Le discipline spirituali: solitudine e silenzio

Febbraio 1, 2015

di Peter Amsterdam

Come cristiani, è nostro desiderio camminare più vicino al Signore, avere una vita in armonia con le sue qualità e la sua volontà ed essere una benedizione per gli altri. Le Discipline Spirituali ci aiutano in questo nostro sforzo. Le discipline della solitudine e del silenzio possono essere particolarmente utili, perché ci permettono di concentrare la nostra attenzione sul Signore senza molte delle distrazioni che riempiono la nostra vita quotidiana.

La disciplina della solitudine si riferisce alla pratica di ritirarsi volontariamente e temporaneamente in isolamento, separandosi dalle attività e dalle distrazioni della vita per passare tempo da soli con Dio. La pratica della disciplina del silenzio consiste nell’evitare di parlare per un certo periodo e può includere anche l’allontanarsi da voci e rumori esterni, per esempio recandosi in un ritiro o in un luogo distante dalle proprie attività giornaliere.

In un certo senso queste due discipline possono essere viste come un digiuno dall’interazione e dalla comunicazione con altre persone, per interagire e comunicare solo con Dio. È un periodo di allontanamento, lungo o breve, dall’influenza delle circostanze in cui viviamo normalmente, liberandoci dalle distrazioni per concentrarci più facilmente e più a fondo sul Signore e su quello che può volerci dire, e per rinnovarci e fortificarci spiritualmente.

Gesù passò tempo in silenzio e solitudine

Nei Vangeli leggiamo come Gesù si separò dalle persone che assisteva e perfino dai suoi amici e seguaci più intimi, per passare tempo da solo in preghiera e in comunione con suo Padre. Prima di iniziare il suo ministero, lo vediamo condotto dallo Spirito Santo a passare quaranta giorni da solo in digiuno e preghiera.[1] Prima di decidere quali dei suoi seguaci designare come dodici apostoli, sappiamo che se ne andò sul monte a pregare, e passò la notte in preghiera a Dio. E quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli, e ne scelse dodici ai quali diede anche il nome di apostoli.[2] Dopo aver sentito della morte di Giovanni Battista, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte, in un luogo deserto.[3] Quando la folla si radunava per ascoltarlo ed essere guarita, a volte si ritirava in luoghi solitari e pregava.[4] Dopo aver sfamato miracolosamente i cinquemila, mandò via i suoi discepoli su una barca, poi, dopo aver congedato la folla, si ritirò in disparte sul monte a pregare. E, venuta la sera, se ne stava lassù tutto solo.[5]

Separarsi dagli altri per restare solo con Dio era una cosa abituale per Gesù. Anche quando era molto indaffarato, molto richiesto e impegnato in grandi cose, si assicurava lo stesso di allontanarsi da tutti per passare tempo da solo con suo Padre.

Poi, fattosi sera, dopo il tramonto del sole, gli portarono tutti i malati e gli indemoniati. E tutta la città era affollata davanti alla porta. Egli ne guarì molti, colpiti da varie malattie, e scacciò molti demoni; e non permetteva ai demoni di parlare perché sapevano chi egli fosse. Il mattino seguente, essendo ancora molto buio, Gesù si alzò, uscì e se ne andò in un luogo solitario e là pregava.[6]

Ritagliarsi del tempo per stare da soli, in comunione con il Signore, ci dà l’opportunità di pregare e ascoltare la sua voce senza distrazioni. La solitudine ci permette di concentrarci su una connessione profonda con Dio, sapendo che non saremo interrotti dagli altri, specialmente quando aggiungiamo a questo il silenzio, staccandoci da ogni strumento di comunicazione— telefoni, computer e così via. Naturalmente, non sempre è necessario allontanarci dal rumore e dalle conversazioni per ascoltare la voce del Signore, perché Lui può parlarci in qualsiasi situazione, ma ci sono momenti in cui è conveniente stare da soli e in silenzio mentre lo cerchiamo e lo ascoltiamo.

Sovraccarico di informazioni

Circa un anno e mezzo fa, qualcuno forzò la mia auto e rubò lo stereo, cosa che non mi rese molto felice. Anche se non guido molto spesso, quando lo faccio mi piace ascoltare un po’ di musica. Non avendo musica a disposizione, ho cominciato ad apprezzare quei momenti in cui ero un po’ staccato dalle cose e ho cominciato a utilizzare il tempo passato al volante per pregare e lodare. Guardavo la natura, gli alberi, i fiori, il panorama e ringraziavo Dio per la loro bellezza. Mi ritrovavo a conversare con il Signore a proposito delle commissioni che dovevo fare o dei miei piani per la giornata. Non ho ancora rimpiazzato lo stereo, perché ho scoperto che essere da solo, senza la distrazione della radio o della musica, mi ha dato l’opportunità di passare un po’ più di tempo alla sua presenza.

Anche se di per sé non c’è niente di sbagliato nell’ascoltare la radio, o la musica, o guardare la TV, è una cosa saggia vedere quanto tempo dedichiamo a queste cose e in che circostanze lo facciamo. È solo per avere un rumore di sottofondo? Siamo assuefatti al rumore, o forse troviamo scomodo il silenzio e ne abbiamo timore? E che dire di un input costante? Siamo assuefatti a quello? Ci ritroviamo a controllare costantemente la nostra email, o gli account su Twitter o Facebook, o a mandare sms, o a leggere o ascoltare ripetutamente i notiziari durante la giornata? Anche se ognuno di questi mezzi di comunicazione e d’informazione può essere utile, è bene rendersi conto che così tanta “connessione” potrebbe distrarci dal passare tempo con i nostri pensieri o con la voce del nostro Creatore.

Riservare e pianificare il nostro tempo

Come accade con molte altre cose nella vita, dedicare tempo alla solitudine e al silenzio probabilmente non avverrà molto spesso, se non lo si pianifica. Tutto comincia con il programmare un po’ di tempo per la lettura giornaliera della Parola di Dio, per la preghiera e la comunione con Lui. Oltre a quel tempo, può essere utile trovare dei momenti per allontanarsi dalle attività frenetiche della vita e dedicare la propria attenzione al Signore. Si potrebbero vedere questi brevi momenti di silenzio come “ritiri di un minuto”.

Quando è possibile, è utile prendersi un periodo più lungo di solitudine e silenzio, magari riservando qualche ora nel fine settimana per stare da soli con il Signore e leggere la Bibbia o un libro devozionale che vi aiuterà a farvelo conoscere meglio o a concentrarvi su di Lui. Potreste utilizzare questo tempo per studiare la Bibbia, o forse pregare e meditare. Potrebbero esserci delle decisioni e delle questioni nella vostra vita personale su cui dovete riflettere e pregare, o magari volete soltanto trovare il tempo di aprirvi al Signore e ascoltare quello che potrebbe volervi dire.

Potreste considerare l’idea di passare in solitudine parte di una giornata, o una giornata intera, o anche un fine settimana o un periodo più lungo, se potete. Può essere difficile farlo quando avete responsabilità, come prendervi cura dei figli. Forse con un po’ di pianificazione e preparazione potreste riuscire a farlo di tanto in tanto. Alcuni lo fanno scambiandosi responsabilità con altri. Forse vostro marito o vostra moglie può prendere il vostro posto per alcune ore, mentre dedicate tempo al Signore. Forse potete mettervi d’accordo con un’amica perché si prenda cura dei vostri bambini per un pomeriggio, ricambiando il favore in un’altra occasione.

Quando scegliete di praticare il silenzio e la solitudine, spesso questo ha effetti sugli altri — più precisamente sui vostri cari. Quando passate del tempo da soli, coinvolgete automaticamente anche loro, dato che siete distanti e manca la vostra presenza. Dovreste fare tutti gli arrangiamenti necessari per rendere l’esperienza più facile per loro, facendo del vostro meglio per aiutarli a capire quello che state facendo e per rassicurarli del vostro amore e del vostro desiderio di stare anche in loro compagnia.[7]

Quando avete l’opportunità di passare un lungo periodo di solitudine, è una buona idea preparare quello che farete nel frattempo. Forse vorrete riservare una certa quantità di tempo a leggere, a camminare in mezzo alla natura, a pregare e ad ascoltare il Signore. Se resterete da soli a lungo, potreste riservare del tempo a riposare e dormire un po’ di più.

Anche se non potete stare via molto tempo, forse potrete trovare un posto in cui ritirarvi occasionalmente per un breve periodo. Forse nelle vicinanze c’è un parco, dove potete andare per allontanarvi un po’, o forse in casa avete una stanza libera, o c’è un posticino tranquillo in garage o in soffitta, o forse c’è un posto in giardino dove potete stare da soli. Non si tratta tanto di dove andate per stare da soli, o per quanto tempo lo fate; la cosa importante è trovare il tempo e sforzarvi di farlo. Avete il posto adatto? Se no, probabilmente potrete trovarne uno, se solo farete un piccolo sforzo.

Ancora sul silenzio

La solitudine e il silenzio vanno insieme per natura. Un autore ha scritto: Il silenzio è il modo di rendere reale la solitudine.[8] Se siete separati fisicamente dalle persone, è molto probabile che non parlerete con loro. Stare in silenzio per periodi prolungati quando si pratica la solitudine può aiutarci anche a imparare ad avere controllo sulla nostra lingua. Imparare a farlo ha un ruolo nell’essere a immagine di Cristo.

Dallas Willard ha scritto:

Nella sua Epistola, Giacomo ci dice che le persone apparentemente religiose ma incapaci di frenare la lingua s’ingannano da sole e la loro religione consiste in poca cosa (Giacomo 1,26); afferma che se uno non fa male agli altri nel parlare è perfetto ed è in grado di indirizzare tutto il corpo alle cose giuste (Giacomo 3,2). Far pratica nel non parlare può per lo meno darci abbastanza controllo su ciò che diciamo, in modo che la nostra lingua non “scatterà” automaticamente. Questa disciplina ci fornisce una certa distanza interiore che ci dà il tempo di considerare fino in fondo le nostre parole, insieme alla presenza di spirito di controllare quello che diciamo e quando lo diciamo.[9]

Le Scritture ci dicono che c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare.[10] Il libro dei Proverbi dice specificamente di non parlare più del necessario.

Nelle molte parole non manca la colpa, ma chi frena le sue labbra è saggio.[11]

Chi custodisce la sua bocca protegge la propria vita.[12]

Chi custodisce la sua bocca e la sua lingua preserva la sua vita dalle avversità.[13]

Parlare di meno e con maggiore attenzione può aiutarci ad avere controllo su ciò che diciamo, evitandoci di parlare a vanvera. Ci aiuta a pensare a quello che diciamo per assicurarci che vada bene esprimerlo. Parlare di meno ci aiuta ad ascoltare di più e a prestare attenzione a quello che dicono gli altri.  Ci rende più rispettosi degli altri e delle loro esigenze.

Siamo tutti diversi; alcuni di noi sono silenziosi per natura e altri possono parlare ininterrottamente. Anche se possiamo tutti imparare a parlare di meno e ascoltare di più, alcuni potrebbero aver bisogno di praticare maggiormente questa disciplina. Si può farlo astenendosi dal fare commenti o dal dare la propria opinione quando parlano gli altri e ascoltando più attentamente quello che dicono. Possiamo anche evitare o rimandare conversazioni e telefonate per “digiunare” da conversazioni inutili.

Per molti, il pensiero di stare da soli e/o non parlare con altri e/o non essere connessi in rete può essere una prospettiva terribile, specialmente se è per un periodo più lungo. Comunque, praticando la solitudine e il silenzio siamo temporaneamente separati dagli altri, ma non dal Signore dell’amore. Lo scopo di queste discipline è di farci avere una comunicazione più profonda e più intima con Dio. Ci allontanano dall’interazione normale che abbiamo con gli altri e ci aiutano ad avere con Dio una relazione e una comunione più focalizzate.

Separarsi per un periodo di comunione con il Signore rappresenta un sacrificio e un impegno, ma il beneficio di dargli la vostra attenzione esclusiva val bene il sacrificio. Può essere difficile trovare l’opportunità di stare in solitudine, specialmente per periodi lunghi, e ancora di più se avete figli piccoli, ma vale la pena di avere anche solo dei “ritiri di un minuto”. V’incoraggio a introdurre nella vostra vita le discipline della solitudine e del silenzio ogni volta che potete.

Note

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


[1] Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame (Matteo 4,1–2).

[2] Luca 6,12–13.

[3] Matteo 14,13.

[4] Luca 5,13–16.

[5] Matteo 14,23 NR.

[6] Marco 1,32–35.

[7] Dallas Willard, The Spirit of the Disciplines (New York: HarperOne, 1988), 161.

[8] Henri Nouwen, “Silence, The Portable Cell” (Sojourners 9 luglio 1980), 22, come citato da Willard in The Spirit of the Disciplines, 10.

[9] Willard, Disciplines, 164.

[10] Ecclesiaste 3,7.

[11] Proverbi 10,19.

[12] Proverbi 13,3.

[13] Proverbi 21,23 .


Titolo originale: The Spiritual Disciplines: Solitude and Silence
Pubblicato originariamente in Inglese il 29 Aprile 2014
versione italiana affissa il 1 Febbraio 2015;
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