Gesù — la sua vita e il suo messaggio: i Greci

Agosto 2, 2022

di Peter Amsterdam

[Jesus—His Life and Message: The Greeks]

Il Vangelo di Giovanni racconta un avvenimento, immediatamente precedente la passione e la morte di Gesù, che non è incluso nei Vangeli sinottici.1 Descrive l’incontro di Gesù con alcuni Greci che desideravano conoscerlo. È significativo che, udendo la loro richiesta, Gesù riconobbe che la sua missione si stava avvicinando alla fine.

Or tra quelli che erano saliti ad adorare durante la festa c’erano alcuni Greci.2

La festa di cui si parla qui era la Pasqua. Erano presenti alla festa anche persone non ebree che credevano nel Dio di Israele; in questo caso, alcuni credenti greci. Spesso questi credenti non ebrei erano definiti “timorati di Dio”.

Costoro dunque, accostatisi a Filippo, che era di Betsaida di Galilea, lo pregarono dicendo: «Signore, vorremmo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea; a loro volta, Andrea e Filippo lo dissero a Gesù.3

Non sappiamo perché questi Greci si avvicinarono a Filippo, anche se forse avvenne perché, come Andrea, aveva un nome greco. Si presume che abbiano fatto la loro richiesta in greco. Non sappiamo nemmeno quanti fossero i Greci di questo gruppo, solo che erano alcuni Greci.

Gesù rispose loro, dicendo: «L’ora è venuta, in cui il Figlio dell’uomo deve essere glorificato».4

Qui Gesù parlava a Filippo e Andrea. (Non si fa cenno che Gesù vada a vedere o parlare con i Greci che avevano chiesto di incontrarlo.) In precedenza in questo Vangelo ci sono stati due riferimenti a “la sua ora”.

Gesù le disse: «Che cosa c’è tra te e me, o donna? L’ora mia non è ancora venuta».5

Perciò cercavano di prenderlo, ma nessuno gli mise le mani addosso, perché la sua ora non era ancora venuta.6

Prima la sua ora non era venuta, quindi non poteva essere arrestato; adesso era arrivata e Lui poteva cadere nelle mani delle autorità giudaiche.

Gesù continuò:

In verità, in verità vi dico: Se il granel di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto.7

Gesù usò l’espressione in verità, in verità vi dico per sottolineare l’importanza di ciò che stava dicendo. L’uso della congiunzione se ci ricorda altre frasi importanti di Gesù, come «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio»8 e «In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete la vita in voi».9

Gesù indicava due possibili scenari. O il granello di frumento rimane dov’è, quindi rimane da solo e non porta frutto, oppure cade nella terra (cioè viene piantato) e produce molto frutto. È solo attraverso la “morte” che la possibilità di produrre frutto diventa reale. L’apostolo Paolo rimarcò lo stesso concetto in 1 Corinzi: Stolto! Quello che tu semini non è vivificato, se prima non muore.10

Torniamo al Vangelo di Giovanni:

Chi ama la sua vita la perderà, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna.11

Gesù accenna prima alla vita di questo mondo. Chi ama la vita di questo mondo la perderà. Il verbo greco tradotto con perdere viene tradotto anche come distruggere in altri punti del Nuovo Testamento. Amare questo mondo può distruggere la vita di una persona. Nel libro 1 Giovanni leggiamo un avvertimento simile.

Non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui, perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e l’orgoglio della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo.12

La persona che ama la sua vita è quella che vive per il presente. Quella che odia la sua vita vive per la vita futura. Una persona del genere non si fa tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine guastano, e dove i ladri sfondano e rubano; invece si fa tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sfondano e non rubano. Perché dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.13 In questo contesto odiare la propria vita significa cedere i propri desideri a Dio, così da concentrarsi sulle sue priorità invece che sulle nostre.

Se uno mi serve, mi segua; e là dove sono io, là sarà anche il mio servo; se uno mi serve, il Padre l’onorerà.14

Quelli che servono Gesù sono quelli che lo seguono. L’implicazione è che servendo Gesù imitano il suo comportamento, servendo gli altri come fece Lui. Quelli che lo seguono, che lo servono, vengono onorati dal Padre.

«Ora l’anima mia è turbata; e che dirò: Padre, salvami da quest’ora? Ma per questo io sono giunto a quest’ora».15

Gesù continua a parlare, ma a questo punto comincia a rivolgersi a suo Padre in preghiera. La sua preghiera presenta delle somiglianze con quelle riportate nei vangeli sinottici poco tempo prima della sua morte.16

«Padre, glorifica il tuo nome!» Allora venne una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora».17

Dopo essersi rivolto a suo Padre in preghiera, riceve una risposta da Lui. Questo ci ricorda la voce dal cielo al momento del battesimo di Gesù18 e quella dalle nuvole al momento della trasfigurazione,19 nei vangeli sinottici. Gesù ha già glorificato il nome del Padre durante il suo ministero e lo farà di nuovo quando darà la vita sulla croce.

La folla dunque, che era presente e aveva udito la voce, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato».20

Anche se fino a questo punto Gesù stava parlando con Filippo e Andrea, adesso leggiamo che era presente anche una folla. Questa folla, come altre in questo Vangelo, è divisa.21 Avevano udito qualcosa e alcuni affermavano che era stato un tuono, mentre altri dicevano che un angelo aveva comunicato con Gesù. Non è chiaro se qualcuno tra la folla avesse udito le parole vere e proprie.

Gesù rispose e disse: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi».22

Che le persone avessero udito un tuono o pensassero che era stato un angelo a parlare, Gesù indicò chiaramente che la voce dal cielo era un segno rivolto a loro che la preghiera di Gesù era stata udita e una risposta ricevuta.

«Ora è il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo».23

Gesù si riferì a Satana come al principe di questo mondo qui e in altri punti di questo Vangelo.24 Nelle epistole di Paolo Satana è chiamato il dio di questo mondo.25

«Ed io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me». Or egli diceva questo, per indicare di qual morte egli doveva morire.26

La frase quando sarò innalzato dalla terra si riferisce al modo in cui sarebbe morto sulla croce. In un punto precedente di questo Vangelo Gesù aveva detto a Nicodemo:

Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.27

La frase di Gesù, attirerò tutti a me, è stata interpretata in vari modi. Alcuni pensano che parli di una salvezza universale; per altri significa tutti i gruppi etnici, piuttosto che i singoli individui, il che indicherebbe sia i Gentili che il popolo ebreo. Nel contesto di questi versetti, probabilmente si riferisce alla presenza dei Greci.

La folla gli rispose: «Noi abbiamo appreso dalla legge che il Cristo rimane in eterno; ora come puoi tu dire che il Figlio dell’uomo deve essere innalzato? Chi è questo Figlio dell’uomo?»28

Gesù disse ai suoi ascoltatori che sarebbe morto, cosa che era in conflitto con l’idea che la folla aveva del Messia, cioè che sarebbe rimasto per sempre. Comunque entrambe le cose sono vere. Gesù doveva essere innalzato, tuttavia sarebbe rimasto per sempre. L’aveva già affermato quando aveva detto: «Lo schiavo non rimane sempre nella casa; il figlio invece vi rimane per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi».29 La folla non capì. Consideravano la morte l’atto finale, incompatibile con il “rimanere per sempre”. Terminano chiedendo: Chi è questo Figlio dell’uomo? Praticamente chiedono a Gesù chi fosse. Vogliono sapere come poteva affermare di essere il Messia, che deve rimanere per sempre, e allo stesso tempo ammettere che sarebbe stato crocifisso.

Gesù allora disse loro: «La luce è con voi ancora per un po’; camminate mentre avete la luce, affinché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va».30

Invece di rispondere direttamente alla loro precedente domanda — Chi è questo figlio dell’uomo? — o di dichiarare esplicitamente di essere il Cristo, Gesù parlò di Sé come della “luce”. Questo rispecchia ciò che era stato dichiarato all’inizio di questo Vangelo.

In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini. La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno sopraffatta.31

La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l’ha conosciuto.32

Un po’ prima in questo Vangelo Gesù aveva fatto notare che la manifestazione della “luce” era limitata nel tempo. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo».33

«Mentre avete la luce, credete nella luce, affinché diventiate figli di luce». Queste cose disse Gesù; poi se ne andò e si nascose da loro.34

Nella metafora, Gesù è la luce. Dicendo “credere nella luce”, Gesù intende dire “credere in Me”. Diventare figli della luce significa diventare persone della luce, persone che appartengono a Dio. Come scrisse l’apostolo Paolo:

Voi tutti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre.35

Disse anche:

Un tempo infatti eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore; camminate dunque come figli di luce, poiché il frutto dello Spirito consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità.36

Come credenti, siamo tutti figli della luce.37


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Matteo, Marco e Luca.

2 Giovanni 12,20.

3 Giovanni 12,21–22.

4 Giovanni 12,23.

5 Giovanni 2,4.

6 Giovanni 7,30.

7 Giovanni 12,24.

8 Giovanni 3,3.

9 Giovanni 6,53.

101 Corinzi 15,36.

11 Giovanni 12,25.

12 1 Giovanni 2,15–16.

13 Matteo 6,19–21.

14 Giovanni 12,26.

15 Giovanni 12,27.

16 Matteo 26,39; Marco 14,35–36; Luca 22,42.

17 Giovanni 12,28.

18 Matteo 3,16–17; Marco 1,7–11; Luca 3,21–22.

19 Matteo 17,1–5; Marco 9,1–7; Luca 9,28–35.

20 Giovanni 12,29.

21 Giovanni 7,12.40–43.

22 Giovanni 12,30.

23 Giovanni 12,31.

24 Giovanni 14,30.16,11.

25 2 Corinzi 4,4.

26 Giovanni 12,32–33.

27 Giovanni 3,14–15.

28 Giovanni 12,34.

29 Giovanni 8,35–36.

30 Giovanni 12,35.

31 Giovanni 1,4–5 NR.

32 Giovanni 1,9–10 NR.

33 Giovanni 9,4–5 CEI.

34 Giovanni 12,36.

35 1 Tessalonicesi 5,5.

36 Efesini 5,8–9.

37 Giovanni 12,36.


Pubblicato originariamente in inglese il 6 aprile 2021.