Gesù – la sua vita e il suo messaggio: Getsemani (parte 3)

Dicembre 20, 2022

di Peter Amsterdam

Il processo a Gesù e il diniego di Pietro

[Jesus—His Life and Message: Gethsemane (Part 3)]

Tutti e quattro i Vangeli danno un resoconto del processo a Gesù, condotto dai capi religiosi giudei. Anche se i Vangeli coprono lo stesso avvenimento, ognuno include aspetti non affrontati dagli altri. In questo articolo porremo la nostra attenzione sul racconto nel Vangelo di Matteo, includendo alcuni punti aggiuntivi dagli altri Vangeli.

Appena prima del processo a Gesù,1 Giuda si era presentato con una folla armata di spade e bastoni per arrestarlo.2

Or quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero da Caiafa, sommo sacerdote, presso il quale già si erano riuniti gli scribi e gli anziani.3

Anche se la carica di sommo sacerdote tradizionalmente derivava da Aaronne, il fratello di Mosè, ai tempi di Gesù il sommo sacerdote era nominato dai Romani. Caiafa fu sommo sacerdote per 18 anni, dal 18 al 26 d.C., il periodo più lungo in cui qualcuno avesse avuto quella carica in quell’epoca. Era a casa sua che si erano riuniti gli scribi e gli anziani.

I Vangeli di Marco e Luca non citano Caiafa per nome; si riferiscono a lui come al sommo sacerdote. Nel Vangelo di Giovanni leggiamo che quelli che arrestarono Gesù lo condussero prima da Anna, perché era suocero di Caiafa, che era sommo sacerdote in quell’anno.4 Anna era stato sommo sacerdote in precedenza ed era molto influente. Con il tempo, quattro dei suoi figli occuparono la carica di sommo sacerdote, oltre a suo genero Caiafa, che era sommo sacerdote quando avvenne la crocifissione di Gesù. In precedenza, nel Vangelo di Giovanni, Caiafa aveva detto:

«Voi non capite nulla; e non considerate che conviene per noi che un solo uomo muoia per il popolo e non perisca tutta la nazione».5

Il Vangelo di Matteo ci dice che, quando Gesù fu arrestato, Pietro lo seguì da lontano fino al cortile del sommo sacerdote, e, entrato dentro, si pose a sedere con le guardie per vedere la fine.6 Il Vangelo di Marco aggiunge che si mise a sedere con le guardie, scaldandosi vicino al fuoco.7 Il Vangelo di Giovanni ci dice che Simon Pietro e un altro discepolo seguivano Gesù. E quel discepolo era noto al sommo sacerdote, ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Ma Pietro restò alla porta di fuori. Allora l’altro discepolo, che era noto al sommo sacerdote, uscì e parlò alla portinaia e fece entrare Pietro.8

Secondo il Vangelo di Giovanni, Pietro e un altro discepolo di cui non si fa il nome (molti commentatori credono che si trattasse di Giovanni) seguirono Gesù e i suoi carcerieri nel cortile del sommo sacerdote. Era presumibilmente nella casa di Caiafa. Il cortile era probabilmente un’area chiusa ma priva di tetto, collegata alla casa. Dopo essere entrato nel cortile, Pietro si sedette vicino al fuoco.

Ora i capi dei sacerdoti, gli anziani e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù, per farlo morire, ma non ne trovavano alcuna; sebbene si fossero fatti avanti molti falsi testimoni, non ne trovarono. Ma alla fine vennero avanti due falsi testimoni i quali dissero: «Costui ha detto: “Io posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”».9

L’attenzione del racconto si sposta da Pietro e torna al processo di Gesù. Siccome era notte, è improbabile che fosse presente l’intero Consiglio, tutto il Sinedrio. Probabilmente significa che i presenti erano rappresentanti di tutte le parti del Sinedrio, perché bastava un terzo dei suoi membri per esprimere un giudizio in un caso che poteva portare alla pena di morte.

Leggiamo che al processo i testimoni contro Gesù diedero una falsa testimonianza. Alla fine però, se ne presentarono due con un’informazione che fu considerata valida. «Costui ha detto: “Io posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». Poiché questa dichiarazione fu fatta da entrambi i testimoni, fu considerata una prova valida legalmente, come vediamo dalla reazione del sommo sacerdote.

Allora il sommo sacerdote, alzatosi, gli disse: «Non rispondi nulla a ciò che costoro testimoniano contro di te?»10

Nel Vangelo di Marco, i testimoni riferirono la stessa affermazione fatta da Gesù riguardo alla distruzione e ricostruzione del tempio,11 ma neppure su questo la loro testimonianza era concorde.12 Leggiamo che durante tutto questo interrogatorio e queste violenze fisiche Gesù tacque e non rispose nulla13 — almeno fino a quel punto.

E il sommo sacerdote replicò dicendo: «Io ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se sei il Cristo, il Figlio di Dio». Gesù gli disse: « Tu l’hai detto!»14

Il sommo sacerdote, dopo essersi alzato (il che dimostrava che stava prendendo il controllo della situazione), esigette da Gesù una risposta sotto giuramento. Giurare per il Dio vivente era il giuramento più solenne che si potesse fare.15 La domanda di Caiafa puntava all’essenza della missione di Gesù. Gli chiese se era il Messia (il Cristo), il Figlio di Dio (in Marco il Figlio del Benedetto). La domanda del sommo sacerdote riguardava una questione religiosa ed era legittima, tuttavia era difficile da rispondere, perché il modo di vedere il Messia di Gesù e quello del sommo sacerdote erano molto diversi. Una risposta sì o no di Gesù poteva essere male interpretata. Così il “tu l’hai detto” di Gesù in pratica significa “Sei tu a dirlo, non io”, oppure “Sì, ma non come intendi tu”.

Poi Gesù aggiunse:

«Anzi io vi dico che in avvenire voi vedrete il Figlio dell’uomo sedere alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo».16

La sua risposta consiste in due versetti del Vecchio Testamento. L’Eterno dice al mio Signore: «Siedi alla mia destra finché io faccia dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi»;17 e Io guardavo nelle visioni notturne, ed ecco sulle nubi del cielo venire uno simile a un Figlio dell’uomo; egli giunse fino all’Antico di giorni e fu fatto avvicinare a lui.18 Nel dire che il Figlio dell’uomo sarà visto seduto alla destra della Potenza, Gesù si riferiva alla destra di Dio.

Allora il sommo sacerdote stracciò le sue vesti, dicendo: «Egli ha bestemmiato; quale bisogno abbiamo più di testimoni? Ecco, ora avete udito la sua bestemmia. Che ve ne pare?» Ed essi, rispondendo, dissero: «Egli è reo di morte!»19

In risposta alla domanda del sommo sacerdote, Gesù confermò di essere il Cristo (il Messia), il Figlio di Dio e il Figlio dell’uomo. Poiché la risposta di Gesù al sommo sacerdote fu sconsiderata una bestemmia, Caiafa si stracciò le vesti. Secondo la legge, il sommo sacerdote non doveva stracciarsi le vesti nemmeno quando era in lutto per i morti.20 Era un gesto da farsi solo in casi estremi21 e la bestemmia era uno di questi. Il Sinedrio doveva esprimere verbalmente la sua risposta, che Gesù era colpevole, e doveva dichiarare la pena: “È reo di morte!”.

Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; ed altri lo percossero con pugni, dicendo: «O Cristo, indovina! Chi ti ha percosso?»22

Nel Vangelo di Luca leggiamo che gli uomini che tenevano Gesù lo schernivano, percuotendolo. E, dopo averlo bendato, lo percuotevano in faccia e gli domandavano, dicendo: «Indovina, chi è colui che ti ha percosso?» E, bestemmiando, dicevano molte altre cose contro di lui.23 Secondo il Vangelo di Matteo, sembra che alcuni membri del sinedrio fossero coinvolti negli sputi e nelle percosse a Gesù, mentre quello di Luca indica che furono le guardie a farlo.

Il Vangelo di Giovanni ci dice:

Il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si radunano, e non ho detto niente in segreto».24

Anche se non viene specificato, è probabile che il sommo sacerdote volesse scoprire tutto il possibile sui discepoli di Gesù. Avrebbero mantenuto in vita gli insegnamenti di Gesù dopo la sua esecuzione? Erano un gruppo unito e quindi costituivano un pericolo? Avrebbero dovuto arrestarli e interrogarli? Erano i capi sacerdoti che in precedenza in questo capitolo deliberarono di far morire anche Lazzaro, perché a motivo di lui molti lasciavano i Giudei e credevano in Gesù.25

Gesù continuò a parlare con il sommo sacerdote, dicendo:

«Perché interroghi me? Interroga coloro che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno le cose che ho detto». Egli aveva appena detto queste parole, che una delle guardie che gli stava vicino diede a Gesù uno schiaffo, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?»26

Anche se il sommo sacerdote non rispose a Gesù, una delle guardie che era vicina a Gesù gli diede uno schiaffo. Probabilmente pensava che Gesù stesse mancando di rispetto al sommo sacerdote.

Gesù gli rispose: «Se ho parlato male, mostra dov’è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?»27

A questo punto l’attenzione si sposta dal processo a Gesù al diniego di Pietro. Come abbiamo già accennato, Pietro era riuscito a entrare nel cortile e si stava scaldando accanto al fuoco.

Ora Pietro sedeva fuori nel cortile e una serva si accostò a lui, dicendo: «Anche tu eri con Gesù il Galileo». Ma egli lo negò davanti a tutti, dicendo: «Non so di che stai parlando».28

Mentre Pietro era seduto in cortile, gli si avvicinò una serva. Nel Vangelo di Luca leggiamo che una serva lo vide seduto presso il fuoco, lo guardò attentamente e disse: «Anche costui era con lui».29 Dopo averlo fissato per qualche tempo, la serva disse che Pietro era collegato a Gesù. Nel Vangelo di Marco leggiamo che il gallo cantò.30 Questo fu il primo dei tre dinieghi di Pietro.

Come egli uscì nell’atrio, un’altra lo vide e disse a quelli che erano là: «Anche costui era con Gesù il Nazareno! Ma egli di nuovo lo negò con giuramento, dicendo: «Io non conosco quell’uomo».31

L’incontro con la serva probabilmente mise a disagio Pietro e questo può averlo spinto ad allontanarsi dal calore del fuoco e uscire nell’atrio. Là, comunque, un’altra serva lo riconobbe e annunciò ai presenti che anche lui era con Gesù. La risposta di Pietro fu più enfatica, perché lo negò con un giuramento, Il suo primo diniego comportò una bugia, il secondo era uno spergiuro, perché giurò di non conoscere Gesù.

Poco dopo anche gli astanti, accostatisi, dissero a Pietro: «Certo, anche tu sei uno di loro, perché il tuo parlare ti tradisce». Allora egli cominciò a maledire e a giurare, dicendo: «Io non conosco quell’uomo». E in quell’istante il gallo cantò.32

Nel Vangelo di Luca leggiamo che passata circa un’ora, un altro affermava con insistenza, dicendo: «In verità anche costui era con lui, perché è Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E subito, mentre ancora parlava, il gallo cantò.33

Pietro negò enfaticamente di conoscere Gesù e arrivò al punto di giurare di non conoscerlo. Alcuni commentatori interpretano il brano come se Pietro fosse arrivato al punto di maledire Gesù per dissociarsi da Lui. In ognuno dei Vangeli Pietro nega di conoscere Gesù.34

Allora Pietro si ricordò di quello che Gesù gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte». Ed egli uscì, e pianse amaramente.35

A causa della pressione del momento, Pietro aveva compromesso la sua lealtà a Gesù e l’aveva rinnegato. Dopo aver udito il gallo cantare e ricordandosi ciò che Gesù aveva detto, Pietro ne rimase sconvolto e provò immediatamente rimorso per ciò che aveva fatto. Ognuno dei Vangeli sinottici36 fa riferimento al suo dolore. Ed egli uscì, e pianse amaramente.37 E pensando a ciò, scoppiò a piangere.38 Grazie a Dio, come vedremo, la domenica successiva Pietro si era già riunito con gli altri seguaci di Gesù.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Matteo, Marco, Luca, Giovanni.

2 Vedi “Gesù — la sua vita e il suo messaggio: Getsemani (Parte 2)“.

3 Matteo 26,57.

4 Giovanni 18,13.

5 Giovanni 11,49–50.

6 Matteo 26,58.

7 Marco 14,54.

8 Giovanni 18,15–16.

9 Matteo 26,59–61.

10 Matteo 26,62.

11 Marco 14,58.

12 Marco 14,59.

13 Marco 14,61; anche Matteo 26,63.

14 Matteo 26,63–64. Vedi anche Marco 14,61–62.

15 Morris, The Gospel According to Matthew, 683.

16 Matteo 26,64.

17 Salmi 110,1.

18 Daniele 7,13.

19 Matteo 26,65–66.

20 Levitico 21,10–11.

21 Numeri 14,4–7; 2 Re 18,37–19,1; Levitico 21,10–11.

22 Matteo 26,67–68.

23 Luca 22,63–65. Vedi anche Marco 14,65;  Giovanni 18,22–23.

24 Giovanni 18,19–20.

25 Giovanni 12,10–11.

26 Giovanni 18,21–22.

27 Giovanni 18,23.

28 Giovanni 26,69–70.

29 Luca 22,56.

30 Marco 14,68.

31 Matteo 26,71–72.

32 Matteo 26,73–74.

33 Luca 22,59–60.

34 Matteo 26,74; Marco 14,71; Luca 22,57–60; Giovanni 18,25–27.

35 Matteo 26,75.

36 Matteo, Marco e Luca.

37 Matteo 26,75; Luca 22,62.

38 Marco 14,72.


Pubblicato originariamente in inglese il 15 febbraio 2022.