Gesù — la sua vita e il suo messaggio: Gesù, sull’amore (parte 1)

Marzo 12, 2019

di Peter Amsterdam

[Jesus—His Life and Message: Jesus on Love (Part 1)]

In ciascuno dei tre Vangeli sinottici,1 Gesù cita due comandamenti del Vecchio Testamento. Troviamo il primo nel libro del Deuteronomio:

Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima tua e con tutte le tue forze.2

Il secondo è nel libro del Levitico:

Amerai il prossimo tuo come te stesso. Io sono il SIGNORE.3

La Legge di Mosè diceva:

Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il prossimo tuo come te stesso. Io sono il SIGNORE.4

Con “prossimo”, o “vicino” gli ebrei si riferivano a un’altra persona ebrea. Come spiega un commentatore:

Nel giudaismo, il prossimo di qualcuno era una persona di simili idee religiose, non una opposta e ostile. [...] In alcuni movimenti del giudaismo, si davano le prescrizioni opposte, come a Qumran, dove era scontato il diritto di odiare gli avversari religiosi.5 (Qumran è un sito archeologico a un paio di chilometri dal Mar Morto, che contiene le grotte dove furono trovate le pergamene del mar Morto. Alcuni studiosi biblici credono che a Qumran vivesse la comunità religiosa degli Esseni, che aveva alcune idee che non seguivano le usuali dottrine ebraiche dell’epoca.)

Il fatto che alcuni Ebrei avessero interpretazioni diverse delle Scritture, potrebbe aiutare a spiegare il motivo per cui, nel Vangelo di Matteo, Gesù si riferisce a un detto che troviamo nelle Scritture:

Voi avete udito che fu detto: "Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico". Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro, che è nei cieli.6

Nel Vangelo di Luca Gesù espande il concetto di amare i propri nemici dando alcuni esempi di come i suoi seguaci possono implementare quell’amore. Dice che l’amore che i suoi seguaci dimostrano agli altri deve andare ben oltre il modo in cui la gente lo fa di solito. Qui l’attenzione è su Luca 6,27-38, che prende in considerazione diversi aspetti dell’amore per gli altri.

Gesù comincia con:

Ma io dico a voi che udite: Amate i vostri nemici; fate del bene a coloro che vi odiano. Benedite coloro che vi maledicono e pregate per coloro che vi maltrattano.7

Si rivolge a quelli che “odono”, intendendo chi è disposto ad ascoltare e mettere in pratica i suoi insegnamenti. Ci sono alcuni riferimenti a fare il bene ai propri nemici in alcuni detti del Vecchio Testamento, come:

Se incontri il bue del tuo nemico o il suo asino smarrito, non mancare di ricondurglielo. Se vedi l'asino di colui che ti odia caduto a terra sotto il carico, guardati bene dall'abbandonarlo, ma aiuta il suo padrone a scaricarlo.8

Quando il tuo nemico cade, non rallegrarti; quando è atterrato, il tuo cuore non gioisca, perché l'Eterno non veda e gli dispiaccia e non allontani da lui la sua ira.9

Se il tuo nemico ha fame, dagli pane da mangiare, e se ha sete, dagli acqua da bere, perché così accumulerai carboni ardenti sul suo capo, e l'Eterno ti ricompenserà.10

Mentre i versetti come questi del Vecchio Testamento indicavano ai credenti di dimostrare bontà nei confronti dei loro nemici, Gesù si spinse molto più in là, ordinando ai suoi seguaci di amarli e perdonarli. Mise anche in pratica quello che predicava, come vediamo dalle parole che disse mentre era sulla croce: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno».11 Anche i suoi seguaci lo misero in pratica. Stefano, il primo martire, mentre veniva lapidato gridò: «Signore, non imputare loro questo peccato».12 L’apostolo Paolo scrisse: Guardate che nessuno renda ad alcuno male per male; anzi cercate sempre il bene gli uni degli altri e quello di tutti.13 L’apostolo Pietro scrisse: non rendete male per male, od oltraggio per oltraggio, ma, al contrario, benedite; poiché a questo siete stati chiamati affinché ereditiate la benedizione.14

Dopo aver espresso il principio di amare i propri nemici, Gesù passò a dei punti specifici: Fate del bene a quelli che vi odiano.15 Qui parla di intraprendere azioni positive, fare cose che offrono benefici ai vostri oppositori. Chiede ai suoi discepoli di non limitarsi ad amare i nemici per principio o in maniera passiva, ma dimostrare amore mediante le proprie azioni.

Gesù chiese ai suoi discepoli di benedire quelli che vi maledicono,16 cioè quelli che vi attaccano verbalmente con insulti, scherni o abusi verbali. Viene naturale ripagarli con la stessa moneta, ma Gesù insegnò ai suoi discepoli a spezzare quel ciclo di odio e di rabbia, benedicendo chi li insultava. Anche se a volte è giusto rispondere a chi ci attacca verbalmente, le Scritture insegnano che va fatto con saggezza e con amore.

Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, capace di insegnare, paziente. Deve istruire con mansuetudine gli oppositori.17

Dicendo la verità con amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo.18

La risposta dolce calma la collera, ma la parola pungente eccita l'ira.19

Quando ci insultano, benediciamo. Quando ci perseguitano, sopportiamo. Quando dicono male di noi, rispondiamo amichevolmente.20 (“Rispondere amichevolmente” implica il mettere fine a un disaccordo con un atteggiamento cordiale.)

Dice anche di pregare per quelli che vi maledicono.21 […] La parola greca epēreazō è tradotta anche come insultare, oltraggiare, abusare verbalmente e minacciare. La richiesta di Gesù ai suoi discepoli, di pregare per le persone che li insultano, va contro l’istinto naturale di rispondere allo stesso modo. Rappresenta una forma soprannaturale di amore, un amore che rispecchi l’amore di Dio per l’umanità. Naturalmente la richiesta di Gesù di amare e pregare chi ci maltratta o insulta non significa che dovremmo tollerare indefinitamente un simile atteggiamento ostile. Uscire da una situazione di abuso e fare i passi necessari per proteggersi non entrano in conflitto con il pregare per chi ci tratta male.

Dopo aver detto ai suoi discepoli di amare i loro nemici, di fare del bene a chi li odia e li maledice, e di pregare per chi li maltratta, li insulta o li minaccia, Gesù passò a dare quattro illustrazioni di come amare gli altri nonostante possano aver fatto gesti che vi feriscono o vi causano una perdita. La prima è: Se qualcuno ti percuote su una guancia, porgigli anche l'altra.22 In questo caso, la percossa si riferisce probabilmente a un manrovescio, che ai tempi di Gesù era considerato un gesto deliberato di mancanza di rispetto, un insulto grave. Dicendo ai suoi discepoli di porgere l’altra guancia, affermava che davanti a un insulto avrebbero dovuto dimostrare amore restando in silenzio, invece di cercare di pareggiare i conti rispondendo all’insulto. Il rifiuto di cercare la vendetta per affronti, sgarbi o insulti fa parte dell’amore. Invece di reagire, il discepolo è disposto a interrompere il ciclo della ritorsione.

La seconda parte del versetto 29 è un po’ simile alla prima: a chi ti toglie il mantello, non impedire di prenderti anche la tunica.23 Gesù diceva che, se qualcuno esige un tuo indumento esterno, dovresti dargli anche la camicia. Lo scenario è quello di una rapina e, come per l’offrire l’altra guancia nella prima parte del versetto, qui Gesù dice di non cercare la ritorsione, ma di amare il proprio nemico essendo disposti perfino a subire una perdita piuttosto che vendicarsi.

Gesù poi continua con: Da' a chiunque ti chiede.24 Dare ai poveri, fare l’elemosina o fare la carità, era il risultato della religiosità di una persona. Gesù si riferiva ai poveri e ai bisognosi che non avevano nemmeno quel che bastava a soddisfare le loro necessità più basilari. Indicò che parte dell’amore era la disponibilità ad aiutare i bisognosi senza pregiudizi, perché dice che tutti quelli che chiedono dovrebbero essere aiutati. Questo ovviamente accenna a sacrificio e altruismo, perché parla di separarsi dai propri beni. Gesù indica ai suoi seguaci di manifestare generosità nei confronti degli altri come dimostrazione del loro amore.

La quarta illustrazione dell’amore è se qualcuno ti toglie il tuo, non glielo ridomandare.25 Qui Gesù dice ai suoi discepoli di non cercare di vendicarsi per i torti ricevuti. Anche se qualcosa viene tolto loro, non devono insistere perché venga restituito. Vediamo questo pensiero riflesso negli scritti di Paolo:

È già per voi una sconfitta avere liti vicendevoli! Perché non subire piuttosto l'ingiustizia? Perché non lasciarvi piuttosto privare di ciò che vi appartiene?26

Gesù parla di abnegazione e generosità.

Questi insegnamenti di Gesù sono piuttosto radicali, perché sono espressi in termini destinati a scioccare gli ascoltatori. Espresse intenzionalmente questi ordini con un linguaggio iperbolico, che esagera qualcosa per esprimere un concetto e non vuole necessariamente dire che vada preso letteralmente.

Quando Gesù parla di “nemici” forse non si riferisce soltanto a quelli che si sarebbero opposti ai suoi discepoli. Come ha scritto qualcuno:

La categoria dei “nemici” potrebbe includere altri […] e non solo chi si oppone deliberatamente ai seguaci di Gesù. Poiché generalmente i mendicanti sono intesi come persone fuori da qualsiasi cerchia sociale che non sia quella di altri mendicanti, non sarebbero classificati come “amici”, ma come “nemici”, estranei. Anche loro devono essere amati, pur non essendo né compagni né parenti; nel loro caso l’amore viene dimostrato col dare.27

Gesù chiedeva ai suoi seguaci di superare il pensiero, l’etica e le azioni normali del popolo ebreo dei suoi giorni, e i limiti che ponevano a chi fosse il loro prossimo, limitando così il tipo di persone che era necessario amare. Chiede ai suoi discepoli di tutte le epoche di amare in maniera fuori dall’ordinario, in maniera difficile ma migliore. L’amore che Lui proclama è il tipo di amore che noi, i cui peccati sono stati perdonati, dobbiamo vivere. Un amore gentile, generoso, misericordioso, altruista e portato al perdono.

(Continua nella seconda parte.)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Matteo, Marco e Luca.

2 Deuteronomio 6,5 NR.

3 Levitico 19,18 NR.

4 Levitico 19,18 NR.

5 Bock, Luke Volume 1: 1:1–9:50, 588.

6 Matteo 5,43–45.

7 Luca 6,27–28.

8 Esodo 23,4–5 NR.

9 Proverbi 24,17–18.

10 Proverbi 25,21–22.

11 Luca 23,34.

12 Atti 7,60.

13 1 Tessalonicesi 5,15 NR.

14 1 Pietro 3,9 NR.

15 Luca 6,27.

16 Luca 6,28.

17 2 Timoteo 2,24–25 NR.

18 Efesini 4,15.

19 Proverbi 15,1.

20 1 Corinzi 4,12–13 TILC. [CEI: confortiamo; NR,LND: esortiamo.]

21 Luca 6,28.

22 Luca 6,29.

23 Luca 6,29.

24 Luca 6,30.

25 Luca 6,30 CEI.

26 1 Corinzi 6,7.

27 Green, The Gospel of Luke, 272.


Pubblicato originariamente in Inglese il 26 giugno 2018.