Vivere con significato: offri gesti di cortesia

Luglio 18, 2011

di Maria Fontaine

Il principio più radicato nella natura umana è l’ardente desiderio di essere apprezzato. —William James

Le parole gentili non costano molto… ma compiono molto. —Blaise Pascal

Andrei cento volte negli abissi per rallegrare un cuore abbattuto. È stato bene per me l'essere afflitto, perché sappia sostenere con la Parola lo stanco. —Charles Spurgeon

Tutti desiderano incoraggiamento. Credo che Dio voglia incoraggiare la gente, ma molte volte ha bisogno di noi per farlo. E, che tu ci creda o no, noi abbiamo ciò di cui gli altri hanno bisogno. Abbiamo l’amore di Dio – è potente! Abbiamo lo Spirito dell’amore e le parole d’amore! La nostra vita può essere influente grazie alla potenza delle nostre parole. Non devono essere profonde né eloquenti, solo parole semplici che vengono incontro al bisogno di amore, speranza, significato o conforto di una persona.

Se ti sembra di non avere tempo, energia, competenza, denaro o di avere poco da dare, non preoccuparti; siamo in tanti a sentirci così. Ma tutti possiamo dare qualcosa con le nostre parole d’incoraggiamento, grazie alle quali la nostra vita può avere influenza: e possiamo diffondere l’amore divino dovunque andiamo. In cinque minuti o meno possiamo fare la differenza a una fermata d’autobus, in metropolitana, attraversando la strada, in un negozio, al lavoro, a scuola, online, facendo una passeggiata e via di seguito.

C’è una domanda che possiamo farci: “Che cosa posso dire a questa persona, che in qualche modo la possa aiutare? Che possa sollevare il suo spirito, allietare la sua giornata, farla sentire apprezzata, stimata e meritevole, farla stare bene, farle sentire che quello che fa è importante?” Poi chiediamo al Signore di aiutarci ad avere la fede di dire quello che Lui ci mette in cuore.

Tutti gradiscono sapere che contano, che valgono qualcosa e che stanno facendo qualcosa di meritevole. Spesso è anche utile accompagnare un elogio a qualcuno con una testimonianza sotto forma di volantino.

Ecco un esempio personale di questo: Peter ed io eravamo seduti in un caffè all’aperto. Al tavolo di fianco a noi c’era una famiglia con una giovane donna sui trent’anni, su una sedia a rotelle. Era raggiante e al centro dell’attenzione nonostante la sua disabilità. Mentre continuavamo il nostro pranzo mi sono concentrata a parlare con Peter e non ho notato quando si è allontanata, ma ho parlato con sua madre mentre stava per andare via.

Le ho detto che ero rimasta colpita da sua figlia. Lei si è detta d’accordo, era chiaramente orgogliosa di lei, e ha risposto che avrebbe riferito le mie parole a sua figlia. Ho aggiunto: “Naturalmente sua madre deve aver avuto qualcosa a che fare con il suo carattere”. La madre è rimasta colpita e ha accettato con gratitudine il volantino che le ho dato.

Mi piace vedere queste opportunità di incoraggiare le persone come parte del mio “andare attorno facendo del bene” per i miei compagni nel viaggio della vita, come fece Gesù.[1] Ho ricevuto così tanto, e mi sembra che queste opportunità, anche se brevi, mi diano l’opportunità di mostrare l’amore e l’attenzione del Signore.

Forse le nostre parole d’incoraggiamento saranno solo un passo nel percorso di una persona. Anche se non abbiamo a portata di mano un volantino, anche se non abbiamo tempo di parlare specificamente di Gesù, non è mai uno spreco di tempo aiutare qualcuno ad avere più fiducia in se stesso, a realizzare quanto vale, a rendersi conto che abbiamo notato qualcosa di buono o di speciale in lui. Se il nostro scopo e il nostro obiettivo è l’incoraggiamento, la gente si renderà conto che lo facciamo solo per lei. Non stiamo cercando di ricavarne nulla – nemmeno un’anima vinta, necessariamente.

Naturalmente vogliamo che tutti arrivino a conoscere Gesù, ma se sotto sotto quello è sempre il nostro obiettivo finale per ogni persona che incontriamo, certamente molte volte rimarremo delusi. Forse qualcuno ha appena cominciato la sua ricerca, o forse non sta ancora nemmeno cercando; ma le nostre parole di comprensione e compassione, insieme alle nostre preghiere, possono collegarle all’amore di Dio. Se non si collegano immediatamente a Gesù, forse lo faranno in seguito.

A volte possiamo vedere i risultati del nostro incoraggiamento; altre volte non li vedremo mai; ma la cosa importante è che diamo. Alcuni forse non capiranno immediatamente che Dio li ama, ma forse le vostre parole pianteranno il seme, o annaffieranno quello piantato da qualcun altro, quindi è ottimo condividere quelle parole incoraggianti. L’amore non viene mai meno, e anche se le vostre parole non porteranno qualcuno a capire subito, non ha molta importanza. L’importante è che la gente si senta amata, apprezzata e stimata, perché quando la fate sentire così sente un tocco dell’amore divino. È un privilegio donare bontà.

Non penso che dobbiamo sempre cercare di spingere qualcuno a pregare per la salvezza immediatamente, specialmente se l’incontro è breve. Di solito tali incontri non si prestano a ciò. Comunque, quello che fanno è offrire “una parola detta al tempo giusto”,[2] qualcosa che dia alla gente fede in se stessa e fede che nel mondo ci siano altre persone buone, gentili e premurose. Questo a sua volta potrebbe portarle a pensare all’Uomo pieno d’amore che ispira queste qualità. Altrimenti potrebbe essere un seme piantato, o annaffiato, che sarà mietuto in qualche momento nel futuro.

Cercare di incoraggiare le persone e di mostrare loro l’amore divino mediante le nostre azioni può essere una parte importante nel quadro generale di come riceveranno il Signore quando saranno pronte. Come lo espresse Paolo, uno può piantare il seme e qualcun altro può annaffiare, ma è Dio che lo fa crescere al momento giusto.[3] Il nostro ruolo nell’aiutare la gente a ricevere il dono della salvezza spesso può  comportare la preparazione del terreno, o la fase dell’annaffiamento e della fertilizzazione, fino a che il seme comincerà finalmente a germogliare. Paolo continua col dire: “chi pianta e chi innaffia hanno la stessa importanza. Ognuno di loro riceverà la ricompensa per il lavoro svolto”. [4]

Ecco un paio di altri esempi personali:

Alcuni mesi fa stavamo salendo su un aereo e lo steward era piuttosto agitato e nervoso, il che è comprensibile al momento dell’imbarco. Quando gli ho gentilmente chiesto dell’acqua, mi ha bruscamente domandato se non potessi aspettare fino a dopo la partenza. Poiché in effetti non potevo aspettare, ho insistito e lui me l’ha portata di malavoglia.

Una volta in volo, è sceso lungo il corridoio servendo rinfreschi. Quando è arrivato al mio posto, l’ho fermato e gli ho detto che avevo notato il suo modo di comportarsi con i passeggeri e che ero rimasta colpita da come si prendeva buona cura di loro, e che mi faceva piacere avere uno steward così gentile. Ha fatto a malapena cenno di ringraziarmi, forse perché si vergognava della sua precedente reazione nei miei confronti. In ogni caso, il nostro amore non è mai sprecato e, quando diamo, il nostro gesto non passa mai inosservato.

Sullo stesso volo c’era una bambina di circa dieci o undici anni, seduta nella fila davanti a me dall’altro lato del corridoio. Aveva un bellissimo album da colorare che ovviamente sua madre le aveva dato come sorpresa per il volo. Nella stessa fila c’era un’altra bambina, il cui padre era seduto dietro di lei. Lei non aveva nessun album da colorare e anzi sembrava che non avesse niente per tenerla occupata.

La bambina con l’album era occupata a colorare, con tutti i pastelli sparsi sul tavolino, mentre l’altra li osservava con desiderio. Mi sono sentita male per quest’ultima, così ho pregato che l’altra si sentisse ispirata a togliere una pagina dal suo bell’album e darglielo. E proprio così, dopo un po’ l’ho vista strappare un foglio e darlo alla sua vicina insieme a qualche pastello.

Sapevo che probabilmente era un sacrificio per lei. Mi sono piegata in avanti, l’ho toccata su una spalla e le ho detto che era stato davvero un bel gesto condividere il suo album con la bambina che non aveva niente. Il suo viso si è illuminato ed era chiaramente contenta che qualcuno avesse notato il suo gesto.

Non so fin dove arriverà quel piccolo scambio, ma mi piacerebbe pensare che la prossima volta che dovrà decidere di condividere qualcosa, si ricorderà della donna che era orgogliosa di lei per aver preso la decisione giusta.

So che molti di voi sono pratici nel condividere il vostro amore in modo meraviglioso quando avete a che fare con altra gente. Sapete di cosa parlo quando dico che è soddisfacente poter rappresentare l’amore di Gesù per sollevare lo spirito di qualcuno con le proprie parole, i propri sorrisi o le proprie azioni. So che molti di voi hanno avuto molte più occasioni di me di incontrare persone e imparare a trattarle nel modo migliore, perché siete in giro più spesso di me. Sono certa che avete molte storie da raccontare; sono tutte cose che rendono tanto speciale la vita di un cristiano: la vostra fede in azione.

I nostri incontri con persone estranee richiedono da noi la fede di poter fare la differenza. La maggior parte delle volte non sappiamo come andrà a finire e non lo scopriremo mai in questa vita. Comunque sappiamo che l’amore non viene mai meno e che, quando preghiamo e mettiamo in pratica le nostre preghiere, succede sempre qualcosa nel cuore e nello spirito di una persona.

Come ha detto qualcuno: “Troppo spesso sottovalutiamo il potere di un tocco, di un sorriso, di una parola gentile, di un orecchio attento, di un complimento sincero, o del minimo gesto premuroso, tutte cose che hanno il potenziale di trasformare una vita”.[5]


[1] Atti 10,38.

[2] Proverbi 25,11.

[3] Vedi 1 Corinzi 3,5–7.

[4] 1 Corinzi 3,8 TILC.

[5] Leo Buscaglia.

Nella foto, D-S: Olivia e Stephanie. Foto di Bethany Kelly



Titolo originale: Living With Meaning:Be a Giver of Kindness
Pubblicato originariamente in Inglese il 4 Maggio 2011
versione italiana affissa il 18 Luglio 2011;
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