Il libro dei Galati: capitolo 4 (Versetti 4,21–5,1)

Maggio 21, 2024

di Peter Amsterdam

[The Book of Galatians: Chapter 4 (verses 4:21–5:1)]

L’apostolo Paolo continua a esortare i suoi lettori a vivere in libertà dalla legge del Vecchio Testamento. Cerca di aiutare i Galati a vedere la follia del ritorno alla legge e ricorda ai suoi lettori che chi confida nella promessa di Dio (invece che nella legge) ha una grande speranza, perché ripone la sua fiducia nell’opera dello Spirito Santo.

Ditemi, voi che volete essere sotto la legge, non date ascolto alla legge?1

Alcuni dei credenti galati volevano “essere sotto la legge”. Oltre ad aspettarsi che i credenti si sottoponessero alla circoncisione, cercavano anche di osservare tutta la legge, cosa dimostrata dal fatto che aderivano al calendario del Vecchio Testamento. Quelli che si sottoponevano alla legge vivevano nella vecchia era della legge mosaica. Quindi, Paolo dice che avrebbero dovuto ascoltare ciò che dice la “legge”, il Vecchio Testamento.

Nei versetti successivi Paolo cerca di spiegare che vivere sotto la legge non è in accordo con gli insegnamenti delle Scritture. Chi viveva sotto la legge mosaica viveva sotto la schiavitù del peccato. La libertà da quel legame è venuta con la predicazione del vangelo.

Infatti sta scritto che Abraamo ebbe due figli: uno dalla serva e uno dalla libera.2

Paolo si riferisce al Vecchio Testamento, anche se non cita versetti specifici. Abraamo era già stato menzionato in questa lettera e adesso Paolo guarda al ruolo di Abraamo come padre dei due figli, Ismaele e Isacco, che erano nati da due donne, Agar e Sara. Agar, la madre di Ismaele era una schiava; Sara, la madre di Isacco, era libera.

Ma quello della schiava nacque secondo la carne, mentre quello della libera nacque in virtù della promessa.3

Invece di usare i nomi delle due donne, Paolo continuò a riferirsi a loro come la schiava e la libera. La sua attenzione era sulla nascita dei due figli. Il figlio di Agar (Ismaele), la schiava era nato con il normale procedimento della nascita, mentre il figlio di Sara (Isacco) era nato secondo la promessa di Dio. Il tentativo di Abraamo e Sara di avere un figlio mediante Agar dimostrava mancanza di fede da parte loro; fecero un tentativo umano di realizzare la promessa di Dio.

La nascita di Isacco non poteva essere accreditata a uno sforzo umano. La promessa che Abraamo e Sara avrebbero avuto un figlio era così sorprendente che Abraamo rise incredulo quando la sentì. Allora Abraamo si prostrò con la faccia a terra e rise; e disse in cuor suo: «Nascerà forse un figlio a un uomo di cento anni? E partorirà Sara che ha novant’anni?»4 Abraamo cercò di convincere il Signore che Isacco non era necessario, perché Ismaele poteva adempire la promessa. Il suggerimento di Abraamo fu respinto e Dio dichiarò che il patto sarebbe avvenuto tramite Isacco, non Ismaele. Ismaele avrebbe ricevuto altre benedizioni come figlio di Abraamo.

I giudaizzanti molto probabilmente si ritenevano discendenti di Isacco; tuttavia, Paolo li vede come discendenti di Ismaele, mentre vede i credenti galati come figli di Isacco. Quelli che si appoggiano alla legge e agli sforzi umani per avere una buona reputazione davanti a Dio non sono figli del patto. Al contrario, sono quelli che si appoggiano alle promesse di Cristo a essere i veri figli del patto.

Queste cose hanno un senso allegorico; poiché queste donne sono due patti; uno, del monte Sinai, genera [figli] per la schiavitù, ed è Agar.5

L’espressione senso allegorico si trova solo in questo punto delle Scritture. Un’allegoria è un brano che contiene un significato morale o politico nascosto. Il linguaggio di Paolo indica che sta per dare un’interpretazione allegorica. Queste interpretazioni erano una tradizione consolidata nella lettura dei testi nel mondo antico, specialmente quelli “sacri” o canonici: un elemento che letteralmente significa una cosa viene usato per indicare qualcos’altro. Così, “queste donne sono due patti” rientra in questo stile di scrivere.

In questa allegoria, le donne rappresentano due patti molto diversi tra di loro. Quello del monte Sinai (il patto sinaitico) è rappresentato da Agar. Questo patto era stato stabilito con Mosè e Israele. Anche se nel Sinai era stata celebrata la liberazione di Israele dall’Egitto, Paolo associa al Sinai la schiavitù. I lettori galati della lettera di Paolo non ne sarebbero rimasti sorpresi, dato che lui esprime in tutte le lettere indirizzate a loro che la legge non libera dal peccato, ma rende schiavi. La legge, facendo parte del vecchio patto, non libera il popolo di Dio dal peccato.

Infatti Agar è il monte Sinai in Arabia e corrisponde alla Gerusalemme del tempo presente, che è schiava con i suoi figli.6

Paolo vede una corrispondenza tra Agar e il monte Sinai e traccia un parallelo tra Agar e la Gerusalemme dei suoi giorni, perché vede gli Ebrei sottoposti alla schiavitù della legge. I giudaizzanti volevano imporre la legge del Vecchio Testamento ai Gentili convertiti e ciò richiedeva che questi fossero circoncisi per essere considerati effettivamente convertiti. Paolo sottolineò il tema della schiavitù e disse che Gerusalemme, insieme ai suoi figli, è schiava. Mentre l’idea standard degli Ebrei era che la legge fosse la via della salvezza, Paolo fece notare che finisce col rendere schiave le persone. La legge esige ubbidienza, ma non dà alle persone la forza di osservare i suoi principi.

Ma la Gerusalemme di lassù è libera, ed è nostra madre.7

Paolo mostra la differenza tra la Gerusalemme terrena e la Gerusalemme di lassù (in cielo). La Gerusalemme di lassù è libera ed è lei la madre dei credenti in Cristo. I credenti sono gli abitanti della Gerusalemme celeste.

In altri punti del Nuovo Testamento la Gerusalemme celeste rappresenta il cielo che aspetta i credenti. Secondo Paolo, la Gerusalemme di lassù si è abbassata verso l’età malvagia del presente. Anche se la Gerusalemme celeste non era arrivata nella sua pienezza, l’età a venire aveva invaso l’età malvagia del presente. La Gerusalemme di lassù non è la chiesa, ma la Gerusalemme celeste, il che indica che i credenti in Gesù, sia Ebrei che Gentili, sono cittadini del cielo. Come Sara era la madre di Isacco, così i credenti fanno parte della nuova età dello Spirito.

Infatti sta scritto: «Rallegrati, o sterile che non partorisci! Prorompi e grida, tu che non senti doglie di parto, perché i figli dell’abbandonata saranno più numerosi di quelli di colei che aveva marito».8

Paolo cita Isaia 54,1 per appoggiare ciò che scrive in Galati 4,27. Fa notare che i cristiani gentili in Galazia sono i figli della Gerusalemme di lassù, perché sono i figli della donna sterile da cui non ci si aspettavano figli. Miracolosamente, però, hanno una vita nuova.

Il collegamento tra il versetto in Isaia e i versetti precedenti è la sterilità di Sara. La sua incapacità di avere figli ostacola la promessa che Abraamo avrebbe avuto una discendenza. Leggiamo di questa stessa situazione nella vita di Isacco e Rebecca (Genesi 25,21) e di Giacobbe e Rachele (Genesi 30,1).

Paolo vede l’adempimento di questo “patto di pace” ai suoi tempi. Il ritorno dall’esilio è giunto con il messaggio di Gesù. L’adempimento di questa promessa è diventato realtà con la conversione di cristiani gentili in luoghi come la Galazia. I credenti gentili della Galazia fanno parte dell’adempimento della promessa; sono veri figli del Signore.

Ora, fratelli, come Isacco, voi siete figli della promessa.9

Adesso Paolo comincia a spiegare il significato della sua allegoria. Secondo i giudaizzanti, i Galati non sono veri cristiani se non vengono circoncisi. Paolo dice loro che i cristiani galati sono come Isacco e sono i veri figli di Sara. Sono loro ad avere ricevuto la promessa, perché sono figli di Dio in virtù dell’opera dello Spirito Santo.

E come allora colui che era nato secondo la carne perseguitava quello che era nato secondo lo Spirito, così succede anche ora.10

Come Ismaele perseguitò Isacco, i giudaizzanti ora perseguitavano quelli che erano stati riempiti dallo Spirito di Dio in Galazia. Se i Galati erano i veri figli di Sara, che cos’erano allora i giudaizzanti che erano venuti in Galazia e insistevano che i credenti dovevano essere circoncisi? Anche se si ritenevano figli di Sara e Abraamo, Paolo li paragonava a Ismaele, che prendeva in giro Isacco e lo perseguitava.11

L’insistenza dei giudaizzanti sulla circoncisione non rispecchiava l’opera dello Spirito di Dio nel portare i Gentili nel corpo dei credenti. Piuttosto, l’opera dei giudaizzanti in Galazia era persecuzione. I cristiani galati fanno parte dell’età a venire. Hanno per madre la Gerusalemme di lassù e sono riempiti dello Spirito di Dio. In quanto tali, devono resistere alle subdole persuasioni dei giudaizzanti, che cercano di sottoporre i credenti alla schiavitù della legge e della circoncisione.

Ma che dice la Scrittura? «Caccia via la schiava e suo figlio, perché il figlio della schiava non sarà erede col figlio della libera».12

I Galati dovevano prestare ascolto alla storia di Isacco e Ismaele, perché parlava della loro situazione. Li informava che chi appartiene alla schiava non avrebbe ricevuto l’eredità.

Quando Ismaele canzonò Isacco, Sara, madre di quest’ultimo, vide in Ismaele un rivale di suo figlio, perciò pretese che Abraamo allontanasse dalla famiglia Ismaele e sua madre Agar, perché l’eredità apparteneva solo a Isacco.13 Abraamo esitò a fare ciò che Sara pretendeva, perché amava suo figlio Ismaele,14 ma Dio gli ordinò di mettere in pratica la sua richiesta.15 L’eredità apparteneva a Isacco non Ismaele. Solo Isacco era il figlio della promessa.

Nel Vecchio Testamento, vediamo che i figli della schiava non riceveranno l’eredità, Paolo ricorda ai suoi lettori che chi si è sottoposto al patto sinaitico non riceverà l’eredità. I Galati vengono incoraggiati a restare nell’ambito della promessa, perché solo i figli di Sara riceveranno l’eredità.

Così dunque, fratelli, noi non siamo figli della schiava ma della libera.16

Paolo riafferma la conclusione fatta in precedenza, quando aveva scritto: Ora noi, fratelli, alla maniera di Isacco, siamo figli della promessa.17 Poiché i Galati erano nati dallo Spirito invece che dalla carne, erano figli della Gerusalemme di lassù invece che di Agar; quindi, erano figli della promessa. Per questo sono figli della libera e appartengono alla Gerusalemme celeste invece che a quella terrena.

State dunque saldi nella libertà con la quale Cristo ci ha liberati, e non siate di nuovo ridotti sotto il giogo della schiavitù.18

Questo è il primo versetto di Galati 5. Anche se fa parte di quel capitolo, il contesto lo collega al capitolo 4. Lo scopo dell’opera di Cristo è riassunto in questa breve affermazione: Gesù ha liberato il suo popolo così che potesse godere della libertà del vangelo.

I versetti 4:21-31 ponevano l’attenzione sulla libertà in confronto alla schiavitù. Questo versetto, Galati 5,1, è una transizione tra l’ultimo versetto nel capitolo 4 e i primi versetti del capitolo 5.

Sottoporsi alla circoncisione è per i Galati un ritorno alla legge mosaica. È un ritorno al patto sinaitico, che è un patto di schiavitù. Così facendo, entreranno nella famiglia di Ismaele e non in quella di Isacco. Paolo sottolinea che devono continuare nella libertà dalla legge, cosa che avevano fatto quando erano diventati credenti. Poiché i Galati sono liberi dalla legge per mezzo di Cristo, devono restare saldi in quella libertà.

Paolo conclude con il punto principale. I Galati devono restare saldi nella loro libertà. Devono resistere alla pressione di sottomettersi alla circoncisione e alla legge. Appartengono alla Gerusalemme di lassù (il cielo) e alla donna libera (Sara). Sono gli eredi delle promesse e hanno ricevuto lo Spirito Santo. Devono godersi la libertà che è loro in Cristo e vivere in essa.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


1 Galati 4,21.

2 Galati 4,22.

3 Galati 4,23 NR.

4 Genesi 17,15–21.

5 Galati 4,24 NR.

6 Galati 4,25 NR.

7 Galati 4,26 NR.

8 Galati 4,27.

9 Galati 4,28 NR.

10 Galati 4,29 NR.

11 Genesi 21,9–10.

12 Galati 4,30.

13 Genesi 21,10.

14 Genesi 21,11.

15 Genesi 21,12.

16 Galati 4,31.

17 Galati 4,28.

18 Galati 5,1.

Pubblicato originariamente in inglese il 7 novembre 2023.