Gesù – la sua vita e il suo messaggio: l’autorità
Giugno 7, 2016
di Peter Amsterdam
Gesù – la sua vita e il suo messaggio: l’autorità
[Jesus—His Life and Message: Authority]
(Puoi leggere lo scopo di questa serie e una sua veduta d’insieme in questo articolo introduttivo.)
Come credenti, siamo ben consapevoli che Gesù è il Figlio di Dio, che morì per i nostri peccati così che noi potessimo entrare in relazione con Dio. Quando leggiamo gli avvenimenti della vita di Gesù, conosciamo già tutta la storia dall’inizio alla fine. Per questo possiamo perdere il senso di stupore e meraviglia provato da chi lo udì parlare e fu testimone della sua vita. Quando leggiamo dei suoi miracoli, non siamo sorpresi né scioccati, perché sappiamo che Gesù aveva l’autorità e il potere di farli. Le persone dei tempi di Gesù, invece, non sapevano di Lui quello che sappiamo noi. Inizialmente non era chiaro chi Lui fosse; lo divenne solo gradualmente, man mano che lo udirono insegnare e che furono testimoni dei suoi miracoli. Anche allora, in genere furono lenti a capire e a credere.
Durante tutto il suo ministero, Gesù rivelò chi era mediante i suoi insegnamenti e le sue azioni. Non si dichiarò apertamente il Messia o “colui che era più forte” di Giovanni Battista.1 Comunque, mediante quello che insegnò e le guarigioni e gli altri miracoli che operò, mediante i suoi gesti simbolici e le sue descrizioni del rapporto che aveva con il Padre, permise a chi aveva orecchie per sentire e occhi per vedere di comprendere a poco a poco la sua vera identità. Uno dei modi in cui rivelò Se stesso e il suo obiettivo fu mediante l’autorità dei suoi insegnamenti e delle sue azioni.
In tutti i Vangeli sinottici leggiamo che chi l’ascoltò rimase stupito dai suoi insegnamenti. Il Vangelo di Luca dice:
Ed essi stupivano del suo insegnamento, perché la sua parola era con autorità.2
E Marco scrisse:
Essi si stupivano del suo insegnamento, perché egli insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi.3
Gli scribi erano gli esperti della Legge di Mosè ed erano responsabili della sua interpretazione e applicazione. Erano i guardiani costituiti della tradizione legale, gli insegnanti autorizzati della Legge, che a causa del loro addestramento e del loro ufficio avevano il diritto d’aspettarsi che la gente accettasse le loro decisioni riguardanti la Legge.4 La loro autorità si basava sulla preparazione formale e sulla familiarità con gli interpreti della Legge antecedenti, quindi facevano appello a chi era venuto prima di loro. Un esempio molto usato è quello del grande insegnante ebreo Hillel che morì quando Gesù era ancora un bambino: aveva disquisito tutto il giorno su un certo argomento, tuttavia gli altri rabbini non accettarono i suoi insegnamenti finché non disse: “Ho sentito questo da Shemaiah e Abtalion”. Per gli scribi, era la continuità della tradizione a dare l’autorità di risolvere una questione.5 Oltre a conoscere le Scritture scritte e la loro interpretazione, erano anche delle autorità sulle tradizioni orali, quelle cui Gesù si riferisce come alle “tradizioni degli anziani”.6
Gesù non aveva ricevuto la stessa istruzione formale degli scribi, tuttavia aveva conoscenza. L’autorità dei suoi insegnamenti non derivava da ciò che altri avevano detto in precedenza. Insegnava con un’autorità intrinseca, basata su chi era e su suo Padre.
E i Giudei si meravigliavano e dicevano: «Come mai costui sa di lettere, senza aver fatto studi?» Gesù allora rispose loro e disse: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato».7
Vediamo questa autorità nelle settantatré volte in cui usò la frase “in verità vi dico”. In traduzioni diverse, la parola ebraica amen, poi passata al greco, è tradotta con in verità, certamente, è sicuro, vi dico il vero, vi assicuro. In tutti e quattro i Vangeli Gesù usò questa frase per accentuare il significato delle prole che stava per dire. In pratica voleva dire: “Dovete ascoltare quello che voglio dirvi, perché le parole che dico non sono mie; vengono direttamente da Dio!”8 (Nel Vangelo di Giovanni il termine è sempre raddoppiato: In verità, in verità.) Questo uso di in verità come lo fa Gesù non ha paralleli nella letteratura ebraica.9 Solo Gesù usò questa parola per introdurre e rafforzare le affermazioni da Lui fatte. La seguiva sempre con “ti dico” o “vi dico”. Era il suo modo di indicare che erano delle verità precise.
Manson dice:
Una singola frase, il frequente ed enfatico “In verità vi dico”, è sufficiente a mettere Gesù in una classe a parte dai profeti o dagli scribi, come insegnante. Quando un profeta parlava con autorità, era il messaggero di Dio e il messaggio che doveva portare era correttamente preceduto dalla formula: “Così dice l’Eterno”. Quando lo scriba parlava con autorità, era per affermare ciò che le Scritture o la tradizione avevano da dire. Quando Gesù parla con autorità, la formula è: “Io vi dico”.10
Gesù, come Figlio di Dio, parlava con l’autorità di suo Padre.
L’autorità di Gesù sia manifestava sia nei suoi insegnamenti sia nelle sue azioni piene di potenza. Nei Vangeli leggiamo di numerose azioni miracolose operate da Gesù. Tra di esse vi sono specifiche guarigioni da diverse malattie e disfunzioni come cecità,11 lebbra,12 paralisi13, febbre14 ed emorragia.15 Oltre a guarigioni specifiche, ce ne sono anche altre riassunte come avvenute in luoghi diversi:
Gli presentarono tutti i malati, colpiti da varie infermità e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed Egli li guarì.16 E grandi folle si accostarono a Lui, recando con sé zoppi, ciechi, muti, storpi e molti altri; li deposero ai piedi di Gesù ed Egli li guarì. Tanto che le folle si meravigliavano, nel vedere che i muti parlavano, gli storpi erano guariti, gli zoppi camminavano e i ciechi vedevano; e glorificavano il Dio d’Israele.17 Diffusero la notizia per tutta la regione circostante; e gli presentarono tutti i malati; e lo pregarono che potessero toccare almeno il lembo della sua veste; e tutti quelli che lo toccarono furono perfettamente guariti.18
In genere Gesù guariva le persone senza pregare Dio o invocare il suo nome. Aveva autorità intrinseca di guarire. (L’unica eccezione fu quando pregò suo Padre a beneficio degli altri prima di risuscitare Lazzaro.)19
Gesù allora, alzati in alto gli occhi, disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai esaudito. Io sapevo bene che tu mi esaudisci sempre, ma ho detto ciò per la folla che sta attorno, affinché credano che tu mi hai mandato». E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!»
Gesù usò l’esempio della sua autorità per la guarigione per dimostrare di avere anche l’autorità di perdonare i peccati. Quando gli fu portato un paralitico, Gesù gli disse:
«Uomo, i tuoi peccati ti sono perdonati».20 Allora gli scribi e i farisei cominciarono a ragionare, dicendo: «Chi è costui che pronunzia bestemmie? Chi può togliere i peccati se non Dio solo?» Ma Gesù conosciuti i loro pensieri, prese la parola e disse loro: «Che ragionate nei vostri cuori? Che cosa è più facile dire: “I tuoi peccati ti sono perdonati”, oppure dire: “Alzati e cammina”? Ora, affinché sappiate che il Figlio dell’uomo ha autorità sulla terra di perdonare i peccati, io ti dico, (disse al paralitico), alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua». E subito quell’uomo si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e se ne andò a casa sua, glorificando Dio. E tutti furono presi da stupore e glorificavano Dio. E, pieni di paura, dicevano: «Oggi abbiamo visto delle cose sorprendenti».21
Gesù fece quella domanda per sottolineare che, se aveva l’autorità di guarire il paralitico, allora aveva anche quella di perdonare i peccati. Gli scribi sapevano che solo Dio poteva perdonare i peccati e per questo dissero che Gesù stava bestemmiando.
Bock spiega:
La logica della sua domanda è semplice da seguire: è più facile dire qualcosa che non si può verificare visibilmente che qualcosa che si può comprovare con i propri occhi. Dal punto di vista dell’osservatore, l’affermazione più facile è quella di perdonare i peccati, dato che nessuno può dimostrare il contrario. Il fatto è questo: quelle di Gesù sono parole vuote, oppure rappresentano la verità? La sua dichiarazione di perdonare i peccati è sostenuta dalla parola e dalla potenza di Dio? […] Che l’uomo sia stato in grado di tornare a casa camminando con i propri piedi testimonia la sua guarigione e dovrebbe spingere l’osservatore e il lettore a riflettere sul vero significato di questa guarigione rispetto a Gesù e alla sua affermazione di avere autorità sul peccato.22
Con la sua autorità di guarire, Gesù dimostra di avere anche quella di perdonare i peccati.
Il centurione il cui servo aveva bisogno di essere guarito manifestò il concetto dell’autorità posseduta da Gesù per la guarigione. Quando Gesù gli disse che sarebbe andato a casa sua per guarire il servo, il centurione replicò:
Il centurione, rispondendo, disse: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; ma di’ soltanto una parola, e il mio servo sarà guarito. Perché io sono un uomo sotto l’autorità di altri e ho sotto di me dei soldati; e se dico all’uno: “Va’”, egli va; e se dico all’altro: “Vieni”, egli viene; e se dico al mio servo: “Fa’ questo”, egli lo fa». E Gesù, avendo udite queste cose, si meravigliò, e disse a coloro che lo seguivano: «In verità vi dico, che neppure in Israele ho trovata una così grande fede».23
Il centurione capiva che Gesù agiva con l’autorità del Dio d’Israele, proprio come lui agiva con l’autorità datagli dai suoi superiori.24
Leggiamo anche che Gesù scacciò gli spiriti immondi grazie alla sua autorità:
Allora tutti furono presi da stupore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa? Egli comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi, e questi escono».25
Oltre a guarigioni ed esorcismi, i Vangeli parlano anche del potere e dell’autorità di Gesù sulla natura. Calmò le tempeste e i venti con un ordine;26 due volte moltiplicò pani e pesci per nutrire le migliaia di persone che lo stavano ascoltando,27 e risuscitò i morti.28 Le manifestazioni di potere e autorità da parte di Gesù spinsero chi ne era testimone a farsi la domanda chiave: “Chi è quest’uomo?”29
La stessa domanda è posta in alcune delle affermazioni di Gesù, come il fatto che era “Signore del Sabato”;30 che aveva ricevuto l’autorità di giudicare;31 che verrà nella gloria del Padre suo con i suoi angeli; e allora Egli renderà a ciascuno secondo il suo operato;32 e che chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna, e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.33
Il Figlio di Dio venne al mondo per salvare dagli effetti del peccato quelli che credono in Lui. Ci rese possibile essere riempiti dallo Spirito Santo, condurre una vita che lo glorifica e vivere eternamente alla presenza di Dio. A chi conobbe Gesù durante la sua vita sulla terra non fu immediatamente chiaro chi Lui fosse. Durante il suo ministero, i suoi discepoli e altri chiesero: “Chi è quest’uomo?” e solo gradualmente giunsero a riconoscere che era il Messia. Può essere difficile capire come alcuni di quelli che rimasero stupefatti vedendo i malati guariti, le folle sfamate e tanti altri miracoli, non divennero suoi seguaci, ma chiaramente fu così. Tuttavia, con il passar del tempo, quelli che non solo videro i suoi miracoli, ma anche ascoltarono i suoi insegnamenti, cominciarono a capire e a credere – e cambiarono il mondo.
Conoscevano Gesù; furono testimoni dell’autorità delle sue parole e delle sue azioni. Parlarono agli altri della sua vita, della sua morte e della sua risurrezione; altri a loro volta credettero. Gli scrittori del Vangelo annotarono alcune delle parole e delle azioni di Gesù nei loro libri, conservandole per le generazioni successive. Leggendo i Vangeli oggi, la domanda è ancora la stessa: Chi è quest’uomo? Noi che l’abbiamo conosciuto comprendiamo che è Dio incarnato, che ha dato la vita per noi e ha cambiato radicalmente la nostra vita per l’eternità. Sta a ognuno di noi che ha ricevuto la benedizione della fede parlare di Lui agli altri.
Come disse ai suoi primi discepoli, ancora oggi Lui dice:
«Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente».34
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
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1 Matteo 3,11; Marco 1,7; Luca 3,16.
2 Luca 4,31–32.
3 Marco 1,22 NR. Anche Matteo 7,28–29 NR.
4 France, The Gospel of Matthew, 298–99.
5 Talbert, Reading the Sermon on the Mount, 145.
6 Keener, The Gospel of Mark, 90.
7 Giovanni 7,15–16.
8 Hawthorne, G. F., Amen, in Dictionary of Jesus and the Gospels, 8.
9 Jeremias, New Testament Theology, 34.
10 Manson, The Teaching of Jesus, 106.
11 Matteo 9,27–30; 20,29–34.
12 Matteo 8,1–4.
13 Matteo 9,2–8; 8,5–13.
14 Matteo 8,14–15.
15 Matteo 9,20–22.
16 Matteo 4,23–24.
17 Matteo 15,30–31.
18 Matteo 14,34–36.
19 Giovanni 11,41–44.
20 Luca 5,20.
21 Luca 5,21–26.
22 Bock, Luke 1:1–9:50, 485–86.
23 Matteo 8,8–10.
24 France, The Gospel of Matthew, 315.
25 Luca 4,36.
26 Marco 4,36–41; Luca 8,24; Matteo 14,26–32.
27 Matteo 14,16–21; 15,33–39; Marco 6,34–44; 8,1–9; Luca 9,12–17; Giovanni 6,5–13.
28 Giovanni 11,39–44; Luca 7,11–16; Matteo 9,18–19, 23–26; Marco 5,22–24, 35–43; Luca 8,40–42, 49–56.
29 Giovanni 4,29; 9,16; 10,20–21; Luca 5,21.
30 Marco 2,28.
31 Poiché, come il Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in se stesso; e gli ha anche dato l’autorità di giudicare, perché è il Figlio dell'uomo (Giovanni 5,26–27).
32 Matteo 16,27.
33 Giovanni 5,24.
34 Matteo 28,18–20.
Pubblicato originariamente in Inglese il 16 giugno 2015.