Giorni migliori ci aspettano — parte 2

Novembre 6, 2021

di Peter Amsterdam

Trovare conforto nei periodi di solitudine

[Better Days Ahead—Part 2—Finding Comfort in Times of Loneliness]

Quando ci ritroviamo in una di quelle stagioni difficili della vita, spesso quel periodo può essere accompagnato da solitudine o dalla sensazione di essere da soli con i nostri problemi. Sentirsi soli e isolati spesso può creare un senso di abbattimento e disperazione. Fin dall’inizio della narrativa biblica, Dio ci creò per vivere un rapporto con Lui e con gli altri. Le nostre interazioni con gli altri, specialmente con altri credenti, forniscono scopo, significato, responsabilità, incoraggiamento e apprezzamento; portano gioia e ispirazione nella nostra vita. Possono plasmare e sagomare le nostre routine quotidiane e aggiungere significato ai nostri compiti di tutti i giorni.

A volte, però, quando manca quel senso di comunità con gli altri, può esserci un effetto domino che influenza negativamente altri settori della vita che potremmo non collegare alla solitudine. Potremmo cercare di riempire quel vuoto con altre cose, come televisione, cibo, alcol, videogiochi, internet o social media. Questo può influenzare il benessere emotivo, fisico e spirituale.

È importante ammettere che abbiamo bisogno del sostegno degli altri. Se una persona in cui confidi e con cui hai confidenza ti chiede come stai, se le cose non vanno bene cerca di essere onesto; di’ “Non va bene” e chiedile preghiera e sostegno. Far sapere come ti senti dà agli altri l’opportunità di offrirti conforto e sostegno.

Spesso le persone non lo dicono, quando si sentono sole. Possono provare imbarazzo per la loro situazione o pensare che a nessuno importi di loro. È importante seguire le persone che fanno parte della nostra vita, restare in contatto per capire come stanno. Se poi qualcuno sembra abbattuto o in difficoltà, possiamo avvicinarlo per offrire ascolto, incoraggiamento, preghiera o supporto.

Faremmo bene a guardare ogni persona che incrociamo con compassione, bontà, umiltà, gentilezza e pazienza. (Vedi Colossesi 3,12.) Come ambasciatori di Cristo, la nostra chiamata (2 Corinzi 5,10) è sforzarci sempre di rispecchiare l’amore e la misericordia del Signore e fare la differenza nella vita di una persona, anche se abbiamo solo un contatto passeggero con lei. Semplici gesti gentili possono aiutare ad alleviare la solitudine di una persona e aiutarla a sentire che qualcuno le vuole bene. “Il Signore è pietoso e giusto, il nostro Dio è misericordioso” (Salmi 116,5).

Ecco come Maria ha spiegato il nostro incarico di restare in contatto con chi è solo e smarrito:

Come seguaci di Gesù, abbiamo l’incarico di uscire in mezzo al mare dell’umanità, cercare chi è smarrito, chi sta affondando e annegando, e offrirgli vita, speranza e verità. Abbiamo il meraviglioso conforto divino, la potenza della sua Parola e la conoscenza del futuro che Lui ha promesso a tutti i suoi figli. Siamo incaricati di condividere ciò che abbiano ricevuto con chi ha perso ogni speranza di conforto o non sa che Dio lo ama e che c’è un paradiso che lo attende.

Sono persone che hanno un bisogno disperato dell’amore e della verità di Dio. Facciamo il possibile per condividere con loro la gioia, la serenità e la vita eterna che abbiamo con Gesù, che ci dice di piangere con chi piange e di avere un cuore rotto per chi ancora non lo conosce.

Ti ricordi come stavi prima di conoscere il Signore? Forse eri disperato e la vita ti sembrava priva di significato? Il Signore ha sentito il tuo grido, si è proteso verso di te e ti ha preso in braccio quando ne avevi bisogno. Per farlo, probabilmente ha usato una persona, qualcuno che aveva nel cuore il meraviglioso amore del Signore. C’implora di fare la stessa cosa: di condividere il suo amore e la sua verità con chi è solo e smarrito.

Potrebbe sorprenderci vedere l’impatto che anche la più piccola interazione può avere, non solo per alleviare la solitudine di una persona, ma anche per darci un senso di appagamento e di avere uno scopo. Fare contatto con un’altra persona, anche se non la conosciamo, può arricchire la nostra vita e aiutare sia lei che noi a sentirci in contatto con qualcuno e meno isolati. Dale Carnegie ha detto: “Puoi aumentare molto facilmente la somma totale della felicità di questo mondo anche adesso. Come? Con alcune parole di apprezzamento sincero per chi è solo o scoraggiato. Forse domani ti dimenticherai le parole che hai detto oggi, ma chi le riceve potrebbe apprezzarle per tutta la vita”.

C’è un altro pezzo importante del puzzle, che può fare da ancora per la nostra fede se ci troviamo in un momento di solitudine. Non siamo mai soli! In qualsiasi circostanza, non siamo mai da soli. Gesù è costantemente con noi, ogni secondo di ogni giorno. “Anche se i monti si spostassero e i colli fossero rimossi, il mio amore non si allontanerà da te né il mio patto di pace sarà rimosso, dice l’Eterno, che ha compassione di te” (Isaia 54,10). Il Signore non ci dimentica mai.

Poiché siamo suoi figli, abbiamo la rassicurazione che Dio non ci perde mai di vista. Ancora prima che nascessimo i suoi occhi erano già su di noi. “Le mie ossa non ti erano nascoste quando fui formato in segreto. […] I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo” (Salmi 139,15-16). […] Il salmo 34,15 ci dice: “Gli occhi dell’Eterno sono sui giusti, e i suoi orecchi sono attenti al loro grido”. L’autore di quel famoso inno esclamò: “I suoi occhi osservano il passero, e so che Lui osserva me”.

Poiché non siamo mai lontani dai suoi occhi, non siamo nemmeno lontani dai suoi pensieri. Conosciamo bene l’incredibile preghiera del salmo 139 che c’insegna che il nostro Creatore è con noi a prescindere da dove ci troviamo o dal nostro stato mentale. Ci vede in ogni luogo. Ci conosce perfettamente e intimamente. Quindi, dice: “Oh, quanto mi sono preziosi i tuoi pensieri, o Dio! Quanto grande è l’intero loro numero! Se li volessi contare, sarebbero più numerosi della sabbia” (Salmi 139,17-18). Se ultimamente hai visitato la vasta distesa di una riva oceanica e hai camminato su una spiaggia apparentemente infinita, provi la sensazione delle attenzioni e delle premure del nostro Padre celeste descritte in questo salmo. […]

Nostro Padre non ci dimentica. Siamo sempre “davanti ai suoi occhi e nei suoi pensieri”. —Daniel Henderson1

Una giovane donna ha scritto:

Nei momenti di solitudine Gesù vuole attirarci a Lui. Vuole diventare il nostro amico più caro e sincero, a cui possiamo sempre rivolgerci e che non ci deluderà mai. Usa i nostri momenti di solitudine per solidificare e rafforzare la nostra amicizia con Lui, perché sa che questa amicizia ci farà superare tutto ciò che la vita metterà sulla nostra strada.

Se sei alle prese con la solitudine, non c’è bisogno di disperarsi. Ricorda che Gesù ti ama più profondamente di qualunque persona e ti capisce meglio di chiunque altro. Potresti scoprire che questo periodo di solitudine è un regalo in incognito. I suoi regali in incognito sono accompagnati da un amore infinito e grazie a essi possiamo ottenere tesori che dureranno molto più delle nostre difficoltà.2

Mentre leggevo e studiavo questo argomento della solitudine, mi sono reso conto di una verità che prima non avevo mai afferrato completamente. Come figli del Dio dell’universo, destinati a vivere per sempre con Gesù e con il Padre in cielo, non saremo mai completamente liberi dalla solitudine in questa vita. Non siamo destinati a una completa soddisfazione qui sulla terra. Per quanto la nostra vita possa essere piena, non importa se siamo circondati da parenti e amici, ci sarà sempre un vuoto. Clarissa Molle scrive:

Anche se sappiamo che Gesù è presente con noi nel nostro isolamento, questa conoscenza potrebbe lo stesso non darci abbastanza sollievo, e forse per un buon motivo. Come scrive C. S. Lewis in Il cristianesimo così com’è: “Se ci ritroviamo con un desiderio che niente al mondo può soddisfare, la spiegazione più probabile è che siamo stati fatti per un altro mondo”.

Nel suo libro Beati gli insoddisfatti, Amy Simpson fa eco a Lewis: “Forse Dio non vuole ancora toglierci i nostri aneliti”, scrive. “Quando la nostra fede si approfondisce e ci avviciniamo a Gesù, è probabile che ci troviamo meno — non più — soddisfatti della vita presente”.

È certo che Gesù si avvicinerà a noi nella nostra solitudine. Promette di venirci incontro nei nostri deserti, nei nostri luoghi di quarantena, per rinnovare la nostra anima, portarci gioia, consolare il nostro cuore e darci pace. Se in questa compagnia la solitudine continua a tormentarci, possiamo essere certi che non è tanto un sintomo del trovarci da soli, quanto un segno di irrequietezza spirituale. Questa solitudine persistente riflette un profondo desiderio di comunione, che sarà [pienamente] soddisfatto solo quando vedremo Gesù faccia a faccia”.3

Un altro scrittore spiega bene questo concetto. Credo che valga la pena di meditarci sopra, perché si applica alla vita di ciascuno di noi. Potrebbe fornirti qualche approfondimento che ti darà conforto nelle stagioni difficili della vita. Steve DeWitt ha scritto:

Come dice chiaramente Genesi 1,27, fin dal principio della nostra esistenza e della nostra progettazione, siamo stati creati da Dio e per Dio. Questo ci offre una capacità spirituale e relazionale di comprendere Dio che solo Lui può saziare e soddisfare. Nelle famose parole di S. Agostino: “I nostri cuori sono irrequieti finché non trovano la loro quiete in Te”.

Vediamo la solitudine come un nemico da evitare a ogni costo; ma prima della completa realizzazione della redenzione, la nostra vita non sarà mai priva di solitudine. Dio la usa per attirare la nostra attenzione. Quando un’ondata di solitudine mi colpisce, cerco di pensare consciamente: Perché mi sento così? Mi sento così perché sono stato creato per Dio. Seguendo il consiglio di Elisabeth Elliot, trasformo la solitudine negativa in una solitudine positiva che porta alla preghiera. In questo modo la solitudine smette di essere un diavolo per noi. Diventa, in realtà, una guida e un’amica. […]

Forse non ho una moglie, ma ho Cristo. Forse non hai un marito, ma hai Cristo. Forse sei lontano dalla famiglia, ma hai Cristo. Forse sei vedovo, ma hai Cristo. Forse tuo marito, forse tua moglie ti respinge, ma hai Cristo. Dato che tu ed io siamo fatti per Lui, avere Lui è avere il suo Spirito come garanzia che un giorno non mi sentirò mai più solo. […] Nei nostri momenti di desolazione interiore, il Signore è presente e con Lui c’è una via nella valle della solitudine.4

Ho un’amica che è molto socievole ed estroversa. Suo marito è morto qualche tempo fa e lei è vissuta da sola tutto l’anno scorso. Ha spiegato che non è stato facile; si è sentita molto isolata e, nelle sue parole, “ha passato troppo tempo da sola”. Tuttavia ha sviluppato una nuova abitudine che lei chiama il suo momento per “parlare a Papà e a Gesù” per un paio d’ore tutti i giorni durante le sue passeggiate quotidiane con il cane.

Ciò che ha reso tanto speciale questa abitudine, ha spiegato, è che ogni giorno dedica questo tempo a camminare e parlare a voce alta a Gesù e a Dio. È in questi momenti che mette tutto il cuore nella preghiera, per se stessa e per gli altri. È in questi momenti che parla al Signore e al Padre come se fossero lì con lei. Ha spiegato che a volte perfino ride con loro e la loro presenza è così reale che sente come se Gesù e Papà la tengano per mano. (Ha detto che chi la vede parlare a voce alta e a ridere da sola con il suo cane può anche chiamarla “quella vecchia pazza”, ma in realtà lei è una guerriera dello Spirito!)

“La bellezza di questa situazione”, ha detto, “è che, quando rifletto su questo anno difficile e passato spesso da sola, non posso fare a meno di riconoscere la mia maggiore intimità con il Signore e con Papà e la mia maggior consapevolezza della loro presenza nella mia vita. Sono più convinta che mai della loro attenzione per ogni particolare della mia vita e della vita delle persone che amo. Questa intimità è il regalo più grande che ho ricevuto”.

Mi ha mandato un brano di un articolo che dice:

Non dimenticare che in Gesù hai un amico (Giovanni 15,15) e che lo Spirito abita dentro di te per farti la forza di gestire questo periodo di solitudine. […] In Gentle and Loving, Dane Ortlund scrive: “L’amore per noi nel cuore di Gesù significa che sarà immancabilmente nostro amico a prescindere dagli amici che ci piacciono o non ci piacciono sulla terra. Ci offre un’amicizia che allevia il dolore della nostra solitudine. Anche se il dolore non sparisce, la sua ferita è resa pienamente sopportabile dalla molto più profonda amicizia di Gesù”. —Joe Carter5

Concluderò con un messaggio del Signore che sono sicuro t’incoraggerà:

Un’implicazione della mia ininterrotta Presenza con te è che non sei mai sola. Ti sto addestrando a esserne sempre più consapevole, ma capisco che sei umana e che la tua capacità di concentrazione è limitata. A volte, quando soffri, potresti sentirti sola o abbandonata. Comunque, Io ho sofferto da solo sulla croce perché tu non dovessi mai trovarti da sola nelle difficoltà. Sei sempre con Me; ti tengo per la tua mano destra.6

Sono più vicino di quanto tu osi credere, più vicino dell’aria che respiri. Di solito non sei consapevole di essere avvolta dall’aria perché è invisibile e costantemente disponibile. Allo stesso modo la mia Presenza invisibile è un elemento costante della tua vita, ma tu spesso manchi di riconoscermi. Questo ti lascia vulnerabile alla solitudine. […]

Desidero profondamente che tu senta più regolarmente la mia vicinanza — e la pacifica contentezza che porta con sé. C’è una stretta connessione tra il sentirsi soli e il non rendersi conto della mia Presenza. È un problema antico: quando il patriarca Giacobbe si trovava in un mondo arido, lontano dalla sua famiglia, era piuttosto consapevole del suo isolamento. Comunque, ho riversato su di lui la mia Presenza sotto forma di un sogno magnifico. Al suo risveglio, la reazione di Giacobbe fu: “Certamente il Signore è in questo luogo, ed io non lo sapevo…”.

Non solo sono costantemente con te, ma anche dentro di te: nei recessi più intimi del tuo cuore e della tua mente. Ti conosco in una maniera perfetta, incorniciata in un Amore incondizionato.

Quel sentimento di solitudine serva a ricordarti il bisogno di cercare il mio Volto. Vieni a Me con la tua vuotezza tanto umana e la mia Presenza ti riempirà completamente di Vita!7

Coltivando una maggior consapevolezza della presenza di Cristo, troveremo un senso di appartenenza che non ci lascerà mai. Come Lui ha detto: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò” (Ebrei 13,5). Lode al Signore! Dio ti benedica e ti mantenga vicino a Sé.


1 “Never Forget: You Are Not Forgotten,” Strategic Renewal, https://www.strategicrenewal.com/never-forget-you-are-not-forgotten/

2 “The Gift of Loneliness,” Just1Thing.com.

3 “Bloom Where You’re Quarantined,” Christianity Today, April 1, 2020, https://www.christianitytoday.com/ct/2020/april-web-only/coronavirus-covid-19-bloom-where-youre-quarantined.html

4 “Lonely Me: A Pastoral Perspective,” August 4, 2011, https://www.thegospelcoalition.org/article/lonely-me-a-pastoral-perspective/

5 “What Christians Should Know About Loneliness,” The Gospel Coalition, November 21, 2020, https://www.thegospelcoalition.org/article/the-faqs-what-christians-should-know-about-loneliness/

6 Sarah Young, Jesus Always (Thomas Nelson, 2017).

7 Sarah Young, Jesus Lives (Thomas Nelson, 2009).

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Pubblicato originariamente in inglese il 26 ottobre 2021.