeri femminili e che Pietro aveva dei figli.20

La suocera di Pietro era a letto “con la febbre”, che a quei tempi era considerata una malattia di per sé e non un sintomo di un’altra malattia. Molti commentatori ritengono che la parola greca usata sia un antico termine medico per indicare una febbre particolarmente alta.21 Il fatto che fosse a letto indica che stava abbastanza male e per questo ne parlarono a Gesù. Lui la prese per mano, l’aiutò ad alzarsi e la febbre sparì. Luca dice che Gesù “sgridò la febbre”; Matteo dice che “le toccò la mano”. Che Gesù l’abbia toccata per guarirla sembra un’indicazione di come valutasse le persone più che le tradizioni, visti i pregiudizi dell’epoca contro il toccare le persone che avevano la febbre.22 Tutte le descrizioni di questo avvenimento dicono che la guarigione fu immediata, come si nota dal fatto che lei si mise a servirli. La parola greca utilizzata per “servire” si riferisce al preparare il cibo oppure al servire da mangiare e da bere agli ospiti, il che probabilmente significa che immediatamente dopo la sua guarigione servì del cibo a Gesù e a chi era con Lui.

Il terzo esempio, come lo racconta Luca, dice così:

Al tramontar del sole, tutti coloro che avevano degli infermi colpiti da varie malattie li condussero da Lui; ed Egli, imposte le mani su ciascuno di loro, li guarì. Da molti uscivano i demoni, gridando e dicendo: «Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio». Ma Egli li sgridava e non permetteva loro di parlare, perché sapevano che Egli era il Cristo.23

Questo esempio ci porta al passo successivo in questi sommari. Prima, Gesù scaccia un demone in un luogo pubblico ristretto, la sinagoga; poi, guarisce la parente di un amico in una casa privata; come terza cosa, guarisce pubblicamente molte persone con varie malattie.

Leggiamo che al tramonto Gesù impose le mani sui malati che gli avevano portato, guarendoli. Spesso, anche se non sempre, Gesù dimostrava la sua attenzione e la sua compassione per i malati imponendo le mani individualmente su di loro.24 Il significato di questa imposizione delle mani è interpretata in modo diverso dai vari commentatori. Alcuni ritengono che fosse un segno di attenzione personale, altri un gesto di benedizione e altri ancora come l’immagine di un collegamento tra Gesù e la persona guarita.25 Potrebbe trattarsi di tutte e tre le cose insieme. Oltre a guarire le persone, quella sera Gesù scacciò anche demoni da molte persone – cosa che faceva regolarmente durante il suo ministero.26

Il Vangelo di Marco termina questa sezione riassuntiva dicendo:

Poi il mattino seguente, essendo ancora molto buio, Gesù si alzò, uscì e se ne andò in un luogo solitario e là pregava. E Simone e quelli che erano con Lui lo cercarono. E, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!». Ed Egli disse loro: «Andiamo nei villaggi vicini affinché io predichi anche là, perché è per questo che io sono venuto». Ed Egli andò predicando nelle loro sinagoghe per tutta la Galilea e scacciando demoni.27

Luca aggiunge che la gente lo tratteneva perché non se ne andasse.28

Dopo aver guarito tutti i malati che gli avevano portato durante la serata e liberato alcuni dai demoni, Gesù si alzò presto e dedicò del tempo a comunicare con suo Padre in preghiera. Comprensibilmente, la gente di Capernaum voleva che restasse, ma il farlo sarebbe stato controproducente per la sua missione globale, quindi se ne andò in altre cittadine della Galilea.

Matteo ci fa un breve riassunto di cosa avvenne quando se ne andò da Capernaum:

Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando l'evangelo del regno, e sanando ogni malattia e ogni infermità fra il popolo. E la sua fama si sparse per tutta la Siria; e gli presentarono tutti i malati, colpiti da varie infermità e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed Egli li guarì. E grandi folle lo seguivano dalla Galilea, dalla Decapoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.29

Chiaramente Gesù lavorava sodo: insegnava regolarmente nelle sinagoghe, predicava il regno di Dio e guariva la gente in tutta la Galilea. Un sommario come questo non fa risaltare i particolari di come doveva essere la vita quotidiana di Gesù. Camminava da una parte all’altra della Galilea. Gli portavano continuamente persone da guarire. Affrontava regolarmente persone oppresse da demoni. Intere folle venivano ad ascoltarlo e a vedergli fare miracoli. Probabilmente aveva poca privacy, avendo costantemente davanti i bisogni degli altri. Non solo diede la vita sulla croce, ma lo fece anche giorno dopo giorno durante gli anni del suo ministero.

Marco e Luca ci danno tre esempi dei miracoli e del potere di Gesù come introduzione al suo ministero. Con questi esempi, gli scrittori dipingono un’immagine generale della potenza e dell’autorità di Gesù. Prima lo vediamo affrontare e sconfiggere il male scacciando un demone; poi c’è la guarigione in privato della suocera di Pietro, seguita da guarigioni e liberazioni pubbliche di numerose persone di Capernaum. Questi avvenimenti segnarono l’inizio del suo ministero in Galilea. La sua fama crebbe in tutto Israele, ma la fama non si traduce sempre in accettazione, fede e discepolato. La sua popolarità avrebbe portato in seguito a un esame da parte dei capi religiosi di Israele, causando a un confronto. A questo punto della storia, comunque, gli evangelisti volevano descrivere la portata del ministero di Gesù, l’autorità dei suoi insegnamenti, il suo potere sopra le forze demoniache e la sua capacità di guarire ogni genere di malattia.

Gli scrittori del Vangelo volevano sviluppare ciò che avevano rivelato fino a questo punto: la meraviglia causata dalla profonda conoscenza di Gesù dodicenne;30 l’affermazione di Giovanni Battista che Colui che doveva arrivare sarebbe stato “più forte di lui”;31 la voce dal cielo che proclamò: “Tu sei il mio amato Figlio nel quale mi sono compiaciuto”;32 e il ritorno di Gesù in Galilea “nella potenza dello Spirito”.33 Ora cominciamo a vedere alcuni esempi del suo potere e della sua autorità, che portano gradualmente i suoi discepoli (oltre che i lettori) lungo il cammino per una completa comprensione di chi è Gesù: il Messia e il Salvatore.

Noi che conosciamo bene i Vangeli possiamo facilmente leggere le storie della vita di Gesù perché ne sappiamo già i risultati e abbiamo sperimentato gli effetti della sua morte e della sua risurrezione. Questa conoscenza può farci trascurare il percorso di scoperta che è presentato nei Vangeli e descrive le esperienze dei primi credenti. I Vangeli furono scritti affinché fossero un mezzo per aiutare altri a scoprire chi è Gesù e qual è il proposito della sua vita. Come lettori, dovremmo sperimentarne tutta la meraviglia – la progressiva comprensione di chi è Gesù, lo bellezza dei suoi miracoli, la profonda verità dei suoi insegnamenti. Possiamo inserirci nella storia e immaginarci, per esempio, nella sinagoga mentre lo ascoltiamo insegnare e lo vediamo venire interrotto da un uomo che dice: “Che c’è fra te e me, Gesù di Nazareth?”

I Vangeli ci presentano le storie e gli insegnamenti di Gesù. Ci forniscono le basi di ciò che crediamo di Lui e rivelano ciò che ha realizzato con il suo sacrificio a favore dell’umanità. Ci offrono anche l’opportunità di “viaggiare nel tempo” e tornare a quell’epoca, di partecipare alla vita delle persone che seguivano Gesù durante il suo ministero terreno. Possiamo ottenere una prospettiva nuova delle storie del Vangelo, se ci mettiamo nei panni delle persone che erano presenti e pensiamo a ciò che hanno provato e a come hanno visto le cose. Possiamo immaginare la vita dei primi discepoli – camminare con Lui di paese in paese, stare con Lui, ascoltare i suoi insegnamenti e le sue parabole e provare stupore nel vedere i suoi miracoli.

Da ciò che i discepoli hanno conservato per noi nei Vangeli sappiamo che Gesù venne per dare la vita per ognuno di noi. Possiamo essere davvero grati per le persone che trovarono il tempo e fecero lo sforzo di scrivere questi racconti della sua vita. Dovremmo essere davvero grati per le persone che ci hanno personalmente presentato Lui e le sue parole. E dovremmo davvero impegnarci a parlare di Lui e a dare il suo messaggio ad altri, così che anche loro possano fare esperienza della sua vita e ascoltare il messaggio che cambia le vite.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Giovanni 21,25.

2 Luca 4,31–37 NR. Vedi anche Marco 1,21–28.

3 Marco 1,27–28 NR.

4 La possessione da parte di spiriti è vista come una realtà nei Vangeli, come in altre opere antiche. Anche se, per effetto dell’Illuminismo, il pensiero occidentale in genere non ne ammette la possibilità (insieme a quella degli avvenimenti soprannaturali in generale) queste cose sono accettate come vere anche oggi in gran parte del mondo.

Vedi Craig S. Keener. Miracles (Grand Rapids: Baker Academic, 2011) è un libro in due volumi su credenza e incredulità riguardante i miracoli, compreso l’esorcismo, nel corso della storia e nel XXI secolo.

5 Marco 5,7.

6 Matteo 8,29. Vedi anche Marco 3,11; Luca 4,41; 8,28.

7 Bock, Luke 1:1–9:50, 434.

8 Matteo 9,3233; 12,22; 17,18.

9 Stein, Mark, 90.

10 Luca 4,36.

11 Marco 1,27.

12 Matteo 7,28; 13,54; 22,33; Marco 1,22; 6,2; 11,18; Luca 4,32.

13 Marco 1,27; 10,24; Luca 4,36.

14 Matteo 22,22; Marco 12,17; Luca 4,22; Giovanni 7,15.

15 Luca 4,38–39.

16 Matteo 8,14–15.

17 Marco 1,29–31.

18 Vedi 1 Corinzi 9,5 che si riferisce a Pietro come a un uomo sposato.

19 Keener, The Gospel of Matthew, 271.

20 Bock, Luke 1:1–9:50, 436; fa riferimento a Eusebio, Storia ecclesiastica 3.30.1.

21 Ibid., 436.

22 Keener, The Gospel of Matthew, 271.

23 Luca 4,40–41.

24 Luca 13,13; Marco 5,23; 6,5; 7,32; 8,23.25. Vedi Luca 7,1–10 per una guarigione senza imposizione delle mani.

25 Stein, Mark, 438.

26 Luca 4,33–35; 8,2; 9,42; Marco 1,34; 3,10–11; Matteo 9,32–33; 12,22; 17,18.

27 Marco 1,35–39.

28 Luca 4,42.

29 Matteo 4,23–25.

30 Luca 2,47.

31 Matteo 3,11.

32 Marco 1,11.

33 Luca 4,14.


Pubblicato originariamente in Inglese il 19 maggio 2015.