Verifica dell’equilibrio della vita, 2a parte: la salute
Gennaio 5, 2021
di Peter Amsterdam
Verifica dell’equilibrio della vita, 2a parte: la salute
[Life Balance Check, Part 2: Health]
Carissimo, io desidero che tu prosperi in ogni cosa e goda buona salute, come prospera la tua anima. —3 Giovanni
I nostri corpi sono un incredibile dono di Dio ed è nostro dovere nei suoi confronti prendercene cura. I nostri corpi sono templi dello Spirito Santo. Non apparteniamo a noi stessi.1
Rispettando il nostro corpo e prendendocene cura, rispettiamo Dio. Onorare le leggi divine sulla salute ci mette nella posizione migliore per essere sani e dinamici e per avere una vita attiva mentre cerchiamo di realizzare il piano di Dio per la nostra vita.
Come ha scritto Parker Palmer,
“Prendersi cura di sé non è un gesto egoista — è semplicemente una buona amministrazione dell’unico dono che ho, il dono che posso offrire agli altri e per cui stato messo sulla terra. Ogni volta che possiamo […] prestargli le cure necessarie, non lo facciamo esclusivamente per noi stessi, ma per tutti quelli che sono influenzati dalla nostra vita”.2
Punti principali da Effortless Healing
Di tanto in tanto scopro un articolo o un libro con informazioni nuove che mi danno una spinta incoraggiante o qualche nuova informazione sulla salute, dandomi nuove motivazioni. Qualcuno mi ha raccomandato un libro di questo tipo, Effortless Healing—9 Simple Ways to Sidestep Illness, Shed Excess Weight, and Help Your Body Fix Itself[Guarigione facile—9 modi semplici per evitare malattie, perdere peso e aiutare il corpo a guarirsi da solo], del dr. Joseph Mercola, un bestseller del New York Times. (Il dr. Mercola è il fondatore del sito di risorse per la salute naturalemercola.com.3)
Ciò che questo libro ha di bello è la sua semplicità: senti di poterlo fare. Offre informazioni semplici, accessibili e facili da mettere in pratica. Mercola elenca nove categorie principali che suggerisce possano essere utili a mantenersi in buona salute. Può darsi che non possiate metterle in pratica tutte, ma potete sceglierne qualcuna per favorire la vostra salute. Ecco le categorie:
- Bevi molta acqua
- Mangia molta verdura.
- Brucia i grassi (aggiungi grassi sani alla tua dieta: olio di cocco, olio d’oliva, olive, burro, uova, avocado ecc.).
- Fai esercizio.
- Esponiti al sole per avere vitamina D a sufficienza.
- Mantieni una buona flora intestinale (prendi probiotici o mangia cibi fermentati).
- Dormi a sufficienza.
- Scarica le energie negative del corpo andando a piedi nudi sul terreno (fai “grounding” — o “connessione del corpo con la terra” — per una ventina di minuti al giorno).
- Evita “cibi naturali” poco sani (cose come yogurt dolce, cereali in scatola, bibite sportive ecc.).
Chiaramente questa non è l’ultima parola in tema di salute. Ci son altre buone risorse, ma queste informazioni sono fondamentali e non soffocanti. Il punto di vista del dr. Mercola è che questi siano i punti chiave per avere una buona salute. Naturalmente esistono molti altri punti di vista e scuole di pensiero in tema di salute e di diete sane, ma ho trovato benefici i punti principali del dr. Merola. Per me sono stati un punto d’inizio e ne ho tratto vantaggio concentrandomi su quelli che mi erano più necessari.
“Buona notte, dormi bene!”
Voglio approfondire un po’ l’argomento del sonno. In passato ho avuto problemi a dormire. Spesso mi ritrovavo esausto durante la giornata, probabilmente perché non avevo dormito abbastanza. I seguenti commenti di Arianna Huffington mi sono sembrati giusti. Li ha scritti dopo essere svenuta per lo sfinimento, riportando una frattura a uno zigomo in seguito alla caduta.
Viviamo sotto l’illusione collettiva che il sonno è opzionale, che le persone sono impegnate e hanno cose importanti da fare e che il sonno è una cosa di cui possiamo fare largamente a meno.
È un po’ come tornare indietro agli anni ’50, quando la gente pensava che fumare fosse fascinoso e i medici facevano la pubblicità delle sigarette alla televisione. La privazione del sonno è il nuovo fumo che colpisce la nostra salute, la nostra produttività e la nostra felicità.
Mi ricordo tutte le volte in cui ho patito jetlag e carenza di sonno ed era difficile provare gioia nella vita. È difficile essere grati. È difficile godersi le proprie attività. Questo, oltre ai problemi di salute e di produttività, significa che dobbiamo veramente cambiare la nostra rotta, come individui e come cultura.4
Charles Czeiler, uno specialista del sonno, è d’accordo.
“Perdere una notte di sonno fa deteriorare le nostre prestazioni neurocomportamentali” — vale a dire la nostra acutezza mentale — “equivalendo alla guida in stato d’ebbrezza”, dice e ammonisce: “Ciò non si applica soltanto alla perdita di una completa notte di sonno; gli effetti saranno simili anche se si dorme semplicemente troppo poco ogni notte per un certo periodo”.5
Non abbiate paura del medico
In diversi momenti della vostra vita potreste aver bisogno di cure mediche — forse siete incinte; forse siete in convalescenza; forse state passando per il processo naturale dell’invecchiamento. Se il vostro stato di salute richiede cure mediche o terapie continuative o preventive, è importante investire il tempo, l’attenzione e le risorse finanziarie necessarie per prendervene cura, invece di trascurarle.
Per alcuni di noi potrebbe essere necessario riconsiderare la riluttanza a farsi vedere da un medico e pensare invece all’aiuto che potrebbe ricavarne. Dovremmo anche stare attenti all’autodiagnosi. Un problema di salute potrebbe essere qualcosa di semplice, ma potrebbe anche essere qualcosa di serio che richiede attenzione; quindi è raccomandato fare controlli medici regolari. Anche se andare in uno studio medico per fare un controllo generale del mio stato di salute non è la mia attività preferita, ho stabilito di provare a farlo una volta l’anno e mi è servito. In genere è meglio che un medico scopra se avete un problema quando è in fase inziale piuttosto che quando è già in stato avanzato. Fare controlli annuali lo rende più facile.
In genere, agli uomini in particolare non piace andare dal dottore.
Il giornale USA Today riferisce:
“Un orario rigido. Meglio non sapere. Esami medici disagevoli. Secondo un sondaggio commissionato dal dipartimento della salute di Orlando, questi sono i tre motivi principali per cui gli uomini non vanno dal medico”.6
Anna Almendrala riferisce:
“Gli uomini tendono a morire prima delle donne, sono più portati delle donne a morire per otto delle dieci principali cause di morte negli USA; sono anche più portati a fumare e bere in eccesso.
Ma c’è un altro problema molto semplice e facile da sistemare: agli uomini non piace andare dal dottore come alle donne. […]
Un nuovo sondaggio online commissionato dal sistema ospedaliero di Orlando suggerisce il motivo per cui gli uomini sono così riluttanti ad andare dal medico. Secondo i risultati del sondaggio, a tenerli fuori dall’ambulatorio medico è un misto di timore, vergogna, disagio e la scusa di aver troppo da fare”.7
Ragazzi, se siete riluttanti a fare controlli medici, dovreste chiedere al Signore di aiutarvi a superare quella riluttanza — e questo vale anche per voi donne che forse state evitando visite mediche. È molto utile fare un esame del sangue annuale che indichi le condizioni dei principali indicatori dello stato di salute, come glicemia, pressione sanguigna, livelli di colesterolo ecc. Può indicare che tutto va bene oppure può aiutarvi a scoprire un problema prima che diventi serio.
La prospettiva celeste
Non importa quanto ci prendiamo cura del nostro corpo, alla fine, ovviamente, tutti moriremo. L’obiettivo è condurre la nostra esistenza nel miglior modo possibile, ubbidendo alla Parola di Dio e ad alcune linee guida pratiche sulla salute, per tutto il tempo che il Signore vuole. Quando verrà la nostra ora di passare all’altro mondo, sono sicuro che tutti vorremo farlo, sapendo che ci siamo presi cura nel miglior modo possibile del dono che Dio ci ha fatto: il nostro corpo. Se non lo stiamo già facendo, dobbiamo cominciare a farlo oggi.
Ecco un brano attinente all’argomento:
Nel salmo 39,4 Davide prega così: “Signore, fammi conoscere la mia fine e quanto durano i miei giorni: saprò come è fragile la mia vita!” Da questa saggia preghiera possiamo imparare questo:
Uno: non sappiamo quanto è breve la vita. La maggior parte di noi pensa di avere più tempo di quel che sarà. Non siamo quasi mai pronti per quando arriverà la fine. Forse settimana prossima o il mese prossimo, ma non oggi.
Due: Solo Dio può rivelarci in maniera convincente la durata della nostra vita. Per questo Davide ne fa una preghiera invece di una semplice osservazione.
Tre: se non chiediamo a Dio di inculcare in noi la brevità della nostra vita, sprecheremo i nostri giorni. Se invece lo facciamo, valuteremo quanto il nostro tempo è urgente.
Dopo aver chiesto a Dio di aiutarlo a capire la brevità della sua vita, Davide pregò: “Presso di te sono solo un ospite, pellegrino, come i miei antenati”. La sua ammissione ci ricorda una vecchia parabola ebraica.
Un famoso rabbino conduceva una vita molto semplice; abitava in una piccola baracca e tutti i suoi mobili erano una brandina, una sedia e un tavolo con una lampada. Un turista americano andò a trovarlo e fece un commento sulla sua vita austera.
Il rabbino replicò al turista: “Vedo che non hai molte cose con te, oggi”. Il turista spiegò: “Ma io sono solo di passaggio”.
E il rabbino: “Anch’io”.8
Signore, aiuta ognuno di noi a prendersi buona cura del suo corpo mentre siamo “di passaggio” in questa vita, diretti alla prossima. Fa’ che nel frattempo possiamo essere fedeli e diligenti. Per grazia di Dio.
1 Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi (1 Corinzi 6,19 NR).
2 Parker Palmer, Let Your Life Speak: Listening for the Voice of Vocation (John Wiley & Sons, 2015), 25.
3 Il libro è pubblicato da Harmony Crown, 2016. Il sito web è https://www.mercola.com/.
4 Nancy Trejos, “Arianna Huffington’s tips for sleeping and beating jet lag,” USA TODAY, 14 giugno 2016.
5 Brett Arends, “A Full Night’s Sleep Can Really Pay Off,” Wall Street Journal, 18 settembre 2014.
6 Samantha Nelson, “Coast-to-coast tour asks men to drop excuses about their health,” USA TODAY, 15 giugno 2016.
7 Anna Almendrala, “Here’s Why Men Don’t Like Going To The Doctor,” Huffington Post, 13 giugno 2016.
8 Jim Denison, The Denison Forum, 9 febbraio 2018, https://www.christianheadlines.com/columnists/denison-forum/down-syndrome-child-is-gerber-s-spokesbaby-of-the-year.html.
[Jesus—His Life and Message: The Father and the Son (Part 1)]
Nel quinto capitolo del Vangelo di Giovanni, Gesù guarì un uomo invalido da trentotto anni.1 Era il sabato, il giorno in cui non si doveva fare nessun lavoro. Gesù disse all’uomo: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». L’uomo fu guarito all’istante, prese il suo lettuccio e si mise a camminare. Or quel giorno era sabato.2 Quando i farisei lo videro trasportare il lettino nel giorno di sabato, lo affrontarono, dicendo che non era lecito farlo. Lui spiegò che, pur non sapendo il nome di chi lo aveva guarito, era stato lui a dirgli di portarselo via. Poco dopo Gesù incontrò l’uomo nel tempio e gli disse: «Ecco, tu sei stato guarito; non peccare più affinché non ti avvenga di peggio».3 Dopo questo incontro, l’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era Gesù colui che lo aveva guarito.4
Leggiamo che per questo i Giudei perseguitavano Gesù e cercavano di ucciderlo, perché faceva queste cose di sabato.5 I Giudei pensavano che Gesù stesse infrangendo la legge mosaica, che diceva:
Ricordati del giorno di sabato per santificarlo. Lavorerai sei giorni e in essi farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è sabato, sacro all’Eterno, il tuo DIO; non farai in esso alcun lavoro.6
I Giudei consideravano le guarigioni miracolose un lavoro, quindi era proibito farle di sabato. La frase perché faceva queste cose di sabato indica che quella non era l’unica volta che Gesù operava guarigioni di sabato, ma che lo faceva spesso.7
Gesù difese la guarigione dei malati di sabato spiegando la stretta relazione con suo Padre.
Gesù rispose loro: «Il Padre mio opera sempre, e anch’io opero».8
Normalmente i Giudei non si riferivano a Dio come “mio Padre”, perché in genere parlavano di “nostro Padre”, oppure, se usavano “Padre mio” in preghiera, avrebbero specificato “in cielo”, o usato un’altra espressione per evitare un suggerimento di familiarità. Gesù, comunque, non si riferiva a Dio in quel modo; in tutti i Vangeli, invece, parlava continuamente di avere un rapporto molto stretto con Dio, suo Padre.
Gesù si riferiva a una discussione comune nel Giudaismo e riguardante il sabato. L’idea che Dio si fosse “riposato” dopo aver creato il mondo9 non doveva essere interpretata come se adesso fosse inattivo nella sua creazione. Al contrario, Dio è sempre all’opera. Dà la vita e la sostiene,10 ricompensa i giusti11 e punisce i malvagi.12 Di conseguenza Dio infrange legittimamente il sabato. Gesù fece notare che il Padre era all’opera, quindi stava lavorando anche Lui. L’allusione era che siccome Dio, suo Padre, “lavora”nel giorni di sabato, anche a Gesù era lecito farlo.
I Giudei che lo ascoltavano capirono cosa stava affermando nel chiamare Dio suo Padre.
Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non solo violava il sabato, ma addirittura chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.13
In seguito, in questo Vangelo, Gesù ripeté questo concetto dicendo: Io e il Padre siamo uno. I suoi ascoltatori reagirono nello stesso modo: I Giudei raccolsero di nuovo delle pietre per lapidarlo.14
Gesù cominciò a fare una dichiarazione formale e sistematica riguardante la propria unità con il Padre, l’incarico ricevuto da Lui e la propria autorità divina, insieme alle prove della propria posizione di Messia.15 Il linguaggio da Lui usato riflette il pensiero e la fraseologia rabbinica.
Allora Gesù rispose e disse loro: «In verità, in verità vi dico che il Figlio non può far nulla da se stesso, se non quello che vede fare dal Padre; le cose infatti che fa il Padre, le fa ugualmente anche il Figlio. Poiché il Padre ama il Figlio e gli mostra tutte le cose che egli fa; e gli mostrerà opere più grandi di queste, affinché voi ne siate meravigliati».16
Gesù iniziò affermando che tutte le sue azioni erano fatte in sintonia con suo Padre, perché poteva fare solo le cose che aveva visto fare da Lui. Non agiva indipendentemente dal padre. In tutto questo Vangelo Gesù insistette che non faceva nulla da solo.
Io non ho parlato da me stesso, ma il Padre stesso mi ha mandato e mi ha comandato ciò che io devo dire e annunziare.17
Questo rispecchia una comunione ininterrotta tra il Padre e il Figlio.
Il concetto che Gesù faceva solo ciò che vedeva fare dal padre è interpretato come una spiegazione in stile parabola. Spesso i figli imparavano il lavoro del padre e durante il loro apprendistato vedevano ciò che lui faceva e facevano la stessa cosa. Poiché il Padre ama il Figlio, fa vedere al Figlio ciò che sta facendo. La formulazione usata nel testo greco esprime un rapporto continuo, cioè che il Padre mostra continuamente a suo Figlio quello che sta facendo. Il fatto che il Padre mostri a Gesù tutte le cose che egli fa significa che il Padre ha rivelato tutto al Figlio.
Giovanni afferma che il Padre ama il Figlio. Il tempo verbale esprime un amore continuo e abituale, indicando che il Pare non smette mai di amare il Figlio. Il Padre quindi mostra al Figlio tutto quello che fa. In altri punti del Vangelo Gesù afferma di “aver visto” le cose che poi rivela al mondo.
In verità, in verità ti dico che noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo visto, ma voi non accettate la nostra testimonianza.18
Io parlo di ciò che ho visto presso il Padre mio.19
Affermò anche di aver visto il Padre.
Non che alcuno abbia visto il Padre, se non colui che è da Dio; questi ha visto il Padre.20
Gesù si riferiva alle opere più grandi che il Padre avrebbe mostrato al Figlio, così che gli altri provassero meraviglia davanti a ciò che Dio faceva.
Come il Padre risuscita i morti e dà loro la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole.21
La maggior parte della gente che ascoltava Gesù non avrebbe obiettato all’affermazione che il Padre risuscita i morti e dà loro la vita, perché i farisei credevano nella risurrezione dei morti. Comunque, l’affermazione che anche il Figlio dà la vita sarebbe stata altrettanto sgradevole ai capi religiosi di quella che Gesù aveva fatto poco prima: Il Padre mio opera sempre, e anch’io opero. Secondo le dottrine ebraiche, solo Dio poteva dare la vita. Suo Figlio Gesù, però, affermò che la propria opera, come quella di suo Padre, era il dare la vita. In precedenza Gesù aveva detto che il suo scopo era fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere l’opera sua.22
Gesù proseguì dicendo:
Il Padre non giudica nessuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre; chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.23
Quelli che ascoltavano Gesù probabilmente rimasero sorpresi nel sentire che il Padre non giudica le persone, perché nel Giudaismo era opinione comune che Dio fosse il Giudice, quindi si aspettavano di presentarsi davanti a Lui nel giorno del Giudizio. Gesù invece affermò che il Padre aveva dato a Lui il compito di giudicare, in modo che tutti onorassero Lui come onorano il Padre.
In epoca romana le persone potenti spesso mandavano qualcun altro a rappresentarle; il quel caso il rappresentante era trattato come se fosse chi l’aveva inviato. Se il rappresentante veniva disonorato, era come se fosse stato disonorato il potente, quindi era un’offesa grave. Gesù tracciò un parallelo con questa tradizione, mettendo in rilievo il fatto che disonorando il Figlio disonoravano chi l’aveva mandato, lo stesso Dio che dicevano di onorare.
Gesù poi disse:
In verità, in verità vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna, e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.24
Dopo aver usato l’espressione in verità, in verità come enfasi in un precedente versetto, Gesù la riusò qui per sottolineare l’importanza di ciò che stava dicendo: la persona che riceverà la benedizione della vita eterna è quella che ascolta Lui e crede nel Padre, affermando così l’unità tra il Padre e il Figlio. Sottolinea anche che non è possibile credere veramente a ciò che dice il Padre e voltare le spalle al Figlio.
Chi crede nel Padre e nel Figlio ha vita eterna. Per il credente la vita eterna è una sua proprietà già da adesso, quindi non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. Come spiega un autore:
Il punto non è che chi crede è già giudicato e assolto, quindi la vita eterna gli è garantita. Piuttosto, chi “ha la vita” evita completamente il giudizio, mentre chi “viene in giudizio” non ha la vita. Inoltre, chi “ascolta” e “crede” non deve aspettare una specie di futura “vita dopo la morte”, ma è già “passato dalla morte alla vita”.25
Lo scrittore Leon Morris dice la stessa cosa:
Chiunque presti ascolto al Figlio e al Padre in questo modo “ha” la vita eterna. La vita è di proprietà di quella persona adesso. […] Le implicazioni dell’avere la vita eterna come proprietà attuale sono manifestate dall’assicurazione che chi la possiede “non sarà condannato”, o più propriamente “non viene in giudizio”. […] Chi non viene in giudizio, non sarà sottoposto nemmeno al giudizio dell’ultimo grande giorno. La frase indica la sua salvezza permanente. Avere la vita eterna adesso vuol dire essere sicuri per l’eternità.26
(Continua nella seconda parte)
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
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1 Giovanni 5,5.
2 Giovanni 5,8–9.
3 Giovanni 5,14.
4 Giovanni 5,15.
5 Giovanni 5,16.
6 Esodo 20,8–10.
7 Giovanni 5,16.
8 Giovanni 5,17 CEI.
9 Genesi 2,2–3.
10 Atti 17,2, 28; Giobbe 33,4; 1 Corinzi 8,6; Deuteronomio 32,39.
11 2 Samuele 22,25; Proverbi 13,21; 1 Corinzi 3,12–15; Matteo 16,27; Apocalisse 22,12; Ebrei 11,6.
12 Apocalisse 20,15; 21,8; Matteo 13,49–50; 25,46.
13 Giovanni 5,18.
14 Giovanni 10,30–31.
15 Morris, The Gospel According to John, 276.
16 Giovanni 5,19–20.
17 Giovanni 12,49. Vedi anche Giovanni 7,17.28; 8,28; 14,10.
18 Giovanni 3,11.
19 Giovanni 8,38.
20 Giovanni 6,46.
21 Giovanni 5,21.
22 Giovanni 4,34.
23 Giovanni 5,22–23.
24 Giovanni 5,24.
25 Michaels, The Gospel of John, 315.
26 Morris, The Gospel According to John, 280.
Pubblicato originariamente in inglese il 27 agosto 2019.