Gesù — la sua vita e il suo messaggio: predizioni sul tempio (parte 3)

Luglio 5, 2022

di Peter Amsterdam

[Jesus—His Life and Message: Prediction About the Temple (Part 3)]

Nota: Quando originariamente ho iniziato a scrivere sulle predizioni riguardanti il tempio di Gerusalemme, ho utilizzato il racconto nel Vangelo di Marco. Da allora ho ricevuto alcune domande a proposito del racconto parallelo in Matteo, capitolo 24. Poiché molti hanno più familiarità con la storia in Matteo e poiché quel racconto è più dettagliato e comprensivo riguardo alle predizioni sul destino del tempio e agli avvenimenti del tempo della fine, da questo momento la nostra attenzione passerà a Matteo capitolo 24.

Anche se alcuni commentatori ritengono che Matteo 24 si riferisca solo agli avvenimenti della fine, molti altri pensano che la prima parte del capitolo si riferisca a ciò che è avvenuto in passato. Poiché molti non conoscono questa veduta, ho pensato che sarebbe utile presentarla mentre prendiamo in esame questo argomento.

Come il capitolo 13 di Marco, Matteo 24 inizia parlando di come Gesù predisse la distruzione del tempio ebraico.

Mentre Gesù usciva dal tempio e se ne andava, i suoi discepoli gli si avvicinarono per fargli osservare gli edifici del tempio. Ma egli rispose loro: «Vedete tutte queste cose? Io vi dico in verità: Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sia diroccata».1

Questa predizione si avverò in meno di quarant’anni, quando il tempio ebraico fu distrutto dai Romani nel 70 d.C.

Mentre egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si avvicinarono in disparte, dicendo: «Dicci, quando avverranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell’età presente?»2

I discepoli posero tre domande a Gesù: quando avverranno queste cose, quale sarà il segno della sua venuta e quale sarà il segno della fine di questa epoca.

Gesù li ammonì:

«Guardate che nessuno vi seduca. Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”. E ne sedurranno molti».3

Gesù li avvertì riguardo a quelli che avrebbero dichiarato falsamente di essere il Messia, il liberatore del popolo ebreo. (Vedi gli esempi nella prima parte di questa serie.)

«Allora sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, perché bisogna che tutte queste cose avvengano, ma non sarà ancora la fine. Infatti si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie, pestilenze e terremoti in vari luoghi. Ma tutte queste cose saranno soltanto l’inizio delle doglie di parto».4

Gesù parlò di guerre imminenti. Storicamente, nel periodo tra il 30 e il 70 d.C. ci furono diverse guerre nel mondo antico e nell’impero romano, compresa la guerra civile a Roma negli anni 68 e 69 d.C. Gesù indicò che guerre e disastri naturali fanno parte delle esperienze umane durante tutta la storia e che non vanno interpretate come segni della fine. Guardate di non turbarvi, perché bisogna che tutte queste cose avvengano, ma non sarà ancora la fine.5 Il riferimento di Gesù all’inizio delle doglie del parto suggerisce che gli avvenimenti di cui parlava non erano imminenti.

«Allora vi sottoporranno a supplizi e vi uccideranno; e sarete odiati da tutte le genti a causa del mio nome. Allora molti si scandalizzeranno, si tradiranno e si odieranno l’un l’altro».6

Anche se non si afferma specificamente chi siano quelli che sottoporranno i credenti a supplizi e alla morte, si capisce che Gesù parlava di persone in posizione di autorità, persone con il potere di agire contro di loro. Oltre a questo ci sarebbero stati credenti che si sarebbero allontanati dalla fede. Non si riferiva a chi avrebbe avuto un momentaneo sbandamento, ma a quelli che avrebbero abbandonato la fede e avrebbero tradito gli altri discepoli.

«E sorgeranno molti falsi profeti, e ne sedurranno molti».7

Nella prima chiesa i profeti erano al secondo posto nella gerarchia indicata da Paolo:

Dio ha posto nella chiesa in primo luogo degli apostoli, in secondo luogo dei profeti, in terzo luogo dei dottori, poi miracoli...8

Nel Nuovo Testamento si fa il nome di alcuni profeti.

In quei giorni, alcuni profeti scesero da Gerusalemme ad Antiochia. E uno di loro, di nome Agabo, si alzò e per lo Spirito predisse che ci sarebbe stata una grande carestia in tutto il mondo; e questa avvenne poi sotto Claudio Cesare.9

Or Giuda e Sila, essendo anch’essi profeti, con molte parole esortarono i fratelli e li confermarono.10

Ripartiti il giorno seguente, noi che eravamo compagni di Paolo, arrivammo a Cesarea e, entrati in casa di Filippo l’evangelista che era uno dei sette, restammo presso di lui. Or egli aveva quattro figlie vergini, che profetizzavano.11

A causa del ruolo dei profeti nella prima chiesa, quelli che profetizzarono falsamente ai tempi della distruzione di Gerusalemme poterono danneggiare la fede dei discepoli, sviandoli.

Perché l’iniquità sarà moltiplicata, l’amore di molti si raffredderà.12

In questo caso la parola iniquità non si riferisce solo a un’attività criminale, ma a una vita condotta senza rispetto per la legge di Dio. In altri punti Gesù parlò dell’iniquità degli scribi e dei farisei: Voi di fuori apparite giusti davanti agli uomini; ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità.13 Uno studioso spiega: Se l’“amore” (per Dio e per il prossimo) è il principio chiave del vivere come popolo di Dio (Matteo 22,37-40) e quindi l’opposto dell’iniquità, il “raffreddamento” dell’amore indica la fine di un sincero discepolato.14

Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.15

Alla luce di ciò che è stato detto a proposito della “fine” in questo capitolo (Allora sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, perché bisogna che tutte queste cose avvengano, ma non sarà ancora la fine.16 E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine.17) si suppone che nel contesto di questi versetti la “fine” si riferisca alla distruzione del tempio, che è l’argomento della domanda fatta dai discepoli.

In che modo il vangelo del regno veniva predicato in tutto il mondo prima della distruzione del tempio? Uno studioso spiega:

Per “mondo” qui s’intende “mondo abitato”, il mondo delle persone, che all’epoca significava per lo più la zona circostante il Mediterraneo e le zone meno note a oriente, attorno alle quali si estendevano regioni misteriose oltre i margini della civiltà. In senso più stretto, il termine a volte era usato per la zona dominata dall’impero romano. La stessa frase è usata per descrivere l’estensione della carestia in Atti 11,28 e quella dell’adorazione di Diana in Atti 19,27. Questi usi suggeriscono cautela nell’interpretarlo troppo letteralmente, anche in termini del mondo allora conosciuto. Il punto è che il vangelo si diffonderà largamente fuori dalla Giudea, come certamente avvenne nei decenni successivi alla risurrezione di Gesù.18

In tutto il Nuovo Testamento troviamo riferimenti al vangelo predicato in tutto il mondo (conosciuto). Noi rendiamo grazie a Dio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, pregando continuamente per voi, perché abbiamo sentito parlare della vostra fede in Cristo Gesù e del vostro amore verso tutti i santi, a motivo della speranza che è riposta per voi nei cieli, di cui avete già sentito nella parola della verità dell’evangelo, che è giunto a voi, come pure in tutto il mondo e porta frutto e cresce, come avviene anche tra di voi, dal giorno in cui udiste e conosceste la grazia di Dio in verità.19 La fede dunque viene dall’udire, e l’udire viene dalla parola di Dio. Ma io dico: Non hanno essi udito? Anzi, «La loro voce è corsa per tutta la terra, e le loro parole fino agli estremi confini del mondo».20

«Quando dunque avrete visto l’abominazione della desolazione, predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo (chi legge intenda), allora coloro che sono nella Giudea fuggano ai monti.21

Un segno che la fine è vicina sarebbe il collocamento dell’abominazione della desolazione nel tempio a Gerusalemme. Nel libro di Daniele l’abominazione che causa la desolazione si riferisce a un terribile sacrilegio che sarebbe stato causato dal “re del settentrione”, quando avrebbe abolito i regolari sacrifici nel tempio a Gerusalemme.22 L’episodio predetto da Daniele ebbe luogo quando il re seleucide Antioco Epifane conquistò Gerusalemme nel 167 a.C. e proibì i sacrifici ebraici; poi impose il collocamento di un altare per i sacrifici pagani su quello degli olocausti nel tempio. Rimase lì per tre anni, fino alla rivolta dei Maccabei, quando il popolo ebreo riprese controllo di Gerusalemme e purificò il tempio. Gesù indicò che allo stesso modo il tempio sarebbe stato nuovamente profanato. Questo avvenne quando i conquistatori romani entrarono nel tempio e infine lo distrussero. Gesù disse che chi fosse stato in Giudea sarebbe dovuto fuggire quando l’esercito romano avrebbe assediato Gerusalemme. Il Vangelo di Luca dice: Allora, coloro che sono nella Giudea fuggano sui monti; e coloro che sono in città se ne allontanino; e coloro che sono nei campi non entrino in essa. Poiché questi sono giorni di vendetta, affinché tutte le cose che sono scritte siano adempiute.23

Chi si trova sulla terrazza della casa, non scenda a prendere qualcosa di casa sua; e chi è nei campi, non torni indietro a prendere il suo mantello. Ma guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni! E pregate che la vostra fuga non accada d’inverno, né di sabato.24

Gesù indicò che nessuna città o villaggio in Giudea sarebbe stato sicuro, quindi gli abitanti della zona avrebbero dovuto trovare rifugio sui monti. Gli esempi usati da Gesù indicavano l’urgenza della situazione. Chi era sulla terrazza non avrebbe nemmeno dovuto sprecare tempo a tornare in casa per prendersi una borsa per il viaggio. Gli operai nei campi, che si erano tolti il mantello per lavorare, non avrebbero dovuto perdere tempo a cercarli prima di scappare. Indicò anche che una fuga rapida sarebbe stata specialmente difficile per le donne che erano incinte o avevano bambini nati da poco, e che il duro clima invernale avrebbe reso le cose ancora più difficili. Può fare molto freddo in inverno sui monti della Giudea; le forti piogge possono causare allagamenti, rendendo molto difficile viaggiare.

La preghiera che la fuga non avvenisse di sabato aveva a che fare con la legge giudaica che limitava la distanza che si poteva percorrere durante il sabbath: fino a un massimo di duemila cubiti (circa 914 metri). Di conseguenza, se uno doveva fuggire, ma era condizionato dalle regole sabbatiche, praticamente non avrebbe potuto farlo. Un altro possibile motivo sarebbe stato che di sabato i negozi sarebbero stati chiusi e i servizi non disponibili, rendendo ancora più difficile affrontare un viaggio imprevisto.

Perché allora vi sarà una tribolazione così grande, quale non vi fu mai dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne si salverebbe; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati.25

Lo storico ebreo Giuseppe, che era un sacerdote e uno studioso e visse durante la distruzione di Gerusalemme, parlò degli orrori dell’assedio di Gerusalemme. Un altro scrittore dice: Gli orrori furono effettivamente “abbreviati” dalla cattura della città da parte dei Romani dopo cinque mesi, portando un sollievo materiale alle persone sopravvissute alla fame nella città.26

Gli eletti cui si fa riferimento qui (il popolo di Dio) saranno menzionati di nuovo più tardi in questo capitolo. Sono quelli che appartengono al Figlio dell’Uomo. Il concetto di popolo eletto di Dio, che in precedenza si riferiva al popolo ebreo, viene applicato qui agli ebrei che credono in Cristo, insieme a tutti quelli che credono in Lui fin dalle estremità della terra.

(Continua.)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Matteo 24,1–2 NR.

2 Matteo 24,3 NR.

3 Matteo 24,4–5.

4 Matteo 24,6–8.

5 Matteo 24,6.

6 Matteo 24,9–10.

7 Matteo 24,11.

8 1 Corinzi 12,28.

9 Atti 11,27–28.

10 Atti 15,32.

11 Atti 21,8–9.

12 Matteo 24,12.

13 Matteo 23,28.

14 France, The Gospel of Matthew, 907.

15 Matteo 24,13.

16 Matteo 24,6.

17 Matteo 24,14 NR.

18 France, The Gospel of Matthew, 909.

19 Colossesi 1,3–6.

20 Romani 10,17–18.

21 Matteo 24,15–16.

22 Daniele 8,13; 9,27; 11,31, 12,11.

23 Luca 21,21–22.

24 Matteo 24,17–20.

25 Matteo 24,21–22.

26 France, The Gospel of Matthew, 915.


Pubblicato originariamente in inglese il 2 marzo 2021.