Gesù — la sua vita e il suo messaggio: il conflitto con i farisei (parte quattro)

Ottobre 8, 2019

di Peter Amsterdam

[Jesus—His Life and Message: Conflict with the Pharisees (Part 4)]

Questo è l’ultimo di una breve serie di articoli sul conflitto tra Gesù e i farisei, basati sulle cose che Gesù disse nel capitolo 23 di Matteo. Alla fine del precedente articolo Gesù fece un’analogia tra esseri impuri come gli insetti e i cammelli,1 che accennava alla questione delle leggi sulla purezza. Poi affrontò direttamente quelle leggi.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché pulite l’esterno della coppa e del piatto, mentre l’interno è pieno di rapina e d’intemperanza. Fariseo cieco! Pulisci prima l’interno della coppa e del piatto, affinché anche l’esterno sia pulito”.2

I farisei erano molto meticolosi nel seguire le apparenze esteriori delle cose richieste dalla Legge mosaica, in modo che gli altri lo notassero e li considerassero più giusti e puri. Gesù, però, affrontò la questione della purezza interiore, a differenza della falsa dimostrazione di purezza praticata dai farisei. Gli scribi e i farisei si preoccupavano della purezza rituale dei recipienti utilizzati per mangiare, bere e preparare il cibo. Il Vangelo di Marco ci dice che:

I farisei e tutti i Giudei non mangiano se non si sono prima lavate le mani con gran cura, attenendosi alla tradizione degli anziani; e, quando tornano dalla piazza, non mangiano senza prima essersi purificati. Ci sono molte altre cose, che sono tenuti ad osservare per tradizione: lavatura di coppe, di brocche, di vasi di rame e di letti.3

Conoscendo la loro preoccupazione per la purezza rituale dei recipienti per la cucina e la tavola, Gesù usa questo fatto come esempio per dimostrare ulteriormente che davano importanza alle cose sbagliate. Tra i farisei c’erano opinioni diverse su come purificare questi recipienti. Per esempio, alcuni consideravano importante pulire l’interno del bicchiere prima dell’esterno, mentre altri si preoccupavano meno dell’ordine in cui dovevano essere lavati. Gesù non affrontava la questione della pulizia materiale della superficie dei recipienti, ma usò l’argomento come punto di partenza per parlare dell’impurità del cuore umano, come aveva fatto in precedenza in questo stesso Vangelo.

Ma le cose che escono dalla bocca procedono dal cuore; sono esse che contaminano l’uomo. Poiché dal cuore provengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, maldicenze. Queste sono le cose che contaminano l’uomo.4

Gesù usò l’interno e l’esterno del recipiente come metafora del lato interiore ed esteriore di una persona. Uno poteva ubbidire esteriormente alle leggi sulla purezza, ma ciò non significava che fosse moralmente pulita all’interno. Anche se i farisei potevano sembrare puri e puliti esteriormente, dentro erano pieni di rapina e intemperanza. Altre traduzioni bibliche usano i termini furti o avidità invece di rapina, e vizi, eccessi o autoindulgenza, invece di intemperanza. Il concetto di intemperanza è lusso, opulenza e ricerca del piacere. Anche se erano religiosi esteriormente, gli scribi e i farisei non impedivano alla loro religione di interferire con la loro avidità. Gesù affermò che quando una persona è pulita dentro, le sue azioni esteriori lo rispecchieranno. Faceva notare che gli scribi e i farisei si sbagliavano nel mettere così tanta enfasi sull’apparenza esteriore del rispetto delle regole, invece di concentrarsi sulla vera fede interiore.

Gesù proseguì il tema della purezza e dell’interno/esterno con il successivo “guai a voi”.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché rassomigliate a sepolcri imbiancati, i quali di fuori appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putredine. Così anche voi di fuori apparite giusti davanti agli uomini; ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità.5

La Legge mosaica aveva regole specifiche sul contatto fisico con i morti. Se uno toccava un cadavere rimaneva ritualmente impuro per sette giorni. Se la persona moriva in una tenda, tutte le persone che in quel momento erano nella tenda o vi entravano erano impure per sette giorni. Se quando una persona moriva nella tenda c’erano recipienti di qualsiasi tipo, come tazze o brocche, che non avevano un coperchio, anch’essi diventavano impuri.6 Anche chi toccava un osso umano o una tomba diventava impuro per sette giorni.7

Poiché la gente non veniva necessariamente sepolta in un cimitero, come oggi, le tombe che si trovavano in una grotta o erano state scavate nella roccia (solitamente per i ricchi) e quelle scavate nel terreno potevano trovarsi in posti che dopo qualche tempo non erano più distinguibili. Chi passava in quella zona forse non notava la tomba e poteva toccarla accidentalmente, diventando impuro. Una volta l’anno, prima della Pasqua, tombe e sepolcri venivano imbiancati, così che le persone che andavano a Gerusalemme per la festa non le toccassero per sbaglio, diventando impure e quindi impossibilitate a partecipare alle cerimonie religiose.

Queste tombe sembravano belle e pulite, tuttavia all’interno c’erano le ossa impure dei morti. Era a queste tombe imbiancate di fresco che Gesù paragonò gli scribi e i farisei. All’esterno davano l’impressione di essere giusti, a causa della loro osservanza rigorosa della legge; tuttavia il loro interno era un quadro completamente diverso. Gesù sosteneva che, pur essendo meticolosi nell’osservanza scrupolosa della legge così come l’intendevano, in realtà ne erano ampiamente inosservanti. Si concentravano così tanto sulle apparenze esteriori, sulle regole e le leggi, che ignoravano l’importante esigenza di avere giustizia, amore, misericordia e fedeltà.

Il settimo e ultimo “guai a voi” paragona gli scribi e i farisei a quelli che avevano ucciso gli antichi profeti.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché edificate i sepolcri dei profeti e ornate i monumenti dei giusti, e dite: “Se noi fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro nell’uccisione dei profeti”. Così dicendo, voi testimoniate contro voi stessi, che siete figli di coloro che uccisero i profeti. Voi superate la misura dei vostri padri.8

Quelli che avevano ucciso i profeti, senz’altro non onorarono le loro sepolture, ma evidentemente le generazioni successive li venerarono edificando tombe e monumenti in loro onore. Alcuni libri antichi si riferiscono alla magnificenza delle tombe dei patriarchi del Vecchio Testamentoe al costoso monumento di marmo eretto da Erode all’ingresso della tomba di Davide (menzionato anche in Atti 2,29).9 Gli scribi e i farisei onoravano i profeti e gli altri giusti prendendosi cura delle loro tombe.

Osservando la storia, questi uomini capivano che l’uccisione dei profeti era stata un’azione malvagia; e affermavano che se fossero stati vivi a quei tempi non avrebbero preso parte all’uccisione dei profeti. Anche se si distanziavano dai mali dei loro padri, Gesù li ricollegò al passato, perché a loro volta stavano rigettando i messaggeri di Dio – Giovanni Battista e Gesù – proprio come i loro antenati avevano fatto con i profeti antichi.

Come a volte avevano fatto anche i profeti del Vecchio Testamento quando avevano detto al popolo di continuare a peccare,10 Gesù parlò in tono ironico quando disse loro [in tono imperativo secondo altre traduzioni: vedi CEI74 e TILC]: Colmate la misura dei vostri padri! – o: Continuate! State portando a termine quel che i vostri padri hanno cominciato! Si erano opposti alle parole dei profeti e li avevano uccisi; e adesso i loro discendenti rifiutavano le parole del Figlio di Dio ed entro breve tempo lo avrebbero giustiziato, superando la misura dei loro antenati.

Serpenti, razza di vipere! Come sfuggirete al giudizio della Geenna?11

Gesù usò per gli scribi lo stesso termine poco lusinghiero che aveva usato per i farisei – razza di vipere – come del resto aveva fatto anche Giovanni Battista.

Ma [Giovanni], vedendo molti dei farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere, chi vi ha mostrato di fuggire dall’ira a venire?»12

Giovanni e Gesù si riferirono entrambi a questi uomini come a vipere. Gesù fu ancora più esplicito riguardo alla loro destinazione finale, dichiarando che erano destinati all’inferno.

Perciò, ecco io vi mando dei profeti, dei savi e degli scribi; di loro ne ucciderete e crocifiggerete alcuni, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città, affinché ricada su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che uccideste fra il tempio e l’altare.13

Prima di Gesù, Dio aveva mandato al popolo ebreo profeti e uomini giusti come suoi rappresentanti e testimoni, ma più volte essi erano stati respinti. Gesù disse che anche Lui avrebbe mandato loro profeti, saggi e scribi – i suoi rappresentanti – ma che, come avevano fatto i loro padri in precedenza, avrebbero perseguitato, flagellato e crocifisso i messaggeri di Dio.

Un po’ prima in questo Vangelo, Gesù aveva detto ai discepoli che avrebbero subito persecuzioni:

Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe. Ma guardatevi dagli uomini, perché vi trascineranno davanti ai loro sinedri e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe. E sarete condotti davanti ai governatori e davanti ai re, per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai gentili.14

Proprio come Gesù fu perseguitato, flagellato e crocefisso, anche alcuni dei suoi primi seguaci lo furono, oltre a molti altri in tutta la storia del Cristianesimo. Anche se Gesù stava parlando agli scribi e ai farisei di come perseguitavano profeti, saggi e scribi, molto probabilmente si stava rivolgendo anche al popolo di Gerusalemme in generale e non solo ai capi religiosi.

Quando Gesù disse che tutto il sangue giusto sparso sulla terra sarebbe ricaduto sui suoi ascoltatori, sembra dicesse che era arrivato il momento culminante di tutto il periodo in cui Dio aveva mandato i suoi profeti e messaggeri sulla terra: l’invio del suo stesso Figlio. Ovviamente avrebbe continuato a mandare profeti e messaggeri mediante il ministero degli apostoli e della chiesa, ma il momento culminante fu l’invio di suo Figlio. Riferendosi al sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, Gesù usò questi due martiri come demarcazioni, perché Abele fu il primo martire15 del Vecchio Testamento e Zaccaria ne fu l’ultimo.16 In questo modo stava includendo tutti i martiri che erano nel periodo intermedio. Inoltre, così facendo, Gesù collegò le persone a cui stava parlando con gli uccisori di tutti i profeti del passato. Secondo la tradizione ebraica, il sangue di Zaccaria, come quello di Abele, gridava vendetta contro chi li aveva assassinati.

In verità vi dico che tutte queste cose ricadranno su questa generazione.17

Gesù terminò con la solenne promessa che ciò che aveva detto sarebbe successo entro il periodo della vita di alcuni degli scribi e farisei a cui stava parlando. Nel 70 d.C. i soldati romani conquistarono Gerusalemme e distrussero il tempio. In tutto questo Vangelo leggiamo che Gesù condannava “questa generazione”: quelli che lo avevano respinto e avevano invocato la sua morte.

Ma a chi paragonerò questa generazione? È simile ai bambini seduti nelle piazze che gridano ai loro compagni e dicono: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; abbiamo cantato dei lamenti e non avete pianto”.18

Questa malvagia e adultera generazione chiede un segno, ma nessun segno le sarà dato, se non il segno del profeta Giona.19

Va allora a prendere con sé altri sette spiriti peggiori di lui, i quali entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione malvagia.20

O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando vi sopporterò?21

Avendo lanciato i sette “guai a voi” contro gli scribi e i farisei, Gesù passò dalle loro colpe specifiche all’ostilità storica che la città di Gerusalemme aveva manifestato contro i profeti mandati da Dio.

Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati! Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi è lasciata deserta. Poiché io vi dico, che da ora in avanti non mi vedrete più, finché non direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”22

Il riferimento alla lapidazione indica ciò che avvenne a Zaccaria (a cui si era riferito prima), perché lo lapidarono nel cortile della casa dell’Eterno.23 Tuttavia, nonostante avessero rifiutato i profeti e stessero per rifiutare il loro Salvatore, Gesù parlò con compassione, dicendo che provava affetto per gli abitanti della città e che voleva trovassero protezione in Lui come i pulcini la trovano nella chioccia, riprendendo il concetto di come Dio aveva protetto il suo popolo sotto le sue ali.

Egli ti coprirà con le sue penne e sotto le sue ali troverai rifugio.24

Custodiscimi come la pupilla dell’occhio; nascondimi all’ombra delle tue ali.25

Purtroppo la maggior parte degli abitanti di Gerusalemme non erano disposti a farlo e quindi sarebbero stati distrutti.

Dicendo come la loro casa sarebbe rimasta deserta, Gesù si riferiva al tempio di Gerusalemme. Il tempio era tradizionalmente chiamato la casa di Dio. In precedenza, in questo stesso Vangelo, Gesù si era riferito al tempio come “la mia casa”, mentre qui ne parla come della vostra casa, che sarebbe rimasta deserta perché Dio l’avrebbe abbandonata. La parola greca tradotta come deserta può significare anche disabitata. Quando Gesù disse “Non mi vedrete più, finché non direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”, si riferiva a quando il regno di Dio verrà stabilito completamente, dopo il suo ritorno alla fine del mondo.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Vedi la parte 2.

2 Matteo 23,25–26.

3 Marco 7,3–4.

4 Matteo 15,18–20.

5 Matteo 23,27–28.

6 Numeri 19,11–22.

7 Numeri 19,16.

8 Matteo 23,29–32.

9 France, The Gospel of Matthew, 877, footnote 53.

10 Allora egli disse: «Va’ e di’ a questo popolo: Ascoltate pure, ma senza comprendere, guardate pure, ma senza discernere!» (Isaia 6,9).

Soffermatevi e stupite. Abbandonatevi ai piaceri e poi guardatevi attorno sgomenti. Costoro sono ubriachi, ma non di vino; barcollano, ma non a motivo di bevande inebrianti (Isaia 29,9).

11 Matteo 23,33.

12 Matteo 3,7.

13 Matteo 23,34–35.

14 Matteo 10,16–18.

15 Genesi 4,8.

16 2 Cronache 24,20–22.

17 Matteo 23,36.

18 Matteo 11,16–17 NR.

19 Matteo 12,39.

20 Matteo 12,45.

21 Matteo 17,17.

22 Matteo 23,37–39.

23 2 Cronache 24,21.

24 Salmi 91,4.

25 Salmi 17,8.

Pubblicato originariamente in inglese il 27 novembre 2018.

[Jesus—His Life and Message: Conflict with the Pharisees (Part 4)]

Questo è l’ultimo di una breve serie di articoli sul conflitto tra Gesù e i farisei, basati sulle cose che Gesù disse nel capitolo 23 di Matteo. Alla fine del precedente articolo Gesù fece un’analogia tra esseri impuri come gli insetti e i cammelli,1 che accennava alla questione delle leggi sulla purezza. Poi affrontò direttamente quelle leggi.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché pulite l’esterno della coppa e del piatto, mentre l’interno è pieno di rapina e d’intemperanza. Fariseo cieco! Pulisci prima l’interno della coppa e del piatto, affinché anche l’esterno sia pulito”.2

I farisei erano molto meticolosi nel seguire le apparenze esteriori delle cose richieste dalla Legge mosaica, in modo che gli altri lo notassero e li considerassero più giusti e puri. Gesù, però, affrontò la questione della purezza interiore, a differenza della falsa dimostrazione di purezza praticata dai farisei. Gli scribi e i farisei si preoccupavano della purezza rituale dei recipienti utilizzati per mangiare, bere e preparare il cibo. Il Vangelo di Marco ci dice che:

I farisei e tutti i Giudei non mangiano se non si sono prima lavate le mani con gran cura, attenendosi alla tradizione degli anziani; e, quando tornano dalla piazza, non mangiano senza prima essersi purificati. Ci sono molte altre cose, che sono tenuti ad osservare per tradizione: lavatura di coppe, di brocche, di vasi di rame e di letti.3

Conoscendo la loro preoccupazione per la purezza rituale dei recipienti per la cucina e la tavola, Gesù usa questo fatto come esempio per dimostrare ulteriormente che davano importanza alle cose sbagliate. Tra i farisei c’erano opinioni diverse su come purificare questi recipienti. Per esempio, alcuni consideravano importante pulire l’interno del bicchiere prima dell’esterno, mentre altri si preoccupavano meno dell’ordine in cui dovevano essere lavati. Gesù non affrontava la questione della pulizia materiale della superficie dei recipienti, ma usò l’argomento come punto di partenza per parlare dell’impurità del cuore umano, come aveva fatto in precedenza in questo stesso Vangelo.

Ma le cose che escono dalla bocca procedono dal cuore; sono esse che contaminano l’uomo. Poiché dal cuore provengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, maldicenze. Queste sono le cose che contaminano l’uomo.4

Gesù usò l’interno e l’esterno del recipiente come metafora del lato interiore ed esteriore di una persona. Uno poteva ubbidire esteriormente alle leggi sulla purezza, ma ciò non significava che fosse moralmente pulita all’interno. Anche se i farisei potevano sembrare puri e puliti esteriormente, dentro erano pieni di rapina e intemperanza. Altre traduzioni bibliche usano i termini furti o avidità invece di rapina, e vizi, eccessi o autoindulgenza, invece di intemperanza. Il concetto di intemperanza è lusso, opulenza e ricerca del piacere. Anche se erano religiosi esteriormente, gli scribi e i farisei non impedivano alla loro religione di interferire con la loro avidità. Gesù affermò che quando una persona è pulita dentro, le sue azioni esteriori lo rispecchieranno. Faceva notare che gli scribi e i farisei si sbagliavano nel mettere così tanta enfasi sull’apparenza esteriore del rispetto delle regole, invece di concentrarsi sulla vera fede interiore.

Gesù proseguì il tema della purezza e dell’interno/esterno con il successivo “guai a voi”.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché rassomigliate a sepolcri imbiancati, i quali di fuori appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putredine. Così anche voi di fuori apparite giusti davanti agli uomini; ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità.5

La Legge mosaica aveva regole specifiche sul contatto fisico con i morti. Se uno toccava un cadavere rimaneva ritualmente impuro per sette giorni. Se la persona moriva in una tenda, tutte le persone che in quel momento erano nella tenda o vi entravano erano impure per sette giorni. Se quando una persona moriva nella tenda c’erano recipienti di qualsiasi tipo, come tazze o brocche, che non avevano un coperchio, anch’essi diventavano impuri.6 Anche chi toccava un osso umano o una tomba diventava impuro per sette giorni.7

Poiché la gente non veniva necessariamente sepolta in un cimitero, come oggi, le tombe che si trovavano in una grotta o erano state scavate nella roccia (solitamente per i ricchi) e quelle scavate nel terreno potevano trovarsi in posti che dopo qualche tempo non erano più distinguibili. Chi passava in quella zona forse non notava la tomba e poteva toccarla accidentalmente, diventando impuro. Una volta l’anno, prima della Pasqua, tombe e sepolcri venivano imbiancati, così che le persone che andavano a Gerusalemme per la festa non le toccassero per sbaglio, diventando impure e quindi impossibilitate a partecipare alle cerimonie religiose.

Queste tombe sembravano belle e pulite, tuttavia all’interno c’erano le ossa impure dei morti. Era a queste tombe imbiancate di fresco che Gesù paragonò gli scribi e i farisei. All’esterno davano l’impressione di essere giusti, a causa della loro osservanza rigorosa della legge; tuttavia il loro interno era un quadro completamente diverso. Gesù sosteneva che, pur essendo meticolosi nell’osservanza scrupolosa della legge così come l’intendevano, in realtà ne erano ampiamente inosservanti. Si concentravano così tanto sulle apparenze esteriori, sulle regole e le leggi, che ignoravano l’importante esigenza di avere giustizia, amore, misericordia e fedeltà.

Il settimo e ultimo “guai a voi” paragona gli scribi e i farisei a quelli che avevano ucciso gli antichi profeti.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché edificate i sepolcri dei profeti e ornate i monumenti dei giusti, e dite: “Se noi fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro nell’uccisione dei profeti”. Così dicendo, voi testimoniate contro voi stessi, che siete figli di coloro che uccisero i profeti. Voi superate la misura dei vostri padri.8

Quelli che avevano ucciso i profeti, senz’altro non onorarono le loro sepolture, ma evidentemente le generazioni successive li venerarono edificando tombe e monumenti in loro onore. Alcuni libri antichi si riferiscono alla magnificenza delle tombe dei patriarchi del Vecchio Testamentoe al costoso monumento di marmo eretto da Erode all’ingresso della tomba di Davide (menzionato anche in Atti 2,29).9 Gli scribi e i farisei onoravano i profeti e gli altri giusti prendendosi cura delle loro tombe.

Osservando la storia, questi uomini capivano che l’uccisione dei profeti era stata un’azione malvagia; e affermavano che se fossero stati vivi a quei tempi non avrebbero preso parte all’uccisione dei profeti. Anche se si distanziavano dai mali dei loro padri, Gesù li ricollegò al passato, perché a loro volta stavano rigettando i messaggeri di Dio – Giovanni Battista e Gesù – proprio come i loro antenati avevano fatto con i profeti antichi.

Come a volte avevano fatto anche i profeti del Vecchio Testamento quando avevano detto al popolo di continuare a peccare,10 Gesù parlò in tono ironico quando disse loro [in tono imperativo secondo altre traduzioni: vedi CEI74 e TILC]: Colmate la misura dei vostri padri! – o: Continuate! State portando a termine quel che i vostri padri hanno cominciato! Si erano opposti alle parole dei profeti e li avevano uccisi; e adesso i loro discendenti rifiutavano le parole del Figlio di Dio ed entro breve tempo lo avrebbero giustiziato, superando la misura dei loro antenati.

Serpenti, razza di vipere! Come sfuggirete al giudizio della Geenna?11

Gesù usò per gli scribi lo stesso termine poco lusinghiero che aveva usato per i farisei – razza di vipere – come del resto aveva fatto anche Giovanni Battista.

Ma [Giovanni], vedendo molti dei farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere, chi vi ha mostrato di fuggire dall’ira a venire?»12

Giovanni e Gesù si riferirono entrambi a questi uomini come a vipere. Gesù fu ancora più esplicito riguardo alla loro destinazione finale, dichiarando che erano destinati all’inferno.

Perciò, ecco io vi mando dei profeti, dei savi e degli scribi; di loro ne ucciderete e crocifiggerete alcuni, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città, affinché ricada su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che uccideste fra il tempio e l’altare.13

Prima di Gesù, Dio aveva mandato al popolo ebreo profeti e uomini giusti come suoi rappresentanti e testimoni, ma più volte essi erano stati respinti. Gesù disse che anche Lui avrebbe mandato loro profeti, saggi e scribi – i suoi rappresentanti – ma che, come avevano fatto i loro padri in precedenza, avrebbero perseguitato, flagellato e crocifisso i messaggeri di Dio.

Un po’ prima in questo Vangelo, Gesù aveva detto ai discepoli che avrebbero subito persecuzioni:

Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe. Ma guardatevi dagli uomini, perché vi trascineranno davanti ai loro sinedri e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe. E sarete condotti davanti ai governatori e davanti ai re, per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai gentili.14

Proprio come Gesù fu perseguitato, flagellato e crocefisso, anche alcuni dei suoi primi seguaci lo furono, oltre a molti altri in tutta la storia del Cristianesimo. Anche se Gesù stava parlando agli scribi e ai farisei di come perseguitavano profeti, saggi e scribi, molto probabilmente si stava rivolgendo anche al popolo di Gerusalemme in generale e non solo ai capi religiosi.

Quando Gesù disse che tutto il sangue giusto sparso sulla terra sarebbe ricaduto sui suoi ascoltatori, sembra dicesse che era arrivato il momento culminante di tutto il periodo in cui Dio aveva mandato i suoi profeti e messaggeri sulla terra: l’invio del suo stesso Figlio. Ovviamente avrebbe continuato a mandare profeti e messaggeri mediante il ministero degli apostoli e della chiesa, ma il momento culminante fu l’invio di suo Figlio. Riferendosi al sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, Gesù usò questi due martiri come demarcazioni, perché Abele fu il primo martire15 del Vecchio Testamento e Zaccaria ne fu l’ultimo.16 In questo modo stava includendo tutti i martiri che erano nel periodo intermedio. Inoltre, così facendo, Gesù collegò le persone a cui stava parlando con gli uccisori di tutti i profeti del passato. Secondo la tradizione ebraica, il sangue di Zaccaria, come quello di Abele, gridava vendetta contro chi li aveva assassinati.

In verità vi dico che tutte queste cose ricadranno su questa generazione.17

Gesù terminò con la solenne promessa che ciò che aveva detto sarebbe successo entro il periodo della vita di alcuni degli scribi e farisei a cui stava parlando. Nel 70 d.C. i soldati romani conquistarono Gerusalemme e distrussero il tempio. In tutto questo Vangelo leggiamo che Gesù condannava “questa generazione”: quelli che lo avevano respinto e avevano invocato la sua morte.

Ma a chi paragonerò questa generazione? È simile ai bambini seduti nelle piazze che gridano ai loro compagni e dicono: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; abbiamo cantato dei lamenti e non avete pianto”.18

Questa malvagia e adultera generazione chiede un segno, ma nessun segno le sarà dato, se non il segno del profeta Giona.19

Va allora a prendere con sé altri sette spiriti peggiori di lui, i quali entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione malvagia.20

O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando vi sopporterò?21

Avendo lanciato i sette “guai a voi” contro gli scribi e i farisei, Gesù passò dalle loro colpe specifiche all’ostilità storica che la città di Gerusalemme aveva manifestato contro i profeti mandati da Dio.

Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati! Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi è lasciata deserta. Poiché io vi dico, che da ora in avanti non mi vedrete più, finché non direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”22

Il riferimento alla lapidazione indica ciò che avvenne a Zaccaria (a cui si era riferito prima), perché lo lapidarono nel cortile della casa dell’Eterno.23 Tuttavia, nonostante avessero rifiutato i profeti e stessero per rifiutare il loro Salvatore, Gesù parlò con compassione, dicendo che provava affetto per gli abitanti della città e che voleva trovassero protezione in Lui come i pulcini la trovano nella chioccia, riprendendo il concetto di come Dio aveva protetto il suo popolo sotto le sue ali.

Egli ti coprirà con le sue penne e sotto le sue ali troverai rifugio.24

Custodiscimi come la pupilla dell’occhio; nascondimi all’ombra delle tue ali.25

Purtroppo la maggior parte degli abitanti di Gerusalemme non erano disposti a farlo e quindi sarebbero stati distrutti.

Dicendo come la loro casa sarebbe rimasta deserta, Gesù si riferiva al tempio di Gerusalemme. Il tempio era tradizionalmente chiamato la casa di Dio. In precedenza, in questo stesso Vangelo, Gesù si era riferito al tempio come “la mia casa”, mentre qui ne parla come della vostra casa, che sarebbe rimasta deserta perché Dio l’avrebbe abbandonata. La parola greca tradotta come deserta può significare anche disabitata. Quando Gesù disse “Non mi vedrete più, finché non direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”, si riferiva a quando il regno di Dio verrà stabilito completamente, dopo il suo ritorno alla fine del mondo.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Vedi la parte 2.

2 Matteo 23,25–26.

3 Marco 7,3–4.

4 Matteo 15,18–20.

5 Matteo 23,27–28.

6 Numeri 19,11–22.

7 Numeri 19,16.

8 Matteo 23,29–32.

9 France, The Gospel of Matthew, 877, footnote 53.

10 Allora egli disse: «Va’ e di’ a questo popolo: Ascoltate pure, ma senza comprendere, guardate pure, ma senza discernere!» (Isaia 6,9).

Soffermatevi e stupite. Abbandonatevi ai piaceri e poi guardatevi attorno sgomenti. Costoro sono ubriachi, ma non di vino; barcollano, ma non a motivo di bevande inebrianti (Isaia 29,9).

11 Matteo 23,33.

12 Matteo 3,7.

13 Matteo 23,34–35.

14 Matteo 10,16–18.

15 Genesi 4,8.

16 2 Cronache 24,20–22.

17 Matteo 23,36.

18 Matteo 11,16–17 NR.

19 Matteo 12,39.

20 Matteo 12,45.

21 Matteo 17,17.

22 Matteo 23,37–39.

23 2 Cronache 24,21.

24 Salmi 91,4.

25 Salmi 17,8.


Pubblicato originariamente in inglese il 27 novembre 2018.