Il libro dei Galati: capitolo 5 (versetti 13-24)

Giugno 11, 2024

di Peter Amsterdam

[The Book of Galatians: Chapter 5 (verses 13-24)]

Il precedente articolo ha coperto la prima parte del capitolo 5, terminando con il versetto 12. Continueremo qui dal versetto 13.

Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà; soltanto non usate questa libertà per dare un’occasione alla carne, ma servite gli uni gli altri per mezzo dell’amore.1

Paolo afferma che i credenti galati erano stati chiamati da Dio per essere liberi e si riferisce in particolare alla libertà dalla legge. Il passo precedente aveva ordinato ai Galati di non seguire un messaggio che li rendeva schiavi. I giudaizzanti li avevano influenzati negativamente, ma i redenti non dovevano preoccuparsi se stavano osservando la legge mosaica o no.

Quando Dio aveva chiamato i Galati, li aveva chiamati alla libertà dalla legge e in particolar modo dal requisito della circoncisione. Paolo affermava che tentare di essere a posto con Dio basandosi sull’ubbidienza alla legge non era più necessario per i credenti, perché erano stati redenti dalla maledizione della legge mediante la morte di Gesù sulla croce. Paolo lo aveva già affermato in precedenza nella sua lettera: Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi. Quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l’adozione.2 In quanto tali, essi vivono nella libertà e nella gioia come figli di Dio.

Poiché tutta la legge è adempiuta in quest’unica parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso».3

Paolo fece una dichiarazione stupefacente nell’affermare che amare gli altri adempie lo standard divino del comportamento nelle comunità cristiane. Dichiara che, mettendosi al servizio degli altri, i credenti adempiono le richieste della Torà senza essere obbligati a rispettare i suoi requisiti.  Asserisce che “tutta la legge” è adempiuta in un’unica parola, nel seguire un unico comandamento: Ama il tuo prossimo come te stesso.4 Probabilmente Paolo sapeva che Gesù aveva identificato questo comandamento, insieme all’altro –Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente tua e con tutta la tua forza – come i due comandamenti più importanti.5

Paolo fornì una spiegazione più dettagliata di come questo comandamento adempiva la legge mosaica in Romani 13:8-10: Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge. Infatti il «non commettere adulterio», «non uccidere», «non rubare», «non concupire» e qualsiasi altro comandamento si riassumono in questa parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso». L’amore non fa nessun male al prossimo; l’amore quindi è l’adempimento della legge.6

Paolo aveva specificato che gli scritti del Vecchio Testamento avevano un ruolo limitato, per un tempo limitato, e che quel tempo ora era passato. Come codice legale da seguire nei particolari per dimostrare di far parte del popolo di Dio, o come modo di seguire gli standard divini, il ruolo della legge mosaica era finito. Essere “sotto la Torà” (la legge mosaica) dopo la morte e la risurrezione di Gesù vuol dire essere schiavi, mentre lo scopo di Dio è la libertà; riafferma il concetto errato che essere ebrei abbia un valore speciale; mentre Dio aveva portato gli Ebrei e i Gentili insieme in Cristo e aveva abbattuto il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia.7

Ma se vi mordete e divorate gli uni gli altri, guardate di non essere consumati gli uni dagli altri.8

Paolo sottolinea che libertà non equivale a conflitti e divisione, perché ciò avrebbe danneggiato seriamente la chiesa. Come spiega un commentatore: I Galati vengono ammoniti in termini coloriti a non trasformarsi in animali che si mordono e si divorano a vicenda.9 I Galati non devono pensare che la libertà apra la porta a dure critiche e odio verso gli altri. Se subentrano commenti denigratori che non vengono corretti, la chiesa imploderà.

Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne.10

Se i credenti vogliono sottomettere la carne, devono arrendersi continuamente allo Spirito Santo. Paolo indica cosa significa servirsi gli uni gli altri nei versetti 5:13-15. Il termine camminare esprime la necessità di sottomettersi allo Spirito giorno dopo giorno. I credenti devono scegliere di vivere secondo lo Spirito, mentre lo Spirito dà loro la forza di condurre una vita che fa piacere a Dio.

Se i credenti vivono nello Spirito, non seguiranno i desideri della carne. Se i Galati si sottometteranno allo Spirito Santo, i desideri della carne verranno superati e vinti. I credenti non sono immuni a tali desideri; possono ancora sentirli attraenti, ma posson vincerli quando camminano nello Spirito.

Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste.11

Ora Paolo spiega perché sia così importante camminare nello Spirito. Nei cuori dei credenti c’è una battaglia.  Lo Spirito Santo abita in loro, quindi il dono promesso dell’età a venire appartiene loro. La presente età malvagia non è ancora terminata, comunque. La carne e i suoi desideri non sono assenti. Questi desideri della carne sono opposti alle cose dello Spirito. (Quando Paolo si riferisce ai desideri della carne, intende il seguire i propri desideri peccaminosi e agire in modo contrario alle leggi morali di Dio.) Naturalmente, nei credenti abita lo Spirito Santo, che li spinge verso la giustizia, così desidereranno fortemente la bontà.

Ma se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge.12

Anche se c’è un conflitto tra la carne e lo Spirito, chi è guidato dallo Spirito trionfa sopra il peccato, perché non è più sotto la legge. La presenza dello Spirito dà ai credenti la capacità di superare i desideri della carne. Quando siamo guidati dallo Spirito, siamo liberi dal legalismo richiesto dalla legge. Dobbiamo camminare nello Spirito ed essere guidati dallo Spirito Santo di Dio, perché, quando ci sottomettiamo alla sua guida, veniamo liberati da una vita di schiavitù sottoposta a ogni tipo di inclinazione della carne e da pratiche legaliste. Paolo sottolinea che lo Spirito e la legge sono due metodi di condurre una vita cristiana diametralmente opposti.

Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza…13

Le opere della carne (che vedremo anche più avanti) si distinguono facilmente. Queste cose che nascono dalla carne in genere sono evidenti ai credenti. Negli scritti di Paolo è comune trovare elenchi di vizi; il loro scopo è indicare delle caratteristiche che non piacciono a Dio e non sono in linea con una vita nello Spirito. I primi tre vizi qui elencati sono peccati riguardanti il sesso. Paolo si era riferito agli stessi tre vizi in 2 Corinzi 12:21 a proposito dei peccati sessuali.

Il termine “fornicazione” viene usato in altri punti delle opere di Paolo e del Nuovo Testamento, oltre trenta volte. È un termine generico usato per denotare illeciti sessuali. Anche la parola “impurità” denota il peccato sessuale e lo troviamo nove volte negli scritti di Paolo.14 Anche il termine “dissolutezza”, o “libertinaggio”, è comunemente usato per indicare il peccato sessuale (otto volte) e indica una mancanza di equilibrio.

 …idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte.15

Idolatria e stregoneria sono elencate insieme perché indicano entrambe il rifiuto di adorare l’unico vero Dio. Nella teologia di Paolo, il peccato principale è il rifiuto di adorare Dio, di ringraziarlo per la sua bontà e di allontanarsi dal culto degli idoli. È l’adorazione della creazione invece del Creatore.16 La stregoneria è condannata sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento.17 Invece di confidare in Dio, le persone cercano di controllare le circostanze per far succedere quello che desiderano. La stregoneria spinge una persona a dipendere da altre fonti invece di confidare in Dio.

L’inimicizia è menzionata solo in questo caso, negli elenchi che Paolo fa dei vizi. Denota animosità e odio tra due o più persone. Discordia, che Paolo usa diverse volte nei suoi scritti, indica le dispute che dividono le persone. Gelosia è un termine che spesso ha un contenuto positivo, indicando zelo e passione per Dio o per ciò che è giusto.18 Comunque può riferirsi anche a una gelosia consumata dall’esaltazione di sé.19

Ira si riferisce a scatti d’ira, una collera senza freni riversata sugli altri, che causa danni all’oggetto della propria ira. Contesa viene in altri punti menzionata come un’ambizione egocentrica ed egoista20 che causa discordie e non pensa al bene degli altri ma cerca onore ed elogi per se stesso.

Divisione è un termine che richiama i dissensi in una comunità come risultato del peccato. Setta è un termine usato poco frequentemente, che richiama anch’esso le divisioni in una comunità come risultato del peccato.

…invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.21

Troviamo invidia anche in altri elenchi di vizi fatti da Paolo.22 Indica il desiderio di possedere ciò che appartiene ad altri. L’invidia causa in una persona insoddisfazione dei doni fatti da Dio e risentimento per la prosperità altrui.

Ubriachezze e orge sono parole usate per indicare uno stile di vita decadente. Troviamo riferimento a questo in Romani 13:13 e in 1 Pietro 4:3. Chi si dedica a questo tipo di bagordi dimostra di non vivere nella nuova età introdotta da Cristo.

Paolo dice che sta avvertendo i Galati, come ha fatto in precedenza, che chi si dedica a queste cose non erediterà il regno di Dio. Fare le opere della carne non è cosa da poco. Paolo avverte i Galati che chi continua a farlo non erediterà il regno, ma affronterà il giudizio finale insieme agli empi.

Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo.23

Ora Paolo mette a confronto l’elenco dei vizi con quello delle virtù. Non esiste un ordine particolare in questo elenco, se non che l’amore viene per primo. Queste buone qualità sono il frutto dello Spirito, invece del prodotto della forza umana. I credenti non ricevono lo Spirito mediante le opere della legge, ma ascoltando il vangelo con fede.

Il primo frutto nell’elenco è l’amore. L’amore dei credenti per gli altri ha le sue radici nell’amore che Dio ha dato loro mediante lo Spirito Santo.24 Questo amore può essere ricondotto al Padre,25 oltre che al Figlio.26

La gioia è opera dello Spirito Santo.27 Il tema della gioia ha una posizione importante in Filippesi,28 dove si dà enfasi al sacrificio per l’unità dei credenti. Questi sono chiamati a confidare che Dio faccia cooperare tutte le cose al loro bene.

Pace è una parola usata spesso nell’apertura delle lettere di Paolo. In altri punti la ricollega alla gioia29 e questa pace è il risultato dell’opera dello Spirito.30 Cristo ha portato la pace a ebrei e gentili mediante la croce.31

Pazienza è usata qui e in altri punti nell’elenco di virtù fatto da Paolo.32 È un’opera dello spirito di Dio quando uno sopporta situazioni difficili senza perdere la propria calma e compostezza.

Benevolenza (oppure benignità o gentilezza, a seconda delle versioni); si trova in altri elenchi di virtù.33 È usata in particolar modo per parlare della bontà divina nel fornire la salvezza mediante Gesù.34 Ogni volta che i credenti sono generosi con gli altri, specialmente quando forniscono aiuto a chi non ricambia il loro amore, imitano il Padre e Cristo.

Bontà è molto simile a benevolenza. Viene menzionata solo in alcuni punti nelle opere di Paolo.35 Chi è pieno dello Spirito di Dio riceve la forza di condurre una vita di bontà, di bellezza morale, che in questo mondo bisognoso risplende.

La parola tradotta con fedeltà spesso significa fede nelle opere di Paolo; qui, comunque, significa proprio essere fedeli. Quelli che sono guidati dallo Spirito sono leali e affidabili. Ci si può fidare che assolvano alle loro responsabilità.

Mansuetudine si trova in un altro degli elenchi di virtù di Paolo.36 Chi pecca deve essere corretto con mitezza, perché questa era una caratteristica di Gesù.37 I miscredenti devono essere corretti nella speranza che si pentano.38 Un comportamento duro non è segno dell’opera dello Spirito.

Autocontrollo è una parola rara nel Nuovo Testamento, dove la troviamo poche volte. Chi ha autocontrollo è in grado di trattenersi quando è necessario.39

Contro queste cose non c’è legge.40

Il significato di questa breve frase è difficile da interpretare. Paolo forse voleva dire che nessuna legge proibisce i frutti dello Spirito; quindi, nessuno può criticare quelle virtù. Oppure, forse il senso è che la legge non produce queste buone qualità, che sono opera dello Spirito. In Galati abbiamo visto che la legge non può produrre giustizia (3:21) e che chi è guidato dallo Spirito non è sotto la legge (5:18). In altre parole, chi è sotto la legge è sotto il dominio del peccato. Lo Spirito, allora, produce frutti che la legge non può creare.

Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri.41

I credenti non hanno bisogno della legge per badare al proprio comportamento. Poiché appartengono a Cristo, hanno ucciso i desideri della carne. Questo versetto fa riferimento a Galati 2:20, che dice: Sono stato crocifisso con Cristo. La crocifissione della carne, quindi, avviene al momento della conversione, quando i credenti muoiono con Cristo.

La morte della carne non implica che i credenti non sentano più la tentazione dei desideri carnali. La carne però ha ricevuto un colpo decisivo mediante la morte di Cristo sulla croce. Anche se i desideri della carne non sono assenti, non regnano e governano più. Chi cammina nello Spirito ed è guidato dallo Spirito trionfa (anche se imperfettamente) sulle passioni della carne che prima lo dominavano.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


1 Galati 5:13 NR.

2 Galati 3:13, 4:4–5.

3 Galati 5:14.

4 Levitico 19:18.

5 Marco 12:28–31; Matteo 22:34–40; Luca 10:25–28.

6 Romani 13:8–10.

7 Efesini 2:14 NR.

8 Galati 5:15.

9 Thomas R. Schreiner, Exegetical Commentary on the New Testament: Galatians (Zondervan Academic, 2010), 336.

10 Galati 5:16.

11 Galati 5:17.

12 Galati 5:18.

13 Galati 5:19.

14 Romani 1:24, 6:19; 2 Corinzi 12:21; Galati 5:19; Efesini 4:19, 5:3; Colossesi 3:5; 1 Tessalonicesi 2:3, 4:7.

15 Galati 5:20.

16 Romani 1:21–25.

17 Esodo 7:11, 22; Isaia 47:9, 12; Apocalisse 18:23.

18 2 Corinzi 11:2; Numeri 25:13; 1 Re 19:10; Zaccaria 1:14.

19 Romani 13:13; 1 Corinzi 3:3; 2 Corinzi 12:20.

20 Romani 2:8; Filippesi 1:17, 2:3.

21 Galati 5:21.

22 Romani 1:29; 1 Timoteo 6:4; Tito 3:3.

23 Galati 5:22–23.

24 Romani 5:5, 15:30.

25 Romani 8:39, 2 Corinzi 13:14, Efesini 1:4, 2:4.

26 Romani 8:35, 2 Corinzi 5:14.

27 Romani 14:17.

28 Filippesi 1:4,18,25; 2:2,17,18,28,29; 3:1; 4:1,4,10.

29 Romani 14:17, 15:13.

30 Romani 14:17.

31 Efesini 2:14,15,17.

32 2 Corinzi 6:6; Efesini 4:2; Colossesi 3:12; 2 Timoteo 3:10.

33 2 Corinzi 6:6; Colossesi 3:12.

34 Romani 2:4; Efesini 2:7; Tito 3:4.

35 Romani 15:14; Efesini 5:9; 2 Tessalonicesi 1:11.

36 Efesini 4:2; Colossesi 3:12 [anche mitezza; in altre versioni gentilezza di comportamento]; Tito 3:2.

37 2 Corinzi 10:1.

38 2 Timoteo 2:25.

39 Atti 24:25; 2 Pietro 1:6; 1 Corinzi 7:9, 9:25.

40 Galati 5:23.

41 Galati 5:24.


Pubblicato originariamente in inglese il 2 gennaio 2024.