Gesù — la sua vita e il suo messaggio: il conflitto con i farisei (parte 2)
Settembre 24, 2019
di Peter Amsterdam
Gesù — la sua vita e il suo messaggio: il conflitto con i farisei (parte 2)
[Jesus—His Life and Message: Conflict with the Pharisees (Part 2)]
Nei quattro Vangeli leggiamo della continua opposizione dei farisei a Gesù e ai suoi insegnamenti. Un altro gruppo religioso dei tempi di Gesù era quello dei sadducei. I sadducei in genere erano ricchi, erano degli aristocratici e ricoprivano posizioni d’autorità. Spesso il sommo sacerdote era un sadduceo, come molti dei sacerdoti più importanti. In genere i sadducei erano più amichevoli nei confronti di Roma e dei governanti romani. I farisei erano popolari tra la gente comune ed erano influenti nelle sinagoghe locali, mentre i sadducei avevano maggiore influenza nel tempio a Gerusalemme. Proprio come con i farisei, anche i rapporti di Gesù con i sadducei erano polemici. Li chiamò razza di vipere1 e avvertì i suoi discepoli di stare attenti ai loro insegnamenti.2 Nel libro degli Atti leggiamo che i sadducei erano pieni d’invidia e contribuirono a far incarcerare gli apostoli.3
Come abbiamo visto nella prima parte di questa serie, i farisei aderivano meticolosamente alle leggi scritte nella Torah (i primi cinque libri del Vecchio Testamento) oltre che alla tradizione orale – i commentari e le interpretazioni che ritenevano necessari per completare la Torah.
Nei Vangeli leggiamo che i farisei non erano d’accordo con ciò che Gesù insegnava, contestavano la sua interpretazione delle Scritture, criticavano Lui e i suoi discepoli, cercavano di screditarlo, tentavano di intrappolarlo facendogli dire qualcosa che lo mettesse nei guai con le autorità romane e alla fine complottarono per farlo morire.
E i farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «È lecito al marito ripudiare la moglie?»4
Ma i farisei, veduto ciò, gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli fanno quello che non è lecito fare in giorno di sabato».5
Gli mandarono poi alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in fallo nelle parole.6
E i farisei e gli scribi mormoravano, dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».7
E i farisei e gli scribi lo stavano osservando se lo avesse guarito di sabato, per poi accusarlo.8
I farisei e i capi dei sacerdoti mandarono delle guardie per prenderlo.9
I farisei erano molto critici nei confronti di Gesù e le sue condanne contro di loro sono registrate in tutti i Vangeli.
Allora Gesù cominciò a dire prima di tutto ai suoi discepoli: «Guardatevi dal lievito dei farisei, che è ipocrisia».10
I farisei, che amavano il denaro, udivano tutte queste cose e si beffavano di lui. Ed egli disse loro: «Voi vi proclamate giusti davanti agli uomini; ma Dio conosce i vostri cuori; perché quello che è eccelso tra gli uomini, è abominevole davanti a Dio».11
Un altro gruppo che si opponeva a Gesù era quello degli scribi. Erano degli esperti della Legge mosaica. Erano istruiti, diversamente dalla maggior parte della gente di quell’epoca, e quindi in grado di scrivere documenti legali per le persone comuni: contratti per la vendita di terre, ipoteche, testamenti, contratti matrimoniali ecc. Nel Vangelo di Luca gli scribi sono chiamati “avvocati”. Poiché conoscevano molto bene la legge e le tradizioni ebraiche, scrutinavano, criticavano e mettevano in dubbio ciò Gesù diceva. Insieme ai farisei e ai sadducei ebbero un ruolo nella crocifissione di Gesù.
Mancavano due giorni alla Pasqua e alla festa degli Azzimi; i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di prendere Gesù con inganno e ucciderlo.12
Giunse Giuda, uno dei dodici, e con lui una gran turba con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani.13
Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero da Caiafa, sommo sacerdote, presso il quale già si erano riuniti gli scribi e gli anziani.14
Anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe, dicevano: «Egli ha salvato gli altri e non può salvare se stesso».15
In seguito, nel libro degli Atti, scopriamo che furono coinvolti anche nel martirio di Stefano.
[Certi giudei] eccitarono il popolo, gli anziani e gli scribi; e, piombatigli addosso, lo trascinarono via e lo condussero davanti al sinedrio.16
Sia gli scribi che i farisei furono bersaglio di forti critiche e condanne da parte di Gesù in Matteo 23. Le vedremo in questo e nei prossimi due articoli. In questo capitolo c’è una divisione tra i primi dodici versetti e il resto del capitolo. Nella prima parte Gesù parlò degli scribi e dei farisei, nei versetti seguenti li affrontò direttamente.
Gesù parlò alle folle e ai suoi discepoli, dicendo: «Gli scribi e i farisei siedono sulla cattedra di Mosè. Osservate dunque e fate tutte le cose che vi dicono di osservare; ma non fate come essi fanno, poiché dicono ma non fanno».17
Anche se in genere i maestri stavano seduti mentre insegnavano, “siedono sulla cattedra di Mosè” non si riferisce a sedia e scrivania, ma è un’espressione per indicare che insegnavano e spiegavano la Legge che era stata data da Mosè. Gli scribi e i farisei pensavano di avere l’autorità di chiarire come il popolo doveva mettere in pratica ciò che Mosè aveva comandato.
Secondo alcuni commentatori della Bibbia Gesù stava dicendo alla gente che dovevano osservare ciò che gli scribi e i farisei insegnavano, ma non seguire ciò che facevano. Altri pensano che Gesù parlasse in modo ironico, dicendo di seguire quello che insegnavano, ma che in realtà stava affermando che la gente non dovrebbe seguire né ciò che insegnavano né ciò che facevano. In qualsiasi caso, era un’indicazione che non dovevano seguire il loro esempio, perché non mettevano in pratica ciò che predicavano. Il loro comportamento indeboliva i loro insegnamenti.
Poi indicò dei modi specifici in cui esigevano un grande rispetto della Legge da parte del popolo ebraico, ma non erano di alcun aiuto nel soddisfare quelle esigenze.
Legano infatti pesi pesanti e difficili da portare, e li mettono sulle spalle degli uomini; ma essi non li vogliono smuovere neppure con un dito.18
Con la loro interpretazione della Legge di Mosè imponevano alla gente delle regole; chi seguiva i loro insegnamenti doveva praticare alcuni doveri religiosi, compresi quelli riguardanti la purificazione rituale, che erano particolarmente gravosi per la gente comune che lavorava. Tuttavia non erano disposti ad aiutare chi aveva difficoltà proprio a causa delle regole e dei regolamenti che loro stessi avevano imposto.
Contrariamente agli scribi e ai farisei, che imponevano carichi pesanti sulle spalle del popolo, Gesù si offrì di alleviare i nostri pesi:
Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero.19
Poi Gesù continua la sua descrizione poco lusinghiera in Matteo 23:
Fanno tutte le loro opere per essere ammirati dagli uomini; allargano i loro filatteri e allungano le frange dei loro vestiti. Amano i posti d’onore nei conviti e i primi posti nelle sinagoghe, e anche i saluti nelle piazze, e di sentirsi chiamare dagli uomini rabbi, rabbi.20
Sottolineò che le loro pratiche religiose erano svolte con l’intenzione di essere approvati dagli altri. Rispecchia ciò che Gesù insegnò nel Sermone sul Monte:
Guardatevi dal fare la vostra elemosina davanti agli uomini, per essere da loro ammirati; altrimenti voi non ne avrete ricompensa presso il Padre vostro, che è nei cieli. Quando dunque fai l’elemosina, non far suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli uomini.21
Gesù citò i filatteri e le frange come esempi di ostentazione religiosa. I filatteri sono piccole scatole di cuoio che contengono versetti delle Scritture e sono indossati sulla fronte e sulle braccia durante le preghiere della mattina e della sera.
Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore. […] Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi. […]Vi metterete dunque nel cuore e nell’anima queste mie parole; ve le legherete alla mano come un segno e ve le metterete sulla fronte in mezzo agli occhi.22
Alcuni commentatori credono che Gesù intendesse dire che le scatole o le strisce di cuoio che le legavano all’avambraccio o alla fronte venivano allargate per risaltare di più e quindi attirare l’attenzione su chi le indossava. Altri pensano che si riferisse al fatto che venivano indossate più frequentemente, invece che soltanto per le preghiere del mattino e della sera. In entrambi i casi i filatteri servivano per glorificare Dio, ma alcuni evidentemente li usavano per attirare l’attenzione su di sé.
Le frange cui accennava Gesù sono i fiocchi attaccati agli abiti esterni. Dio aveva detto a Mosè:
Parla ai figli d’Israele e di’ loro che si facciano, di generazione in generazione, delle frange agli angoli delle loro vesti e che mettano alle frange di ogni angolo un cordone violetto. Sarà una frangia alla quale guarderete per ricordarvi di tutti i comandamenti dell’Eterno e metterli in pratica.23
Anche Gesù indossava queste frange o nappe, descritte come “lembo” o “orlo” nei racconti di persone guarite toccandole.
Una donna, affetta da un flusso di sangue già da dodici anni, gli si accostò di dietro e toccò il lembo della sua veste. […] Gesù, voltatosi e vedutala, le disse: «Fatti animo, figliola; la tua fede ti ha guarita». Da quell’ora la donna fu guarita.24
E gli uomini di quel luogo, avendolo riconosciuto, diffusero la notizia per tutta la regione circostante; e gli presentarono tutti i malati; e lo pregarono che potessero toccare almeno il lembo della sua veste; e tutti quelli che lo toccarono furono perfettamente guariti.25
I fiocchi, o frange, dovevano essere un aiuto visivo spirituale, ma allungarli, come sembra facessero gli scribi e i farisei, era un modo per attirare l’attenzione su di sé. Era un tentativo di strombazzare la presunta religiosità di qualcuno, di pubblicizzare che chi li portava prendeva seriamente i comandamenti divini.
Gesù fece notare che questi uomini amavano i posti d’onore nei conviti e i primi posti nelle sinagoghe, e anche i saluti nelle piazze, e di sentirsi chiamare dagli uomini rabbi.26 Cercavano delle opportunità di essere onorati.
Nei banchetti l’anfitrione si sedeva a capotavola e gli ospiti onorati occupavano i divani posti ai suoi lati. Più uno era vicino all’anfitrione, maggiore era l’onore. Anche se non conosciamo bene la sistemazione dei posti nelle sinagoghe ai tempi di Gesù apparentemente alcuni posti erano considerati migliori di altri e chi si sedeva lì era considerato una persona illustre. Alcuni commentatori menzionano che c’era una piattaforma da cui venivano lette le Scritture e fatti i sermoni e forse su questa piattaforma c’erano alcuni seggi su cui sedevano le persone più illustri. Evidentemente scribi e farisei desideravano sedersi lì, per essere visti come persone d’onore.
Un’altra cosa che faceva loro molto piacere era essere salutati nei mercati. In qualsiasi città o villaggio il mercato era il luogo in cui si radunava la gente. Gesù molto probabilmente si riferiva a qualche forma elaborata di saluto, che trasmetteva l’idea che la persona salutata era importante.27 Il titolo “rabbi” era usato per rivolgersi a un maestro, e anche per riconoscere l’importanza della persona a cui lo si rivolgeva. Era come dire “mio maestro”.
Ma voi non vi fate chiamare “Rabbì”; perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli.28
I discepoli di Gesù non dovevano esser come gli scribi e i farisei. Dovevano evitare titoli onorifici come rabbi, o rabbì. Gesù era il maestro dei discepoli e i discepoli erano fratelli; di conseguenza non doveva esistere un sistema di classificazione che rendesse qualcuno più importante di altri.
Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli.29
Con questo, Gesù non impediva a un figlio di chiamare “padre” il suo genitore fisico; ma dato che aveva enfatizzato il rapporto dei discepoli con Dio come quello con il loro “padre celeste”, non avrebbero dovuto usare il termine per altre persone. I commentatori biblici sottolineano che alcuni degli insegnanti ebraici più grandi e venerati erano descritti come “padri” e che Gesù insegnò ai suoi discepoli a non rivolgersi agli altri credenti chiamandoli “padre”.
Non vi fate chiamare guide, perché una sola è la vostra Guida, il Cristo.30
Il termine greco tradotto con “guida” (o istruttore o maestro in alcune traduzioni) era utilizzato per indicare chi mostrava agli altri la via, intellettualmente o spiritualmente.31 L’unico insegnante dei discepoli era il Messia (Cristo). Nei Vangeli sinottici,32 Gesù usò questo titolo solo due volte – qui e in Marco 9,41 [NR]: Chiunque vi avrà dato da bere un bicchier d’acqua nel nome mio, perché siete di Cristo, in verità vi dico che non perderà la sua ricompensa. In precedenza, in questo Vangelo, aveva proibito ai discepoli di usare quel termine per descrivere Lui: Ordinò ai suoi discepoli di non dire ad alcuno che egli era Gesù, il Cristo.33
Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.34
Con questa affermazione Gesù rovesciò completamente il modo di pensare dei suoi tempi. I farisei si ritenevano importanti e più in alto degli altri, ma Gesù dichiarò che saranno gli umili a essere onorati.
Diverse volte nei Vangeli Gesù disse ai suoi discepoli di essere umili.
In quel momento, i discepoli si avvicinarono a Gesù, dicendo: «Chi è dunque il più grande nel regno dei cieli?» Ed egli, chiamato a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Chi pertanto si farà piccolo come questo bambino, sarà lui il più grande nel regno dei cieli».35
Ma tra di voi non sarà così; anzi chiunque tra di voi vorrà diventare grande sia vostro servo; e chiunque tra di voi vorrà essere primo sia vostro schiavo.36
Gesù si pronunciò contro l’orgoglio e il ritenersi importanti, contro la ricerca di popolarità e glorificazione, dicendo ai suoi discepoli di essere umili. Gli scribi e i farisei cercavano i posti d’onore, i seggi migliori, i saluti nel mercato, e volevano essere trattati come persone onorate e prestigiose. Gesù disse che nel regno di Dio i ruoli sono rovesciati. Chi possiede umiltà e modestia, chi non cerca il guadagno personale, sarà benedetto da Dio. Secondo Gesù, l’umiltà è essenziale nel regno di Dio.
(Continua nella terza parte.)
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
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1 Matteo 3,7.
2 Matteo 16,12.
3 Atti 5,17–18.
4 Marco 10,2.
5 Matteo 12,2.
6 Marco 12,13.
7 Luca 15,2.
8 Luca 6,7.
9 Giovanni 7,32.
10 Luca 12,1 NR.
11 Luca 16,14–15 NR.
12 Marco 14,1 NR.
13 Marco 14,43.
14 Matteo 26,57.
15 Matteo 27,41–42.
16 Atti 6,12–13.
17 Matteo 23,1–3.
18 Matteo 23,4.
19 Matteo 11,28–30 NR.
20 Matteo 23,5–7.
21 Matteo 6,1–2.
22 Deuteronomio 6,6.8; 11,18 NR.
23 Numeri 15,38–39.
24 Matteo 9,20, 22.
25 Matteo 14,35–36.
26 Matteo 23,6–7.
27 Morris, The Gospel According to John, 575–76.
28 Matteo 23,8 NR.
29 Matteo 23,9.
30 Matteo 23,10.
31 France, The Gospel of Matthew, 864.
32 Matteo, Marco e Luca.
33 Matteo 16,20 NR.
34 Matteo 23,11–12 CEI.
35 Matteo 18,1–4 NR.
36 Matteo 20,26–27.
Pubblicato originariamente in inglese il 13 novembre 2018.