Gesù — la sua vita e il suo messaggio: la festa dei tabernacoli (parte 1)
Luglio 28, 2020
di Peter Amsterdam
Gesù — la sua vita e il suo messaggio: la festa dei tabernacoli (parte 1)
[Jesus—His Life and Message: The Feast of Tabernacles (Part 1)]
Il settimo e l’ottavo capitolo del Vangelo di Giovanni parlano degli insegnamenti di Gesù quando era a Gerusalemme durante parte della Festa dei Tabernacoli, chiamata anche Festa delle Capanne. La Festa delle Capanne durava sette giorni e veniva celebrata dal popolo ebreo in settembre o agli inizi di ottobre. Durante quel periodo gli ebrei abitavano in “capanne”. Ai tempi di Gesù era una delle tre feste ebraiche principali e tutti i maschi ebrei “nati nel paese” dovevano passarla a Gerusalemme. La festa era celebrata dopo il raccolto, non solo del grano, ma anche dell’uva e delle olive.
Osserverai anche la festa della mietitura, delle primizie del tuo lavoro, di quello che hai seminato nei campi; e la festa della raccolta, alla fine dell'anno, quando raccoglierai dai campi i frutti del tuo lavoro.1
Secondo uno scrittore:
Insieme alla gratitudine per il raccolto, la festa commemorava la bontà divina nei confronti del suo popolo durante le loro peregrinazioni nel deserto. Le tende, o delle capanne di foglie, che davano il nome alla festa, venivano erette nei cortili o sui tetti delle case.2
Questa festa era stata ordinata da Dio per ricordare agli Israeliti che avevano abitato nelle tende quando li aveva portati fuori dall’Egitto.3 Le “tende” usate durante questa festa sono strutture temporanee fatte di rami e foglie.
Il capitolo sette di Giovanni comincia così:
Dopo queste cose, Gesù andava in giro per la Galilea, perché non voleva andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.4
Anche se il versetto dice che “i Giudei cercavano di ucciderlo”, sembra che si stesse riferendo agli ebrei che vivevano in Giudea, perché c’erano molti ebrei anche in Galilea. I giudei cui si riferiva Gesù erano molto probabilmente le autorità religiose di Gerusalemme. In precedenza, in questo Vangelo, quando Gesù era a Gerusalemme durante una delle feste ebraiche (in quel caso non ci dice quale), aveva guarito un uomo di sabato.5 In quel caso i Giudei perseguitavano Gesù e cercavano di ucciderlo, perché faceva queste cose di sabato.6
Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non solo violava il sabato, ma addirittura chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.7
Le autorità religiose di Gerusalemme si opponevano energicamente a Gesù e per Lui era molto pericoloso stare lì, così si era diretto a nord. In quel periodo aveva un ministero itinerante in Galilea, che era un posto più sicuro per Lui, e percorreva la zona con i suoi discepoli predicando e aiutando le persone.
Or la festa dei Giudei, detta delle Capanne, era vicina. Perciò i suoi fratelli gli dissero: «Parti di qua e va' in Giudea, affinché i tuoi discepoli vedano anch'essi le opere che tu fai. Poiché nessuno agisce in segreto, quando cerca di essere riconosciuto pubblicamente. Se tu fai queste cose, manifèstati al mondo». Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui.8
I fratelli di Gesù lo sfidarono a fare miracoli nella capitale del paese durante la festa, indicandogli due motivi per farlo: affinché anche i tuoi discepoli vedano anch'essi le opere che tu fai e perché potesse “manifestarsi al mondo”. Non è chiaro perché volevano che i suoi discepoli vedessero le opere che faceva, perché i suoi seguaci più intimi erano stati con Lui e avevano già assistito ai suoi miracoli. Forse i suoi fratelli pensavano ad alcuni dei suoi discepoli di altri luoghi che sarebbero andati a Gerusalemme. I commentatori della Bibbia spiegano in vari modi il significato di questa frase; in ogni caso, il punto era che i segni operati da uno che si dichiarava il Messia dovevano manifestarsi nella città santa e non in zone periferiche. Il concetto giudaico era che solo operando segni messianici il Messia può indicare di essere il Messia.9 Le opere di Gesù erano state fatte apertamente in Galilea, che era molto distante da Gerusalemme.
Quello dei fratelli di Gesù era un suggerimento politico, perché la interpretavano come un’opportunità per Gesù di farsi vedere dal pubblico nella capitale durante una festa importante. Sapevano che, se Lui voleva essere una figura pubblica, essere alla ribalta, non poteva farlo operando dietro le quinte e in zone periferiche. Qualcuno ha scritto:
La Galilea era lontana dalla capitale e qualsiasi cosa fatta lì lo sarebbe stata “in segreto”, per quel che riguardava gli abitanti della metropoli. Qualsiasi tipo di rivendicazione messianica doveva essere fatta nella capitale davanti ai leader religiosi.10
Se Gesù avesse cercato la fama e la gloria del mondo, Gerusalemme sarebbe stata il posto giusto per farlo. Avrebbe potuto fare segni e prodigi messianici e il popolo l’avrebbe accettato come il Messia. Comunque il concetto che i fratelli di Gesù avevano del ruolo del Messia era molto distante da quello di Gesù. Alla fine Lui sarebbe andato a Gerusalemme, ma il risultato sarebbe stato molto diverso da quello che si aspettavano i suoi fratelli.
Leggiamo che neppure i suoi fratelli credevano in lui.11 Ci sono vari riferimenti ai fratelli di Gesù in tutti i Vangeli,12 oltre che nel libro degli Atti13 e in 1 Corinzi.14 Nel Vangelo di Matteo leggiamo:
«Non è costui il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria, e i suoi fratelli Giacomo, Iose, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi?»15
Anche se fino a quel punto della vita di Gesù i suoi fratelli non avevano creduto in Lui, dopo la sua morte e la sua risurrezione lo fecero.
Nel libro degli Atti leggiamo che la madre e i fratelli di Gesù erano presenti nella sala superiore insieme ai discepoli dopo la sua risurrezione.
Tutti questi perseveravano concordi nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù, e con i fratelli di lui.16
In seguito Giacomo, che era probabilmente il più vecchio dei fratelli di Gesù, fu a capo della chiesa di Gerusalemme. Secondo i commentatori della Bibbia, un altro fratello di Gesù, Giuda, è l’autore dell’epistola che porta il suo nome.
Ai suoi fratelli scettici, Gesù rispose dicendo:
«Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro tempo, invece, è sempre pronto. Il mondo non può odiare voi; ma odia me, perché io testimonio di lui che le sue opere sono malvagie. Salite voi alla festa; io non salgo a questa festa, perché il mio tempo non è ancora compiuto». Dette queste cose, rimase in Galilea.17
Gesù rimase in Galilea finché suo Padre non gli indicò di andare alla Festa delle Capanne. Alcuni si chiedono perché Gesù avesse detto ai suoi fratelli che non sarebbe andato alla festa, ma poi finì per andarci. Alcune traduzioni bibliche aggiungono la parola “ancora”, per maggior chiarezza, come la Nuova Diodati e altre, che dicono: «Salite voi a questa festa; io non vi salgo ancora, perché il mio tempo non è ancora compiuto».18
Dicendo il mio tempo non è ancora compiuto, probabilmente non si riferiva al momento della sua morte e risurrezione, perché quando nel Vangelo di Giovanni Gesù si riferisce a quello usa la parola “ora” invece di “tempo”. Per esempio:
Perciò cercavano di prenderlo, ma nessuno gli mise le mani addosso, perché la sua ora non era ancora venuta.19
Ecco l'ora viene, anzi è già venuta, in cui sarete dispersi, ciascuno per conto suo, e mi lascerete solo.20
Queste cose disse Gesù, poi alzò gli occhi al cielo e disse: «Padre, l'ora è venuta; glorifica il Figlio tuo, affinché anche il Figlio glorifichi te».21
Questo passo suggerisce che tutti i movimenti di Gesù erano nelle mani di suo Padre che l’aveva mandato nel mondo, e che quello non era il momento stabilito da Dio perché andasse a Gerusalemme.
La situazione dei suoi fratelli era tutta un’altra storia, perché non erano stati mandati dal padre, come Gesù. I loro movimenti non erano diretti da Dio nello stesso senso in cui lo erano quelli di Gesù. Loro facevano parte del mondo che Gesù era venuto a salvare, lo stesso mondo che lo odiava — perché io testimonio di lui, che le sue opere sono malvagie.22 Gesù rispose ai suoi fratelli usando alcune delle stesse parole dette da loro. Volevano che andasse a Gerusalemme perché la gente potesse “vedere le opere che faceva” e perché Lui si rivelasse al mondo. Come ha affermato uno scrittore:
Gesù usa entrambe le parole, descrivendo sia “il mondo” che le sue “opere” (in contrasto con le proprie) come malvagie.23
Il mondo non odiava i suoi fratelli, perché facevano parte del mondo; ma odiava Gesù, perché testimoniava che le opere del mondo sono malvagie.
Avendo mandato i suoi fratelli alla festa senza di Lui, leggiamo che Gesù rimase in Galilea per un periodo non specificato.24 Qualche tempo dopo, Gesù andò a Gerusalemme in maniera opposta a quella raccomandata dai suoi fratelli.
Dopo che i suoi fratelli furono saliti alla festa, allora anche lui vi salì, non pubblicamente, ma come di nascosto.25
Altre traduzioni dicono segretamente, o di nascosto, per non farsi vedere [TILC]. Non andando con loro, Gesù prese intenzionalmente le distanze dai suoi fratelli e rimase assente almeno per metà delle cerimonie. Come vedremo in seguito, il suo scopo non era andare a Gerusalemme per partecipare alle cerimonie della festa, ma per insegnare e predicare.
(Continua nella seconda parte)
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
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1 Esodo 23,16.
2 Morris, The Gospel According to John, 349.
3 Levitico 23,39.42–43. Vedi anche Deuteronomio 16,13–16.
4 Giovanni 7,1.
5 Giovanni 5,1–16.
6 Giovanni 5,16.
7 Giovanni 5,18.
8 Giovanni 7,2–5 NR.
9 Morris, The Gospel According to John, 350.
10 Ibid.
11 Giovanni 7,5.
12 Giovanni 2,12; 7,3–5; Matteo 12,46–50; Marco 3,31–35; Luca 8,19–21.
13 Atti 1,13–14.
14 1 Corinzi 9,5.
15 Matteo 13,55–56.
16 Atti 1,13–14 NR.
17 Giovanni 7,6–9.
18 Giovanni 7,8.
19 Giovanni 7,30.
20 Giovanni 16,32.
21 Giovanni 17,1.
22 Giovanni 7,7.
23 Michaels, The Gospel of John.
24 Giovanni 7,9.
25 Giovanni 7,10.
Pubblicato originariamente in inglese il 18 giugno 2019.