Vivere il cristianesimo: i Dieci Comandamenti (Matrimonio e sesso)

Marzo 23, 2021

di Peter Amsterdam

[Living Christianity: The Ten Commandments (Marriage and Sex, Part 1)]

(I punti di questo articolo sono tratti da Christian Ethics, di Wayne Grudem.1)

L’argomento successivo di questa serie sull’etica cristiana è il settimo comandamento: “Non commettere adulterio”.2 La definizione di adulterio, secondo il Dizionario Italiano Sabatini Coletti è: relazione amorosa con persona diversa dal coniuge. Questo comandamento è ripetuto diverse volte nel Vecchio e nel Nuovo Testamento.3 Il termine ebraico usato per adulterio nel Vecchio Testamento è na’aph; nel Nuovo Testamento il termine greco moicheuo ha la stessa definizione.

Questo comandamento può essere visto in un certo senso come un elenco che contiene diversi sottotemi. Oltre all’adulterio, abbraccia argomenti come: istituto del matrimonio, divorzio e nuove nozze, nubilato o celibato, avere figli, controllo delle nascite, infertilità e adozione. Le questioni sessuali comprendono: sesso prima del matrimonio, fornicazione, incesto, pornografia e omosessualità. In diversi articoli sui temi del matrimonio e del sesso, Vivere il Cristianesimo esaminerà ognuno di questi sottotemi.

Nel mondo occidentale l’etica sessuale ha avuto enormi cambiamenti nell’ultima parte del ventesimo secolo, causando un grande spostamento dagli insegnamenti biblici sull’argomento. Molte cose proibite dalle Scritture sono ampiamente accettate nella società contemporanea. Affrontando questi argomenti ci concentreremo su ciò che insegna la Bibbia. Comunque, non tutti i cristiani o le confessioni cristiane concordano sull’interpretazione degli insegnamenti riguardanti matrimonio e sessualità nelle Scritture; di conseguenza, dove esistono grandi divergenze tra confessioni o denominazioni diverse, cercherò di presentare le diverse opinioni.

Il settimo comandamento ha come scopo la protezione del matrimonio; la visione del matrimonio all’interno delle Scritture è una relazione tra uomo e donna che dura per tutta la vita. Anche se diverse nazioni riconoscono i matrimoni tra persone dello stesso sesso, qui ci concentreremo sul matrimonio come è visto nella Bibbia.

Il primo capitolo della Bibbia afferma che:

Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi».4

Proseguendo, scopriamo che Adamo, l’uomo creato da Dio, era solo. Nel secondo capitolo leggiamo che Dio creò Eva, la prima donna, dal fianco di Adamo. Dopo averlo fatto, Dio disse:

Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una sola carne.5

In questi versetti vediamo la prima istituzione dell’umanità: il matrimonio. È l’unica istituzione che precede la caduta dell’uomo nel peccato, che avviene nel terzo capitolo della Genesi.

La visione biblica del matrimonio è di un’unione contrattuale a vita, un patto solenne tra due parti, in questo caso tra marito e moglie.

Il Signore è testimone fra te e la moglie della tua giovinezza, verso la quale agisci slealmente, sebbene essa sia la tua compagna, la moglie alla quale sei legato da un patto.6

Nel contratto matrimoniale, un uomo e una donna si promettono a vicenda di essere fedeli al matrimonio per tutta la vita.

Le cerimonie nuziali cristiane si riferiscono alla presenza di Dio come testimone dei voti matrimoniali della coppia. Solitamente dichiarano qualcosa di simile a: Siamo qui riuniti alla presenza di Dio e di questa congregazione per unire quest’uomo e questa donna in santo matrimonio.

Secondo le Scritture, tutti i matrimoni, che siano cristiani o no, sono patti fatti davanti a Dio. Parlando del matrimonio, Gesù si riferì a ciò che stava scritto nel libro della Genesi, che il marito e la moglie saranno una sola carne. Così non sono più due, ma una sola carne. Poi aggiunse: Quello dunque che Dio ha unito insieme, l’uomo non lo separi.7 Con queste parole Gesù affermò che, quando una coppia si sposa, avviene un cambiamento fondamentale, perché Dio stesso ha congiunto la coppia in un’unione spirituale, per cui ora sono “una sola carne”. Questo fa di ogni cerimonia matrimoniale un’occasione sacra di cui Dio è testimone, che la coppia creda in Dio o no.

Ogni matrimonio è l’inizio di una nuova famiglia, distinta da quelle della sposa e dello sposo. La Genesi afferma che l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie.8 Conseguenza di questo è la formazione di una nuova famiglia. In molte società il matrimonio cambia anche la posizione legale di una coppia. Se uno dei coniugi muore, il rimanente vanta diritti ereditari. Se uno dei due si ammala, l’altro ha l’autorità e la responsabilità di prendersene cura e di prendere ogni decisione riguardante le sue cure mediche. Se hanno dei figli, hanno l’autorità e la responsabilità di allevarli.

La decisione di sposarsi è una delle più importanti che una persona possa fare nella vita. Le Scritture danno anche un’opinione sul tipo di persona che un credente dovrebbe sposare. Nel Vecchio Testamento leggiamo che Dio proibì al popolo ebreo di sposare persone che adoravano altri dei.

Quando l’Eterno, il tuo DIO, ti avrà introdotto nel paese in cui entri per prenderne possesso, e avrà scacciato davanti a te molte nazioni […] non contrarrai matrimonio con loro. Non darai le tue figlie ai loro figli e non prenderai le loro figlie per i tuoi figli, perché allontanerebbero i tuoi figli dal seguire me per servire altri dei.9

Ne troviamo un classico esempio nella vita del re Salomone, che sposò molte donne straniere.

Quando Salomone fu vecchio, le sue mogli fecero volgere il suo cuore verso altri dei; e il suo cuore non appartenne interamente all’Eterno, il suo DIO, come il cuore di Davide suo padre.10

Ci sono, invece, esempi di non-ebrei che si convertirono al giudaismo e sposarono degli Israeliti, come fece Ruth.11

Nel Nuovo Testamento troviamo l’affermazione:

Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre?12

Anche se non si parlava specificamente del matrimonio, il principio che se ne trae può essere applicato alla scelta di un marito o di una moglie. In un altro punto l’apostolo Paolo scrisse:

La moglie è vincolata per tutto il tempo in cui vive il marito; ma se il marito muore è libera di sposare chi vuole, purché ciò avvenga nel Signore.13

Con la clausola “purché ciò avvenga nel Signore”, l’apostolo Paolo intendeva che, anche se la vedova poteva risposarsi, avrebbe dovuto farlo solo con un altro credente cristiano. Sebbene in questo brano Paolo citi solo le vedove, in genere nel cristianesimo s’intende che ciò indichi che i cristiani dovrebbero sposare altri credenti. Naturalmente molti cristiani hanno sposato non-cristiani e hanno avuto ottimi matrimoni, a volte anche portando l’altro coniuge al cristianesimo.

Anche se le affermazioni contenute nel Nuovo Testamento non proibiscono specificamente il matrimonio tra credenti e non-credenti, offrono un saggio consiglio sulla persona che si sceglie di sposare. In termini generali, in un matrimonio con un non-credente, uno sposo o una sposa potrebbero trovarsi nella situazione di non poter vivere completamente la propria fede, perché per essere in sintonia con il coniuge non cristiano potrebbero essere costretti a spingere il Signore e la propria fede ai margini della loro vita. Ciò potrebbe imporre alcune restrizioni al modo di vivere e praticare la loro fede. Per esempio, potrebbe ostacolare la loro vita devozionale, l’educazione dei figli nella fede, l’ospitalità ad altri credenti, la decima, il sostegno ai missionari o la compagnia di altri credenti; tutto per mantenere la pace in famiglia.

All’opposto, se nel matrimonio il credente è attivamente impegnato della pratica della sua fede, il coniuge non-credente potrebbe venire marginalizzato. Se il marito o la moglie non cristiana non comprende la necessità di leggere la Bibbia, pregare, testimoniare o trovarsi con altri cristiani in chiesa o i piccoli gruppi, non prenderebbe parte a queste attività insieme al coniuge credente. In tal caso l’unità matrimoniale, l’unità profonda tra gli sposi, potrebbe non prosperare come dovrebbe, perché uno dei due rimarrebbe escluso dagli impegni dell’altro. In casi simili potrebbe esserci molta tensione che potrebbe causare il disfacimento del matrimonio; oppure, il matrimonio può potrebbe anche rimanere intatto se l’uno o l’altra cedesse in qualche cosa, ma poi potrebbero sentirsi entrambi soli e infelici.

Ovviamente tutte le coppie sposate hanno qualche disaccordo, litigio o delle sfide da superare; ma le coppie cristiane hanno il comun denominatore della fede, della preghiera e dello Spirito Santo, che li lega e può aiutarli a superare le divergenze o dare loro la grazia di accettarle amorevolmente. La differenza principale tra un matrimonio cristiano e uno non-cristiano è la presenza di Gesù, che sperabilmente ne è al centro. Quando una coppia è unita in Cristo, il suo obiettivo è crescere nell’immagine di Cristo attraverso il matrimonio; è in questo modo che si forma un saldo matrimonio cristiano.

Il cristianesimo chiede ai due coniugi di sottomettersi a vicenda come marito e moglie e di servirsi l’un l’altra con amore. Dobbiamo amare il nostro consorte incondizionatamente, come Cristo ama noi, oltre a rispettarlo per ciò che è. Il matrimonio è la nostra relazione terrena più importante e, anche se altri rapporti hanno importanza, nessuno dovrebbe precederla. Anche se dopo qualche tempo gli sposi potrebbero non sentirsi più “innamorati” come agli inizi, i matrimoni forti durano perché entrambi si sono impegnati reciprocamente davanti a Dio e ciò va oltre le sensazioni emotive del presente.

Nel libro della Genesi leggiamo che Dio disse: “Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui”, così creò la donna da una costola tolta ad Adamo. Di una persona, Dio ne fece due. Quando una coppia è sposata, di due persone ne fa una. Il matrimonio unisce un uomo e una donna così che diventano una sola carne.14


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


1 Wayne Grudem, Christian Ethics (Wheaton: Crossway, 2018).

2 Esodo 20,14 NR.

3 Deuteronomio 5,18; Matteo 5,27.28; Matteo 19,18; Marco 10,19; Luca 18,20; Romani 13,9; Giacomo 2,11.

4 Genesi 1,27–28 NR.

5 Genesi 2,24.

6 Malachia 2,14 NR.

7 Matteo 19,6.

8 Genesi 2,24.

9 Deuteronomio 7,1–4.

10 1 Re 11,4.

11 Ruth 1,16.

12 2 Corinzi 6,14 CEI.

13 1 Corinzi 7,39 CEI.

14 Genesi 2,24.


Pubblicato originariamente in inglese il 19 novembre 2019.