Gesù – la sua vita e il suo messaggio: il sermone sul monte

Aprile 25, 2017

di Peter Amsterdam

Conclusione

[Jesus—His Life and Message: The Sermon on the Mount, Conclusion]

Alla fine del Sermone sul monte, il settimo capitolo di Matteo dice:

Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, la folla si stupiva del suo insegnamento, perché egli insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi.1

La gente riconosceva che Gesù era diverso dagli altri insegnanti religiosi del tempo.2 Per loro era chiaro che Lui era una persona unica, non solo negli insegnamenti, ma anche per chi era. In tutto il Sermone Gesù fece affermazioni clamorose, mediante le quali rivelò certe cose su di Sé. Diamo un’occhiata.

Disse loro che sapeva se qualcuno sarebbe entrato nel regno di Dio e anche che posizione avrebbe avuto una volta giunto là.

Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto. Chi dunque avrà violato uno di questi minimi comandamenti e avrà così insegnato agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno dei cieli; ma chi li avrà messi in pratica e insegnati sarà chiamato grande nel regno dei cieli. Poiché io vi dico che se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei, non entrerete affatto nel regno dei cieli.3

Ripetendo più volte durante il Sermone: Voi avete udito che fu detto agli antichi … ma io vi dico…,4 Gesù affermava di sapere come Dio vede le cose. Insegnando ai suoi discepoli il Padre Nostro, rivelò di sapere in che modo uno dovrebbe indirizzarsi a Dio e per cosa dovrebbe pregare.5 Dicendo: Molti mi diranno in quel giorno: “Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti?”. E allora dichiarerò loro: “Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità”,6 si identificava come giudice e descriveva come avrebbe agito.

Concluse il Sermone dicendo ai suoi ascoltatori che avrebbero retto o sarebbero caduti a seconda di come avrebbero reagito alle sue parole.

Perciò, chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, io lo paragono ad un uomo avveduto, che ha edificato la sua casa sopra la roccia. Chiunque invece ode queste parole e non le mette in pratica, sarà paragonato ad un uomo stolto, che ha edificato la sua casa sulla sabbia. Cadde poi la pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa; essa crollò e la sua rovina fu grande.7

Con queste affermazioni straordinarie su di Sé, non c’è da stupirsi che la gente rimasse attonita davanti ai suoi insegnamenti. Non esitava a correggere gli insegnamenti degli scribi e dei farisei, mentre invece dichiarava la propria autorità e quella dei suoi insegnamenti. Dicendo “ma io vi dico”, dichiarava loro di avere l’autorità di dare un’interpretazione spirituale della Legge di Mosè, mentre gli altri leader religiosi non l’avevano compresa a fondo. Anzi, andò oltre, dicendo che le persone sarebbero state giudicate da come avrebbero reagito a “queste mie parole”. Spiegava loro che ci sarebbero state delle conseguenze per chiunque avesse ascoltato le sue parole ma non le avrebbe messe in pratica. Si spinse ancora oltre dicendo loro che sarebbero stati beati quando gli altri avrebbero mentito e detto ogni sorta di male contro di loro per causa mia.8 Non disse che sarebbero stati benedetti per aver sofferto per Dio, ma specificamente per Lui.

Poi proseguì dicendo:

Non pensate che io sia venuto ad abrogare la legge o i profeti; io non sono venuto per abrogare, ma per portare a compimento.9

Lo scrittore e pastore Martyn Lloyd-Jones nota:

Guardate un attimo questa espressione straordinaria: “che io sia venuto”. Da dove era venuto? Lui era quello che era arrivato in questo mondo; non era semplicemente nato, era venuto qui provenendo da un’altra parte. Era venuto dall’eternità, dal cielo, era venuto dal seno del Padre. […] Dice sempre: “Sono venuto”. Spiega loro che non appartiene a questo mondo, ma che è venuto in questa vita e in questo mondo dalla gloria celeste, dall’eternità. Dice: “Io e il Padre siamo uno”.10

Dicendo ai suoi ascoltatori che era venuto a portare a compimento la Legge e i Profeti, Gesù indicò che stava adempiendo tutte le profezie sul Messia promesso, che era Colui di cui avevano parlato i profeti del Vecchio Testamento. Diceva anche di aver condotto una vita perfetta secondo i dettami della Legge. Rese ben chiaro di essere anche Colui che si sarebbe seduto sul trono dei cieli per giudicare tutte le nazioni e tutti i popoli.

Il Sermone sul Monte contiene alcuni degli insegnamenti di Gesù più belli e importanti. Allo stesso tempo, evidenzia non soltanto gli insegnamenti, ma anche l’Insegnante. Il Sermone è importante perché sono tutti insegnamenti di Gesù; il motivo per cui è importante è per quello che Lui è. Non basta dire: “Signore, Signore, abbiamo letto e osservato i tuoi insegnamenti”, anche se è una cosa che dobbiamo fare. È più importante dire: “Signore, sono tuo”.

Molte persone nel corso dei secoli hanno fatto diversi commenti sul Sermone sul Monte, chiamandolo una grande opera letteraria e di insegnamenti morali, e ovviamente lo è; spesso, però, viene ignorato il punto principale del Sermone, cioè che la persona che disse quelle parole è il Figlio di Dio. Le parole che rivolse ai suoi discepoli (allora e adesso) descrivono chi crede in Lui, chi è pieno dello Spirito Santo ed è entrato nel regno di Dio.

Anche se siamo ancora dei peccatori e non siamo assolutamente perfetti, per la nostra fede in Lui e l’infusione dello Spirito Santo siamo rinnovati e costantemente conformati a Cristo. Di conseguenza dobbiamo sforzarci di allineare i nostri pensieri e le nostre azioni con i suoi insegnamenti, seguendo il modello che Lui ci ha dato nei Vangeli. Abbiamo fame e sete di giustizia; facciamo del nostro meglio per amare gli altri, anche quelli che ci augurano il male; ci riconciliamo con gli altri; il nostro sì è sì e il nostro no è no. Diamo con generosità, in segreto; preghiamo, in segreto; perdoniamo gli altri; abbiamo il giusto rapporto con il denaro e le cose; evitiamo di essere in ansia e confidiamo che nostro Padre sappia di cosa abbiamo bisogno e si prenderà cura di noi. Non critichiamo né giudichiamo gli altri; li trattiamo come vorremmo essere trattati noi.

Anche con l’aiuto dello Spirito Santo, nessuno di noi è perfetto; ma siamo figli di Dio, stiamo maturando e imparando a conformarci sempre di più all’immagine di suo Figlio. Con la guida dello Spirito Santo, con il nostro desiderio e i nostri sforzi di vivere gli insegnamenti di Gesù, diventiamo più simili a Lui. Rispecchiamo Lui e conduciamo una vita che glorifica Dio. Fu il Dio incarnato a dare quel Sermone; è lo Spirito Santo che ci aiuta a mettere in pratica i suoi insegnamenti; e quando lo facciamo, la nostra vita glorifica Dio. Questo è il senso completo del Sermone sul Monte.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1Matteo 7,28–29 NR.

2 Per una spiegazione completa dell’autorità di Gesù, vedi Gesù, la sua vita e il suo messaggio: l’autorità.

3 Matteo 5,18–20 NR.

4 Matteo 5,21–22.27–28.31–32.38–39.43–44.

5 Matteo 6,9–13.

6 Matteo 7,22–23.

7 Matteo 7,24.26–27.

8 Matteo 5,11.

9 Matteo 5,17.

10 Lloyd-Jones, Studies in the Sermon on the Mount, 581.


Pubblicato originariamente in Inglese il 15 novembre 2016.