Gesù – la sua vita e il suo messaggio: i miracoli (parte 12)

Gennaio 6, 2018

di Peter Amsterdam

Scacciare demòni* (parte 2)

[Jesus—His Life and Message: Miracles—Casting Out Demons (Part 2)]

Nei Vangeli sinottici1 leggiamo di alcuni casi in cui Gesù scacciò i demoni. L’esorcismo costituiva una parte importante del suo ministero di proclamare la liberazione ai prigionieri e rimettere in libertà gli oppressi.2 I Vangeli contengono diverse affermazioni generiche che dimostrano come Gesù scacciò i demoni in molti posti e in vari momenti.

Ed egli andò predicando nelle loro sinagoghe per tutta la Galilea e scacciando demoni.3

Egli ne guarì molti, colpiti da varie malattie, e scacciò molti demoni.4

Ora, fattosi sera, gli furono presentati molti indemoniati; ed egli, con la parola, scacciò gli spiriti e guarì tutti i malati.5

Liberò uomini, donne e bambini dalle catene di Satana.6 Diede potere sopra i demoni anche si suoi discepoli.

Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire qualunque malattia e qualunque infermità.7

Il primo dei due esorcismi che esamineremo in questa serie è descritto in tutti e tre i Vangeli sinottici. In ognuno dei casi questa storia segue quella della trasfigurazione di Gesù – quando Gesù portò tre dei suoi discepoli su un monte dove ci fu l’apparizione di una luce brillante emanante dal suo corpo.8 Il resto dei discepoli rimase giù in basso e quando Gesù e quelli che lo accompagnavano ritornarono, videro intorno a loro una gran folla e degli scribi che discutevano con loro. Subito tutta la gente, come vide Gesù, fu sorpresa e accorse a salutarlo. Egli domandò: «Di che cosa discutete con loro?» Uno della folla gli rispose: «Maestro, ho condotto da te mio figlio che ha uno spirito muto; e, quando si impadronisce di lui, dovunque sia, lo fa cadere a terra; egli schiuma, stride i denti e rimane rigido. Ho detto ai tuoi discepoli che lo scacciassero, ma non hanno potuto».9 Dopo aver scacciato i demoni con successo in altre occasioni, questa volta per qualche motivo i discepoli non furono in grado di farlo.

Dalla descrizione dei sintomi del ragazzo, molti studiosi biblici pensano che fosse un caso di epilessia. Comunque, come vediamo dalla spiegazione del padre, il demonio spesso lo ha gettato nel fuoco e nell’acqua per farlo perire,10 il che va oltre gli effetti dell’epilessia.

Gesù rispose loro:

«O generazione incredula, fino a quando sarò con voi? Fino a quando vi sopporterò? Portatelo da me».11

Qui Gesù parla sia ai discepoli che alla folla. Manifesta la sua esasperazione per la loro mancanza di fede. Non è certo se si riferisse alla mancanza di fede del padre o dei discepoli. Immediatamente prima di questo episodio, Gesù si era trasfigurato sulla montagna e Pietro, Giacomo e Giovanni non erano riusciti a capirne il significato; poi, scendendo dalla montagna scoprì che gli altri nove discepoli non erano riusciti a scacciare un demonio, cosa che in precedenza avevano fatto.

Gesù ordinò che gli portassero il ragazzo.

Ed essi glielo portarono. Ma appena lo vide, lo spirito lo scosse con violenza, e il fanciullo, caduto a terra, si rotolava schiumando. E Gesù domandò al padre di lui: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli disse: «Dalla sua infanzia. E spesso lo ha gettato nel fuoco e nell’acqua per distruggerlo».12

Era una situazione molto triste. Il ragazzo soffriva di quest’afflizione fin da bambino e il demonio era deciso a ucciderlo bruciandolo o annegandolo. Dopo aver visto Gesù, lo spirito maligno divenne violento, ma a differenza di altri esorcismi fatti da Gesù, in cui i demoni parlarono o gridarono,13 qui il demone non disse niente, probabilmente perché il mutismo era parte di come si manifestava la possessione. La lunghezza del tempo in cui il ragazzo aveva patito questa afflizione e le conseguenze della possessione dimostravano la forza di questo particolare demonio. Dimostrò anche la forza superiore della potenza spirituale di Gesù.

Il padre disse a Gesù:

«Se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci».14

Dato che i discepoli non erano riusciti a esorcizzarlo, forse il padre non era sicuro che Gesù potesse farlo, così disse: “Se tu puoi qualcosa, aiutaci”. Le prime parole della risposta di Gesù — “Se puoi!”15 — indicano la sua sorpresa che il padre pensasse che non era in grado di farlo. Poi disse: Ogni cosa è possibile a chi crede. Qui Gesù enfatizza la frase con un’iperbole, in cui l’espressione “ogni cosa” è usata per sottolineare l’importanza di avere fede.

Il padre capì:

Subito il padre del bambino esclamò: «Io credo; vieni in aiuto alla mia incredulità».16

La fede del padre era debole, ma chiese lo stesso a Gesù di aiutarlo ad averne quanto bastava perché suo figlio potesse guarire.

Gesù, vedendo che la folla accorreva, sgridò lo spirito immondo, dicendogli: «Spirito muto e sordo, io te lo comando, esci da lui e non rientrarvi più».17

Il fatto che agì quando vide che la folla si stava avvicinando, sembra indicare che preferiva non attirare troppa attenzione sulla guarigione del ragazzo, proprio come fece in altri casi di altre guarigioni.18 Il comando di Gesù al demonio perché se ne andasse è rivolto direttamente a lui ed costituito di due parti: uscire dal ragazzo e non rientrarvi più. Aggiungendo l’ordine di non rientrarvi più, Gesù indicò che è possibile che un demonio ritorni in una persona esorcizzata. In un altro punto dei Vangeli leggiamo: «Quando lo spirito immondo è uscito da un uomo, vaga per luoghi aridi, cercando riposo e non lo trova. Allora dice: “Ritornerò nella mia casa da dove sono uscito”; ma quando giunge, la trova vuota, spazzata e adorna; va allora a prendere con sé altri sette spiriti peggiori di lui, i quali entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».19

Il demone, gridando e straziandolo grandemente, se ne uscì. E il fanciullo divenne come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò, ed egli si alzò in piedi.20

Anche se il demonio era sembrato ignorare l’ordine dei discepoli di andarsene, al comando di Gesù dovette ubbidire. Alcuni commentatori pensano che il ragazzo fosse morto e Gesù lo avesse risuscitato, perché le sue parole sono simili a quelle che disse quando guarì la figlia di Iairo:

Le prese la mano ed esclamò dicendo: «Fanciulla, alzati!»21

Comunque, la maggior parte dei commentatori ritengono che probabilmente il ragazzo fosse svenuto a causa della sua esperienza traumatica, vista la frase: divenne come morto.

Quando Gesù fu entrato in casa, i suoi discepoli gli domandarono in privato: «Perché non abbiamo potuto scacciarlo noi?» Egli disse loro: «Questa specie di spiriti non si può fare uscire in altro modo che con la preghiera».22

Un po’ prima nel Vangelo di Marco, e anche in quello di Luca, leggiamo che dopo che Gesù diede ai discepoli potere di esorcizzare i demoni, scacciavano molti demoni e ungevano con olio molti infermi, e li guarivano.23Or i settanta tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni ci sono sottoposti nel tuo nome».24 Gesù aveva dato ai discepoli l’autorità di scacciare i demoni nel suo nome. Nelle istruzioni che aveva dato loro prima che andassero, non aveva accennato al fatto che dovessero pregare, perché comandare ai demoni con l’autorità del suo nome era sufficiente a scacciarli. In nessuno dei racconti di quando i discepoli scacciarono i demoni si accenna a che avessero pregato prima di esorcizzarli.

I discepoli rimasero sorpresi di non essere riusciti a scacciare questo e ne rimasero confusi. Gesù chiarì che in alcuni casi comandare ai demoni nell’autorità del suo nome non era sufficiente; in tal caso era necessario invocare l’aiuto di Dio in preghiera. (La versione LND aggiunge “e digiuno”, suggerendo che per cacciare alcuni demoni sono necessari sia la preghiera sia il digiuno. Anche se le parole e digiuno si trovano in molti dei primi manoscritti greci, non sono incluse in alcuni dei più antichi e importanti. Visto il contesto precedente — che fino a quel punto i discepoli di Gesù non avevano avuto istruzioni di pregare prima di scacciare i demoni e che avevano avuto successo nel farlo anche senza pregare specificamente — sembra che qui l’accento fosse sulle istruzioni di Gesù di pregare e non tanto che dovessero anche digiunare.)

Il tempo che i discepoli passarono con Gesù era il loro periodo d’addestramento. Stavano imparando. Solo dopo l’ascensione di Gesù al cielo e l’infusione dello Spirito Santo ricevettero la piena potenza necessaria per il loro ministero di diffondere il Vangelo in tutto l’impero romano e oltre.

Ecco alcune possibilità riguardanti i motivi per cui non poterono scacciare questo demonio, pur avendone scacciati altri con successo:

Uno scrittore dice:

Questo è l’unico episodio nel Vangelo di Marco in cui i discepoli sono chiaramente indicati come degli incompetenti, incapaci di fare qualcosa che in precedenza Gesù aveva dato loro il potere di fare. Tuttavia è difficile dubitare che la loro mancanza di potenza fosse dovuta in qualche modo alla loro mancanza di comprensione o di fede. In questo caso, non sanno che in realtà non sono liberi di usare a piacimento il potere di esorcizzazione che hanno ricevuto. Gesù li informa che il loro fallimento è dovuto al fatto che quel tipo di esorcismo richiede preghiera, cioè il fare affidamento costante sulla fonte della potenza. La potenza è trasmessa dalla comunione con l’Onnipotente; non risiede intrinsecamente nei discepoli in maniera continua senza quella comunione.25

Altri pensano che Gesù volesse indicare che ci sono casi di possessione demoniaca più difficili di altri; che, essendoci una certa gerarchia di demoni, alcuni sono più forti di altri. Nessuno era troppo forte per Gesù, ma questo demonio era più forte di quelli che i discepoli avevano affrontato fino a quel punto. In presenza di demoni forti come questo, sarebbero necessari sia la preghiera, sia l’ordine di andarsene nel nome di Gesù.

Altri interpretano il fatto come se fosse dovuto alla poca fede dei discepoli (anche se in continua crescita). Nel Vangelo di Matteo leggiamo:

Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, dissero: «Perché non siamo stati capaci di scacciarlo?». E Gesù disse loro: «Per la vostra incredulità; perché io vi dico in verità che, se avete fede quanto un granel di senape, direte a questo monte: “Spostati da qui a là”, ed esso si sposterà; e niente vi sarà impossibile».26

Gesù fece spesso riferimento alla loro “poca fede”,27 probabilmente come stimolo perché la facessero crescere. Notate che quando Gesù accennò all’avere la fede di spostare un monte, parlava di nuovo iperbolicamente, per sottolineare che la fede in Dio può fare cose che sembrano impossibili.

Per come la vedo io, ciò che Gesù stava insegnando sembra includere gli elementi di quattro insegnamenti: (1) sembra probabile che alcuni demoni abbiano più potere di altri e quindi sia necessario pregare per scacciarli; (2) è possibile anche che i discepoli avessero acquistato troppa fiducia nelle loro capacità, dato che avevano già avuto successo nello scacciare i demoni; (3) dato che in un certo senso erano ancora degli apprendisti e stavano attraversando un periodo d’addestramento, la loro fede, anche se in crescita, in questo caso non era abbastanza forte; (4) il potere di scacciare i demoni viene da Dio e non era insito nei discepoli stessi.

Quest’ultimo punto è la lezione principale. Anche se questo demonio in particolare era troppo forte per i discepoli, Gesù gestì facilmente la situazione e lo scacciò con successo. Le capacità di Gesù erano molto superiori a quelle dei suoi discepoli, perché anche se loro avevano scacciato i demoni con l’autorità del nome di Gesù, Gesù lo faceva mediante la propria autorità — l’autorità di Dio.

Uno degli scopi dei Vangeli era ed è il dimostrare che Gesù era più che semplicemente umano. Anche se era un uomo, era anche Dio e come tale aveva un potere che superava quello di chiunque altro, compresi i suoi discepoli. Aveva dato loro il potere straordinario di fare miracoli e scacciare i demoni, ma la sua potenza, in quanto Figlio di Dio, era molto superiore.

(Questo argomento continuerà in “Scacciare i demòni, parte tre”.)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


Bibliografia generale

Bailey, Kenneth E. Jesus Through Middle Eastern Eyes. Downers Grove: InterVarsity Press, 2008.

Biven, David. New Light on the Difficult Words of Jesus.Holland: En-Gedi Resource Center, 2007.

Bock, Darrell L. Jesus According to Scripture. Grand Rapids: Baker Academic, 2002.

Brown, Raymond E. The Birth of the Messiah. New York: Doubleday, 1993.

Brown, Raymond E. The Death of the MessiahVols 1,2. New York: Doubleday, 1994.

Charlesworth, James H. (editor). Jesus’ Jewishness, Exploring the Place of Jesus Within Early Judaism.New York: The Crossroad Publishing Company, 1997.

Edersheim, Alfred. The Life and Times of Jesus the Messiah. Updated Edition. Hendrickson Publishers, 1993.

Elwell, Walter A., and Robert W. Yarbrough. Encountering the New Testament. Grand Rapids: Baker Academic, 2005.

Evans, Craig A. World Biblical Commentary: Mark 8:27–16:20. Nashville: Thomas Nelson, 2000.

Flusser, David. Jesus. Jerusalem: The Magnes Press, 1998.

Flusser, David, and R. Steven Notely. The Sage from Galilee: Rediscovering Jesus’ Genius. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 2007.

Green, Joel B., and Scot McKnight, eds. Dictionary of Jesus and the Gospels. Downers Grove: InterVarsity Press, 1992.

Green, Joel B. The Gospel of Luke. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 1997.

Guelich, Robert A. World Biblical Commentary: Mark 1–8:26. Nashville: Thomas Nelson, 1989.

Jeremias, Joachim. Jerusalem in the Time of Jesus. Philadelphia: Fortress Press, 1996.

Jeremias, Joachim. Jesus and the Message of the New Testament. Minneapolis: Fortress Press, 2002.

Jeremias, Joachim. New Testament Theology. New York: Charles Scribner’s Sons, 1971.

Jeremias, Joachim. The Eucharistic Words of Jesus. Philadelphia: Trinity Press International, 1990.

Lloyd-Jones, D. Martyn.Studies in the Sermon on the Mount.Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 1976.

Manson, T. W. The Sayings of Jesus. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 1957.

Manson, T. W. The Teaching of Jesus. Cambridge: University Press, 1967.

Michaels, J. Ramsey. The Gospel of John. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 2010.

Morris, Leon. The Gospel According to Matthew.Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 1992.

Pentecost, J. Dwight. The Words & Works of Jesus Christ.Grand Rapids: Zondervan, 1981.

Sanders, E. P. Jesus and Judaism.Philadelphia: Fortress Press, 1985.

Sheen, Fulton J. Life of Christ. New York: Doubleday, 1958.

Spangler, Ann, and Lois Tverberg.Sitting at the Feet of Rabbi Jesus. Grand Rapids: Zondervan, 2009.

Stein, Robert H. Jesus the Messiah, Downers Grove: InterVarsity Press, 1996.

Stein, Robert H. The Method and Message of Jesus’ Teachings, Revised Edition. Louisville: Westminster John Knox Press, 1994.

Stott, John R. W. The Message of the Sermon on the Mount. Downers Grove: InterVarsity Press, 1978.

Wood, D. R. W., I. H. Marshall, A. R. Millard, J. I. Packer, and D. J. Wiseman, eds. New Bible Dictionary. Downers Grove: InterVarsity Press, 1996.

Wright, N. T. Jesus and the Victory of God. Minneapolis: Fortress Press, 1996.

Wright, N. T.The Resurrection of the Son of God.Minneapolis: Fortress Press, 2003.

Yancey, Philip. The Jesus I Never Knew. Grand Rapids: Zondervan, 1995.

Young, Brad H. Jesus the Jewish Theologian. Grand Rapids: Baker Academic, 1995.


1 Matteo, Marco e Luca.

2 Luca 4,18.

3 Marco 1,39.

4 Marco 1,34.

5 Matteo 8,16.

6 Uomini: Matteo 9,32–33; Donne: Marco 16,9; Ragazza: Matteo 15,22–28; Ragazzo: Matteo 17,15–20.

7 Matteo 10,1 NR. Anche Marco 3,14–15.

8 Matteo 17,1–9; Marco 9,2–8; Luca 9,28–36.

9 Marco 9,14–18.

10 Marco 9,22.

11 Marco 9,19.

12 Marco 9,20–22.

13 «Che c'è fra noi e te, Gesù Nazareno? Sei venuto per mandarci in perdizione? Io so chi sei: il Santo di Dio!» (Marco 1,24 NR).

E gli spiriti immondi, quando lo vedevano, si gettavano davanti a lui e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!» Ed egli ordinava loro con insistenza di non rivelare la sua identità (Marco 3,11–12).

Vedi anche Marco 5,7.9–10.

14 Marco 9,22.

15 Marco 9,23.

16 Marco 9,24 NR.

17 Marco 9,25 NR.

18 Marco 1,38–44; 3,11–12; 7,36; 8,26.

19 Matteo 12,43–45.

20 Marco 9,26–27.

21 Luca 8,54.

22 Marco 9,28–29.

23 Marco 6,13 NR.

24 Luca 10,17.

25 Witherington, The Gospel of Mark, 265–66.

26 Matteo 17,19–20.

27 Matteo 6,30; 8,26; 14,31; 16,8.

*C’è una certa differenza tra dèmone, dèmoni e demònio, demòni. Dèmone, nella storia delle religioni, nonché nella filosofia platonica, è una divinità inferiore, intermedia tra il divino e l’umano, una specie di “genio” che influisce beneficamente o maleficamente sulle azioni umane. Nella tradizione cristiana, demònio è sinonimo di diavolo, spirito e simbolo del male [NdT].


Pubblicato originariamente in Inglese il 27 giugno 2017.