Più simili a Gesù: la gratitudine (parte 4)
Giugno 20, 2017
di Peter Amsterdam
Più simili a Gesù: la gratitudine (parte 4)
[More Like Jesus: Gratitude (Part 4)]
La gratitudine è un atteggiamento mentale che ci permette di vedere le nostre circostanze attraverso la lente della nostra riconoscenza a Dio e di comportarci in maniera da rispecchiarla. Alcune di queste azioni, come abbiano visto in articoli precedenti, sono lo sviluppo della contentezza, l’essere grati a Dio per tutto ciò che ci ha dato e lo sforzo per vincere le cose che distruggono la gratitudine: invidia, cupidigia e avidità. Un altro gesto che si basa sul nostro atteggiamento di gratitudine e ci aiuta a diventare sempre più simili a Cristo, è la generosità.
Generosità
Poiché il nostro obiettivo è essere più simili a Gesù, più devoti, una delle caratteristiche divine che possiamo imitare è la generosità. Quando pensiamo a Dio in riferimento alla sua generosità, ci rendiamo conto di come è estremamente generoso nei suoi doni. Vediamo la sua generosità in come mandò suo Figlio a morire per noi perché potessimo avere il perdono e la vita eterna. Ci offre il dono della salvezza:
Siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio.1
È generoso con la sua grazia:
In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia, che egli ha riversata abbondantemente su di noi.2
Così la grazia del Signor nostro ha sovrabbondato con la fede e con l’amore, che è in Cristo Gesù.3
Vediamo anche la generosità di Dio ogni giorno, nel mondo che ci sta intorno, nella bellezza naturale della creazione, nei colori magnifici, nei bei tramonti, nel canto melodioso degli uccelli e in tante altre cose. Per non parlare delle opere della creazione:
Tu percorri la terra e la irrighi, la fai produrre abbondantemente. I ruscelli di Dio sono pieni d’acqua; tu procuri agli uomini il grano, quando prepari così la terra; tu irrighi i suoi solchi, ne pareggi le zolle, l’ammorbidisci con le piogge, ne benedici i germogli. Tu coroni l’annata con i tuoi benefici, e dove passa il tuo carro stilla il grasso. Esso stilla sui pascoli del deserto, e i colli sono adorni di gioia. I pascoli si rivestono di greggi e le valli si coprono di frumento; essi prorompono in grida di gioia e cantano.4
E poi c’è il cielo, il paradiso:
Le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha udito e che non sono salite in cuor d’uomo, sono quelle che Dio ha preparato per quelli che lo amano.5
Quando arriviamo a comprendere che Dio ha una natura generosa, che tutto quello che ci ha dato è prezioso e immeritato, allora, nel nostro desiderio di essere simili a Lui, dovremmo anche noi essere generosi con gli altri.
La generosità deriva in parte dalla contentezza. È più facile essere generosi se abbiamo la mentalità che Dio si è preso cura di noi e ha supplito ai nostri bisogni. Quando abbiamo la pace che ci viene dalla contentezza, quella sensazione di fede e fiducia che Dio ci ha fornito e continuerà a fornirci le cose di cui abbiamo bisogno, allora è più facile essere generosi. La generosità è un gesto esteriore che riflette la contentezza interiore. Quando la generosità vede un bisogno, dice: “Io ho cose a sufficienza; se tu non le hai, voglio condividerle con te”.
Un altro elemento essenziale della generosità è avere la giusta comprensione della proprietà: riconoscere che in fondo ogni cosa appartiene a Dio, come creatore di tutte le cose, e che quello che abbiamo ce lo ha affidato perché lo amministrassimo.6
Qualunque cosa sotto tutti i cieli è mia.7
Anche se possiamo essere noi a guadagnarci i soldi per comprare le cose, è il Signore che in fin dei conti ci dà la vita, le nostre capacità e tutto ciò che abbiamo, cioè le cose che ci permettono di fare quello che facciamo. Possiamo vedere questo concetto in Deuteronomio 8,10, quando agli Israeliti fu detto di ringraziare Dio per il cibo che coltivavano, perché era Dio che dava loro la terra e i mezzi per coltivare ciò che mangiavano. Anche se erano loro a lavorare per produrre il cibo, era Dio a fornire loro i mezzi per farlo.
Mangerai dunque e ti sazierai, e benedirai l’Eterno, il tuo DIO, a motivo del buon paese che ti ha dato.
Gli autori del libro Character Makeover [Rifacimento del carattere] hanno detto una cosa importante:
La generosità si basa sull’umiltà. È umiliante dare credito a Dio per ogni cosa che comperiamo, ma quando lo facciamo ci aiuta a mollare la stretta su ciò che ci appartiene e a lasciarlo controllare da Lui.8
Quando accettiamo l’idea che siamo solo custodi di ciò che Dio ci ha dato e che Lui è l’esempio più grande di generosità, ci sentiremo spinti ad adeguare il nostro atteggiamento sulla generosità al suo. Vediamo alcune cose che le Scritture ci dicono riguardo al modo in cui Dio vede il dare agli altri:
Chi ha pietà del povero presta all’Eterno, che gli contraccambierà ciò che ha dato.9
Date e vi sarà dato: una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata in seno, perché con la misura con cui misurate, sarà altresì misurato a voi.10
Chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina generosamente mieterà altresì abbondantemente.11
Ciascuno faccia come ha deliberato nel suo cuore, non di malavoglia né per forza, perché Dio ama un donatore allegro.12
Bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”.13
Molti di noi non hanno molti soldi, ma il dare non è limitato al denaro. Essendo chiamati a imitare il nostro generoso Padre, possiamo usare con generosità le capacità, il tempo, i doni e i talenti che Dio ci ha dato, insieme ai soldi quando li abbiamo, per aiutare gli altri. Anche se non abbiamo tutti la stessa quantità di denaro o di beni materiali, o nemmeno la stessa quantità di tempo libero, possiamo trovare tutti qualche modo per ritagliarci altruisticamente un po’ di tempo a beneficio degli altri, per essere generosi.
Offrirsi di badare ai bambini di qualcuno per qualche ora, portare qualcuno a fare le compere quando non può più guidare, aiutare il banco alimentare del posto, assistere qualcuno, visitare le persone sole, sono esempi di generosità che a volte sono più difficili del dare semplicemente del denaro.
Forse hai un talento speciale che puoi utilizzare per essere di benedizione ad altri. Per esempio, forse sei una buona cuoca e potresti usare il tuo talento per aiutare a cucinare un paio di volte al mese in una mensa per i poveri. Se hai un dono, probabilmente potrai trovare il modo di usarlo per aiutare gli altri. Ognuno di noi ha doni, talenti e capacità che Dio gli ha dato, quindi possiamo considerare la possibilità di restituirgliene qualcuno usandolo per aiutare gli altri. Che si tratti di denaro, di tempo o di talenti; che possiamo permetterci di dare poco o molto, diamo con generosità quando diamo quello che possiamo.
Per diventare più simili a Gesù dobbiamo onorare Dio imitando la sua generosità in qualsiasi modo possiamo. Come amministratori di tutto ciò che ci ha dato, quando usiamo i nostri doni e talenti, le nostre capacità e i nostri soldi secondo la generosità di Dio, gli rendiamo onore.
Onora l’Eterno con i tuoi beni e con le primizie di ogni tua rendita.14
Il popolo si rallegrò delle loro offerte volontarie, perché avevano fatto quelle offerte all’Eterno con tutto il cuore.15
Anche se condividere i nostri soldi o i talenti datici da Dio rappresenta un sacrificio, le Scritture insegnano che chi fa questi sacrifici riceve un premio in questa vita e in quella a venire.
La persona generosa si arricchirà e chi annaffia sarà egli pure annaffiato.16
E chiunque darà da bere anche un solo bicchiere d’acqua fredda a uno di questi piccoli nel nome di un discepolo, in verità vi dico, che egli non perderà affatto il suo premio.17
[Ordina] di fare del bene, di arricchirsi di opere buone, di essere generosi nel donare, pronti a dare, così da mettersi da parte un tesoro ben fondato per l’avvenire, per ottenere la vera vita.18
L’apostolo Paolo scrisse di dare a chi ha bisogno:
Or questo dico: Chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina generosamente mieterà altresì abbondantemente. Ciascuno faccia come ha deliberato nel suo cuore, non di malavoglia né per forza, perché Dio ama un donatore allegro. Ora Dio è potente di fare abbondare in voi ogni grazia affinché, avendo sempre il sufficiente in ogni cosa, voi abbondiate per ogni buona opera, come sta scritto: «Egli ha sparso, egli ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno». Or colui che fornisce la semente al seminatore e il pane da mangiare, ve ne provveda e moltiplichi pure la vostra semente, ed accresca i frutti della vostra giustizia; allora sarete arricchiti per ogni liberalità, che per nostro mezzo produrrà rendimento di grazie a Dio. Poiché l’adempimento di questo servizio sacro non solo supplisce alle necessità dei santi, ma produce anche abbondanza di ringraziamenti verso Dio, perché, a causa della prova di questa sovvenzione, essi glorificano Dio per l’ubbidienza all’evangelo di Cristo, che voi confessate, e per la liberalità con cui ne fate parte a loro e a tutti. E con le loro preghiere per voi vi dimostrano singolare affezione per l’eccellente grazia di Dio sopra di voi. Or sia ringraziato Dio per il suo dono ineffabile.19
Paolo indica che la generosità ha tre effetti. Primo, chi dà si arricchisce – quando semina con abbondanza, miete con abbondanza; Dio riversa su di lui la sua grazia, così che avrà ciò di cui ha bisogno; e Dio ama chi dona con allegria. Secondo, quando una persona si arricchisce ed è benedetta perché ha dato, riceve di più e quindi può esser ancora più generosa. E da ultimo, chi riceve questi doni offerti con generosità trabocca di gratitudine verso Dio e gli rende gloria.
Naturalmente alcuni sono in grado di dare più di altri, perché hanno di più. Le benedizioni per chi dà non sono collegate alla quantità data. Gesù lo insegnò quando alzò gli occhi e vide i ricchi che gettavano i loro doni nella cassa del tesoro, e vide anche una povera vedova che vi gettava due spiccioli, e disse: «In verità io vi dico che questa povera vedova ha gettato più di tutti gli altri. Tutti costoro infatti hanno gettato nelle offerte per la casa di Dio del loro superfluo, ma costei vi ha gettato nella sua povertà tutto quello che aveva per vivere».20 Anche nel libro di Esdra vediamo un esempio di dare quello che possiamo, quando gli Ebrei, dopo aver ricevuto il permesso di tornare in Israele, contribuirono alla costruzione del tempio secondo i loro mezzi.21
Il principio della generosità include il dare al Signore. Nel Vecchio Testamento il popolo ebraico era tenuto a dare al Signore il dieci per cento degli interessi. Nel Nuovo Testamento non si specifica una percentuale, né si richiede la decima, ma c’è l’attesa che i Cristiani diano generosamente al Signore, perché dopotutto è Lui che ci ha benedetto e tutto, in fondo, gli appartiene. Quando Dio parlò di dare, nel Vecchio Testamento, era sottinteso che la decima fosse il minimo e che dare ai bisognosi andasse oltre. Quello sembra un buono standard per il dare: dieci per cento al Signore e al suo lavoro, più quello che si può dare per aiutare gli altri che sono nel bisogno.
Dare finanziariamente al Signore e agli altri può essere difficile, specialmente se si stenta ad andare avanti. È logico pensare di non poter dare quando, non si ha a sufficienza. Se ritieni di non poter dare il dieci per cento delle tue entrate, prendi in considerazione il dono di una piccola quantità del tuo reddito, per cominciare, e confida che facendolo Dio ti benedirà. Quando lo farà, continua a dare, aumentando la somma secondo le tue possibilità, con l’obiettivo di arrivare a dare il dieci per cento. Se non hai soldi in più per aiutare i bisognosi, ricorda che non tutte le donazioni devono per forza essere in denaro; puoi offrire il tuo tempo o qualche altra forma di aiuto.
Poiché il Signore ci dimostra la sua generosità in modi innumerevoli e noi desideriamo essere più simili a Lui, la sua generosità dovrebbe avere uno dei primi posti nel nostro elenco dei metodi per diventare più simili a Cristo. Sviluppare la generosità ci impone di credere che siamo solo amministratori dei nostri beni materiali – non proprietari – e che dovremmo gestire bene ciò che ci è affidato. Come amministratori, dobbiamo chiedere al Signore le indicazioni su come usare le cose con cui ci ha benedetto. Questo significa chiedergli come vuole che usiamo per la sua gloria quello che abbiamo. Nelle Scritture ci sono molte cose al riguardo. Sappiamo che dobbiamo provvedere per la nostra famiglia,22 fare il possibile per aiutare le persone bisognose,23 essere compassionevoli,24 dare al Signore,25 vivere in base alle nostre possibilità,26 essere contenti,27 avere saggezza28 e stare in preghiera.29 Dobbiamo confidare che Dio provvederà per noi e ringraziarlo, sia che siamo nell’abbondanza o nell’indigenza.30
Gratitudine
Negli articoli precedenti di questa serie abbiamo visto che sviluppare la gratitudine nella nostra vita ci impone di spogliarci di invidia, cupidigia e avidità e di rivestirci di contentezza e generosità. Così facendo proveremo sempre più gratitudine per il Signore; saremo più consapevoli e più grati delle sue abbondanti benedizioni, molte delle quali adesso potrebbero passare inosservate.
Quando siamo grati al Signore, gli dimostriamo di riconoscere la sua bontà e la sua fedeltà nel provvedere per noi e prendersi cura di noi. Gli dimostriamo che sappiamo di essere totalmente dipendenti da Lui e che tutto quello che abbiamo viene dalla sua mano. Quando siamo grati nei suo confronti, riconosciamo la sua maestà, la sua generosità, il suo amore e la sua premura verso di noi.
Quando Paolo scrisse ai Colossesi a proposito di alcuni dei fondamenti di una vita di fede, incluse fra essi la gratitudine.
Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore, così camminate in lui, essendo radicati ed edificati in lui, e confermati nella fede come vi è stato insegnato, abbondando in essa con ringraziamento.31
La gratitudine è parte integrante del nostro cammino con Dio. A volte, purtroppo, non siamo riconoscenti e grati per le sue benedizioni. Vediamo un triste esempio di questo nei Vangeli:
E, come egli entrava in un certo villaggio, gli vennero incontro dieci uomini lebbrosi, i quali si fermarono a distanza, e alzarono la voce, dicendo: «Maestro, Gesù, abbi pietà di noi». Ed egli, vedutili, disse loro: «Andate a mostrarvi ai sacerdoti». E avvenne che, mentre se ne andavano, furono mondati. E uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro glorificando Dio ad alta voce. E si gettò con la faccia a terra ai piedi di Gesù, ringraziandolo. Or questi era un Samaritano. Gesù allora prese a dire: «Non sono stati guariti tutti e dieci? Dove sono gli altri nove? Non si è trovato nessuno che sia ritornato per dare gloria a Dio, se non questo straniero?». E disse a questi: «Alzati e va’; la tua fede ti ha guarito».32
È difficile immaginare che gli altri nove non fossero grati, ma solo uno di loro riconobbe e ringraziò Dio in modo specifico. Il Signore ci aiuti tutti a ringraziarlo per le nostre benedizioni.
La gratitudine è una parte importante delle nostre interazioni con Dio e del diventare più simili a Lui. Sviluppare la gratitudine, come qualsiasi altro tratto caratteriale devoto, richiede uno sforzo; ma fare quello sforzo è importante per il nostro cammino con Lui. È facile abituarsi alle nostre benedizioni o non riconoscere in esse la mano di Dio. Se però è nostro desiderio diventare più devoti, dobbiamo sforzarci di rivestirci di gratitudine cercando di essere contenti di ciò che abbiamo e dimostrarci generosi. Dobbiamo fare lo sforzo di diventare più consapevoli dell’abbondanza delle benedizioni divine nella nostra vita, prendendo l’abitudine di riconoscere le nostre benedizioni, grandi e piccole, e lodare e ringraziare Dio regolarmente; ringraziando continuamente per ogni cosa Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.33
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
1 Efesini 2,8.
2 Efesini 1,7–8b NR.
3 1 Timoteo 1,14.
4 Salmi 65,9–13 NR.
5 1 Corinzi 2,9.
6 Vedi Le discipline spirituali: buona amministrazione/semplicità.
7 Giobbe 41,11.
8 Katie Brazelton and Shelley Leith, Character Makeover (Grand Rapids, Zondervan, 2008), 248.
9 Proverbi 19,17.
10 Luca 6,38.
11 2 Corinzi 9,6.
12 2 Corinzi 9,7.
13 Atti 20,35.
14 Proverbi 3,9.
15 1 Cronache 29,9.
16 Proverbi 11,25.
17 Matteo 10,42.
18 1 Timoteo 6,18–19.
19 2 Corinzi 9,6–15.
20 Luca 21,1–4.
21 Ezra 2,69.
22 Ma se uno non provvede ai suoi e principalmente a quelli di casa sua, egli ha rinnegato la fede ed è peggiore di un non credente (1 Timoteo5,8).
23 Deuteronomio 15,11; Efesini 4,28; Ebrei 13,16; Matteo 5,42; Proverbi 3,27; Romani 12,13.
24 Matteo 9,36; Colossesi 3,12.
25 Proverbi 3,9; Deuteronomio 14,22; 2 Cronache31,6.
26 Proverbi 22,7, 26–27.
27 Ebrei 13,5; 1 Timoteo 6,6.
28 Proverbi 2,1–15; Salmi 111,10.
29 1 Tessalonicesi 5,17; Salmi 105,4.
30 Filippesi 4,12 NR.
31 Colossesi 2,6–7.
32 Luca 17,12–19.
33 Efesini 5,20.
Pubblicato originariamente in Inglese il 31 gennaio 2017.