Le discipline spirituali: buona amministrazione/offerte e decima

Gennaio 11, 2015

di Peter Amsterdam

Capire il principio della proprietà — che tutto appartiene a Dio e che noi siamo i custodi di ciò che ci ha affidato — dovrebbe incoraggiarci a osservare il suo esempio per quanto riguarda la condivisione di ciò che ci ha dato. Come suoi amministratori, ci si aspetta che usiamo ciò che è suo secondo la sua natura e la sua volontà.

La generosità di Dio

In tutta la Bibbia leggiamo della natura generosa e magnanima di Dio.

Lui […] dà a tutti la vita, il fiato e ogni cosa.[1] Io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra e ogni albero che abbia frutti portatori di seme; questo vi servirà di nutrimento.[2]

Poiché è nostro Padre, ci dà cose buone,[3] doni buoni e perfetti,[4] ciò che il nostro cuore desidera[5] e ciò che chiediamo quando sono cose in linea con la sua volontà,[6] e la sua pace,[7] la sua saggezza,[8] e la sua grazia.[9]

A causa del suo amore per l’umanità, Dio diede suo Figlio Gesù per la nostra salvezza[10] e Lui a sua volta diede Sé stesso per riscattarci.[11] Riceviamo da Lui l’acqua viva,[12] il suo dono gratuito.[13] Ha prodigato su di noi perdono, redenzione e grazia.[14] Ha anche riempito il nostro cuore d’amore per mezzo dello Spirito Santo, che ci è stato dato[15] come caparra.[16] Abbiamo anche ricevuto i doni dello Spirito, distribuiti secondo la sua volontà.[17]

Comprendere la natura generosa di Dio, come proprietario di tutte le cose, ci dà indicazioni per il nostro atteggiamento verso l’atto di dare. Come figli di un Padre così generoso, dovremmo voler seguire il suo esempio. Sapere che siamo amministratori dei beni divini e che Lui vuole che siamo generosi con ciò che ha affidato alle nostre cure, dovrebbe servire a sviluppare in noi un atteggiamento da donatore allegro, sia quando diamo al Signore mediante decime e offerte, sia quando diamo ad altri.

Quando diamo parte delle nostre risorse finanziarie al Signore e agli altri, rendiamo onore a Dio.

Onora l’Eterno con i tuoi beni e con le primizie di ogni tua rendita.[18]

Quando l’apostolo Paolo parlò delle offerte che i Filippesi avevano dato per il lavoro del Signore, paragonò quel gesto a un atto di culto. Chiamò le offerte un profumo di odore soave, un sacrificio accetto e gradito a Dio.[19] Paragonava le offerte fatte al lavoro di Dio dai credenti di Filippi ai sacrifici bruciati nel tempio come culto a Dio.[20] Il libro degli Ebrei parla di condividere quello che si ha come un sacrificio che fa piacere a Dio.

Non dimenticate poi di esercitare la beneficenza e di mettere in comune ciò che avete; perché è di tali sacrifici che Dio si compiace.[21]

Dare è un atto di adorazione nei confronti di Dio.

Dare con gratitudine

Recentemente ho ripensato un po’ al motivo per cui Maria ed io diamo la decima delle nostre entrate mensili e delle offerte che riceviamo, invece di limitarci a vederle come un dovere o un impegno che abbiamo preso. Invece di limitarci a dare decima e offerte ad altri come un gesto scontato, ho riflettuto sul suo vero significato, quello di dare al Signore. Ho pensato a come sono benedetto per aver conosciuto il Signore per più di due terzi della mia vita, a tutte le benedizioni che ho ricevuto, ai nostri figli e ai nostri nipoti, al privilegio di servirlo, ai momenti difficili che Lui ci ha fatto superare e a quelli di gioia e felicità che abbiamo provato. Passare tempo in lode e ringraziamento quando restituiamo al Signore una parte di ciò che ci ha dato nel mese appena passato, rende la decima molto più significativa per me. Non è solo un dovere; è un’offerta fatta per gratitudine per il suo amore e per il modo in cui si prende cura di noi. Ho cominciato a vedere allo stesso modo anche quello che diamo ai missionari e alle persone povere e bisognose che incontriamo.

Spesso possiamo vedere la decima come una tassa. Ci aspettiamo di ricevere dei servizi dalla nostra chiesa o dal nostro gruppo, oppure da Dio come ricompensa per la decima, proprio come ci aspettiamo che il governo ci dia strade, scuole ecc. Ma la decima non è questo. Dare la decima è un’espressione del nostro amore per Dio; è un gesto di lode, ringraziamento e adorazione.

Dare a Dio o agli altri dovrebbe venire dal cuore. Non dovremmo dare con riluttanza o per obbligo, perché pensiamo di doverlo fare; dovremmo dare perché vogliamo, per gratitudine e lode in risposta all’amore che Dio ha per noi.

Ciascuno dia come ha deliberato nel suo cuore, non di malavoglia né per forza, perché Dio ama un donatore allegro.[22]

Donald Whitney indica il motivo per dare con allegria, quando dice:

Quando pensate a come Dio vi ha fatto il dono più grande possibile, mediante suo Figlio Gesù Cristo, quando pensate alla misericordia e alla grazia che ha mostrato nei vostri confronti, quando pensate a come vi ha fornito tutto quello che avete, e poi pensate a quello che state dando a Dio, dovreste riuscire a dare con gratitudine e allegria.[23]

Quando dare è difficile

Spesso è difficile dare la decima e fare offerte agli altri quando si fa fatica a sbarcare il lunario e sembra che non avanzi niente. In particolar modo è difficile dare quando effettivamente non si ha nemmeno abbastanza per i propri bisogni.

L’apostolo Paolo parla dei credenti macedoni che davano generosamente e allegramente alle persone bisognose, anche se erano loro stessi poveri.

Ora, fratelli, vogliamo farvi conoscere la grazia che Dio ha concessa alle chiese di Macedonia, perché nelle molte tribolazioni con cui sono state provate, la loro gioia incontenibile e la loro estrema povertà hanno sovrabbondato nelle ricchezze della loro generosità. Infatti, io ne rendo testimonianza, hanno dato volentieri, secondo i loro mezzi, anzi, oltre i loro mezzi, chiedendoci con molta insistenza il favore di partecipare alla sovvenzione destinata ai santi. E non soltanto hanno contribuito come noi speravamo, ma prima hanno dato se stessi al Signore e poi a noi, per la volontà di Dio.[24]

Troviamo la stessa situazione di una persona che aveva poco, ma dava lo stesso, in Marco, quando racconta di come Gesù fosse seduto davanti al “tesoro”, le tredici casse per le offerte disposte nel cortile delle donne all’interno del complesso del tempio di Gerusalemme. E Gesù, postosi a sedere di fronte alla cassa del tesoro, osservava come la gente vi gettava il denaro; e tanti ricchi ne gettavano molto. Venuta una povera vedova, vi gettò due spiccioli, cioè un quadrante. E Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità vi dico che questa povera vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti vi hanno gettato del loro superfluo, mentre ella, nella sua povertà, vi ha gettato tutto quello che aveva per vivere».[25]

Quando Gesù affermò che la minuscola quantità data dalla vedova — l’equivalente a un sessantaquattresimo del salario giornaliero di un denaro — era superiore alle grandi somme date dai ricchi, voleva sottolineare un punto importante. Perché la sua offerta doveva essere considerata superiore? Per quello che le era costato. Aveva dato tutto quello che aveva per vivere, mentre i ricchi avevano dato quello che per loro era in più. Lei non aveva altri soldi su cui far conto; i ricchi sì. Non solo la sua offerta era un sacrificio, ma dimostrava anche la sua fede nella provvidenza e nell’interessamento divino. Aveva fatto un gesto estremo per amore di Dio. Aveva fatto un sacrificio e confidava che Dio, nella sua fedeltà, provvedesse a lei. Per Gesù, la sua buona volontà nel dare a Dio, pur facendo un sacrificio, e la sua fede nella provvidenza divina erano più preziose di tutto ciò che avevano dato i ricchi. Dare con sacrificio, per amore, e dare generosamente per fede nell’amore e nell’interessamento di Dio sono il tipo di offerta che Gesù stava elogiando.

Possiamo trarre incoraggiamento anche da altri esempi più recenti di cristiani che hanno dato in momenti di magra, come William Carey:

Sono stato giovane e ora sono divenuto vecchio, ma non ho mai visto Dio venir meno nel supplire ai miei bisogni quando ho dato per il progresso del suo lavoro. Non è mai venuto meno alle sue promesse, così non posso venir meno nel mio servizio per Lui.[26]

Dare in maniera sistematica

Parlando di offerte, Paolo disse alla chiesa di Corinto:

Fate anche voi come ho ordinato alle chiese della Galazia. Ogni primo giorno della settimana, ciascuno metta da parte per conto suo ciò che può in base alle sue entrate, affinché non si facciano più collette quando verrò.[27]

Stava suggerendo di fare le offerte sistematicamente e in maniera pianificata. Per le nostre decime e offerte, e per i doni che vogliamo fare ad altri, è meglio sviluppare un sistema per mettere da parte quello che pensiamo di dare; altrimenti è facile rimandare e poi doversi arrabattare all’ultimo minuto per trovare i soldi quando è necessario dare la decima. Potete seguire il suggerimento di Paolo di mettere da parte il denaro il primo giorno della settimana, oppure ogni volta che avete delle entrate, per averlo a disposizione quando sarà il momento di darlo a Dio. In qualsiasi modo lo facciate, essere sistematici serve ad assicurarsi di avere la decima in mano quando è il momento di darla a Dio.

Oltre alla sistematicità, Paolo sottolinea che il denaro messo da parte dovrebbe essere in base alle sue entrate,[28] o, come dice un’altra traduzione, secondo la prosperità concessagli. L’idea è di dare secondo le proprie entrate. Se le entrate aumentano, decima e offerte dovrebbero aumentare in proporzione. Whitney scrive:

Più prosperate, più dovrebbe aumentare la proporzione delle vostre offerte. Non c’è una percentuale ideale per dare. Dare il dieci per cento del vostro reddito non vuol necessariamente dire che avete adempiuto la volontà di Dio. Quello non è il limite a cui fermarsi, ma la base da cui partire.[29]

Alcuni cristiani benestanti, o che hanno grandi entrate e poche spese, praticano una decima al contrario, o qualche sua forma, per cui invece di dare il dieci per cento a Dio e vivere con il restante novanta per cento, vivono del dieci per cento e danno il novanta. Come scrisse Paolo, dovremmo dare secondo il livello di prosperità che Dio ci ha concesso.

Gli effetti del dare

Che effetto ha la generosità nel dare a Dio e agli altri? Attrae le benedizioni di Dio nella vostra vita. Gesù disse:

Date, e vi sarà dato; vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante; perché con la misura con cui misurate, sarà rimisurato a voi.[30]

Quando diamo riceviamo. La nostra generosità è accolta dalla generosità divina. Non vuole per forza dire che quando date finanziariamente riceverete più denaro in cambio, perché ciò che viene dato in cambio non viene specificato; ma c’è la promessa della benedizione di Dio. Paolo rinforza ciò che aveva detto Gesù:

Chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina generosamente mieterà altresì abbondantemente.[31]

Sir John Templeton, presidente della Templeton Funds, ha fatto la seguente osservazione:

Ho osservato centomila famiglie nei miei anni di consulenza finanziaria. Ho sempre visto più prosperità e felicità nelle famiglie che davano la decima che in quelle che non lo facevano.

Oltre a esprimere il principio del mietere quello che si semina, Paolo parla di altri principi spirituali sulla generosità, nel secondo capitolo di Corinzi al versetto nove, Comincia col dire:

Ciascuno faccia come ha deliberato nel suo cuore, non di malavoglia né per forza, perché Dio ama un donatore allegro.[32]

Siamo incoraggiati a dare volontariamente e allegramente, dal cuore, perché è una cosa che fa piacere a Dio. Paolo poi ci parla della capacità di Dio di benedirci per la nostra generosità nel dare, così che non solo avremo ciò di cui abbiamo bisogno, ma molto di più da condividere con altri:

Ora Dio è potente di fare abbondare in voi ogni grazia affinché, avendo sempre il sufficiente in ogni cosa, voi abbondiate per ogni buona opera…[33]

E continua:

Colui che fornisce la semente al seminatore e il pane da mangiare, ve ne provveda e moltiplichi pure la vostra semente, ed accresca i frutti della vostra giustizia.[34]

Questo ci rassicura che Dio, che supplisce ai nostri bisogni, provvederà altre risorse e le aumenterà, così da renderci possibile di essere ancora più generosi. Come risultato della provvidenza divina nei nostri confronti e della nostra generosità verso gli altri, altre persone ringrazieranno e loderanno Dio.

Allora sarete arricchiti per ogni liberalità, che per nostro mezzo produrrà rendimento di grazie a Dio. Poiché l’adempimento di questo servizio sacro non solo supplisce alle necessità dei santi, ma produce anche abbondanza di ringraziamenti verso Dio, perché, a causa della prova di questa sovvenzione, essi glorificano Dio per l’ubbidienza all’evangelo di Cristo, che voi confessate, e per la liberalità con cui ne fate parte a loro e a tutti.[35]

Oltre a ringraziare Dio per aver supplito ai loro bisogni attraverso di noi, chi ha beneficiato della nostra generosità pregherà per noi con affetto.

Essi pregano per voi, perché vi amano a causa della grazia sovrabbondante che Dio vi ha concessa.[36]

La decisione da voi presa di essere allegramente generosi può causare un effetto domino. Dio potrebbe benedirvi supplendo ai vostri bisogni così che abbiate di più da condividere con gli altri, il che permetterebbe loro di essere ancora più generosi; come risultato, le persone aiutate dalla vostra generosità ringrazieranno Dio e probabilmente pregheranno per voi. Tutto questo dà gloria a Dio. E tutti ci guadagnano qualcosa. Paolo lo esprime in questo modo:

Sia ringraziato Dio per il suo dono ineffabile.[37]

Dare a Dio e agli altri va di pari passo con l’essere buoni amministratori di tutto ciò che il Signore vi ha dato. Forse vuole benedire altri attraverso il denaro che amministrate. Le vostre offerte potrebbero essere il modo in cui supplisce ai bisogni di un particolare missionario; forse vuole benedire attraverso di voi le persone che gestiscono un orfanotrofio o una scuola per i poveri. Dare al Signore mediante le vostre decime è un mezzo per aiutare la predicazione del Vangelo. Chi dà la decima alla sua chiesa aiuta a finanziare i suoi ministeri. Chi dà la decima a LFI contribuisce a far sì che i suoi membri in tutto il mondo possano ricevere regolarmente del nutrimento spirituale e avere le risorse per nutrire spiritualmente e istruire nella loro lingua i nuovi convertiti; e che i missionari possano ricevere doni e offerte. Dare al Signore tramite la decima gli permette di beneficiare altri attraverso la chiesa o l’organizzazione a cui la versate.

Un impegno e un esame di coscienza

Condividere regolarmente e sistematicamente parte di ciò che Dio ha affidato alle vostre cure esige che prendiate un impegno e lo rispettiate costantemente. Una generosità sistematica implica la fiducia che Dio provvederà, anche nei momenti in cui la vostra generosità richiede un passo di fede. L’essere donatori allegri nasce dal rapporto corretto con i nostri beni e dallo sviluppo di un atteggiamento interiore che lo rispecchi. Vuol dire capire che si è rappresentanti del Signore, che si dà in vece sua e che si è ricevuto il privilegio di rappresentarlo davanti agli altri, sia praticamente che nello spirito.

All’inizio dell’anno scorso, mi sono reso conto di non essere un donatore allegro nei confronti di alcuni mendicanti che sostano davanti al negozio in cui faccio abitualmente la spesa. Mi sono ritrovato a brontolare ogni volta che andavo là, perché sapevo che avrei visto quei mendicanti e mi sentivo obbligato a dare loro qualcosa. Il Signore mi ha fatto rammaricare per il mio comportamento. Mi ha ricordato di come sono benedetto perché lo conosco e ha sempre provveduto a me, e che invece di dispiacermi, dovrei essere contento dell’opportunità di dare agli altri, perché Lui ama quei mendicanti e vuole aiutarli tramite me. Questo ha cambiato il mio modo di vedere e di comportarmi. Sono deciso a dare allegramente come se dessi al Signore e a essere grato del privilegio di rappresentarlo davanti agli altri in quel modo.

Abbiamo ricevuto l’onore di conoscere il Signore, di ricevere le sue benedizioni, di essere rappresentanti del suo amore e della salvezza davanti agli altri. Ci ha fatto il regalo più grande che ci sia: la vita eterna attraverso Gesù. Ci ama, si prende cura di noi e ci sostiene. A causa del nostro amore e della nostra gratitudine nei suoi confronti, ci viene chiesto di essere allegri e generosi quando gli restituiamo quel che gli spetta attraverso la nostra decima e le offerte che facciamo agli altri. Prendendo, e mantenendo, l’impegno di dare la decima e fare offerte, lo onoriamo e lo adoriamo, in linea con quello che Gesù ha detto essere il grande comandamento:

“Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua e con tutta la tua mente”. Questo è il primo e il gran comandamento. E il secondo, simile a questo, è: “Ama il tuo prossimo come te stesso”.[38]

Come disse l’apostolo Paolo:

Ricordatevi le parole del Signore Gesù, il quale disse: “C’è maggior felicità nel dare che nel ricevere!”[39]


Note

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


[1] Atti 17,25.

[2] Genesi 1,29.

[3] Matteo 7,11.

[4] Giacomo 1,17.

[5] Salmi 37,4.

[6] Matteo 7,7.

[7] Giovanni 14,27.

[8] Giacomo 1,5.

[9] Efesini 4,7.

[10] Giovanni 3,16.

[11] Tito 2,14.

[12] Giovanni 4,14.

[13] Romani 6,23.

[14] Efesini 1,7–8.

[15] Romani 5,5.

[16] 2 Corinzi 1,22.

[17] Ebrei 2,4; 1 Corinzi 12.

[18] Proverbi 3,9.

[19] Filippesi 4,18 NR.

[20] Donald S. Whitney, Spiritual Disciplines for the Christian Life (Colorado Springs: Navpress, 1991), 142.

[21] Ebrei 13,16.

[22] 2 Corinzi 9,7.

[23] Whitney, Disciplines, 148.

[24] 2 Corinzi 8,1–5 NR.

[25] Marco 12,41–44.

[26] William Carey (1761–1834), missionario battista in India.

[27] 1 Corinzi 16,1–2.

[28] 1 Corinzi 16,2 vedi LND e NR.

[29] Whitney, Disciplines, 151.

[30] Luca 6,38 NR.

[31] 2 Corinzi 9,6.

[32] 2 Corinzi 9,7.

[33] 2 Corinzi 9,8.

[34] 2 Corinzi 9,10.

[35] 2 Corinzi 9,11–13.

[36] 2 Corinzi 9,14 NR.

[37] 2 Corinzi 9,15.

[38] Matteo 22,37–39.

[39] Atti 20,35.


Titolo originale: The Spiritual Disciplines: Stewardship/Giving and Tithing
Pubblicato originariamente in Inglese il 25 Febbraio 2014
versione italiana affissa l'11 Gennaio 2015;
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