Verifica dell’equilibrio della vita, 1a parte: passare tempo con il Signore

Dicembre 8, 2020

di Peter Amsterdam

[Life Balance Check, Part 1: Time with the Lord]

Sappiamo tutti che il tempo che passiamo con il Signore ha una grandissima importanza, ma siccome i concetti di “tempo nella Parola”, “devozioni” e “momenti di preghiera” ci sono molto familiari, purtroppo possono diventare un cliché. A causa di questa familiarità è ancora più importante fare un’autoverifica e valutare in che modo ti stai prendendo cura della tua salute spirituale. Se raggiungere un equilibrio olistico della vita ti sembra una buona idea, è essenziale passare del tempo con il Signore.

Sei invitato

La Bibbia dice: “Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi”. —Giacomo 4,8

Dio è disponibile. Sta aspettando che siamo noi a fare un passo per avvicinarci a Lui. Ci offre un invito aperto, ma la domanda è: lo accetteremo? Considera questa storia:

Parlando di una telefonata in cui il presidente la invitava a fare colazione alla casa Bianca, Jean Fleming ha descritto la propria incredulità e il proprio stupore per l’onore concessole. Poi ha tracciato un parallelo tra la sua reazione a un simile invito e cosa potrebbe succedere se le persone considerassero il mandato biblico di passare del tempo con Dio ogni giorno.

“Abbiamo ricevuto tutti dal Re dell’universo un invito a incontrarlo ogni mattina prima di colazione”, ha detto. “Il Signore ha detto: ‘Voglio incontrarti e dirti a cosa penso, quali sono i miei piani e le mie intenzioni. Voglio ascoltare le tue preoccupazioni per poterti offrire le risorse del cielo. Poi faremo colazione insieme’”.

Le persone che non approfittano della loro comunicazione con Dio si perdono il “pacco completo” di quello che Dio intendeva, ha detto Fleming.1

Non voglio perdermi il “pacco completo” di quello che Dio intendeva e sono sicuro che nemmeno tu lo vuoi. Per questo è importante presentarci davanti al Signore per valutare il tempo che passiamo con Lui. Potremmo aver bisogno di prestare attenzione a dei punti specifici, che si tratti della nostra vita di preghiera, del nostro nutrimento spirituale o dei nostri momenti di meditazione. È una cosa che può cambiare di mese in mese. Il Signore sa cosa succederà nella nostra vita, così dobbiamo controllare regolarmente con Lui. In effetti la stessa cosa vale per tutti questi punti dell’equilibrio della vita. Siccome nella vita dobbiamo affrontare molti cambiamenti, non possiamo aspettarci di scoprire di cosa abbiamo bisogno riguardo alla nostra vita spirituale e al tempo che passiamo con il Signore una volta per tutte e poi seguire indefinitamente quel piano. La vita è molto fluida, le cose cambiano sempre; nella nostra vita nascono questioni nuove e dobbiamo adattarci per gestirla nel miglior modo possibile.

Una cosa che può cambiare con il tempo per ognuno di noi è il modo in cui riceviamo il nutrimento spirituale di cui abbiamo bisogno. A volte i nostri bisogni sono soddisfatti in una comunità, frequentando una chiesa o passando del tempo con un gruppo di credenti o un gruppo di preghiera. In altri momenti può essere mediante la comunione personale con il Signore nella cameretta della preghiera silenziosa, comunicando con Lui e ascoltandolo in profezia. Può darsi che seguiamo un certo podcast o un pastore, che leggiamo un particolare libro devozionale o ascoltiamo una lettura biblica. Il punto è che i nostri bisogni cambiano; è bene capirlo e fare le modifiche necessarie.

Alcune domande che è bene farci sono:

  • Sto cercando di camminare con il Signore nella mia vita?
  • Sto cercando a presenza di Dio nella mia vita?
  • Sto riconoscendo Lui e il suo ruolo nella mia vita, permettendo allo Spirito Santo di parlarmi, consolarmi e darmi gioia e pace?
  • Sto consultando Gesù riguardo alle mie decisioni di tutti i giorni e non solo per le “cose grandi”?
  • Do sufficiente importanza a ciò che Dio pensa delle cose che faccio, di quelle a cui penso e delle persone con cui passo il mio tempo?

Se rifletti profondamente su queste cose, credo che come risultato vorrai avvicinarti al Signore e trovare il tempo di pregare e leggere la Parola o degli scritti devozionali, perché sai che senza di Lui non puoi fare niente. Dedicherai del tempo anche a fare un bilancio della tua vita, valutare i tuoi livelli di ubbidienza e assicurarti di non lasciar passare inosservati o inconfessati i tuoi peccati.

Percezione del tempo

Parliamo spesso del tempo. Può essere difficile trovare il tempo necessario per fare tutto quello che c’è da fare. Può darsi, però, che dobbiamo alterare radicalmente la nostra percezione del tempo e il nostro rapporto con il tempo. I seguenti brani mi hanno convinto e mi hanno fatto riflettere sulla nozione di tempo, perché spesso mi sembra di non averne abbastanza.

Nel libro di Jonathan Swift, I viaggi di Gulliver, quando Gulliver arriva a Lilliput, i Lillipuziani vedono il suo orologio da tasca e concludono che deve essere il suo dio. Dopotutto, Gulliver aveva detto che non faceva nulla senza averlo prima consultato.

L’orologio è il tuo dio? Credo che probabilmente non esista un’altra parte della nostra vita così completamente cooptata da una visione secolare del mondo come la nostra nozione del tempo. Diciamo che il tempo è un dono di Dio, ma la maggior parte delle volte lo trattiamo come se fosse una mazza e non un dono: una cosa che inseguiamo e che, una volta raggiunta, ci dà mazzate in testa. È una nozione del tempo contraria alla visione cristiana del mondo.

Poiché crediamo nella provvidenza divina, possiamo affermare con sicurezza di avere tempo a sufficienza e quindi possiamo ricevere [ogni] nuovo giorno come un regalo.

La preghiera e la meditazione sulla Parola di Dio devono essere inserite nei nostri programmi. Mantenere Dio e la sua Parola al primo posto nella nostra mente ci aiuta a sviluppare la nozione biblica del tempo.

La prossima volta che guardi l’orologio, dedica un momento a ricordare chi è il tuo Dio e come ti ha provvidenzialmente dato tutto il tempo di cui hai bisogno.2

La vita non è facile

A volte sento la presenza del Signore nella mia vita e mi sento in pace. È meraviglioso. Non è sempre così, però. A volte proviamo tutti delle emozioni negative: paura, rimorso, rammarico, rabbia o rancore. Quando succede, è facile sentirsi scoraggiati e in colpa, una sensazione davvero infelice. Ovviamente potrebbe essere un segno del bisogno di passare più tempo con il Signore in uno stato di più profonda meditazione e comunione. Potrebbe anche essere ora di fare un’analisi spirituale più profonda e di rendersi conto che questi sintomi possono indicare che qualcosa non va bene nella nostra vita.

D’altra parte, la vita è difficile. Punto. Viviamo in un mondo corrotto e incontriamo delle difficoltà. I seguenti consigli mi sono stati di conforto, perché sono serviti a ricordarmi che è inevitabile avere battaglie e difficoltà; qualche volta la vita è semplicemente difficile e invece di sentirci scoraggiati e in colpa possiamo prenderla per quel che è, ignorarla e tuffarci in una profonda comunione con il Signore.

Niente ti prepara per come il ministero può drenarti emotivamente, lasciandoti nel dolore o, peggio ancora, con una sensazione di torpore, disperazione o rabbia. Per questo molti uomini e donne in gamba, impegnati nel ministero, sono caduti in fossi morali o persistono coraggiosamente con sorrisi artificiali e anime spossate. Nel ministero molte cose possono fiaccare le emozioni e le forze, l’anima e lo spirito, quasi ogni giorno. Cosa puoi fare, allora?

Non esistono soluzioni rapide. La mia sopravvivenza emotiva è dipesa da un modo di vivere che mi protegge, mi rinforza e mi ricarica emotivamente. L’investimento più strategico è passare del tempo con Dio. Ma non qualsiasi tipo di tempo con Dio — deve essere un tempo che mi tocca al livello del cuore e dell’anima. Ogni giorno cerco di passare del tempo ad aprirgli il mio cuore e in cambio a leggere il suo. Poche persone hanno avuto un’altalena emotiva come quella di Davide e se leggete attentamente i salmi, vedrete che manifestava la sue emozioni a Dio in modo candido e disarmante. Imparare a pregare come Davide mi ha fatto bene.3

Non scoraggiarti

Cose importanti da valutare nella nostra vita spirituale e nel nostro cammino con il Signore sono la nostra attività di lode e adorazione e il nostro atteggiamento di gratitudine. Che la nostra vita stia andando bene o ci troviamo in un periodo di avversità, questo non dovrebbe cambiare il nostro atteggiamento di gratitudine dei confronti di Dio per la nostra salvezza e la nostra speranza nel futuro e nella vita meravigliosa che arriverà.

Tutti abbiamo dei momenti in cui le cose non vanno bene ed è facile lasciare che ciò stabilisca il nostro livello di lode o di gratitudine; ma le benedizioni della vita, il cielo e la salvezza continuano a esserci, sia che la nostra salute sia buona o cattiva, che viviamo in uno stato di povertà o di ricchezza, che i nostri figli se la stiano cavando bene o no. Sappiamo che, secondo quel detto, “tutto andrà bene alla fine. Se non va bene, non è la fine”, perché abbiamo quella speranza della nostra salvezza in Cristo.

Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne. —2 Corinzi 4,16-18 NR

Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio. —Romani 8,38 NR

Un senso di meraviglia

Se concentriamo i nostri pensieri su Dio, su tutto ciò che Lui è e fa, e sul suo piano generale, ne ricaviamo un senso di meraviglia nei confronti di Lui e della sua presenza nella nostra vita. Come ha scritto Mark Batterson nel suo libro Primal:

Quando perdiamo il nostro senso di meraviglia, quello che perdiamo in realtà è la nostra anima. La nostra mancanza di meraviglia in realtà è una mancanza d’amore. […] Accettare ciò che Dio fa per noi è la cosa migliore che possiamo fare per Lui.4

Mark suggerisce che nel tornare alle “radici primordiali” del cristianesimo, una di esse è l’avere un “senso di meraviglia” continuo. È un’affermazione che è spiccata ai miei occhi, perché non è una cosa a cui pensiamo tutti i giorni, dato che spesso ci ritroviamo invischiati nelle minuzie dei problemi della vita. Ma quando ci si eleva al di sopra di ciò che oggi è qui e domani non c’è più, allora possiamo vivere nella meraviglia e nel timore reverenziale nei confronti di Dio e di tutta la bellezza che ha creato intorno a noi, il miracolo della vita, le belle persone che ha messo nella nostra esistenza e il suo piano ultimo per il nostro futuro.

Se abbiamo quel senso di meraviglia, tutto prende una tonalità di speranza più luminosa. Se ci concentriamo sulle cose giuste, se viviamo e camminiamo vicini a Dio, possiamo vivere pieni di meraviglia e di gratitudine. Faremo spazio allo Spirito Santo perché possa operare nella nostra vita e ciò si manifesterà nei frutti dello Spirito e in un’abbondanza di gioia e di pace.


1 Joni B. Hannigan, “NavPress author tells seminary women of honor to spend time alone with God”, Baptist Press, 1 marzo 2001.

2 Mark Earley, “Worldview and the Clock,” BreakPoint, 3 agosto 2003.

3 James Emery White, “Survival Skills: What you need to minister with your spirit intact”, Leadership Journal, 27 luglio 2009.

4 Mark Batterson, Primal: A Quest for the Lost Soul of Christianity (Colorado Springs: Multnomah Books, 2009).


Pubblicato originariamente in inglese il 20 agosto 2019.