Più simili a Gesù: gentilezza
Marzo 27, 2018
di Peter Amsterdam
Più simili a Gesù: gentilezza
[More Like Jesus: Gentleness]
Un aspetto della somiglianza a Cristo su cui solitamente si pone meno attenzione è la gentilezza [resa in italiano anche come dolcezza o bontà]. È una sorpresa trovarlo menzionato nelle Scritture in riferimento sia a Gesù sia a suo Padre. È incluso anche tra i frutti dello Spirito Santo.
Il frutto dello Spirito è: amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza […] Contro tali cose non vi è legge.1
Il profeta Isaia, descrivendo la potenza di Dio, parlò anche della sua gentilezza:
Ecco, il Signore, l’Eterno, viene con potenza, e il suo braccio domina per lui. […] Egli pascolerà il suo gregge come un pastore; radunerà gli agnelli col suo braccio e li porterà sul suo seno, e guiderà con dolcezza [o gentilezza] e cura le pecore che hanno i piccoli.2
Esaltando il Signore e tutto ciò che aveva fatto, Re Davide incluse la frase: Tu m’hai anche dato lo scudo della tua salvezza, la tua destra mi ha sostenuto, la tua bontà mi ha reso grande.3 L’apostolo Paolo si riferiva alla gentilezza di Gesù quando scrisse: Io, Paolo, vi esorto per la mansuetudine [o gentilezza] e benignità di Cristo.4
Quando cerchiamo di vivere la Parola di Dio nel nostro desiderio di diventare più simili a Gesù, spesso preghiamo di avere umiltà, pazienza, autocontrollo, di poter resistere ai nostri peccati ricorrenti e così via, tuttavia non preghiamo quasi mai di diventare gentili – almeno questo è quello che succede a me. La gentilezza è qualcosa che spesso consideriamo parte del carattere naturale di una persona, più che una virtù cristiana; anche se molti di noi considererebbero peccato la mancanza di autocontrollo, l’orgoglio o l’impazienza, non considereremmo tale la mancanza di gentilezza. Fino a poco tempo fa, non avevo mai pregato specificamente per avere nella mia vita il frutto spirituale della gentilezza.
Che cos’è la gentilezza, allora? Il Nuovo Testamento usa diverse parole greche per indicarla. La prima epieikeia, è generalmente tradotta con gentilezza e trasmette un tipo di mentalità premurosa, considerata, opposta a quella che esige con veemenza i propri diritti. Denota la caratteristica di cercare la pace in maniera calma.5 La seconda parola greca usata per indicare gentilezza è praotēs, che Paolo usa nel suo elenco dei frutti dello Spirito. È una parola legata al mondo della medicina e trasmette l’idea di un rimedio leggero, facilmente digeribile per lo stomaco. Era anche utilizzata in riferimento ad animali addomesticati. Lo scrittore Randy Frazee spiega:
Pensate a un cavallo. Questi animali pesano in media attorno ai cinquecento chili e possono ferire gravemente o perfino uccidere gli esseri umani. Tuttavia possiamo avvicinarci alla maggior parte dei cavalli, accarezzarli e cavalcarli; li consideriamo gentili. È una cosa che riflette la loro potenza, la loro forza? No. È un’indicazione della loro natura, quello che sono dopo il loro addestramento. Per un cavallo, la gentilezza è la scelta di permettere alla sua forza di essere controllata. Una persona gentile non è una persona debole, ma forte, sicura e matura. Usa la propria forza per affrontare i veri giganti e le vere sfide nella sua vita, ma sceglie di non mettere sotto i piedi gli altri.6
La gentilezza è forza sotto controllo. Come un cavallo, ognuno di noi è forte. Possiamo usare le nostre parole e le nostre azioni per ferire gli altri, umiliarli o scoraggiarli. Oppure, usando gentilezza, possiamo incanalare quella forza per aiutarli, incoraggiarli e influenzarli per il bene. Anche quando abbiamo bisogno di correggere o disciplinare qualcuno, possiamo farlo in maniera amorevole e incoraggiante. L’apostolo Paolo scrive:
Se uno viene sorpreso in colpa, voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine [o gentilezza].7
La gentilezza è spesso considerata sinonimo di mansuetudine e le cose si assomigliano. Una differenza, comunque, è che la gentilezza è una caratteristica attiva che descrive il modo in cui trattiamo gli altri; mentre la mansuetudine è una caratteristica passiva che indica la risposta che diamo quando gli altri ci trattano male. La mansuetudine è mitezza, forza controllata, che include la capacità di sopportare rimproveri e sgarbi senza risentirsi. La gentilezza è un’attività che dimostra bontà e cortesia per gli altri trattando le persone in una maniera gentile che indica premura e interesse nei loro confronti.
La gentilezza si manifesta nell’essere rispettosi, cortesi, teneri, premurosi. È avere un carattere mite e cercare di far sentire le persone intorno a noi felici, amate e ben curate. Una persona gentile ha un carattere dolce, premuroso e cordiale. Una persona così non usa la forza per realizzare le cose, ma dimostra umiltà e sincera cortesia nei rapporti con gli altri.
La gentilezza può essere un concetto difficile specialmente per gli uomini, perché non ci si aspetta che gli uomini siano gentili ma “mascolini”. La gentilezza è spesso vista come un segno di debolezza, al contrario dell’essere duri, aggressivi e irremovibili. Comunque, invece di essere una debolezza, la gentilezza in realtà è forza controllata e usata con saggezza e amore. Vediamo questo concetto espresso in versetti come:
La risposta dolce calma la collera, ma la parola pungente eccita l’ira.8
Con la pazienza si persuade un principe, e la lingua dolce spezza le ossa.9
Quando una persona che si comporta gentilmente difende la verità e la religiosità, lo fa in maniera umile ed educata. Quando testimoniamo e insegniamo o spieghiamo la nostra fede, dobbiamo farlo con gentilezza.
Siate sempre pronti a rispondere a vostra difesa a chiunque vi domandi spiegazione della speranza che è in voi con mansuetudine [o gentilezza].10
Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, capace di insegnare, paziente. Deve istruire con mansuetudine [o gentilezza] gli oppositori.11
Ci vuole la potenza dello Spirito Santo per parlare in maniera gentile, specialmente quando ci troviamo davanti a opposizione o opinioni diverse. In momenti del genere è facile imbufalirsi e usare parole arrabbiate, crudeli o dispregiative. Il frutto della gentilezza, però, ci fa rispondere agli altri con tenerezza e ci spinge a dimostrare cortesia.
È utile ricordare la gentilezza di Gesù, che possiamo vedere in situazioni come la sua interazione con la donna al pozzo. Lei aveva avuto cinque mariti e viveva con qualcuno che non era suo marito, ma Gesù non gliene fece una colpa, ma la trattò con amore e rispetto.12 Quando leggiamo la storia della donna colta in adulterio, vediamo che Gesù non condannò nemmeno lei, ma le dimostrò amore e gentilezza.13 Quando Gesù vide la scortesia di Marta nei confronti di sua sorella Maria, intervenne con gentilezza.14
Vediamo la gentilezza di Gesù nel modo in cui perdonò i nostri peccati, nella sua misericordia verso di noi, nella pazienza e nella continua fedeltà che dimostrò nei nostri confronti. Lui è buono e gentile con noi. È chiamato il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione.15 Se vogliamo diventare più gentili, dovremmo pensare a questa qualità e lodare Dio per la gentilezza e la bontà che ci dimostra tutti i giorni. Quando lo facciamo, ci ricorda che anche noi dobbiamo essere gentili con gli altri come Lui lo è con noi.
Essere gentili non significa essere creduloni o ingenui. Gesù disse ai suoi discepoli di essere prudenti come serpenti e dolci come colombe.16 Non dobbiamo permettere alla gente di approfittare di noi e manipolarci per i loro scopi. Non dobbiamo nemmeno cedere di fronte agli altri su soggetti a proposito dei quali dovremmo essere fermi e irremovibili. Ma possiamo avere un approccio gentile, anche quando prendiamo una posizione su una questione morale. Se vogliamo diventare più simili a Gesù, dovremmo essere noti per la nostra gentilezza. La gentilezza deve essere usata con saggezza.17 Gesù disse:
Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime.18
Come si manifesta la gentilezza? Dimostra rispetto per la dignità personale degli altri. È premurosa, tenendo a mente che gli altri sono diversi da noi e hanno opinioni, sentimenti e altre cose diverse da noi; e dimostra rispetto per quelle differenze. Evita parole brusche e modi sbrigativi; cerca di interagire con tutti con sensibilità e rispetto, dimostrando cortesia. Quando è necessario, cerca di cambiare un’opinione sbagliata con la persuasione e la dolcezza invece che con l’autorità o l’intimidazione. È sensibile alle reazioni degli altri e rispettoso dei loro sentimenti riguardo a ciò che viene detto. Non si sente minacciata né si risente per l’opposizione. Al contrario, cerca di istruire con dolcezza, chiedendo a Dio di dissolvere l’opposizione. Non disonora né umilia gli altri, né spettegola nei loro confronti. Se qualcuno necessita di guida o di correzione, cercherà di farlo in maniera gentile. Si preoccupa per gli altri, cercando attivamente di farli sentire a loro agio o rilassati alla nostra presenza, trattandoli come vorremmo essere trattati, con amore, rispetto e dolcezza.19
L’apostolo Paolo disse:
Vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta, con ogni umiltà e mansuetudine [gentilezza], con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore, sforzandovi di conservare l’unità dello Spirito con il vincolo della pace.20
Consigliò anche ai credenti di non dire male di alcuno, di essere pacifici e miti, mostrando grande gentilezza verso tutti gli uomini.21 In un altro punto disse:
Ma tu, o uomo di Dio, fuggi queste cose e procaccia la giustizia, la pietà, la fede, l’amore, la pazienza e la mansuetudine [o gentilezza].22
A volte è più difficile essere gentili con le persone che ci sono più vicine. Sviluppiamo troppa familiarità e vediamo tutti i giorni i loro difetti, le loro idiosincrasie e le loro abitudini fastidiose. Possiamo diventare irascibili, sgarbati, impazienti e rudi. Ma la nostra famiglia, le persone che amiamo di più, merita da noi gentilezza, pazienza, premura e considerazione, È utile ricordarci che anche noi abbiamo difetti, abitudini e idiosincrasie in abbondanza, che gli altri sono abbastanza gentili da ignorare o sopportare. È una cosa che contribuisce a generare gentilezza nei confronti degli altri.
Recentemente ho letto in un blog l’articolo di una persona che aveva un problema di comunicazione con la famiglia e gli amici e decise di fare un “digiuno del sarcasmo” per cambiare il modo in cui parlava con gli altri. Se tendiamo a essere critici, a trattare gli altri con condiscendenza, a sottolineare i loro difetti o attirare l’attenzione sui loro punti deboli; se ci arrabbiamo facilmente o abbiamo poca pazienza con le idee e i punti di vista degli altri, allora dobbiamo chiedere aiuto allo Spirito Santo per manifestare più gentilezza nella nostra vita.
Forse dovremmo chiederci com’è il frutto della gentilezza nella nostra vita e nei nostri rapporti con gli altri. I nostri atteggiamenti e le nostre azioni, il nostro comportamento e la nostra conversazione manifestano gentilezza? Se non è così, ci impegneremo a pregare e ad agire con decisione per coltivare questo frutto dello Spirito?
È utile ricordare che Dio è sempre stato gentile con ognuno di noi. Ci ha amato, ha mandato suo Figlio a morire per noi e ci ha fatto dono della salvezza. Non abbiamo dovuto guadagnarcela né faticare per averla; è stata un dono che ci ha gentilmente offerto. Possa questo frutto dello Spirito manifestarsi nella nostra vita. Possa la gentilezza di Gesù risplendere attraverso di noi mentre riflettiamo Lui e il suo amore sugli altri.
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
1 Galati 5,22–23.
2 Isaia 40,10–11.
3 Salmi 18,35.
4 2 Corinzi 10,1.
5 Randy Frazee, Think, Act, Be Like Jesus (Grand Rapids: Zondervan, 2014), 210.
6 Ibid., 210.
7 Galati 6,1.
8 Proverbi 15,1.
9 Proverbi 25,15.
10 1 Pietro 3,15.
11 2 Timoteo 2,24–25.
12 1 Giovanni 4,4–29.
13 Giovanni 8,1–11.
14 Luca 10,40–42.
15 2 Corinzi 1,3.
16 Matteo 10,16. Alcune traduzioni bibliche usano inermi invece di semplici.
17 Punti tratti da una sermone del Rev. Charles Seet, tenuto nel 2006.
18 Matteo 11,29.
19 Punti tratti e riassunti da The Practice of Godliness, di Jerry Bridges (Colorado Springs: NavPress, 2010), 206–7.
20 Efesini 4,1–3 NR.
21 Tito 3,2.
22 1 Timoteo 6,11.
Pubblicato originariamente in Inglese il 22 agosto 2017.