Il timore di Dio
Ottobre 16, 2012
di Peter Amsterdam
Il timore di Dio
Recentemente ho scoperto un argomento che ha colto il mio interesse: il timore di Dio. La Bibbia ne parla un bel po’ e si può avere l’impressione che dobbiamo avere timore di Dio nel senso di aver paura di incorrere nella sua ira. Per i cristiani può essere una cosa difficile da riconciliare con il fatto che Dio ha tanto amato il mondo che ha mandato il suo Figlio unigenito per manifestare il suo amore e che noi dobbiamo amare Dio con tutto il cuore, la mente e l’anima.
In tutta la Bibbia ci sono, sì, dei versetti che parlano di avere timore di Dio e della sua ira, ma ce ne sono molti altri che parlano di questo timore come di una cosa positiva. Quando la Bibbia parla di temere Dio, si riferisce a due concetti diversi: uno è avere paura di Dio e della sua ira; l’altro è onorarlo e riverirlo. Comprendendo questa differenza possiamo capire il rapporto tra temere Dio e ricevere le sue benedizioni.
Beato l’uomo che teme l’Eterno e trova grande gioia nei suoi comandamenti![1]
Quanto è grande la tua bontà che riservi per quelli che ti temono.[2]
Il timor del Signore è il principio della sapienza; hanno buon senso quanti lo praticano.[3]
Il timore dell’Eterno è il principio della conoscenza.[4]
Il timore dell’Eterno prolunga i giorni.[5]
Il timore dell’Eterno è una fonte di vita.[6]
Il timore dell’Eterno conduce alla vita; chi lo possiede dimorerà sazio.[7]
Io so che otterranno bene quelli che temono Dio, che provano timore davanti a Lui.[8]
Meglio poco con il timore dell’Eterno, che un gran tesoro con preoccupazioni.[9]
Il segreto dell’Eterno è rivelato a quelli che lo temono.[10]
L’Angelo dell’Eterno si accampa attorno a quelli che lo temono e li libera.[11]
Temete l’Eterno, voi suoi santi, poiché nulla manca a quelli che lo temono![12]
Egli benedirà quelli che temono l’Eterno, piccoli e grandi.[13]
Il premio dell’umiltà è il timore dell’Eterno, la ricchezza, la gloria e la vita.[14]
Uno dei concetti di timore di Dio riportati nella Bibbia, come abbiamo detto più sopra, è il terrore, la paura; si riferisce ad aver paura di Dio ed è usato principalmente quando si parla di persone che hanno peccato e dovranno affrontare i giudizi di Dio. Ecco alcuni esempi di questo concetto:
Gli uomini entreranno nelle caverne delle rocce e negli antri della terra davanti al terrore dell’Eterno e allo splendore della sua maestà, quando si leverà per far tremare la terra.[15]
Quale peggiore castigo pensate voi merita colui che ha calpestato il Figlio di Dio e ha considerato profano il sangue del patto col quale è stato santificato, e ha oltraggiato lo Spirito della grazia? Noi infatti conosciamo colui che ha detto: “A me appartiene la vendetta, io darò la retribuzione”, dice il Signore. E altrove: “Il Signore giudicherà il suo popolo”. È cosa spaventevole cadere nelle mani del Dio vivente.[16]
E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella Geenna.[17]
Questo concetto di timore di Dio è diverso da quello che ritrae il senso positivo di venerare Dio — cioè provare timore reverenziale, onore e rispetto nei suoi confronti. Alcuni sinonimi di queste parole sono: meraviglia, ammirazione, stupore, riguardo, deferenza, stima, venerazione, adorazione, devozione, opinione elevata. Temere Dio in questo modo porta benedizioni e benefici nella nostra vita.
Per esempio, in Levitico 19,3 la stessa parola che nell’originale dice “temere”, viene tradotta con “rispettare”. (CEI, Nuova Diodati, Nuova riveduta) o “portare riverenza” (Diodati).
Un altro esempio in cui temere Dio significa qualcosa di diverso da “avere paura di Lui” si trova nel libro di Isaia, quando dice che il Messia ha timore di Dio.
Lo Spirito dell’Eterno riposerà su Lui: spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di potenza, spirito di conoscenza e di timore dell’Eterno. Il suo diletto sarà nel timore dell’Eterno.[18]
Chiaramente il Messia non avrebbe avuto paura e terrore di Dio. Lo si capirebbe meglio dicendo che il Messia avrebbe amato, riverito e glorificato il Padre.
Io […] onoro il Padre mio.[19]
Gesù, poi alzò gli occhi al cielo e disse: “Padre, l’ora è venuta; glorifica il Figlio tuo, affinché anche il Figlio glorifichi te”[20]
Gesù disse: “Ora il Figlio dell’uomo è glorificato, e Dio è glorificato in Lui”.[21]
Nel Vecchio e nel Nuovo Testamento ci sono esempi di persone che onoravano e rispettavano Dio, delle quali si dice che lo temevano.
L’Angelo disse: “Non stendere la tua mano contro il ragazzo e non gli fare alcun male; ora infatti so che tu temi Dio, poiché non mi hai rifiutato tuo figlio, l’unico tuo figlio”.[22]
C’era nel paese di Uz un uomo chiamato Giobbe. Quest’uomo era integro e retto, temeva Dio e fuggiva il male.[23]
Or vi era in Cesarea un certo uomo di nome Cornelio, centurione della coorte, detta Italica; egli era un uomo pio e timorato di Dio con tutta la sua casa, faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio del continuo.[24]
Al contrario, c’erano persone scettiche o malvagie, delle quali si dice che non avevano timore di Dio, cioè nessun rispetto per Lui.
Il peccato dell’empio dice al mio cuore: Non c’è alcun timore di Dio davanti ai suoi occhi.[25]
La loro bocca è piena di maledizione e di amarezza; i loro piedi sono veloci per spandere il sangue; sulle loro vie c’è rovina e calamità, e non hanno conosciuto la via della pace; non c’è il timore di Dio davanti ai loro occhi.[26]
Ma non c’è bene per l’empio, e non prolungherà i suoi giorni come l’ombra perché non prova timore davanti a Dio.[27]
“La tua stessa malvagità ti castigherà e i tuoi sviamenti ti puniranno. Riconosci perciò e vedi quanto cattivo e amaro sia per te l’abbandonare l’Eterno, il tuo Dio, e il non avere in te alcun timore di me”, dice il Signore, l’Eterno degli eserciti.[28]
Come cristiani salvati, non dobbiamo aver paura di essere puniti per i nostri peccati, perché Gesù ha già preso su di Sé quella punizione mediante la sua morte sulla croce. I nostri peccati sono stati perdonati e non siamo più soggetti al “salario della morte”, grazie al dono divino della salvezza e della vita eterna con Lui.
Ciò non significa che non ci saranno conseguenze per i nostri peccati in questa vita; né significa che Dio sopporterà i peccati premeditati e la disubbidienza alle sue leggi morali. La Bibbia parla di castigo o correzione. In genere nelle Scritture si parla di castigo come di addestramento o insegnamento, come di formazione del carattere di un individuo mediante rimproveri o ammonizioni, che sono una cosa diversa dalla punizione per i peccati. Il Signore potrebbe castigarci in qualche modo per i nostri peccati, per insegnarci qualcosa o per formarci, ed è un gesto d’amore da parte sua.
Il Signore corregge chi ama e flagella ogni figlio che gradisce.[29]
Come credenti, la giusta reazione a tutto ciò che Dio è e ha fatto è avere timore del Signore, nel senso di venerazione e devozione, riverenza e rispetto, di adorazione e devozione, oltre che di meraviglia e timore reverenziale. Quando pensiamo alla sua creazione dell’universo, da tutte le stelle alle particelle subatomiche, possiamo solo meravigliarci davanti alla sua potenza e alla sua gloria. Quando ci rendiamo conto che come esseri umani pecchiamo e quindi meritiamo la sua punizione, ma che, grazie al suo amore, Lui ha reso possibile la nostra salvezza e riconciliazione, allora la reazione giusta è lodare e adorare, onorare, amare, ubbidire e riverire. Fa tutto parte del riconoscere che Egli è Dio — Padre, Figlio e Spirito Santo.
Ci sono benedizioni riservate a chi lo onora in questa maniera.
Beato l’uomo che teme l’Eterno e trova grande gioia nei suoi comandamenti.[30]
Beato chiunque teme l’Eterno e cammina nelle sue vie![31]
Quanto è grande la tua bontà che riservi per quelli che ti temono, e che usi in presenza dei figli degli uomini verso quelli che si rifugiano in te! [32]
È arrivato il tempo di giudicare i morti e di dare il premio ai tuoi servi, ai profeti, ai santi e a coloro che temono il tuo nome, piccoli e grandi.[33]
Chi di noi ama il Signore non deve avere quel tipo di timore che costituisce paura di Dio e della sua ira. Facciamo parte della sua famiglia, perché ne abbiamo ricevuto il diritto mediante la nostra fede in Gesù. I nostri peccati sono perdonati, così non dovremo affrontare la punizione divina. Siamo stati redenti. Il nostro rapporto con il Signore è fatto di amore, gratitudine, lode e adorazione. Per questo dobbiamo giustamente temere il Signore dandogli il nostro amore, ubbidendo alla sua Parola e vivendo in maniera da rendere gloria a Lui che ne è infinitamente degno.
Degno sei, o Signore, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà esistono e sono state create.[34]
Nota:
Se non altrimenti indicato, tutti i versetti biblici sono tratti dalla Sacra Bibbia, versione Nuova Diodati, copyright © La Buona Novella, Brindisi. Altre versioni spesso citate sono la versione Nuova Riveduta (NR), la versione C.E.I. (CEI) e la Traduzione in Lingua Corrente (TILC).
[1] Salmi 112,1.
[2] Salmi 31,19.
[3] Salmi 111,10 NR.
[4] Proverbi 1,7.
[5] Proverbi 10,27.
[6] Proverbi 14,27.
[7] Proverbi 19,23.
[8] Ecclesiaste 8,12.
[9] Proverbi 15,16.
[10] Salmi 25,14.
[11] Salmi 34,7.
[12] Salmi 34,9.
[13] Salmi 115,13.
[14] Proverbi 22,4.
[15] Isaia 2,19.
[16] Ebrei 10,29–31.
[17] Matteo 10,28.
[18] Isaia 11,2–3.
[19] Giovanni 8,49.
[20] Giovanni 17,1.
[21] Giovanni 13,31.
[22] Genesi 22,12.
[23] Giobbe 1,1.
[24] Atti 10,1–2.
[25] Salmi 36,1.
[26] Romani 3,14–18.
[27] Ecclesiaste 8,13.
[28] Geremia 2,19.
[29] Ebrei 12,6.
[30] Salmi 112,1.
[31] Salmi 128,1.
[32] Salmi 31,19.
[33] Apocalisse 11,18.
[34] Apocalisse 4,11.
Titolo originale: The Fear of God
Pubblicato originariamente in Inglese l'11 Settembre 2012
versione italiana affissa il 16 Ottobre 2012;
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