Le storie raccontate da Gesù: i servitori in attesa, Marco 13,34-37 e Luca 12,35-38

Aprile 23, 2019

di Peter Amsterdam

[The Stories Jesus Told: The Waiting Servants, Mark 13:34–37 and Luke 12:35–38]

Nel Vangelo di Marco e di Luca Gesù parlò del suo ritorno in due parabole diverse. Anche se un po’ diverse l’una dall’altra, entrambe hanno la stessa idea, così sembra giusto vederle insieme.

Troviamo la prima parabola in Marco 13,34-37. Gesù racconta la parabola nella prima frase del passo, proseguendo con alcune spiegazioni per i suoi discepoli sul come applicare la parabola. Prima di raccontarla, Gesù stava parlando degli avvenimenti che avrebbero preceduto la sua parusia (il suo ritorno al tempo della fine). Disse che solo il Padre sa quando verrà quel momento, ma nel frattempo i suoi discepoli dovevano stare in guardia, vegliare, poiché non sapete quando sarà quel momento.1

Poi proseguì raccontando questa parabola:

È come un uomo che si è messo in viaggio, dopo aver lasciato la sua casa, dandone la responsabilità ai suoi servi, a ciascuno il proprio compito, e comandando al portinaio di vegliare. Vegliate dunque perché non sapete quando viene il padrone di casa; se a sera, o a mezzanotte, o al cantare del gallo, o la mattina; perché, venendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quel che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate.2

Il padrone della casa preparò le cose in modo che ognuno dei suoi servi sapesse cosa doveva fare in sua assenza. Si assicurò di dire al portinaio di stare sveglio, di essere pronto per il suo ritorno e di aprirgli la porta quando fosse arrivato. In genere un portinaio aveva il dovere di tener fuori i possibili intrusi,3 ma in questo caso aveva istruzioni di essere pronto ad aprire la porta al ritorno del suo padrone. In ogni caso non ricevette nessuna indicazione di quando ciò sarebbe accaduto.

Poi Gesù smise di parlare del portinaio e cominciò a spiegare ai suoi discepoli che anche loro dovevano restare svegli e in guardia, perché non sapevano quando sarebbe arrivato il loro padrone. Gesù si riferiva alle quattro veglie notturne usate dai soldati romani: sera, mezzanotte, canto del gallo e mattina.

Con il suo che il padrone sarebbe arrivato all’improvviso non intendeva dire presto, ma inaspettatamente; sarebbe potuto arrivare in qualsiasi momento e nessuno avrebbe saputo esattamente quando. Se il servo fosse stato trovato addormentato all’arrivo del padrone, avrebbe mancato al suo dovere. In altri punti dei Vangeli troviamo simili inviti:

Vegliate dunque, pregando in ogni momento, affinché siate in grado di scampare a tutte queste cose che stanno per venire, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo.4

Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà.5

Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.6

Essere trovati addormentati mentre si sarebbe dovuti essere in servizio sarebbe stata considerata un vergognosa inadempienza dei propri doveri. Leggiamo che questa stessa cosa avvenne la vigilia della crocifissione di Gesù, quando Lui disse a Pietro, Giacomo e Giovanni:

«L’anima mia è grandemente rattristata, fino alla morte; rimanete qui e vegliate». E, andato un poco avanti, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, si allontanasse da lui quell’ora. […]tornato indietro, trovò i discepoli che dormivano e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non hai avuto la forza di vegliare una sola ora?»7

Gesù ci tenne a sottolineare che i suoi discepoli devono restare svegli, in guardia e vigilanti, perché nessuno sa il momento della sua venuta. La stessa cosa che Gesù disse ai suoi discepoli, la ripete ai Cristiani di ogni epoca, compresi noi oggi. Gesù ci chiede di vivere la nostra fede stando all’erta, in maniera da essere sicuri di essere pronti a incontrare il Signore.

È facile lasciare che la nostra vita spirituale vada alla deriva, trascurando la nostra fede e il nostro rapporto con Dio. Le preoccupazioni della vita quotidiana ci chiedono di concentrarci sui doveri di ogni giorno, sul lavoro, sulla famiglia, sugli amici e sulle interminabili faccende della vita. Ci vuole determinazione, oltre a tempo ed energia, per vivere attivamente la nostra fede, nutrire la nostra anima, mantenere attiva e aggiornata la nostra vita spirituale e per rispondere alla chiamata che Gesù ci fa: Vegliate!

Troviamo la seconda parabola, con un messaggio simile, in Luca 12:

I vostri fianchi siano cinti, e le vostre lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando tornerà dalle nozze, per aprirgli appena giungerà e busserà. Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà vigilanti! In verità io vi dico che egli si rimboccherà le vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. Se giungerà alla seconda o alla terza vigilia e li troverà così, beati loro!8

L’apertura di questa parabola è la traduzione letterale di un’abitudine di quei giorni. I vostri fianchi siano cinti, significa “siate pronti all’azione”. Esprime l’idea di essere costantemente pronti ad agire. Nell’antica Israele gli uomini indossavano vesti lunghe e indossavano una cintura in cui, quando dovevano fare un lavoro materiale vigoroso o dovevano mettersi a correre, potevano infilare i lembi della veste per non limitare troppo i propri movimenti. Ci sono simili descrizioni di come legare le proprie vesti in diversi punti sia del Vecchio che del Nuovo Testamento.

La mano del SIGNORE fu sopra Elia, il quale si cinse i fianchi, e corse davanti ad Acab fino all’ingresso di Izreel.9

Allora il profeta Eliseo chiamò uno dei discepoli dei profeti, e gli disse: «Cingiti i fianchi, prendi con te questo vasetto d’olio, e va’ a Ramot di Galaad»10

Perciò, avendo cinti i lombi della vostra mente, siate vigilanti, e riponete piena speranza nella grazia che vi sarà conferita nella rivelazione di Gesù Cristo.11

Gesù fa seguito all’invito di essere pronto all’azione con un’altra frase in cui ripete lo stesso concetto: Le vostre lampade siano accese. Questo riflette l’idea di essere pronti all’azione anche di notte. Entrambe le cose puntano a un atteggiamento di preparazione che Gesù chiede ai discepoli di avere in attesa del suo ritorno.

Questa terza immagine completa l’idea dell’essere pronti: Siate come uomini in attesa che il loro padrone torni a casa dalla festa di nozze, così da aprirgli immediatamente la porta quando ritorna e bussa. Le feste di nozze in quel periodo potevano durare giorni interi, fino a una settimana, quindi i servi non avevano modo di sapere quando il padrone sarebbe tornato a casa. Nell’attesa dovevano essere costantemente pronti e in guardia.

Gesù usò tre esempi di prontezza (essere vestiti e pronti all’azione, tenere le lampade accese ed essere preparati in ogni momento per il ritorno del padrone) per indicare la necessità che i suoi seguaci vivano in maniera da rispecchiare i suoi insegnamenti. Dobbiamo condurre una vita guidata dalla sua Parola, con lo sguardo rivolto al cielo in attesa del suo ritorno.

Poi Gesù parla del premio per chi è pronto. Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà vigilanti! Chi è sveglio al ritorno del padrone riceverà il favore di Dio. È stato vigilante nello spirito, ha vissuto la sua fede. Troviamo un’affermazione simile nel libro dell’Apocalisse, in riferimento al ritorno di Gesù:

Ecco, io vengo come un ladro; beato chi veglia.12

Poi Gesù descrisse come si comporterà il padrone quando tornerà a casa e troverà i servi in sua attesa. In verità io vi dico che egli si rimboccherà le vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. Il padrone si scambierà di ruolo con i suoi servi e farà quello che è compito loro, e ciò praticamente indica che i servi non avranno più la stessa posizione di prima. Il gesto del padrone in questa parabola riflette le azioni di Gesù all’ultima cena.

[Gesù] si alzò da tavola, depose le sue vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse. Poi mise dell’acqua in una bacinella, e cominciò a lavare i piedi ai discepoli, e ad asciugarli con l’asciugatoio del quale era cinto.13

Comprendete quello che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Io infatti vi ho dato l’esempio, affinché come ho fatto io facciate anche voi.14

Il concetto di Gesù come servitore è espresso in altri punti dei Vangeli.

Chiunque fra voi vorrà essere il primo, sarà schiavo di tutti. Poiché anche il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti.15

Il più grande fra di voi sia come il minore e chi governa come colui che serve. Chi è infatti più grande chi siede a tavola, o colui che serve? Non è forse colui che siede a tavola? Eppure io sono in mezzo a voi come colui che serve.16

Gesù continuò: Se giungerà alla seconda o alla terza vigilia e li troverà così, beati loro! Diversamente dalle quattro vigilie notturne romane, usate nella parabola descritta da Marco, in questo caso Gesù si riferisce alle tre vigilie notturne usate dagli Ebrei. Dice a chi lo segue che il momento del suo ritorno è incerto e che chi sarà sveglio e pronto, in qualsiasi momento arrivi il padrone, sarà beato, benedetto.

Gesù raccontò questa parabola per dire che chi lo segue deve essere sveglio, attento e vigile nello spirito in ogni momento. Due volte chiama beati quelli che sono pronti: Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà vigilanti! […] Se giungerà alla seconda o alla terza vigilia e li troverà così, beati loro! Le Scritture insegnano che Gesù tornerà, ma che nessuno sa quando ci sarà la sua seconda venuta. Come i servi della parabola, nessuno di noi sa il giorno o l’ora del ritorno del Padrone, ma siamo esortati a essere sempre vigili nello spirito in previsione di quel momento. A un certo punto il Signore tornerà e noi vogliamo essere pronti per quel momento.

Possiamo pensare seriamente agli stessi principi per quel che riguarda il momento della nostra morte. Nessun cristiano nella storia ha avuto l’esperienza del ritorno di Gesù, ma tutti i cristiani che sono passati oltre questa vita sono arrivati alla sua presenza. Nessuno di noi sa esattamente quando morirà, sappiamo soltanto che succederà. Da ciò che Gesù ha insegnato in queste parabole, dovremmo ammettere che non sappiamo quando il Padrone ci chiamerà a casa, quindi dovremmo sforzarci di essere svegli spiritualmente e pronti in qualsiasi momento.


I servi in attesa, Marco 13,34-37

34 È come un uomo che si è messo in viaggio, dopo aver lasciato la sua casa, dandone la responsabilità ai suoi servi, a ciascuno il proprio compito, e comandando al portinaio di vegliare.

35 Vegliate dunque perché non sapete quando viene il padrone di casa; se a sera, o a mezzanotte, o al cantare del gallo, o la mattina;

36 perché, venendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.

37 Quel che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate.

Luca 12,35-38

35 I vostri fianchi siano cinti, e le vostre lampade accese;

36 siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando tornerà dalle nozze, per aprirgli appena giungerà e busserà.

37 Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà vigilanti! In verità io vi dico che egli si rimboccherà le vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.

38 Se giungerà alla seconda o alla terza vigilia e li troverà così, beati loro!


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


1 Marco 13,32–33 NR.

2 Marco 13,34–37 NR.

3 Arland J. Hultgren, The Parables of Jesus (Grand Rapids: Eerdmans, 2000), 266.

4 Luca 21,36 NR.

5 Matteo 24,42 NR.

6 Matteo 25,13.

7 Marco 14,34–35, 37.

8 Luca 12,35–38.

9 1 Re 18,46 NR.

10 2 Re 9,1 NR.

11 1 Pietro 1,13.

12 Apocalisse 16,15.

13 Giovanni 13,4–5 NR.

14 Giovanni 13,12–15.

15 Marco 10,43–45.

16 Luca 22,26–27.


Pubblicato originariamente in inglese il 31 luglio 2018.