Gesù — la sua vita e il suo messaggio: la festa dei tabernacoli (parte 7)

Maggio 11, 2021

di Peter Amsterdam

[Jesus—His Life and Message: The Feast of Tabernacles (Part 7)]

(Questo è l’articolo conclusivo della sezione “La festa dei tabernacoli” di questa serie. Gli articoli precedenti sono stati pubblicati a metà del 2019.)

Quando ci siamo lasciati nell’articolo precedente, Gesù aveva appena affermato che il suo pubblico di Giudei che rivendicavano Abraamo per padre non erano veramente suoi figli.

«Se foste figli di Abraamo, fareste le opere di Abraamo; ma ora cercate di uccidermi, perché vi ho detto la verità che ho udita da Dio; Abraamo non fece così».1

«Voi fate le opere del padre vostro». Essi gli dissero: «Noi non siamo nati da fornicazione; abbiamo un solo Padre: Dio». Gesù disse loro: «Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste, perché io sono proceduto e vengo da Dio; infatti io non sono venuto da me, ma è lui che mi ha mandato».2

Poi chiese loro:

Perché non comprendete il mio parlare? Perché non potete dare ascolto alla mia parola.3

Gesù rispose da solo alla propria domanda. Loro non capivano spiritualmente i suoi insegnamenti, perché non riuscivano a capire chi Lui fosse o cosa rappresentasse. Come aveva detto in precedenza, sempre in questo capitolo:

«Voi siete di quaggiù; io sono di lassù; voi siete di questo mondo; io non sono di questo mondo».4

Loro rivendicavano Dio come loro Padre, ma Gesù disse loro: «Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste».5 Dato che non conoscevano veramente Dio, non potevano capire Gesù.

Poi Gesù dichiarò energicamente chi era il loro vero padre:

«Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c’è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna».6

Contraddicendo direttamente la loro affermazione abbiamo un solo Padre: Dio”, Gesù affermò esplicitamente che traevano origine da loro padre il diavolo. Continuò dicendo che il loro desiderio era fare i desideri di loro padre. Sceglievano volontariamente di fare la volontà di Satana. Gesù fece un paragone tra il loro rapporto e quello che Lui aveva con suo Padre, come aveva affermato un po’ prima nel capitolo: il Padre che mi ha mandato,7 che testimonia di me8 e che mi ha insegnato.9

Al contrario, i desideri e le azioni dei farisei erano in linea con quelli del diavolo. Egli è stato omicida fin dal principio. Forse Gesù si riferiva all’omicidio di Abele nel quarto capitolo della Genesi, ma più probabilmente si riferiva al ruolo di Satana nel tentare Adamo a disubbidire a Dio, che aveva portato tutta l’umanità a essere mortale e quindi soggetta alla morte. Poi continuò a parlare di loro padre, il diavolo, affermando che non si è attenuto alla verità, perché non c’è verità in lui. La verità è associata a Dio e a Gesù. A Satana non interessano né Dio né la verità. È il padre della menzogna.

A me, perché io dico la verità, voi non credete.10

Gesù si rivolse con forza a questi “credenti” giudei, dichiarando che non erano figli di Dio, che non amavano il messaggero di Dio (v. 42), non lo capivano e non erano in grado di ascoltare la sua Parola (v.43). Affermò esplicitamente che erano miscredenti e, come figli del diavolo, erano inclini ad ascoltare le sue menzogne invece della verità divina.

«Chi di voi mi convince di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio».11

Gesù pose ai suoi accusatori due domande. La prima si riferiva al peccato. In questo caso non parlava di peccato in generale, ma di ciò che era appena successo. Aveva già affermato di dire la verità (v.45), quindi, non credendo in Lui, in effetti lo chiamavano bugiardo. Gesù li sfidò a dimostrarlo, chiedendo chi l’avrebbe convinto di peccato, sapendo che nessuno di loro poteva farlo.

Gesù stesso poi rispose alla seconda domanda: Se dico la verità, perché non mi credete? E dichiarò esplicitamente il motivo per cui non gli credevano: non erano da Dio. Questa affermazione richiamava una cosa già detta prima nel Vangelo di Giovanni: non erano “nati di nuovo”12 né “nati da Dio”13 né avevano il diritto di chiamare Dio “Padre”.14 Non erano da Dio, quindi non potevano ascoltare le sue parole, cioè non potevano riconoscere le parole di Gesù come parole di Dio.

Allora gli oppositori di Gesù procedettero ad accusarlo falsamente, proprio come il diavolo loro padre.

I Giudei gli risposero: «Non diciamo noi con ragione che sei un Samaritano e che hai un demonio?»15

Non avevano ragione a dire che Gesù era un Samaritano. Un po’ prima in questo Vangelo, per la Samaritana che parlò con Gesù al pozzo era molto ovvio che Gesù era un ebreo.

«Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» Infatti i Giudei non hanno relazioni con i Samaritani.16

Gli accusatori di Gesù lo chiamarono samaritano solo per calunniarlo, perché in genere i Giudei disprezzavano i Samaritani a causa della loro pluricentenaria reputazione di adorare molti dei.17 Lo stesso Gesù aveva detto di loro: «Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei».18

Gesù replicò: «Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio e voi mi disonorate».19

Gesù respinse le loro false accuse che aveva un demonio, poi le ritorse contro di loro, indicando che mentre Lui adorava suo Padre, loro lo disonoravano. In precedenza in questo Vangelo Gesù aveva detto che chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato.20 Disonorando Lui disonoravano Dio, che affermavano essere il loro “solo Padre”.21

Io non cerco la mia gloria; v’è uno che la cerca e che giudica.22

Chiarendo di non essere alla ricerca di gloria, Gesù suggerì che invece i suoi accusatori lo erano, come aveva già detto ad alcuni dei suoi oppositori in un punto precedente di questo Vangelo.

Come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene da Dio solo?23

Gesù cercava solo la gloria di suo Padre. Aveva anche detto: Chi parla di suo cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l’ha mandato, è veritiero e non vi è ingiustizia in lui.24

«In verità, in verità vi dico che se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte».25

Gesù affermò enfaticamente che chi osserva la sua parola, cioè tutto il suo messaggio, non morirà. Non intendeva dire che chi crede non proverà la morte fisica, ma piuttosto che non proverà quella spirituale, la condanna eterna. Lo rese chiaro in seguito in questo Vangelo, quando disse a Marta: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai».26

Gli ascoltatori presero le sue parole alla lettera.

I Giudei gli dissero: «Ora sappiamo che tu hai un demonio. Abraamo e i profeti sono morti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non gusterà mai la morte”. Sei tu forse maggiore del padre nostro Abraamo il quale è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?»27

I Giudei che lo ascoltavano erano convinti che le loro precedenti affermazioni su Gesù adesso fossero ben dimostrate, perché ai loro occhi solo uno che avesse un demonio poteva dire cose del genere. Abraamo, padre del popolo ebreo e padre della fede, era morto, come tutti i profeti che Dio aveva mandato a Israele. Gli ascoltatori di Gesù capirono che stava promettendo la vita eterna, mentre solo chi aveva poteri soprannaturali — cioè Dio — poteva liberare qualcuno dalla morte. Così chiesero a Gesù chi pensava di essere — anche se sapevano già la risposta.

In tutto questo Vangelo i leader religiosi capivano che con il suo modo di parlare Gesù affermava chiaramente di essere Figlio di Dio.

Per questo i Giudei più che mai cercavano d’ucciderlo; perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.28

I Giudei gli risposero: «Non ti lapidiamo per una buona opera, ma per bestemmia; e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».29

I Giudei gli risposero: «Noi abbiamo una legge, e secondo questa legge egli deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».30

Torniamo a Giovanni 8:

Gesù rispose: «Se io glorifico me stesso, la mia gloria è nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, che voi dite: “È nostro Dio!” e non l’avete conosciuto; ma io lo conosco, e se dicessi di non conoscerlo, sarei un bugiardo come voi; ma io lo conosco e osservo la sua parola».31

Gesù fece notare che non si glorificava da solo; ma ciò non voleva dire che non ricevesse gloria da qualcuno. Ricordò loro che suo Padre era Dio e che era Dio a glorificarlo. Dato che si trattava dello stesso Dio che secondo i suoi accusatori era anche il loro e dato che il loro “Padre” glorificava il Figlio, ne conseguiva logicamente che anche loro avrebbero dovuto rendere gloria al Figlio. Siccome però non lo facevano, Gesù disse non l’avete conosciuto. Era la terza volta che Gesù dichiarava che questi leader giudei non conoscevano il Padre.

Colui che mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete.32

Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio.33

Al contrario di loro, Lui conosce il Padre. Poi fece un’altra affermazione importante: Io osservo la sua parola. Poiché Gesù osservava la Parola di suo Padre, è necessario che anche noi osserviamo la parola di Gesù, perché la parola di Gesù, che dà la vita eterna, è la Parola del Padre.

Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio.34

Poi Gesù riprese a parlare di Abraamo, che rivendicavano come loro padre spirituale.

«Abraamo, vostro padre, ha gioito nell’attesa di vedere il mio giorno; e l’ha visto, e se n’è rallegrato».35

Invece di opporsi a Gesù, Abraamo si era rallegrato nel vedere il suo “giorno”. E se l’aveva fatto lui, avrebbero dovuto farlo anche loro. Secondo alcuni commentatori della Bibbia questo versetto suscita alcune domande difficili. Primo, che cosa intende precisamente Gesù con “il mio giorno”? Secondo, quando si “rallegrò” Abraamo alla promessa di vedere il giorno di Gesù? Terzo, quando e come successe che “lo vide e si rallegrò”? Invece di impegnarci in varie interpretazioni, nessuna delle quali è certa, citerò semplicemente quello che ha scritto un commentatore:

Comunque, non possiamo avere una certezza assoluta in nessuna delle occasioni proposte [i possibili avvenimenti nella vita di Abraamo che potrebbero riferirsi a questo] e potrebbe essere indicativo che Gesù non si riferì a nessuno di essi. In altre parole, potrebbe benissimo significare che l’atteggiamento generale di Abraamo riguardo a questo giorno è una manifestazione d’esultanza, invece di riferirsi a un’occasione specifica nella vita del patriarca.36

I Giudei gli dissero: «Tu non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abraamo?»37

Probabilmente Gesù era sulla trentina, mentre Abraamo era morto quasi duemila anni prima. Gli ascoltatori sapevano che era impossibile che avesse visto Abraamo, quindi capirono che Gesù rivendicava la propria preesistenza. Ma non era quello che Gesù affermava. Piuttosto, diceva che Abraamo aveva visto il futuro (il “giorno” di Gesù) e suggeriva che Abraamo era ancora vivo (non fisicamente, ma nell’aldilà). Non era stato Gesù a menzionare l’argomento della preesistenza, ma visto che loro l’avevano fatto, Lui lo affrontò in riferimento a Se stesso.

Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico: prima che Abraamo fosse nato, io sono».38 Era un’affermazione esplicita della preesistenza di Gesù. L’espressione “in verità, in verità” aggiunge peso alla veridicità dell’affermazione.

L’uso da parte di Gesù dell’espressione Io sono era significativo. In tutto il Vecchio Testamento Dio stesso aveva affermato diverse volte “Io sono”.

Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono». Poi disse: «Dirai così ai figli d’Israele: “l’IO SONO mi ha mandato da voi”».39

«Ora vedete che io solo sono Dio e che non vi è altro dio accanto a me. Io faccio morire e faccio vivere, ferisco e risano, e nessuno può liberare dalla mia mano».40

«Chi ha operato, chi ha fatto questo? Colui che fin dal principio ha chiamato le generazioni alla vita. Io, il SIGNORE, sono il primo».41

«I miei testimoni siete voi», dice il SIGNORE, «voi, e il mio servo che io ho scelto, affinché voi lo sappiate, mi crediate, e riconosciate che io sono. Prima di me nessun Dio fu formato, e dopo di me, non ve ne sarà nessuno. Io, io sono il SIGNORE, e fuori di me non c’è salvatore».42

«Ascoltami, Giacobbe, e tu, Israele, che io ho chiamato Io sono; io sono il primo e sono pure l’ultimo».43

Quando Gesù disse che prima che Abraamo fosse nato, io sono, gli ascoltatori capirono esattamente cosa intendeva dire: era una rivendicazione di divinità. Poiché la consideravano una bestemmia, presero delle pietre per tirargliele; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.44

Quando Gesù andò alla Festa dei Tabernacoli, vi salì, non palesemente, ma come di nascosto.45 Dopo aver parlato pubblicamente nel tempio per tutto il periodo della festa e aver rischiato la lapidazione perché aveva rivendicato la propria divinità con la sua affermazione di Io sono, leggiamo che per evitare di essere lapidato come bestemmiatore, prese delle misure difensive nascondendosi e uscendo dal tempio. Questo pose fine alle interazioni di Gesù con i leader religiosi giudei durante la festa dei Tabernacoli.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Riveduta, © 1994-2006 Società Biblica di Ginevra. Tutti i diritti riservati.


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1 Giovanni 8,39–40.

2 Giovanni 8,41–42.

3 Giovanni 8,43.

4 Giovanni 8,23.

5 Giovanni 8,42.

6 Giovanni 8,44.

7 Giovanni 8,16.

8 Giovanni 8,18.

9 Giovanni 8,28.

10 Giovanni 8,45.

11 Giovanni 8,46–47.

12 Giovanni 3,3.

13 Giovanni 1,13.

14 Giovanni 8,42.

15 Giovanni 8,48.

16 Giovanni 4,9.

17 2 Re 17,24–41.

18 Giovanni 4,22.

19 Giovanni 8,49.

20 Giovanni 5,23.

21 Giovanni 8,41.

22 Giovanni 8,50.

23 Giovanni 5,44.

24 Giovanni 7,18.

25 Giovanni 8,51.

26 Giovanni 11,25–26.

27 Giovanni 8,52–53.

28 Giovanni 5,18.

29 Giovanni 10,33.

30 Giovanni 19,7.

31 Giovanni 8,54–55.

32 Giovanni 7,28.

33 Giovanni 8,19.

34 Giovanni 1,1.

35 Giovanni 8,56.

36 Morris, The Gospel According to John, 419.

37 Giovanni 8,57.

38 Giovanni 8,58.

39 Esodo 3,14.

40 Deuteronomio 32,39.

41 Isaia 41,4.

42 Isaia 43,10–11.

43 Isaia 48,12.

44 Giovanni 8,59.

45 Giovanni 7,10.


Pubblicato originariamente in inglese il 7 gennaio 2020.