Gesù — la sua vita e il suo messaggio: la Festa dei Tabernacoli (parte 4)

Settembre 1, 2020

di Peter Amsterdam

[Jesus—His Life and Message: The Feast of Tabernacles (Part 4)]

Il Vangelo di Giovanni parla di diversi incontri che Gesù ebbe con i farisei durante la sua visita a Gerusalemme per la Festa dei Tabernacoli. Il primo incontro ebbe luogo a metà della festa e quello successivo solo alcuni giorni dopo, verso la fine.

Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù si alzò in piedi ed esclamò dicendo: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, da dentro di lui sgorgheranno fiumi d’acqua viva». Or egli disse questo dello Spirito, che avrebbero ricevuto coloro che avrebbero creduto in lui; lo Spirito Santo infatti non era ancora stato dato, perché Gesù non era stato ancora glorificato.1

La Festa dei Tabernacoli era un evento di sette giorni e il giorno dopo, l’ottavo, c’era una solenne assemblea del popolo. Il libro del Levitico dice:

Per sette giorni offrirete all’Eterno un sacrificio fatto col fuoco. L’ottavo giorno avrete una santa convocazione e offrirete all’Eterno un sacrificio fatto col fuoco. È giorno di assemblea solenne; non farete in esso alcun lavoro servile.2

Ci sono opinioni diverse su quale fosse l’ultimo e solenne giorno della festa. Alcuni commentatori favoriscono il settimo, altri l’ottavo. Ciò che importa è che si trattava dell’ultimo giorno, il culmine delle festività.

Ogni giorno della festa c’erano riti specifici da svolgere. Uno si teneva appena prima dell’alba: la gente usciva dalla porta orientale di Gerusalemme e al sorgere del sole gli voltavano le spalle e si rivolgevano a ovest, verso il tempio, facendo una preghiera speciale. Un’altra cerimonia si teneva dopo che era calato il buio, quando accendevano quattro enormi menorah (un antico lampadario ebraico fatto d’oro puro) per illuminare l’intera area del tempio.

La terza cerimonia giornaliera era la libazione d’acqua. Nella prima mattina della festa, i sacerdoti formavano una processione che andava alla piscina di Siloam per attingervi dell’acqua che veniva portata al tempio dentro un recipiente d’oro. Quest’acqua veniva usata durante i sette giorni della festa. Durante la processione dalla piscina di Siloam fino al tempio, i pellegrini che erano venuti per partecipare alla festa sventolavano le cosiddette “quattro specie”: tre tipi di rami e un tipo di frutto legati insieme (chiamati anche“lulav ed etrog”).3 Oltre a essere usate nella processione, le quattro specie erano sventolate anche durante una cerimonia speciale ogni giorno della festa.

Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, la libazione d’acqua raggiungeva l’apice. I sacerdoti giravano sette volte attorno all’altare del tempio, poi versavano l’acqua con molte cerimonie. Fu durante questo ultimo giorno solenne della festa che Gesù si alzò in piedi ed esclamò: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”.4 Probabilmente fu una scena molto drammatica, perché Gesù si alzò e fece un appello appassionato ai presenti nel tempio.

Tra i commentatori biblici c’è un dibattito sulla lettura corretta di questo versetto. Un autore spiega:

Il manoscritto originale [del Vangelo di] Giovanni non conteneva segni di punteggiatura e, anche se nella maggior parte dei casi ciò non influenza il senso, occasionalmente, come qui, rimane spazio per qualche ambiguità.5

La lettura originale di questi versetti è che Gesù affermò che dal cuore di credeva in Lui sgorgheranno fiumi d’acqua viva. Con questo Gesù promette che chiunque abbia sete dovrebbe andare da Lui per essere dissetato. Allora, essendo credenti, riceveranno lo Spirito Santo, per cui fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal loro cuore.

Alcuni commentatori credono che questo versetto dovrebbe avere una punteggiatura diversa, in modo da dire: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva, chi crede in me. Come ha detto la Scrittura, ‘fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno’”. Con questa punteggiatura, “dal suo seno” si riferirebbe a Gesù, quindi I’acqua viva sgorgherebbe dal suo seno. Alcuni dei primi manoscritti del libro di Giovanni supportano questa interpretazione; tuttavia essa non è supportata dai più antichi tra quelli punteggiati.

Sembra probabile che Gesù stesse dicendo che sarebbero stati quelli che credevano in Lui a essere riempiti dallo Spirito, com’era successo ai discepoli nel giorno della Pentecoste dopo che Lui era asceso al cielo.6 Il Vecchio Testamento parla del popolo di Dio come di una sorgente:

Il Signore ti guiderà sempre, ti sazierà nei luoghi aridi, darà vigore alle tue ossa; tu sarai come un giardino ben annaffiato, come una sorgente la cui acqua non manca mai.7

In precedenza, in questo stesso Vangelo, Gesù aveva detto alla Samaritana:

Chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà mai più sete in eterno; ma l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che zampilla in vita eterna.8

Lo scrittore Leon Morris afferma:

Il bere di cui qui parla Gesù è possibile solo a chi si presenta con fede. La fede ha i suoi risultati. Quando il credente arriva da Cristo e beve, non solo spegne la propria sete, ma riceve una tale quantità d’acqua che da lui sgorgano veri e propri fiumi. Questo sottolinea la natura ininterrotta di una vita piena dello Spirito.9

All’udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano: «Questi è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Questi è il Cristo!» Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?» E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso.10

Alcuni dei presenti che avevano udito le sue parole fecero eco alle parole dei Galilei che in precedenza avevano voluto farlo re.

Allora la gente, avendo visto il segno che Gesù aveva fatto, disse: «Certamente costui è il profeta, che deve venire nel mondo».11

Il profeta a cui si riferivano era il quello di cui si parla nel Deuteronomio.

L’Eterno, il tuo DIO, susciterà per te un profeta come me, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli; a lui darete ascolto.12

Un po’ prima in questo capitolo abbiamo letto che molti della folla credettero in lui.13 Forse alcuni di loro erano presenti anche quel giorno e facevano parte della folla che aveva detto: “Questi è il Cristo!” Comunque, forse anche alcuni membri del gruppo che si era opposto a Lui erano tra quelli che rifiutavano l’idea che Gesù fosse il Messia, basandosi sul fatto che veniva dalla Galilea, poiché la Scritture insegnavano che il Messia sarebbe venuto da Betlemme.

Ma tu, o Betlemme Efratah, anche se sei piccola fra le migliaia di Giuda, da te uscirà per me colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini sono dai tempi antichi, dai giorni eterni.14

Comunque, all’insaputa della folla, Gesù era un discendente di Davide15 ed era nato a Betlemme, quindi soddisfaceva il requisito che il Messia venisse da Betlemme.

Ora, dopo che Gesù era nato in Betlemme di Giudea al tempo del re Erode16

Per via di queste divergenze d’opinione, nacque dissenso tra la gente riguardo a lui. Questa è la prima di tre divisioni di cui si parla in questo Vangelo. In questo caso la folla era divisa nelle opinioni su di Lui. In seguito troviamo una seconda divisione, questa volta tra i farisei.

Allora alcuni farisei dicevano: «Quest’uomo non è da Dio, perché non osserva il sabato». Altri dicevano: «Come può un uomo peccatore compiere tali segni?». E c’era divisione tra di loro.17

La terza volta, la divisione avvenne tra “i Giudei”.

Allora sorse di nuovo una divisione tra i Giudei per queste parole.18

Questa volta la divisione in mezzo ai suoi ascoltatori spinse parte della folla a cercare di farlo arrestare, ma non si arrivò a niente. Non riuscirono ad arrestarlo, perché la sua ora non era ancora venuta.19

Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei, e questi dissero loro: «Perché non l’avete portato?» Le guardie risposero: «Nessun uomo ha mai parlato come costui». Perciò i farisei risposero loro: «Siete stati sedotti anche voi? Ha qualcuno dei capi o dei farisei creduto in lui? Ma questa plebaglia, che non conosce la legge, è maledetta».20

Le guardie del tempio tornarono dai sommi sacerdoti e dai farisei, il che probabilmente significa che tornarono al Sinedrio, il corpo religioso che guidava il popolo ebreo. La loro missione non aveva avuto successo perché tornarono senza aver arrestato Gesù. Questo era probabilmente un tentativo diverso dal precedente, il che vuol dire che la leadership ebraica ordinò due volte l’arresto di Gesù, ma entrambi i tentativi fallirono. Quando chiesero alle guardie il motivo per cui non l’avevano fatto, queste parlarono con stupore della potenza dei suoi insegnamenti. Nessun uomo ha mai parlato come costui».

I capi religiosi risposero alle guardie con tre obiezioni. La prima era che le guardie erano state ingannate; e la seconda, che nessuno dei capi religiosi o dei farisei credeva in Lui. Questo punto, comunque si dimostrò falso, come vedremo tra un po’, perché anche Nicodemo — un fariseo — credeva in Gesù. La terza era che la folla che aveva creduto in Gesù era maledetta perché non aveva studiato la legge come i farisei. Altre opere ebraiche indicano che a quell’epoca la gente comune che non conosceva bene le Scritture era vista con disprezzo dai capi religiosi ebrei.

Nicodemo, uno di loro, colui che era andato da Gesù di notte, disse loro: «La nostra legge condanna forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che egli ha fatto?». Essi risposero e gli dissero: «Sei forse anche tu Galileo? Ricerca le Scritture e vedrai che dalla Galilea non sorse mai alcun profeta».21

Un po’ prima in questo Vangelo leggiamo che Nicodemo era un fariseo e “uno dei capi dei Giudei” e che una notte si presentò a Gesù e gli disse: «Maestro, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio, perché nessuno può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui».22 Dopo la morte di Gesù, Nicodemo portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre per ungere il suo corpo prima della sepoltura.

In questo caso Nicodemo cercò di indirizzare gli altri verso gli insegnamenti della Legge mosaica — cioè che le persone arrestate dovevano avere l’opportunità di spiegarsi. Il libro del Deuteronomio affermava: Nei vostri giudizi non avrete riguardi personali; darete ascolto al piccolo e al grande.23 Comunque i farisei avevano già preso la loro decisione e per quel che li riguardava Gesù era colpevole e doveva essere arrestato. Respinsero le parole di Nicodemo con una domanda: Sei forse anche tu Galileo? Poiché sembrava prendere le difese di Gesù, che era galileo, Nicodemo si era esposto all’accusa di avere simpatie per i Galilei, cosa che chiaramente i farisei avversavano.

I farisei accennarono a Nicodemo il fatto che dalla Galilea non sorse mai alcun profeta. Comunque, anche qui si sbagliavano, perché ignorarono il fatto che il profeta Giona era di Gath-Hefer,24 che era in Galilea.

(Continua nella parte cinque.)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Giovanni 7,37–39.

2 Levitico 23,36.

3 L’origine delle “quattro specie” si trova in Levitico 23,40, quando il Signore diede a Mosè le istruzioni per la prima Festa delle Capanne: Il primo giorno prenderete frutti degli alberi migliori: rami di palma, rami con dense foglie e salici di torrente e gioirete davanti al Signore vostro Dio per sette giorni (Levitico 23,40 CEI).

4 Giovanni 7,37–38 NR.

5 Milne, The Message of John, 120.

6 Atti 2,1–4.

7 Isaia 58,11.

8 Giovanni 4,14.

9 Morris, The Gospel According to John, 376.

10 Giovanni 7,40–44 CEI.

11 Giovanni 6,14.

12 Deuteronomio 18,15.

13 Giovanni 7,31.

14 Michea 5,2.

15 Matteo 1,1–17; Luca 2,1–16.

16 Matteo 2,1.

17 Giovanni 9,16.

18 Giovanni 10,19.

19 Giovanni 7,30.

20 Giovanni 7,45–49.

21 Giovanni 7,50–52.

22 Giovanni 3,2.

23 Deuteronomio 1,17.

24 2 Re 14,25.


Pubblicato originariamente in inglese il 16 luglio 2019.