Gesù — la sua vita e il suo messaggio: verso la passione e la morte

Agosto 9, 2022

di Peter Amsterdam

[Jesus—His Life and Message: Moving Toward His Passion and Death]

L’articolo precedente ha preso in esame la fine del ministero pubblico di Gesù. A questo punto, nei Vangeli sinottici1 come in quello di Giovanni l’attenzione si sposta sugli avvenimenti della sua passione e della sua morte.

Ognuno dei Vangeli sinottici fa alcuni riferimenti all’imminente Pasqua, la festa annuale che commemora la liberazione del popolo ebreo dalla schiavitù in Egitto. Uno scrittore dice:

Secondo il calendario ebraico la Pasqua veniva celebrata il 14 o il 15 [del mese ebraico] di Nisan ed era seguita dalla festa dei pani azzimi, celebrata dal 15 al 21 di Nisan. Queste feste erano di solito considerate la settimana di Pasqua.2

I Vangeli sinottici affermano che nei giorni precedenti le celebrazioni, i capi religiosi ebrei — i capi sacerdoti, gli anziani e gli scribi — complottarono per arrestare e uccidere Gesù. Nel libro di Marco leggiamo:

Ora, due giorni dopo era la Pasqua e la festa degli Azzimi; e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di prendere Gesù con inganno e ucciderlo. Ma dicevano: «Non durante la festa, perché non succeda un tumulto di popolo».3

Il Vangelo di Luca dice:

Si avvicinava intanto la festa degli Azzimi, detta Pasqua. Ed i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano come farlo morire, poiché temevano il popolo.4

Il Vangelo di Marco afferma:

Allora i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani del popolo si riunirono nella corte del sommo sacerdote di nome Caiafa. E tennero consiglio per prendere Gesù con inganno e farlo morire.5

L’obiettivo degli avversari di Gesù, i capi religiosi, era arrestarlo e giustiziarlo. Si preoccupavano, però, che se fosse stato arrestato in pubblico ci potesse essere una rivolta. Un po’ prima nel libro di Marco leggiamo che i capi religiosi erano preoccupati della popolarità di Gesù tra la gente.

Ora gli scribi e i capi dei sacerdoti, avendo udito queste cose, cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era rapita in ammirazione del suo insegnamento.6

Nel Vangelo di Matteo leggiamo che la riunione tra i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si tenne nel palazzo del sommo sacerdote, Caiafa, che ricoprì quella carica tra il 18 e il 36 a.C. Questo indica che alla riunione erano presenti le massime autorità religiose e i membri delle famiglie del sommo sacerdote. Erano presenti anche alcuni importanti anziani del popolo che non facevano parte della classe dei sacerdoti. È molto probabile che molti, se non tutti, questi uomini facessero parte del Sinedrio, che era un’autorità normativa composta di settantun membri, al cui capo c’era il sommo sacerdote.

Rendendosi conto che sarebbe stato rischioso per loro arrestare Gesù nel periodo della Pasqua e della festa dei pani azzimi, perché a Gerusalemme erano presenti molte persone che vedevano favorevolmente Gesù, decisero di arrestarlo in qualche momento dopo la fine della festa. Dicevano: «Non durante la festa, perché non nasca tumulto fra il popolo».7

(A questo punto, nei Vangeli di Matteo e di Marco, la storia stacca sulla donna che versò l’olio profumato sul capo di Gesù.8 Entrambi i Vangeli poi tornano agli avvenimenti del tradimento di Gesù. Per rendere questo articolo più facile da seguire, vedremo l’unzione di Gesù da parte della donna più avanti, dopo il racconto del tradimento di Giuda.)

Ance se i capi religiosi decisero di non arrestare Gesù durante la festa, la situazione cambiò quando furono avvicinati da uno dei suoi discepoli, Giuda. Il Vangelo di Luca dice:

Satana entrò in Giuda, soprannominato Iscariota, che era nel numero dei dodici. Così egli andò ad accordarsi con i capi dei sacerdoti e con i magistrati sul come tradirlo. Ed essi se ne rallegrarono e convennero di dargli del denaro. Ed egli acconsentì, e cercava l’opportunità di consegnarlo nelle loro mani di nascosto dalla folla.9

Il Vangelo di Matteo dice:

Allora uno dei dodici, di nome Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti, e disse loro: «Quanto mi volete dare, perché io ve lo consegni?». Ed essi gli contarono trenta sicli d’argento.10

Il Vangelo di Marco spiega che, dopo aver ricevuto il denaro, Giuda cercava un’occasione propizia per tradirlo.11

Essendo uno dei dodici discepoli, Giuda era tra le persone più vicine a Gesù. I dodici discepoli venivano addestrati da Gesù per portare avanti la sua missione dopo la sua morte e risurrezione. Aveva dato loro autorità sopra gli spiriti immondi per scacciarli, e per guarire qualunque malattia e qualunque infermità.12 Aveva detto loro:

Nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo sederà sul trono della sua gloria, anche voi che mi avete seguito sederete su dodici troni, per giudicare le dodici tribù d’Israele.13

Giuda aveva ascoltato gli insegnamenti di Gesù e lo aveva visto guarire gli ammalati e risuscitare i morti. Essendo uno dei dodici, è probabile che avesse fatto viaggi missionari con gli altri discepoli e quindi avesse fatto le stesse esperienze degli altri. Questi sono i dodici che Gesù inviò dopo aver dato loro questi ordini: […] «Guarite gli infermi, mondate i lebbrosi, risuscitate i morti, scacciate i demoni».14 Tuttavia Giuda prese la decisione di tradire Gesù. Secondo i Vangeli, il suo motivo per farlo era l’avidità. Il Vangelo di Giovanni ci dà un’idea dell’avidità di Giuda:

Era ladro e, tenendo la borsa, ne sottraeva ciò che si metteva dentro.15

Appena ricevuto i soldi dai capi dei sacerdoti, cercava l’opportunità di consegnarlo nelle loro mani.

L’unzione a Betania

Tornando a Matteo 26, versetti 6-13, leggiamo gli avvenimenti nella casa di Simone il lebbroso.

Essendo Gesù in Betania, in casa di Simone il lebbroso, gli si avvicinò una donna con un alabastro di olio profumato di gran prezzo, e lo versò sul suo capo, mentre egli era a tavola.16

Betania era un paesino a circa 3,2 km da Gerusalemme. Anche se qui Simone viene chiamato “il lebbroso”, al momento della visita di Gesù non era più afflitto dalla malattia; se lo fosse stato, nessuno sarebbe entrato in casa sua. È probabile che Gesù lo avesse guarito qualche tempo prima di questa visita.

L’espressione, qui tradotta era a tavola, nel testo greco era il verbo anakeimai, che significa “reclinare”. Gesù era reclinato e probabilmente si trattava di un pasto speciale o di un’occasione festiva. A quei tempi e in quella cultura in genere la gente si sedeva ai pasti; comunque, quando intrattenevano ospiti speciali o in occasione di qualche festa, mangiavano in posizione reclinata. Stavano sdraiati su un fianco, con un cuscino sotto il braccio, rivolti verso la tavola su cui era servito il cibo.

Mentre era reclinato a tavola, gli si avvicinò una donna di cui non si fa il nome, con in mano un alabastron, cioè un vasetto fatto di alabastro, una pietra tenera che prende il nome da Albastron, in Egitto, e ha un aspetto simile al marmo, ed è translucida. Un vasetto di alabastro aveva un collo lungo, perché l’olio o il profumo ne uscisse lentamente per evitare sprechi.

Il Vangelo di Marco ci dice che l’olio profumato era nardo.

Gesù era a Betania, in casa di Simone il lebbroso; mentre egli era a tavola entrò una donna che aveva un vaso di alabastro pieno d’olio profumato, di nardo puro, di gran valore; rotto l’alabastro, gli versò l’olio sul capo.17

Il nardo era un profumo molto costoso, ottenuto dalle radici di una pianta che cresce sui monti dell’Himalaya.

Visto ciò, i suoi discepoli s’indignarono e dissero: «Perché mai questo spreco? Quest’olio, infatti, si poteva vendere a gran prezzo e darne il ricavato ai poveri».18

Il Vangelo di Marco è molto più specifico sul valore del nardo e sulla reazione dei discepoli.

«Poiché si poteva vendere quest’olio per più di trecento denari e darli ai poveri». Ed erano indignati contro di lei.19

Trecento denari corrispondevano al salario di un anno di un operaio — un sacco di soldi. Siccome le donazioni benefiche erano un obbligo associato al pellegrinaggio a Gerusalemme per le feste, i discepoli pensavano che un miglior uso del profumo sarebbe stato venderlo e usare il ricavato per fare elemosina ai poveri.

Ma Gesù se ne accorse e disse loro: «Perché date noia a questa donna? Ha fatto una buona azione verso di me. Perché i poveri li avete sempre con voi, ma me non mi avete sempre».20

Non è chiaro a chi i discepoli fecero il commento sul possibile uso del nardo della donna. Probabilmente parlavano tra di loro, ma Gesù era consapevole dei loro pensieri sulle azioni della donna. La sua visione, invece, era completamente diversa. Ciò che loro consideravano uno spreco, per Gesù era un bel gesto.

«Versando questo olio profumato sul mio corpo, lo ha fatto per preparare il mio corpo per la sepoltura».21

Gesù sapeva che il suo tempo si stava accorciando e che presto avrebbe affrontato la morte. Dal testo non è chiaro se la donna avesse una premonizione che la morte di Gesù era all’orizzonte e perciò avesse versato l’olio sul suo capo, oppure se Gesù interpretasse la sua azione in base alla propria consapevolezza di ciò che sarebbe avvenuto.

«Io vi dico in verità, che in tutto il mondo, dovunque sarà predicato questo evangelo, si racconterà anche ciò che costei ha fatto, in memoria di lei».22

Sebbene Gesù sapesse che presto avrebbe affrontato la morte, sapeva anche che la sua morte non era la fine, ma piuttosto l’inizio di un movimento che si sarebbe diffuso su tutta la terra. Per questo il gesto di questa donna sarebbe stato ricordato, come noi lo ricordiamo adesso.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Matteo, Marco e Luca.

2 Evans, World Biblical Commentary, 354.

3 Marco 14,1–2.

4 Luca 22,1–2. Vedi anche Matteo 26,3–5.

5 Matteo 26,3–4.

6 Marco 11,18.

7 Matteo 26,5; anche Marco 14,2.

8 Matteo 26,6–13, Marco 14,3–9.

9 Luca 22,3–6.

10 Matteo 26,14–15. Vedi anche Marco 14,10–11.

11 Marco 14,11.

12 Matteo 10,1.

13 Matteo 19,28.

14 Matteo 10,5, 8.

15 Giovanni 12,6.

16 Matteo 26,6–7.

17 Marco 14,3 NR.

18 Matteo 26,8–9.

19 Marco 14,5.

20 Matteo 26,10–11 NR.

21 Matteo 26,12.

22 Matteo 26,13.


Pubblicato originariamente in inglese il 20 aprile 2021.