Gesù — la sua vita e il suo messaggio: la Morte di Gesù (parte 5)

Febbraio 13, 2023

di Peter Amsterdam

[Jesus—His Life and Message: The Death of Jesus (Part 5)]

Nei Vangeli di Matteo e di Marco leggiamo che intorno all’ora nona (15:00) Gesù gridò con gran voce dicendo: «Elì, Elì, lammà sabactani?». Cioè: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»1 leggiamo anche che qualcuno prese una spugna, l’inzuppò d’aceto e, infilatala in cima ad una canna, gli diede da bere.2 Poi Gesù gridò un’ultima volta e morì.

Il Vangelo di Matteo dice: Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rese lo spirito.3 Il Vangelo di Marco dice che Gesù, emesso un forte grido, rese lo spirito.4 Il Vangelo di Giovanni afferma: Quando Gesù ebbe preso l’aceto, disse: «È compiuto». E, chinato il capo, rese lo spirito.5 Nel Vangelo di Luca leggiamo: E Gesù, gridando con gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani rimetto il mio spirito». E detto questo, rese lo spirito.6

Tutti e quattro i Vangeli raccontano gli avvenimenti dopo che Gesù rese lo spirito e li esamineremo qui. Il Vangelo di Giovanni spiega:

I Giudei, essendo il giorno di Preparazione, affinché i corpi non rimanessero sulla croce il sabato, perché quel sabato era un giorno di particolare importanza, chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. I soldati dunque vennero e spezzarono le gambe al primo e poi anche all’altro, che era crocifisso con lui; ma, arrivati a Gesù, come videro che era già morto, non gli spezzarono le gambe.7

Il giorno della preparazione è un termine tecnico per la preparazione del Sabato. Il Sabato inizia venerdì sera, quindi per la fede ebraica è necessario che ogni tipo di lavoro si fermi a quel punto. Dato che Gesù e gli altri due uomini erano stati crocifissi di venerdì, era necessario che fossero tolti dalle croci e sepolti prima che iniziasse il Sabato. E visto che Gesù e gli altri erano stati crocifissi sotto autorità di Roma, era necessario avere il permesso del governatore per togliere Gesù dalla croce e seppellirlo.

I leader giudei avevano chiesto a Pilato di far spezzare le gambe degli uomini crocifissi, perché questo li avrebbe fatti morire più rapidamente. Con le gambe spezzate non sarebbero più stati in grado di sostenere il proprio peso e non sarebbero riusciti a respirare. Se le gambe non fossero state spezzate, i crocifissi sarebbero rimasti sulla croce per giorni prima di morire; con le gambe spezzate, invece, sarebbero soffocati entro pochi minuti. Il permesso fu concesso e le gambe dei due criminali furono spezzate, causando la loro morte. Gesù, invece, era già morto, probabilmente perché era indebolito dalle frustate e dalle percosse che aveva subito prima di essere crocifisso; quindi non gli spezzarono le gambe.

Ma uno dei soldati gli trafisse il costato con una lancia, e subito ne uscì sangue ed acqua. E colui che ha visto ne ha reso testimonianza, e la sua testimonianza è verace; ed egli sa che dice il vero, affinché voi crediate. Queste cose infatti sono accadute affinché si adempisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E ancora un’altra Scrittura dice: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».8

Troviamo il racconto del soldato che trafigge Gesù con una lancia e di come sangue e acqua uscirono dal suo costato solo nel Vangelo di Giovanni. Questo Vangelo probabilmente incluse questi avvenimenti perché erano stati predetti nelle Scritture. Il costato trafitto probabilmente si riferisce a Zaccaria 12,10, che dice: Ed essi guarderanno a me, a colui che hanno trafitto; faranno quindi cordoglio per lui, come si fa cordoglio per un figlio unico, e saranno grandemente addolorati per lui, come si è grandemente addolorati per un primogenito. In Esodo 12,46 troviamo il riferimento alle ossa dell’agnello sacrificale che non vengono spezzate. L’agnello si mangerà in una sola casa; non porterete nulla della sua carne fuori di casa e non ne spezzerete alcun osso.

Il velo nel tempio

Due dei Vangeli ci raccontano che, al momento della morte di Gesù, il velo del tempio si squarciò in due. Il Vangelo di Matteo afferma:

Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo; la terra tremò e le rocce si spaccarono; i sepolcri si aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono; e, usciti dai sepolcri dopo la risurrezione di Gesù, entrarono nella santa città e apparvero a molti.9

Il Vangelo di Marco dice:

Allora il velo del tempio, si squarciò in due, dall’alto in basso. E il centurione che stava di fronte a Gesù, visto che dopo aver gridato così aveva reso lo spirito, disse: «Veramente quest’uomo era Figlio di Dio».10

Il Vangelo di Matteo inizia dal tempio e parla del velo. C’erano due veli [o tende] che dividevano il tempio in tre parti. Quando uno entrava nel tempio, si fermava nella prima parte, cui erano ammessi i laici. Uno dei veli separava la prima dalla seconda parte. Solo ai sacerdoti ebraici era consentito passare oltre il primo velo, entrando nel Luogo Santo. C’era un secondo velo a separare il Santo dal Santissimo, il cui ingresso non era consentito a nessuno, tranne al Sommo Sacerdote, che vi entrava una volta l’anno, nel Giorno dell’Espiazione, per spruzzare il sangue degli animali sacrificati e offrire incenso.

Non è certo se sia stato il velo esterno o quello più interno a squarciarsi in due. In ogni caso, l’impressione è quella di un giudizio sul tempio; e Matteo indica che simbolicamente l’ingresso al Santo fu aperto dalla morte di Gesù. Quest’idea è rafforzata da ciò che è scritto nella lettera agli Ebrei.

Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel santuario, in virtù del sangue di Gesù, che è la via recente e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e avendo un sommo sacerdote sopra la casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, in piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi per purificarli da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.11

La sepoltura

Dopo queste cose, Giuseppe d’Arimatea che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di poter prendere il corpo di Gesù; e Pilato glielo permise. Egli dunque venne e prese il corpo di Gesù.12

Tutti i Vangeli citano Giuseppe d’Arimatea. Ognuno d’essi dà qualche informazione su di lui. Il Vangelo di Matteo dice che era un uomo ricco di Arimatea, di nome Giuseppe, il quale era pure discepolo di Gesù.13 Il Vangelo di Matteo dice che era un rispettabile membro del consiglio, che aspettava anch’egli il regno di Dio.14 Il Vangelo di Luca afferma che era membro del sinedrio, uomo giusto e buono, il quale non aveva acconsentito alla deliberazione e all’operato degli altri. Egli era di Arimatea, città dei Giudei, e aspettava anch’egli il regno di Dio.15

Il Vangelo di Giovanni aggiunge che venne anche Nicodemo, che in precedenza era andato di notte da Gesù, portando una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. Essi dunque presero il corpo di Gesù e lo avvolsero in panni di lino con gli aromi, secondo il costume di sepoltura in uso presso i Giudei.16 L’usanza era di mettere quelle spezie, o aromi, tra i lenzuoli avvolti intorno al corpo. I Vangeli sinottici17 non accennano a una partecipazione di Nicodemo, ma sembra che Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo lavorarono insieme per preparare il corpo di Gesù per la sepoltura. La quantità delle spezie, mirra e aloe (circa 34 kg) era insolita. Comunque, se Nicodemo intendeva coprire completamente il corpo, probabilmente sarebbe stata necessaria una quantità simile.

In un momento in cui i discepoli di Gesù si nascondevano, questi due discepoli “segreti” vennero allo scoperto. Non avevano niente da guadagnare associandosi pubblicamente a Gesù; tuttavia, con le loro azioni si dichiararono coraggiosamente suoi seguaci e diedero a Gesù una sepoltura onorevole secondo le abitudini ebraiche. Prepararono il corpo avvolgendolo in un lenzuolo o un sudario. Misero delle spezie tra i lenzuoli. Poi portarono il corpo di Gesù in una tomba lì vicino.

Nel luogo dove egli fu crocifisso c’era un orto, e nell’orto un sepolcro nuovo nel quale non era ancora stato posto nessuno. Lì dunque, a motivo del giorno di Preparazione dei Giudei, misero Gesù, perché il sepolcro era vicino.18

Secondo il Vangelo di Matteo, questa tomba apparteneva a Giuseppe di Arimatea.

E Giuseppe, preso il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito; e lo mise nel suo sepolcro nuovo, che egli si era fatto scavare nella roccia; poi, dopo aver rotolato una grande pietra all’ingresso del sepolcro, se ne andò.19

Spesso le tombe erano scavate nella roccia ed erano chiuse da una grossa pietra. La pietra all’ingresso della tomba scorreva dentro una scanalatura in modo da sigillarne l’entrata. Poteva anche venire spostata, liberando l’entrata, in modo da poter raccogliere le ossa e per poter riusare la tomba in futuro.

La sepoltura di Gesù doveva avvenire in fretta, perché il Sabato cominciava al tramonto, dopo di che non avrebbero potuto seppellire Gesù. Ovviamente i riti della sepoltura non erano stati completati, perché il primo giorno della settimana successiva le donne sarebbero tornate alla tomba per terminarli.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Matteo 27,46; Marco 15,34.

2 Matteo 27,48; Marco 15,36.

3 Matteo 27,50.

4 Marco 15,37.

5 Giovanni 19,30.

6 Luca 23,46.

7 Giovanni 19,31–33.

8 Giovanni 19,34–37.

9 Matteo 27,51–53.

10 Marco 15,38–39.

11 Ebrei 10,19–22.

12 Giovanni 19,38.

13 Matteo 27,57.

14 Marco 15,43.

15 Luca 23,50–51.

16 Giovanni 19,39–40.

17 Matteo, Marco e Luca.

18 Giovanni 19,41–42.

19 Matteo 27,59–60.

Pubblicato originariamente in inglese il 24 maggio 2022.