Le abitudini di una vita pia — parte 1

Dicembre 19, 2023

di Maria Fontaine

The Habits of a Godly Life—Part 1

Diversi mesi fa, il Signore ha portato alla mia attenzione alcuni degli insegnamenti di Charles Stanley. Mi ha colpito il suo modo semplice di esprimere molti dei principi base della Bibbia. Così, quando recentemente è passato alla sua ricompensa eterna all’età di 90 anni, ho deciso di dare un’occhiata più approfondita alla sua vita. Così facendo ho scoperto che non ha mai rinunciato a parlare agli altri della verità del suo sorprendente Salvatore.

Solo poco tempo fa mi sono resa conto che il dr. Stanley aveva un ministero mondiale e che i suoi sermoni sono stati tradotti in un centinaio di lingue; ha anche pubblicato molti libri. Mi hanno ispirato il suo amore per Gesù e il suo desiderio di parlare della verità di Dio a chiunque lo ascoltasse.

Ci sono alcuni punti dottrinali che vengono interpretati diversamente da pastori e insegnanti cristiani e non è insolito trovare diversità d’opinione e interpretazione di alcune cose della Bibbia. Non penso, però, che questo debba impedirci di trarre beneficio dalle cose che possono nutrirci. Possiamo scegliere la parte buona ed evitare le cose che non riteniamo accurate. Lo abbiamo fatto per molti anni riguardo agli insegnamenti di molti pastori, apologeti, insegnanti ecc. Prendiamo le cose ispiranti e ciò che lo Spirito Santo ci indica di mettere in pratica e impariamo da esse. Possiamo ringraziare il Signore per ciò che altri dicono e che rappresenta una grande benedizione per le persone.

Crescendo povero in una zona remota della Virginia, Charles Stanley non era nuovo alle difficoltà. Comunque, nonostante le molte avversità che lui e sua madre dovettero affrontare, lei lo aveva affidato al Signore quando era piccolo e aveva fatto del suo meglio per insegnargli i principi dell’amore per gli altri.

Un altro esempio di fede che ricevette fu quello di suo nonno, George Washington Stanley (G. W.), un predicatore pentecostale del movimento della Santità. Durante la sua crescita, Charles ebbe poche occasioni di far visita a suo nonno; tuttavia, quelle visite lasciarono un segno profondo su di lui. Aveva molte domande da porgli sulla fede e sul suo passato.

Durante una delle ultime visite di Charles prima che si lanciasse nella sua carriera di predicatore, G. W. gli raccontò molte storie sulla provvidenza e la protezione del Signore e sull’importanza di confidare che Dio è sempre in controllo. Ecco un paio delle molte storie raccontate da Charles sulla vita di suo nonno.

In molte comunità, durante la crescita di G. W., le scuole erano aperte solo tre mesi l’anno, nel migliore dei casi. Dove viveva lui non c’erano scuole e G. W. crebbe senza l’opportunità di imparare a leggere e scrivere.

Finalmente, quando lui aveva 18 anni, aprirono una scuola nelle vicinanze. G. W. cercò di imparare a leggere e scrivere, ma poiché era molto imbarazzato per essere un adulto in una classe di bambini, alla fine si scoraggiò e rinunciò a farlo. Aveva sentito la chiamata del Signore a diventare un predicatore a 17 anni, ma gli sembrava impossibile diventare il pastore di una chiesa.

Comunque, quando aprì il proprio cuore al Signore, Gesù gli disse che avrebbe fatto in modo che la cosa avvenisse, Così, G. W. disse al Signore: “Se vuoi che predichi, dovrai insegnarmi a farlo”. Il Signore glielo insegnò gradualmente, mentre lui si sforzava faticosamente di leggere la Bibbia.

G. W. mi ricorda alcune delle cose che ho sentito a proposito dei nostri coraggiosi pionieri e di altri missionari che dovevano imparare cose come una lingua, o insegnare, cantare, ballare, fare sketch o qualche altro strumento che poteva dare loro l’opportunità di raggiungere altri.

G. W. perseverò e, dopo molta fatica, riuscì a formare la sua prima chiesa. Finì col fondarne diciotto. G. W. espresse la sua determinazione a fare qualsiasi cosa il Signore gli dicesse in una delle prime cose che insegnò a Charles, dicendo: “Se Dio ti dice di passare con la testa attraverso un muro, tu vai verso quel muro, poi, quando ci arriverai, Dio farà il buco per passarci”. Charles spiegò: “In altre parole, se ubbidisci a Dio e lasci le conseguenze a Lui, farà qualunque cosa per proteggerti”.

A quei tempi, i paesini non avevano grandi edifici da affittare a prezzo modico per fare riunioni. Il modo migliore per avere un luogo riparato in cui parlare di Gesù alla gente era una tenda dove le persone potessero andare ad ascoltare il messaggio. Il problema era che una tenda costava molto, circa 400 dollari (più o meno 10.000 dollari di oggi), che era ben al di là di ciò che G. W. poteva permettersi. Trovò un lavoro, ma la paga era così bassa che non gli avrebbe mai permesso di coprire anche solo una piccola parte del costo.

Pregò disperatamente, nonostante lo scoraggiamento minacciasse di travolgerlo, e il Signore gli diede la visione di una casa in una cittadina vicina, con delle rose nel giardino di fronte e una staccionata tutt’intorno. Dio gli disse che se ci fosse andato avrebbe avuto quello che gli serviva. Così G. W. cominciò a camminare avanti e indietro per le strade della cittadina, finché trovò la casa.

Bussò alla porta con esitazione e la donna che rispose disse: “Oh, sig. Stanley, volevo proprio vederla. Sono davvero contenta che sia venuto!” Dopo aver parlato un po’, la donna si alzò e ritornò con una borsa di carta. Gliela porse e disse: “Dio mi ha detto di darle questo”. Nella borsa c’erano quattrocento biglietti da un dollaro!

Ci sono molte altre storie simili di protezione, provvidenza e indicazioni soprannaturali raccontate a Charles da suo nonno. Mentre Charles ascoltava le storie di fede di suo nonno, la sua stessa fede per confidare in Dio per cose impossibili crebbe. I principi che imparò avrebbero costituito una vasta parte del fondamento della sua opera. Non si può sottostimare la capacità di una testimonianza di vita vissuta di influenzare la vita di altri.

* * *

Le seguenti sono sette abitudini che Charles Stanley riteneva necessario che un cristiano formasse per vivere una vita pia. Queste abitudini sono tratte da numerosi lunghi sermoni di Stanley e sono espressi in vari modi. Nella prossima parte di questo articolo ho cercato di incapsularne i punti fondamentali. Ho incluso anche alcuni dei miei commenti.

Che cos’è un’abitudine? È un modello di comportamento ricorrente e spesso inconsapevole, acquisito grazie a una frequente ripetizione. È una cosa che facciamo ripetutamente.

Che cos’è una vita pia? È una vita che manifesta i principi della natura divina nel modo più accurato possibile.

Nota: Le citazioni in corsivo siglate “CS” provengono da vari video di Charles Stanley.

Abitudine n.1: Avere fede e fiducia

CS: “Quando tu ed io confidiamo in Gesù, entriamo in intimità con Lui. Intimità vuol dire essere vicini al suo cuore e anche al suo modo di pensare. Ci si comprende a vicenda, nel modo di pensare, nel modo di sentire. Si parla insieme. Lui ti guida e tu gli ubbidisci”.

CS: “Confidare in Dio significa sapere che il responsabile è Lui. Non fa alcuna differenza cosa succede, come succede, quando succede, per qualsiasi motivo succeda. So che Dio è il capo e posso avere fiducia in Lui per qualunque cosa permetta nella mia vita”.

CS: “La lezione più grande che abbia mai imparato è confidare in Dio. Non cercate di capirlo, basta confidare in Lui e guardarlo all’opera. Dio non delude mai le aspettative, non arriva mai in ritardo. Arriva sempre al momento giusto per fare quello che va fatto”.

Abitudine n.2: Condurre una vita di preghiera

CS: “Non si può vivere una vita veramente pia senza una vita di preghiera, perché la tua vita di preghiera ti mantiene collegato a Gesù, sensibile alla sua volontà, al suo proposito e al suo piano”.

Maria: La preghiera è un’espressione del nostro desiderio di volere ciò che Gesù sa essere la cosa migliore. Potemmo non conoscere tutti i particolari, ma le nostre preghiere perché faccia succedere ciò che servirà al meglio è una chiave per la preghiera della fede.

CS: “Qualsiasi cosa realizzerai nella vita, la realizzerai in ginocchio. Non con la tua intelligenza, non con la tua istruzione, non con il tuo addestramento, ma solo in ginocchio”.

Maria: Questi altri elementi sono utili, ma senza la connessione che la preghiera crea tra noi e il Signore, non compiranno niente di meritevole.

Abitudine n.3: Meditare su Gesù

“Mi ricordo di te sul mio letto, penso a te nelle veglie della notte. Poiché tu sei stato il mio aiuto, io canto di gioia all'ombra delle tue ali. L'anima mia si tiene stretta a te; la tua destra mi sostiene”. —Salmi 63,6-8

Maria: Quando meditiamo su un versetto biblico, una citazione ispirata o qualcosa che il Signore ha sussurrato al nostro cuore, siamo seduti ai suoi piedi, ansiosi di imparare qualunque cosa Lui cerchi di rivelarci. Charles Stanley l’ha riassunto così:

CS: “Significa che lo leggo, che ci penso, che indago il mio cuore alla luce di ciò che Dio mi dice. Gli faccio ogni mia domanda e sottometto la mia volontà a qualunque cosa Lui mi mostri”.

Maria: Mi ricorda qualcosa che David mi diceva spesso: “Il primo passo per scoprire la volontà di Dio è non avere una volontà propria”. Abbiamo sempre libera scelta, ma scegliamo di mettere al primo posto ciò che Lui ci mostra.

CS: “Ti concentri su di Lui, e quando cominci a concentrarti su di Lui, ecco cosa succede: le preoccupazioni si allontanano, le apprensioni si allontanano. La mente non è più contaminata da cose d’ogni genere che non ti servono assolutamente a nulla. La meditazione è una parte essenziale del condurre una vita pia”.

Abitudine n.4: Ubbidire a Dio

CS: “Il modo saggio di vivere è ubbidire a Dio e poi lasciargli tutte le conseguenze e le circostanze. Posso farlo se prego; se confido; se medito su di Lui. Niente può impedirti di ubbidire e seguire queste sette abitudini; niente, tranne una tua scelta”.

CS: “Dio è fedele a dirigerci in qualunque situazione o circostanza, se gli daremo ascolto. Ubbidire a Dio, ascoltarlo e confidare in Lui per ogni cosa è il vero significato della vita”.

CS: “Il peso e l’efficacia delle mie preghiere per gli altri sarà determinato dal tempo che passo da solo con Lui, ascoltandolo riguardo a ciò quello che vuole fare nella mia vita”.

Abitudine n.5: Dipendere dallo Spirito Santo

“Ho ancora molte cose da dirvi, ma non sono ancora alla vostra portata. Ma quando verrà lui, lo Spirito di verità, egli vi guiderà in ogni verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutte le cose che ha udito e vi annunzierà le cose a venire. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve lo annunzierà”. —Giovanni 16,12-14

CS: “Non sei mai solo. In te abita lo Spirito Santo che è lì per darti autorità, aiutarti, incoraggiarti, fortificarti e guarirti. Lo Spirito Santo è lì perché nella nostra vita c’è bisogno di Dio e Lui sapeva che ci sarebbe servito”.

Abitudine n.6: Dare a Dio e agli altri

“Date e vi sarà dato: una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata in seno, perché con la misura con cui misurate, sarà altresì misurato a voi”. —Luca 6,38

Maria: La Bibbia dice che Dio ama un donatore allegro. È perfettamente logico chiedersi: “Cosa potrebbe farci sentire allegri, se rinunciamo a qualcosa di cui un giorno potremmo avere bisogno? Per di più, anche se volessimo dare a Dio, come faremmo a dare qualcosa a un Dio che ha già tutto?”

CS: “L’unico modo per essere donatori allegri è avere sviluppato un rapporto con il Signore e ad avere fiducia che, nel suo amore, si prenderà sempre cura di noi e ci benedirà per avere dato a Lui”.

Maria: La fede tende a contraddire alcuni dei nostri ragionamenti, perché ragionamenti e logica possono fare affidamento solo su ciò che possiamo afferrare con la mente. La fede invece vede la realtà più completa dell’amore di Dio, il fatto che Lui ha il pieno controllo e che tutto gli appartiene. Quando vediamo le cose con gli occhi della fede, questo può ignorare ciò che la logica e la ragione ci suggeriscono.

Come possiamo dare a Dio? Gesù ha detto: “Tutte le volte che l'avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a Me” (Matteo 25,40).

Abitudine n.7: Perdonare

“Sia rimossa da voi ogni amarezza, ira, cruccio, tumulto e maldicenza con ogni malizia. Siate invece benigni e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda, come anche Dio vi ha perdonato in Cristo”. —Efesini 4,31-32

CS: “Non è mai scusabile, non è mai difendibile avere uno spirito inflessibile nei confronti di chiunque, se siamo seguaci di Gesù Cristo. […] Non si può avere una buona vita di preghiera se nel cuore non c’è perdono”.

Maria: Questo era un vero punto forte nella vita di Charles Stanley, come è dimostrato dalle parole dette a suo nipote Matthew, che riassumerò nella seconda parte su questo argomento.

“Questa parola è sicura e degna di essere pienamente accettata, che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo facesse conoscere in me, per primo, tutta la sua clemenza, per essere di esempio a coloro che per l'avvenire avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna”. —1 Timoteo 1,15-16

CS: “Quando ci rendiamo conto che Lui ha timbrato “Pagato” sul nostro conto, non dobbiamo più osare di schierarci con chi vorrebbe farci credere il contrario. ‘Poiché, se il nostro cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa’ (1 Giovanni 3,20)”.

Maria: Spesso, le persone più difficili da perdonare siamo noi stessi, ma hai mai pensato che anche quando Gesù ci perdona, non possiamo lo stesso provare in pieno la gioia e la meraviglia di questo, se non perdoniamo noi stessi?

Continuare a portarci in giro il senso di colpa è come essere in prigione, solo che adesso la porta è aperta, ma invece di lanciarci fuori nel sole del suo amore, grati del dono meraviglioso che ci ha fatto, scegliamo di rimanere nella nostra cella. Non riusciamo a goderci la completa libertà e crescita nello Spirito che ci è stata donata, perché scegliamo di restare prigionieri della colpa.

La cosa che è forse più triste riguardo a questo è che poi restiamo privi della completa gioia del Signore che per gli altri potrebbe essere un esempio del perdono di Dio. Se non ti perdoni per amore di te stesso, fallo per amore dei molti altri che hanno bisogno del tuo esempio per avere speranza.

Nella seconda parte di questo articolo su Charles Stanley, progetto di dare più illustrazioni di una vita che ha visto il bene in tutti quelli intorno a lui, indipendentemente da apparenze esteriori, insuccessi, peccati o colpe.

Fino ad allora, prego che tu possa trovare l’incoraggiamento e le applicazioni positive che Gesù ha in serbo per te, mentre continui ogni giorno a fare del tuo amore per Lui l’abitudine più importante.


Pubblicato originariamente in inglese il 30 maggio 2023.