Il supereroe dentro di noi
Dicembre 17, 2013
di Maria Fontaine
Il supereroe dentro di noi
Avete mai avuto qualche problema o dolore particolare che vi ha sorpreso per com’era debilitante? Forse era un alluce dolorante, o un mal d’orecchi che esteriormente sembrava una cosa da poco, ma rendeva penosa la vostra giornata. Poi arriva qualcuno che dice: “Io ho sempre qualche infezione all’alluce; è sgradevole, ma non ci faccio tanto caso. Devi solo lodare il Signore e andare avanti”. Be’, anche se dobbiamo sforzarci di “rendere grazie in ogni cosa”,[1] cercare di tenere la testa fuori dall’acqua può essere difficile in quei momenti.
Eccovi lì, con la sensazione di essere incapaci anche solo di pensare logicamente. Come è possibile comunicare la propria angoscia a chi non ha mai dovuto affrontare esattamente la stessa cosa? Vi state solo comportando da bambini? Oppure è possibile che il dolore e la sofferenza colpiscano ogni persona in maniera diversa?
È impossibile vedere quello che succede dentro gli altri. In realtà potrebbero essere sottoposti a uno sforzo da supereroe, considerando quello che stanno soffrendo, ma noi tendiamo a vedere le cose in maniera diversa. Vediamo un essere umano che si piega sotto un peso a che a noi sembra insignificante. Dalla nostra prospettiva, la lotta a cui una persona è sottoposta potrebbe non sembrare un granché, ma siamo davvero in grado di giudicare la verità di questa interpretazione?
Sembra ovvio che chi soffre la fame, la guerra, la violenza o la tortura stia subendo livelli di sofferenza e di perdita molto più grandi di ciò che soffre la maggior parte della gente; ma molte volte ci son casi di sofferenze gravi e debilitanti, che tuttavia affliggono solo internamente, in maniera invisibile. Esteriormente, la grandezza e la profondità di ciò che le persone soffrono non sono visibili.
Conosco un uomo che considero un vero santo di Dio, che per gran parte della sua vita ha sofferto dolori su una scala che certamente io non avrei mai potuto sopportare. Tuttavia, nonostante a volte sia a malapena in grado di aprire gli occhi per il dolore, si alza e si getta, o a volte zoppica, nella sua giornata, dimostrando pazienza, dedizione e compassione per gli altri e sempre lodando il Signore. Si comporta in modo così positivo che si potrebbe facilmente passargli accanto senza rendersi conto delle sofferenze che sopporta ogni giorno.
Oltre alla sofferenza fisica, c’è un'altra forma di sofferenza che può essere altrettanto intensa, anche se meno visibile ai nostri occhi. La Bibbia parla di come lo spirito di un uomo lo sostenga nella sua infermità, ma chi può sollevare uno spirito abbattuto?[2] Ciò sembrerebbe indicare che alcune sofferenze spirituali siano ancora più insopportabili delle infermità e delle sofferenze del corpo e della mente.
Nemmeno la terribile agonia fisica affrontata da Gesù poteva paragonarsi agli orrori che sopportò quando affrontò la morte del peccatore, l’isolamento totale da Dio e l’apparente abbandono da parte di suo Padre. Quella sua breve frase d’invocazione dalla croce — “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” — aveva dietro di sé un’angoscia così totalmente e assolutamente profonda, che fa sembrare minuscola qualsiasi esperienza di sofferenza fisica o mentale.[3] Era il massimo della sofferenza spirituale, che non dovremo mai affrontare perché l’ha già fatto Lui per noi. Ma quella sofferenza non era completamente visibile ai nostri occhi.
La Bibbia ci ammonisce di non giudicare secondo l’apparenza esteriore.[4] A noi le cose potrebbero sembrare a posto, mentre la realtà potrebbe essere molto diversa. La nostra percezione di una situazione potrebbe farci sottovalutare la sofferenza di una persona. Molti fattori possono trasformare una cosa che a noi può sembrare insignificante in un’esperienza devastante per un’altra persona.
Probabilmente in qualche momento tutti abbiamo visto qualcuno reagire in maniera eccessiva o sopportare a fatica qualcosa che a noi sembrava irrilevante. Possiamo avere la tentazione di assumere un atteggiamento di sufficienza tipo “non farne un dramma”; ma spero che possiamo ricordarci sempre che potremmo non avere alcuna idea di quello che prova o affronta qualcun altro, o di come possono essere difficili per loro alcuni dolori, contrattempi o fastidi apparentemente insignificanti.
Avere compassione è fondamentale per aiutare le persone che incontriamo ogni giorno. Questo tocco del suo Spirito, quando mostriamo amore e misericordia, può dimostrare il suo amore incondizionato, anche quando non sappiamo cosa fare o cosa dire. La sua compassione attraverso di noi può consolare gli altri nella loro tribolazione, per mezzo della stessa consolazione che riceviamo da Dio.[5]
Lui vede quello che noi siamo incapaci di vedere. Non dobbiamo per forza stabilire il grado di sofferenza di una persona, o decretare se è degna di ricevere il suo amore e la sua compassione attraverso di noi, nella nostra qualità di suoi rappresentanti. L’incarico che ci ha dato è di seguirlo e dimostrare l’amore incondizionato a questo mondo che ne ha così tanto bisogno. Evitiamo quindi di giudicare o valutare le cose secondo la nostra comprensione, quando si tratta delle difficoltà e delle afflizioni degli altri. Cerchiamo di essere il miglior esempio possibile dell’amore di Dio. Il resto è nelle sue mani.
[1] 1 Tessalonicesi 5,18.
[2] Proverbi 18,14.
[3] Matteo 27,46.
[4] 1 Samuele 16,7; Giovanni 7,24.
[5] 2 Corinzi 1,4.
Titolo originale: The Superhero Within
Pubblicato originariamente in Inglese il 19 Ottobre 2013
versione italiana affissa il 17 Dicembre 2013;
statistiche: 872 parole; 4.655 caratteri