Gesù — la sua vita e il suo messaggio: tre episodi
Marzo 26, 2022
di Peter Amsterdam
Gesù — la sua vita e il suo messaggio: tre episodi
[Jesus—His Life and Message: Three Incidents]
Nei Vangeli troviamo numerosi versetti che descrivono episodi della vita di Gesù o affermazioni da Lui fatte che sono in un certo senso autonomi rispetto a ciò che li precede o li segue nel testo. Progetto di coprire di tanto in tanto questi passaggi autonomi in questa serie. Ho anche scoperto che scrivendo questa serie a volte ho mancato d’includere negli argomenti che ho trattato alcuni versetti che avrebbero dovuto esserci. Perciò, ogni volta che sarà necessario, coprirò le affermazioni o i passi indipendenti che avrei dovuto includere prima. Questa è una di quelle volte.
Marco 6,14-16
In Marco 6,12-13 leggiamo che i discepoli di Gesù partiti, predicavano che la gente si doveva ravvedere; e scacciavano molti demoni e ungevano con olio molti infermi, e li guarivano. Poi leggiamo che grazie al successo del ministero dei discepoli il nome di Gesù divenne famoso.
Il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato celebre, e diceva: «Quel Giovanni che battezzava è risuscitato dai morti; e perciò le potenze miracolose operano in lui».1
Questo re Erode era Erode Antipa, nato nel 20 a.C. e figlio di Erode il Grande e della sua moglie samaritana Malthace. Governava la Galilea e la Perea (la zona a oriente del Giordano). Divenne tetrarca a sedici anni nel 4 a.C. Il titolo “tetrarca” significa “governante di un quarto”. Nei Vangeli viene chiamato sia “re Erode” sia “Erode il tetrarca”.2 Non ricevette il titolo ufficiale di “re” dall’imperatore romano e fu deposto dalla carica di tetrarca quando andò a Roma a chiedere all’imperatore di concedergli il titolo di re. Nelle Scritture il titolo di re che gli viene dato è un nome popolare piuttosto che ufficiale.
I discepoli di Gesù fecero diversi viaggi missionari nella tetrarchia di Erode in Galilea e Perea. Poiché scacciavano demoni e guarivano i malati nel nome di Gesù, questo nome era diventato famoso tra i popoli della regione e per il loro governante. A causa della fama e della popolarità di Gesù, alcuni dicevano: «Giovanni il battista è risuscitato dai morti; è per questo che agiscono in lui le potenze miracolose».3
C’erano molti punti simili tra Giovanni e Gesù. Avevano all’incirca la stessa età, entrambi erano predicatori itineranti ed entrambi predicavano un messaggio di pentimento e l’arrivo del regno di Dio. Entrambi erano molto popolari e secondo questo versetti sembra che Giovanni operasse “potenze miracolose”. Comunque, la difficoltà di questa frase sta nel come queste persone avrebbero potuto confondere Gesù con Giovanni Battista, dato che erano contemporanei. Entrambi erano noti, comunicavano attraverso i loro discepoli e non ci sarebbe dovuta essere confusione riguardo a chi fosse chi. Un commentatore spiega: Ciò che s’immagina è probabilmente che, come lo spirito di Elia era disceso su Eliseo (2 Re 2,1-5), così lo spirito di Giovanni Battista era disceso su Gesù.4
Altri invece dicevano: «È Elia!» Ed altri: «È un profeta come quelli di una volta».5
Dicendo che Gesù era Elia, si riferivano al libro di Malachia, che profetizzò:
«Ecco, io mando il mio messaggero a preparare la via davanti a me. E subito il Signore, che voi cercate, entrerà nel suo tempio, l’angelo del patto in cui prendete piacere, ecco, verrà», dice l’Eterno degli eserciti.6
Ecco, io vi manderò Elia, il profeta, prima che venga il giorno grande e spaventevole dell’Eterno. Egli farà ritornare il cuore dei padri ai figli e il cuore dei figli ai padri, affinché non venga a colpire il paese di completo sterminio.7
Dicendo È un profeta come quelli di una volta, affermavano che Gesù era un uomo di Dio, un profeta come quelli del Vecchio Testamento che proferivano le parole di Dio.
Questo sarebbe stato un motivo sufficiente per far uccidere Gesù, proprio come era bastato a far arrestare e alla fine uccidere anche Giovanni Battista.8
Gesù preannuncia la propria morte
In Marco 9,30-32, Gesù parlò in privato ai suoi discepoli di ciò che gli sarebbe successo in un futuro non troppo lontano.
Poi, partiti di là, attraversarono la Galilea; e Gesù non voleva che si sapesse. Infatti egli istruiva i suoi discepoli, dicendo loro: «Il Figlio dell’uomo sta per essere dato nelle mani degli uomini ed essi l’uccideranno; ma tre giorni dopo essere stato ucciso, risusciterà». Ma essi non capivano le sue parole e temevano d’interrogarlo.9
Gesù e i discepoli erano di nuovo in viaggio e si trovavano in Galilea, nel nord di Israele. In quel periodo stava cercando un po’ di privacy per passare del tempo con i discepoli senza interruzioni, per insegnare loro senza la presenza di altre persone. Poiché sarebbero stati quelli più toccati dal suo arresto, dalla sua morte e dalla sua risurrezione, Gesù dedicò del tempo a prepararli a ciò che sarebbe successo e al loro futuro ministero di apostoli.
La frase che Gesù istruiva i suoi discepoli implica che non si limitò ad annunciare che sarebbe stato ucciso, ma dedicò del tempo a spiegare ciò che le Scritture dicevano riguardo a ciò che gli sarebbe successo. Ciò non avrebbe incluso solo il suo arresto e la sua morte, ma anche la sua risurrezione. Gesù dichiarò con sicurezza che sarebbe risorto tre giorni dopo. Forse si riferiva ad alcuni versetti del libro di Isaia, come:
Ma egli è stato trafitto per le nostre trasgressioni, schiacciato per le nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo la pace è su di lui, e per le sue lividure noi siamo stati guariti. Noi tutti come pecore eravamo erranti, ognuno di noi seguiva la propria via, e l’Eterno ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.10
Perciò gli darò la sua parte fra i grandi, ed egli dividerà il bottino con i potenti, perché ha versato la sua vita fino a morire ed è stato annoverato fra i malfattori; egli ha portato il peccato di molti e ha interceduto per i trasgressori.11
Leggiamo che i suoi discepoli non capivano le sue parole e temevano d’interrogarlo. Anche se potevano capire le parole dette da Gesù, non capivano perché Gesù doveva dare la propria vita. Gesù comunque sapeva cosa lo aspettava a Gerusalemme. Sapeva che la sua morte faceva parte della sua missione e che, anche se fosse morto, sarebbe risorto. Anche se suoi discepoli erano lenti a comprendere e accettare i suoi insegnamenti, tuttavia dovevano sentirli in preparazione del giorno in cui sarebbe successo.
Gesù ripete la predizione della sua morte
In Marco 10,32-34 Gesù parla nuovamente della sua morte ai discepoli. In questo caso Lui era in cammino per Gerusalemme per l’ultima volta.
Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano stupiti; coloro che venivano dietro erano pieni di timore. Prendendo di nuovo in disparte i Dodici, cominciò a dir loro quello che gli sarebbe accaduto: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà».12
Durante questo viaggio Gesù prese in disparte i discepoli per spiegare loro cosa gli sarebbe successo quando sarebbero arrivati a Gerusalemme. Istruì privatamente i suoi discepoli anche altre volte in questo Vangelo.
E non parlava loro senza parabole; ma in privato ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.13
Quando Gesù fu entrato in casa, i suoi discepoli lo interrogarono in privato: «Perché non abbiamo noi potuto scacciarlo?» Ed egli disse loro: «Questa specie di spiriti non si può scacciare in altro modo, se non con la preghiera e il digiuno».14
Gesù spiegò ciò che gli sarebbe successo solo ai suoi discepoli. Affermò molto chiaramente ed esplicitamente cosa avrebbe affrontato a Gerusalemme. Sarebbe stato arrestato, trascinato davanti ai capi religiosi giudei per essere processato e poi giudicato colpevole. La sua punizione sarebbe stata la morte e la sua esecuzione sarebbe avvenuta per mano dei Gentili, i governanti romani, che lo avrebbero anche schernito, coperto di sputi, flagellato e ucciso. Gesù sapeva cosa sarebbe successo e lo affrontò con coraggio. Si sforzò di preparare i discepoli per il futuro. Tutti i Vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca) spiegano anche che Gesù avrebbe sofferto, sarebbe morto e sarebbe risorto dai morti dopo tre giorni.15
Chiaramente Gesù sapeva che sofferenze lo aspettavano. Tuttavia, in ubbidienza al Padre e per amor nostro sacrificò la propria vita, affinché noi potessimo vivere per sempre.
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
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1 Marco 6,14.
2 Matteo 14,1. Luca 3,1.19; 9,7. Atti 13,1.
3 Marco 6,14 NR.
4 R. T. France, The Gospel of Mark (Grand Rapids: Eerdmans, 2002), 253.
5 Marco 6,15 NR.
6 Malachia 3,1.
7 Malachia 4,5–6.
8 Matteo 14,1–11.
9 Marco 9,30–32 NR.
10 Isaia 53,5–6.
11 Isaia 53,12.
12 Marco 10,32–34 CEI.
13 Marco 4,34.
14 Marco 9,28–29. Vedi anche Marco 7.
15 Matteo 17,22–23; 20,18–19. Luca 9,21–22.
Pubblicato originariamente in inglese il 6 ottobre 2020.