Il libro dei Galati: capitolo 3 (versetti 1-14)

Aprile 2, 2024

di Peter Amsterdam

[The Book of Galatians: Chapter 3 (verses 1–14)]

Nel secondo capitolo di Galati, dopo aver scritto che era stato crocifisso con Cristo e che Cristo viveva in lui, Paolo affermò di vivere per fede nel Figlio di Dio. Poi passò al capitolo 3.

O Galati insensati! Chi vi ha ammaliati per non ubbidire alla verità, voi, davanti ai cui occhi Gesù Cristo è stato ritratto crocifisso fra voi?1

Paolo sgridò i Galati per la loro stoltezza. Stavano quasi per rinnegare il vangelo. Paolo non li chiamò “fratelli” come aveva fatto in precedenza (1,1), ma si rivolse a loro bruscamente per rimproverarli e ricordare loro la responsabilità della verità in cui erano stati istruiti.

I Galati avevano perso di vista il significato del sacrificio di Gesù sulla croce. La loro attenzione per la circoncisione e la legge diminuiva l’importanza della croce.

Questo solo desidero sapere da voi: avete ricevuto lo Spirito mediante le opere della legge o attraverso la predicazione della fede?2

In questo, e nei versetti successivi, Paolo pone diverse domande che spera riporteranno alla realtà i credenti galati, così che non si allontanino dal vangelo Paolo dice che desidera sapere solo una cosa da loro: avevano ricevuto lo Spirito per aver osservato la legge o per aver confidato in Cristo?

Quando uno diventa cristiano, lo Spirito Santo viene versato nel suo cuore. L’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.3 Lo Spirito Santo abita in chi appartiene a Cristo. Se lo Spirito di Dio abita in voi, non siete più nella carne ma nello SpiritoI.4 Ma se uno non ha lo Spirito di Cristo, non appartiene a lui. Colui che ci conferma assieme a voi in Cristo e ci ha unti è Dio, il quale ci ha anche sigillati e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori.5

Poiché i credenti galati avevano lo Spirito di Dio, la circoncisione non era richiesta. Allo stesso modo, dato che avevano lo Spirito, erano cristiani e appartenevano al popolo di Dio; quindi la circoncisione e l’osservanza della legge non erano necessarie.

Siete così insensati? Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne?6

Paolo chiede se i Galati abbiano peggiorato la loro insensatezza cominciando nello Spirito e terminando con le opere. Pensavano di poter fare di meglio che appoggiarsi completamente allo Spirito. Erano attratti dalla “perfezione con la carne”. Qui la parola “carne” probabilmente allude alla circoncisione, che comporta il taglio della carne.

I giudaizzanti (i cristiani che insegnavano che era necessaria una combinazione della grazia di Dio e di uno sforzo umano) sostenevano che per i Galati era necessario essere circoncisi per appartenere al popolo di Dio. Paolo non era d’accordo. Credeva che i Galati fossero cristiani perché erano stati riempiti dallo Spirito Santo. Esigere che venissero circoncisi avrebbe fatto dipendere il progresso nella vita dei cristiani dalla carne invece che dallo Spirito.

Avete sofferto tante cose invano? Se pure è proprio invano.7

La sofferenza era una parte normale della vita dei cristiani ed è probabile che i Galati sperimentassero discriminazioni e abusi verbali a causa della loro fede. Paolo chiede se la sofferenza che sperimentavano era invano perché, se avessero rinunciato al vangelo della grazia e avessero accettato la circoncisione come requisito per perfezionare la loro fede, le loro sofferenze come cristiani non avrebbero avuto uno scopo.

Nel versetto 3, Paolo dà per scontato che siano cristiani e deplora la insensatezza di cercare di progredire secondo la carne. Adesso, comunque, nel versetto 4, considera la prospettiva che possano accettare la circoncisione e conclude che, se lo facessero, avrebbero sofferto invano.

Paolo avverte i Galati sui pericoli di cedere alle tattiche usate dai giudaizzanti. Chiude i versetti con un’affermazione ipotetica: se pure è proprio invano. Non dice che le sofferenze dei Galati erano invano. Li lascia, piuttosto, con una condizione. Se seguissero i giudaizzanti e respingessero la verità del vangelo, la loro sofferenza come nuovi credenti non sarebbe servita a niente. Paolo sperava che i suoi avvertimenti li avrebbero spinti a riconsiderare la loro posizione e ravvedersi, così da ottenere la piena ricompensa.

Colui dunque che vi somministra lo Spirito e opera miracoli tra di voi, lo fa per mezzo delle opere della legge o con la predicazione della fede?8

Il paragrafo ora viene riassunto con un’ultima domanda retorica. L’opera dello Spirito si è manifestata nei Galati. Forse Paolo descriveva l’impatto del suo ministero in mezzo a loro. Il punto principale è che Dio aveva dato loro lo Spirito e la presenza dello Spirito si era manifestata tra di loro. Dato che i Galati hanno lo Spirito, sono membri del popolo di Dio. Sono membri della famiglia di Abraamo, così non hanno più bisogno di seguire la Torà.

Così anche Abraamo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come giustizia.9

Paolo afferma che la posizione di Abraamo di uomo giusto agli occhi di Dio si doveva alla sua fiducia in Dio. Sottolinea che sia Abraamo che i Galati hanno messo in pratica la loro fede.

I giudaizzanti probabilmente si appellavano ad Abraamo e alla circoncisione per sostenere la loro idea che la circoncisione era obbligatoria per far parte del popolo di Dio.10 Dopotutto Abraamo era il padre del popolo ebreo, l’uomo a cui Dio aveva fatto le promesse.

Paolo non sminuisce l’ubbidienza di Abraamo.11 Al contrario, concentra l’attenzione sulla sua fede, che era l’aspetto fondamentale della sua vita. Credette all’Eterno, che glielo mise in conto di giustizia.12 In Genesi 15, Abraamo pensava che il suo servo Eliezer sarebbe stato suo unico erede. Il Signore gli aveva promesso che i suoi discendenti sarebbero stati numerosi come le stelle in cielo e Abraamo credette a ciò che aveva detto; confidò in Lui, Genesi 15 finisce quando Dio stesso, simboleggiato dal fuoco, passa in mezzo ai pezzi degli animali sacrificati, indicando che il patto sarebbe stato adempito soltanto dal Signore. L’intero capitolo 15 di Genesi si concentra sull’opera di Dio e sulla fiducia di Abraamo in Lui.

Riconoscete dunque che quanti hanno fede sono figli di Abraamo.13

Paolo invita energicamente i Galati a rendersi conto della verità che fino a quel punto avevano ignorato. Cos’è necessario per far parte della famiglia di Abraamo, per essere considerati suoi figli? Non la circoncisione, né altre opere richieste dalla legge. Quelli che appartengono alla famiglia di Abraamo credono come credette lui, perché era vissuto prima che venisse data la legge. Quindi era la fede che lo aveva reso giusto davanti a Dio. I Galati, allora, non dovevano essere circoncisi per essere figli di Abraamo. Erano già suoi figli se avevano fede in Gesù. Paolo sottolinea che è la fede e solo la fede a rendere uno figlio di Abraamo.

La Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato gli stranieri per fede, preannunciò ad Abraamo questa buona notizia: «In te saranno benedette tutte le nazioni».14

Dio aveva promesso ad Abraamo che tutte le nazioni sarebbero state benedette attraverso di lui. Paolo sottolinea che questa benedizione arriva mediante il vangelo e che i Gentili la ricevono quando si presentano a Dio con la loro fede in Gesù.

La citazione di Paolo dal Vecchio Testamento mette insieme due versetti della Genesi, 12,3 e 18,18). Genesi 12,3 dice: Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà; e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra. Genesi 18,18 afferma: In lui saranno benedette tutte le nazioni della terra.

Riferendosi a “tutte le nazioni”, Paolo indica che Dio aveva intenzione fin dall’inizio di benedire i Gentili, purché avessero lo stesso tipo di fede di Abraamo. Avrebbero ricevuto la benedizione di Abraamo se avessero creduto come lui.

Perciò coloro che si fondano sulla fede sono benedetti col fedele Abraamo.15

Quel “perciò” trae una conclusione dal versetto precedente (v. 8). Genesi 12,3 promette che tutte le nazioni saranno benedette in Abraamo; in Galati 3,8 Paolo dice che questa benedizione diventa una realtà quando i Gentili sono giustificati per fede. Conclude che chi ha creduto riceve la stessa benedizione di Abraamo, che credette.

I giudaizzanti dicevano che i Galati dovevano essere circoncisi per far parte della famiglia di Abraamo e per ricevere le sue benedizioni. I versetti 3,7 e 3,9 invece dimostrano che ciò non è vero. I Galati divennero parte della famiglia di Abraamo quando credettero come lui e godettero della benedizione di Abraamo quando credettero come fece lui.

Tutti coloro che si fondano sulle opere della legge sono sotto la maledizione, perché sta scritto: «Maledetto chiunque non persevera in tutte le cose scritte nel libro della legge per praticarle».16

Paolo afferma che i Gentili ricevono la benedizione di Abraamo in Cristo. Al contrario, quelli che si affidano alla Torà sono maledetti. Poi prosegue spiegando il motivo per cui chi si attiene alle opere della legge è maledetto: non riesce a osservare tutto ciò che la legge richiede. Come dice in Deuteronomio: Se non hai cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge, scritte in questo libro, […]l’Eterno, il tuo DIO, allora l’Eterno rovescerà su di te e sui tuoi discendenti indescrivibili calamità, calamità grandi e durature, e malattie maligne e ostinate.17 I giudaizzanti credevano di poter essere giusti davanti a Dio mediante la legge, cosa che è al centro del legalismo. In realtà è impossibile rispettare la legge di Dio alla perfezione.

E che nessuno mediante la legge sia giustificato davanti a Dio è evidente, perché il giusto vivrà per fede.18

Paolo ha dichiarato che la maledizione della legge si applica a chi cerca di essere giusto davanti a Dio per mezzo della legge. Adesso offre un secondo argomento da un’angolazione diversa. Afferma che nessuno può ottenere una posizione giusta davanti a Dio osservando la legge. Tutti sono maledetti dalla legge, perché tutti hanno peccato.

Ma la legge non si basa sulla fede; anzi essa dice: «Chi avrà messo in pratica queste cose, vivrà per mezzo di esse».19

Paolo spiega ulteriormente perché nessuno può essere giusto davanti alla legge. Questa richiede un’ubbidienza perfetta e nessuno può farlo. La fede, invece, guarda ciò che Dio ha fatto per la salvezza tramite Cristo, affidandosi all’opera di Dio invece che alle nostre. Paolo usa tre argomenti (3,10-12) per spiegare perché la legge non può salvare.

Dice che chi fa ciò che è richiesto dalla legge vivrà a causa della sua ubbidienza. Nessuno, però, può essere giusto secondo la legge, perché la legge richiede la perfezione. Paolo dice che tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Romani 3,23). L’ubbidienza alla legge è contraria alla fede, perché per ottenere la salvezza si basa sull’ubbidienza invece che sulla fede, sulla pratica di ciò che è giusto invece che sulla fiducia in Cristo. Cercare di essere giusti osservando la legge è il contrario del credere, del confidare in ciò che Dio ha fatto mediante Cristo.

Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»).20

L’unico modo per rimuovere la maledizione della legge è mediante la redenzione data da Cristo. La maledizione della legge non cade soltanto sul popolo ebreo, ma include tutti quelli che si rivolgono alla legge per redenzione. Come si può essere liberi dalla maledizione divina, se tutti peccano? La risposta di Paolo è che il perdono è concesso grazie alla morte di Gesù sulla croce. Lui ci libera dalla maledizione portata dalla legge.

Cristo non soffrì e morì per i propri peccati; morì per gli altri. Paolo ci dice che Cristo si addossò la maledizione che i peccatori si meritano. Prese il nostro posto e ricevette la nostra punizione. Cristo è l’unico modo in cui la maledizione della legge può essere rimossa.

Affinché la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù, e ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso.21

La promessa di Genesi 12,13, che tutte le nazioni sarebbero state benedette in Abraamo, è diventata realtà in Gesù, non mediante la circoncisione o l’osservanza della legge mosaica. La benedizione di Abraamo appartiene a quelli che credono in Cristo (3,8-9). Al contrario, la maledizione divina cade su quelli che si affidano alla legge per essere giustificati (3,10-12). Con la sua morte sostituiva, Gesù tolse la maledizione della legge a tutti quelli che credono. Questo comprende i Gentili che sono inclusi nella benedizione di Abraamo per la fede in Cristo invece che per l’osservanza della Torà.

La seconda metà di questo versetto parla ulteriormente della promessa di Abraamo. La benedizione di Abraamo può essere descritta come la promessa dello Spirito, cioè i doni dello Spirito. Probabilmente Paolo allude a Isaia 44,3, che dice: Io farò scorrere acqua sul suolo assetato, torrenti sul terreno arido. Spanderò il mio spirito sulla tua discendenza, la mia benedizione sui tuoi posteri.

Paolo sostiene che i Gentili che hanno ricevuto lo Spirito Santo godono della benedizione di Abraamo. Se è così, allora sono membri della sua famiglia. Se fanno parte della famiglia di Abraamo ricevendo lo Spirito, non è necessario che si sottomettano alla circoncisione o alla legge per far parte del popolo di Dio.

(Continua.)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


1 Galati 3,1.

2 Galati 3,2.

3 Romani 5,5.

4 Romani 8,9.

5 2 Corinzi 1,21–22.

6 Galati 3,3 NR.

7 Galati 3,4 NR.

8 Galati 3,5 NR.

9 Galati 3,6.

10 Genesi 17,9–14.

11 Romani 4.

12 Genesi 15,6.

13 Galati 3,7 NR.

14 Galati 3,8 NR.

15 Galati 3,9.

16 Galati 3,10.

17 Deuteronomio 28,58–59.

18 Galati 3,11 NR.

19 Galati 3,12 NR.

20 Galati 3,13 NR.

21 Galati 3,14 NR.


Pubblicato originariamente in inglese il 26 settembre 2023.