Gesù — la sua vita e il suo messaggio: persecuzione

Giugno 25, 2019

di Peter Amsterdam

[Jesus—His Life and Message: Persecution]

Nel Vangelo di Matteo, Gesù parlò ai discepoli dell’opposizione e della persecuzione che avrebbero ricevuto quando sarebbero andati a predicare il vangelo. Nel capitolo 10, Gesù mandò i discepoli dando loro istruzioni di evitare i Gentili e di non entrare nelle città dei Samaritani, ma di concentrarsi sulla predicazione ai loro compatrioti ebrei, cui si riferì come alle pecore perdute della casa d’Israele.1 La predicazione ai Gentili sarebbe avvenuta dopo la sua morte e risurrezione.2 Ordinò ai discepoli di proclamare che il regno dei cieli è vicino. Dovevano guarire gli infermi, mondare i lebbrosi, risuscitare i morti, scacciare i demoni.3 Non dovevano portare con sé provviste e dovevano fermarsi nelle case di persone meritevoli.4 Diede loro anche un ordine che andava oltre la loro missione immediata a Israele e che sarebbe stato messo in pratica più tardi, quando avrebbero fatto discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato.5

Disse: Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe.6 Gesù disse ai discepoli che a volte sarebbero stati in pericolo, come le pecore, o perfino come agnelli più deboli, come dice il Vangelo di Luca.7 Le pecore non sono pronte a difendersi e in genere sono inermi davanti ad animali predatori come i lupi. Sono anche timide, nervose, facilmente spaventabili e piuttosto scarse d’intelligenza – tutte cose che le rendono indifese. Il punto di Gesù era che predicare il vangelo avrebbe messo i discepoli in situazioni in cui sarebbero stati vulnerabili.

Poiché nella storia di Adamo ed Eva nella Genesi il serpente era visto come un animale astuto, in genere i serpenti erano ritenuti scaltri e subdoli. La parola greca qui tradotta con prudenti a volte è resa con scaltro, sensato, diffidente o astuto. Le colombe erano usate come simbolo di virtù, a causa di un’antica credenza che non avessero la bile. Inoltre, le colombe, alcuni degli uccelli più comuni in Palestina in quell’epoca, erano vegetariane e quindi sempre la preda piuttosto che il predatore.8 Gesù ordinò ai suoi discepoli di comportarsi in maniera equilibrata fra l’astuzia del serpente e l’inoffensività della colomba.

Poi Gesù passò dalla metafora delle pecore e dei lupi a un parlare più semplice e spiegò ai discepoli cosa avrebbero dovuto affrontare in futuro.

Guardatevi dagli uomini, perché vi trascineranno davanti ai loro sinedri e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe. E sarete condotti davanti ai governatori e davanti ai re, per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai gentili.9

I discepoli dovevano fare attenzione ad alcune persone, ovviamente quelle in posizione d’autorità che sarebbero state in grado di trascinare i discepoli davanti a funzionari che avrebbero potuto punirli.

Ai tempi di Gesù le città ebraiche avevano dei concili religiosi locali, formati da ventitré membri che erano responsabili di mantenere l’ordine pubblico. Tra le altre cose avevano il potere di giudicare le malefatte e punire i colpevoli mediante fustigazione. L’apostolo Paolo scrisse:

Dai Giudei ho ricevuto cinque volte quaranta sferzate meno una.10

La fustigazione era una punizione standard in Israele. Le regole per la fustigazione erano scritte nel Deuteronomio:

Se il colpevole merita d’esser battuto, il giudice lo farà stendere per terra e lo farà battere in sua presenza, con un numero di colpi, secondo la gravità della sua colpa. Può fargli dare quaranta colpi, ma non di più, perché, oltrepassando ciò e battendolo con un numero maggiore di colpi, tuo fratello non sia disprezzato ai tuoi occhi.11

In seguito la quantità massima di sferzate fu stabilita a trentanove, per assicurarsi che nessuno eccedesse per sbaglio le quaranta consentite dalla legge. Le fruste usate per la fustigazione erano fatte di pelle di vitello. Un terzo delle frustate era somministrato al petto e due terzi alla schiena.

Queste fustigazioni avvenivano nella sinagoga locale, che oltre a essere un luogo di culto era anche un luogo d’istruzione; era lì che si riuniva il locale tribunale ebraico gestito dai ventitré membri del consiglio. Il processo avveniva all’interno della sinagoga ed era lì che veniva inflitta la punizione. Oltre alla persona che somministrava le frustate, dovevano essere presenti altre tre persone: la prima per leggere un brano delle Scritture, la seconda per contare i colpi e la terza per dare l’ordine prima di ogni colpo. Quando Gesù parlò di come i discepoli sarebbero stati consegnati al tribunale e fustigati, si riferiva ai tribunali ebraici e alle loro punizioni, non al sistema giudiziario romano, le cui punizioni includevano l’esecuzione.

Poi Gesù passò a predire cosa sarebbe successo più tardi, quando il Cristianesimo si sarebbe propagato oltre la Palestina e nei paesi pagani.

Sarete condotti davanti ai governatori e davanti ai re, per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai gentili.12

Gesù parlò di future persecuzioni da parte delle autorità governative dei Gentili, che avrebbero dato ai cristiani l’opportunità di testimoniare a governanti importanti e ai Gentili in generale.

Nel libro degli Atti, vediamo che si parla di Pietro e Giovanni (come rappresentanti di tutti i discepoli) come di popolani senza istruzione,13 perché erano semplici pescatori. Probabilmente, sentire Gesù annunciare che i discepoli si sarebbero presentati davanti a governanti e re fu piuttosto sconcertante per loro. In ogni caso Gesù disse loro di non preoccuparsi.

Quando essi vi metteranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come parlerete o di che cosa dovrete dire; perché in quella stessa ora vi sarà dato ciò che dovrete dire; poiché non sarete voi a parlare, ma lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.14

In precedenza, in questo stesso Vangelo, Gesù aveva detto ai discepoli di non preoccuparsi o stare in ansia per i loro bisogni materiali – cibo, acqua o vestiti – perché Dio si sarebbe preso cura di loro.15 Ora dice che, allo stesso modo, Dio sarebbe stato con loro nelle persecuzioni del futuro.

Quando saranno perseguitati, arrestati e trascinati davanti alle autorità, dovranno restare sereni, sapendo che non dovranno affidarsi alle loro limitate capacità retoriche, perché lo Spirito Santo suggerirà loro le parole da dire e parlerà attraverso di loro. Anche in altri punti dei Vangeli Gesù disse che lo Spirito sarebbe sceso sui discepoli e li avrebbe guidati e ispirati.

Il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto.16

Ma quando verrà il Consolatore che vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre mio, egli testimonierà di me.17

Ma quando verrà lui, lo Spirito di verità, egli vi guiderà in ogni verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutte le cose che ha udito e vi annunzierà le cose a venire.18

Vediamo l’adempimento di come lo Spirito Santo guiderà i discepoli in versetti come questi:

Mentre Pietro stava riflettendo sulla visione, lo Spirito gli disse: «Ecco, tre uomini ti cercano».19

Mentre attraversavano la Frigia e la regione della Galazia, furono impediti dallo Spirito Santo di annunziare la parola in Asia. Giunti ai confini della Misia, essi tentavano di andare in Bitinia, ma lo Spirito non lo permise loro.20

Gesù proseguì descrivendo la persecuzione che sarebbe arrivata:

Il fratello consegnerà a morte il fratello e il padre il figlio; e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato fino alla fine, sarà salvato.21

Questo fa eco a ciò che sta scritto nel libro di Michea:

Il figlio disonora il padre, la figlia insorge contro la madre, la nuora contro la suocera, i nemici di ognuno sono quelli di casa sua.22

In Michea il testo si riferisce al degrado della famiglia e al disprezzo che i membri di una stessa famiglia possono provare gli uni per gli altri, ma non si fa cenno che nessuno venga ucciso. Gesù aggiunse il fatto che le persone avrebbero fatto morire i loro stessi parenti. L’espressione li faranno morire indica che le autorità governative avrebbero giustiziato i cristiani dopo che i loro stessi parenti li avessero consegnati.

Ci fu certamente una persecuzione ai tempi della prima chiesa. Nel 64 d.C. il governo romano, su indicazione dell’imperatore Nerone, perseguitò ufficialmente i cristiani. Continuarono a esserci persecuzioni da allora fino al 250 d.C., ma non in tutto l’impero. Nel 250 d.C., sotto l’imperatore Decio, per lo spazio di dieci anni vi fu una persecuzione molto severa che divenne nota come “la Grande Persecuzione”. Dopo di ciò, continuò a tratti fino al 313 d.C. A quel tempo, i due imperatori romani, Costantino e Licinio, emisero un documento, noto come “Editto di Milano”, che mise ufficialmente fine alla persecuzione dei cristiani e permise alle singole persone di esercitare la religione secondo la propria coscienza. Chiaramente le persecuzioni dei cristiani sono continuate nel corso dei secoli, ma per la maggior parte non al livello di quelle dell’epoca romana.

Gesù chiede a chi soffre persecuzioni di sopportare, restare saldi nella fede e fedeli nonostante tutto. Anche se potrebbero subire il martirio, restando fedeli a Gesù nei momenti di prova arriveranno a essere “salvati”. Anche se potrebbero perdere la vita, i fedeli si ritroveranno alla presenza del Signore in eterno.

Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra, perché in verità vi dico, che non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo.23

Gesù disse ai discepoli che quando sarebbero stati perseguitati in un luogo non sarebbero stati obbligati a restare lì; sarebbero dovuti partire e andare in città più ricettive. Nel libro degli Atti leggiamo che l’apostolo Paolo lo fece molte volte.24 Non si aspettava che i discepoli rimanessero in un ambiente ostile dove correvano il pericolo di essere maltrattati e uccisi.

La seconda parte della frase – vi dico, che non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo – è un po’ difficile da capire e i commentatori della Bibbia hanno vari punti di vista al riguardo. Alcuni suggeriscono che si riferisca al ritorno di Gesù al momento del rapimento. Altri commentano che si collega alla distruzione del tempio ebraico nel 70 d.C., mentre altri ancora lo interpretano come l’incoronazione di Gesù sul trono celeste dopo la sua ascensione, come aveva detto al sommo sacerdote prima della sua crocifissione.

In avvenire voi vedrete il Figlio dell’uomo sedere alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo.25

Uno studioso ha scritto:

La varietà dei punti di vista indica che una decisione sul significato delle parole non è facile. Forse è più probabile la veduta che si riferiscano in modo insolito al punto culminante della missione di Gesù: il suo ritorno dal mondo dei morti dopo essere stato rifiutato dagli uomini. C’è un trionfo in quell’arrivo e c’è anche l’ulteriore incarico ai discepoli di portare il messaggio in tutto il mondo. Da questo punto di vista, Gesù starebbe dicendo che i discepoli devono proseguire nell’incarico che ha dato loro e che sicuramente non l’avrebbero completato prima che la sua opera sulla terra avesse raggiunto il suo culmine.26

Gesù affermò chiaramente che chi predica il vangelo subirà persecuzioni, come era successo a Lui.

Se il mondo vi odia, sappiate che ha odiato me prima di voi. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; ma poiché non siete del mondo, ma io vi ho scelto dal mondo, perciò il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: “Il servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.27

Disse anche che chi soffre persecuzione è benedetto.

Beati coloro che sono perseguitati a causa della giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli, poiché così hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi.28

Essere perseguitati per la fede non è cosa che faccia piacere, ma quando ci succede, spero che potremo avere lo stesso bell’atteggiamento manifestato dall’apostolo Paolo:

Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà l’afflizione, o la distretta, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o il pericolo, o la spada? Come sta scritto: «Per amor tuo siamo tutto il giorno messi a morte; siamo stati reputati come pecore da macello». Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati. Infatti io sono persuaso che né morte né vita né angeli né principati né potenze né cose presenti né cose future, né altezze né profondità, né alcun’altra creatura potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.29


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Matteo 10,6.

2 Atti 1,8.

3 Matteo 10,8.

4 Luca 10,5–7.

5 Matteo 28,19–20.

6 Matteo 10,16.

7 Luca 10,3.

8 R. T. France, The Gospel of Matthew (Grand Rapids: Eerdmans, 2007), 191, footnote 14.

9 Matteo 10,17–18.

10 2 Corinzi 11,24.

11 Deuteronomio 25,2–3.

12 Matteo 10,18.

13 Atti 4,13.

14 Matteo 10,19–20.

15 Matteo 6,25–34.

16 Giovanni 14,26.

17 Giovanni 15,26.

18 Giovanni 16,13.

19 Atti 10,19.

20 Atti 16,6–7.

21 Matteo 10,21–22.

22 Michea 7,6.

23 Matteo 10,23.

24 Atti 13,45–51; 14,5–7.19–20; 17,5–10.13–15.

25 Matteo 26,64.

26 Leon Morris, The Gospel According to Matthew (Grand Rapids: Eerdmans, 1992), 258.

27 Giovanni 15,18–20.

28 Matteo 5,10–12.

29 Romani 8,35–39.


Pubblicato originariamente in Inglese l’11 settembre 2018.