Vivere il Cristianesimo: i Dieci Comandamenti (Proteggere la vita umana, parte 3)

Aprile 28, 2020

di Peter Amsterdam

Il suicidio

[Living Christianity: The Ten Commandments (Safeguarding Human Life, Part 3)]

(I punti presentati in questo articolo sono tratti da Christian Ethics, di Wayne Grudem1)

Facendo alcune ricerche sul suicidio ho letto un’introduzione a questo argomento, ponderata e sostenuta dalla preghiera, che mi è sembrata esprimere la difficoltà di scrivere su questo punto. Sapendo di non poterlo fare meglio, mi limito a citarla:

La questione del suicidio è estremamente dolorosa anche solo da menzionare, ma specialmente da discutere, per chi ha un parente o un amico che si è tolto la vita. Di conseguenza, qualsiasi discussione riguardante questo argomento deve essere fatta con ponderatezza e compassione, e con la consapevolezza che il ricordo di un suicidio di molti anni fa potrebbe essere ancora molto doloroso e difficile. Tuttavia, nell’affrontare questioni morali collegate alla protezione della vita, è necessario prendere in considerazione l’argomento del suicidio.2

L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma:

Più di 700.000 persone muoiono per suicidio ogni anno, una persona ogni quaranta secondi. Il suicidio è un fenomeno globale che avviene a ogni età. Secondo varie indicazioni, per ogni adulto che si suicida possono essercene altre venti che hanno tentato di farlo.3

La Fondazione americana per la prevenzione del suicidio afferma:

Si stima che nel 2017 negli USA ci sia stato un milione di tentativi di suicidio.4

Come abbiamo visto in I Dieci Comandamenti: Proteggere la vita umana (Parte 1), il sesto comandamento dice: Non uccidere.5 La parola ebraica ratsakh, tradotta con uccidere, si riferisce al togliere volontariamente la vita a una persona. Dato che le Scritture proibiscono l’uccisione di un altro essere umano, l’omicidio, logicamente se ne deduce che proibisce anche il togliersi la vita da soli, il suicidio.

La Bibbia contiene alcuni riferimenti a persone che desiderarono la morte a causa delle circostanze in cui si trovavano, oltre ad alcuni passi che parlano della profonda e tragica disperazione che l’anima umana può provare. Giona pregò:

Perciò, SIGNORE, ti prego, riprenditi la mia vita; poiché per me è meglio morire piuttosto che vivere.6

Nel libro di Giobbe leggiamo alcune espressioni profondamente inquietanti dell’angoscia, della sofferenza, del dolore, dell’infelicità e della disperazione che alcune persone possono provare.

Allora Giobbe aprì la bocca e maledisse il giorno della sua nascita.7 Perché non sono morto nel grembo di mia madre? Perché non spirai appena uscito dal suo ventre?8 […] Sì, ora giacerei tranquillo, dormirei e avrei riposo.9 O perché non sono stato come un aborto nascosto, come bimbi che non hanno mai visto la luce?10 Perché dar la luce all’infelice e la vita a chi ha l’anima nell’amarezza, i quali aspettano la morte che non viene, e la ricercano più dei tesori nascosti; si rallegrano grandemente ed esultano quando trovano la tomba?11 Non ho tranquillità, non ho quiete, non ho riposo, ma mi assale l’agitazione.12

Nelle Scritture troviamo anche casi di suicidio. Di fronte alla sconfitta in battaglia, Re Saul si gettò sopra la sua spada.

La battaglia si fece aspra contro Saul; gli arcieri lo raggiunsero ed egli fu gravemente ferito dagli arcieri. Saul disse al suo scudiero: «Sfodera la tua spada e trafiggimi con essa; non vengano questi incirconcisi a trafiggermi e a farsi beffe di me». Ma il suo scudiero non volle, perché era tutto spaventato. Allora Saul prese la spada e vi si gettò sopra.13

In un altro caso uno dei consiglieri più stretti di Re Davide, Akhitofel, disertò da lui per unirsi ala ribellione di Assalonne, solo per poi scoprire che i suoi consigli non furono seguiti. Rendendosi conto di aver servito una causa persa, si tolse la vita.

Quando Ahithofel vide che il suo consiglio non era stato seguito, sellò il suo asino e partì per andare a casa sua nella sua città. Mise in ordine le faccende di casa sua e s’impiccò. Così morì e fu sepolto nel sepolcro di suo padre.14

Dopo aver tradito Gesù davanti ai capi religiosi ebraici, Giuda si pentì di ciò che aveva fatto.

Allora Giuda, che lo aveva tradito, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò i trenta sicli d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo: «Ho peccato, tradendo il sangue innocente». Ma essi dissero: «Che c’importa? Pensaci tu!». Ed egli, gettati i sicli d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi.15

Da questi esempi, insieme agli insegnamenti delle Scritture sull’onorare e proteggere la vita umana, possiamo concludere che il suicidio non è conforme al piano divino per gli esseri umani, quindi è sbagliato.

Esiste comunque una differenza tra il commettere suicidio e il dare la propria vita sacrificandosi per gli altri. Gesù disse: Nessuno ha amore più grande di questo: dare la vita per i suoi amici.16 È quello che fece Gesù quando si sacrificò volontariamente per l’intera umanità. Lasciò che lo prendessero e lo uccidessero per i nostri peccati. Nel Vecchio Testamento vediamo un esempio del dare la vita per gli altri nella storia di Sansone. Uccise i leader filistei, che opprimevano il popolo di Dio, e nel processo rimase ucciso anche lui.

Sansone afferrò quindi le due colonne centrali, che sostenevano il tempio, e si appoggiò ad esse, a una con la destra, e all’altra con la sinistra; poi Sansone disse: «Che io muoia insieme ai Filistei!». Si curvò poi con tutta la sua forza, e la casa crollò addosso ai principi e a tutto il popolo che vi era dentro; e furono più quelli che egli uccise morendo di quelli che aveva ucciso in vita.17

Indubbiamente nella vita di alcune persone ci sono momenti in cui la situazione sembra tanto brutta e irreparabile che pensano che uccidersi sia l’unica via percorribile. Dio comunque promette che, anche se al momento non riescono a vedere una via d’uscita, c’è sempre una soluzione, in questa vita o nella prossima.

Nessuna tentazione vi ha finora colti se non umana; or Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita, affinché la possiate sostenere.18

Dalla prospettiva dell’etica cristiana, la domanda è: un cristiano che commette peccato suicidandosi può essere perdonato da Dio? La risposta è sì. Il suicidio è un peccato, ma ogni cristiano pecca contro Dio nel corso della vita. Tutti i cristiani che credono in Gesù e lo ricevono come Salvatore sono perdonati per i loro peccati. Ogni insegnamento delle Scritture sulla morte in croce del nostro Salvatore per i nostri peccati si applica anche al peccato del suicidio.

Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.19

È questa la volontà del Padre che mi ha mandato: che io non perda niente di tutto quello che egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.20

Io sono persuaso che né morte né vita né angeli né principati né potenze né cose presenti né cose future, né altezze né profondità, né alcun’altra creatura potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.21

Se qualcuno ti chiedesse se andrà in cielo lo stesso, in caso dovesse commettere suicidio, è importante chiedergli il motivo di una simile domanda, perché non vorresti inavvertitamente incoraggiare qualcuno a farlo. Le persone che considerano il suicidio spesso stanno affrontando situazioni difficili e provano profonda tristezza, vergogna, rimorso, confusione, frustrazione e disperazione. In alcuni casi, le persone che soffrono di problemi mentali o fisici, o di malattie terminali, potrebbero prendere in considerazione l’idea di togliersi la vita. Se una persona in simili situazioni dovesse chiedere il tuo consiglio, è importante ascoltare con comprensione, pregando che Dio ti mostri il motivo della sua domanda e cosa potresti dire per offrirgli una speranza. Inoltre, è sempre saggio incoraggiare le persone che meditano il suicidio a chiedere aiuto a un professionista. In alcune situazioni sarebbe importante anche avvertire la loro famiglia della conversazione che avete avuto sul suicidio.

Se parli con un altro cristiano che si trova in una situazione simile, puoi condividere alcuni versetti per incoraggiarlo a confidare che con il tempo Dio lo aiuterà a superare i suoi problemi e che, se non si arrenderà, Dio avrà occasione di farlo. Se parli con una persona che non è cristiana, sarebbe prudente pregare e chiedere al Signore di darti le parole giuste e la sensibilità di sapere come trasmettere l’idea che Dio l’ama, l’apprezza e la ritiene importante.

In una situazione del genere è essenziale pregare che lo Spirito Santo trasmetta l’amore e l’interessamento di Dio attraverso di te, e che ti dia le giuste parole di conforto per arrivare alla sua anima tormentata. È anche molto importante incoraggiarla o aiutarla a sollecitare l’attenzione di un medico o l’assistenza psicologica di un professionista. Se necessario, è bene chiedere un simile intervento telefonando per conto loro a un numero di assistenza medica urgente nella località in cui vi trovate.

Esistono numerosi siti che offrono istruzioni dettagliate su cosa fare e dire se una persona che conosci sta pensando al suicidio. Ecco un paio di collegamenti:

http://www.prevenireilsuicidio.it/index.php?option=com_content&view=article&id=27&Itemid=224

https://www.wikihow.it/Prevenire-un-Suicidio

Quando una persona si toglie la vita, è una tragedia che non solo pone termine all’esistenza di chi ha commesso il suicidio, ma colpisce profondamente anche la sua famiglia e gli amici che le volevano bene, spesso per il resto della loro vita. Anche se le Scritture elogiano chi sacrifica la vita per gli altri, non è lo stesso per l’autodistruzione.

Se mai tu dovessi arrivare a un punto della vita in cui ti sembra che l’unico modo di affrontare le tue difficoltà sia il suicidio, renditi conto che simili pensieri non vengono da Dio. Prega per avere la forza di resistere a quei pensieri e chiedi aiuto ad altre persone. Non cercare di cavartela da solo. Parla delle tue battaglie a qualcuno. Chiama una linea di assistenza e prevenzione dei suicidi [come Telefono Giallo – 800 809 999, o il 118 (se vivi in Italia)].

Il Signore non ti abbandonerà. Non ti metterà mai in una situazione in cui l’unica soluzione sia il suicidio. Potrebbe sembrarti l’unica scelta, ma una conclusione del genere non è mai quella giusta. Resisti alla tentazione, chiedi al Signore di darti forza, chiedi aiuto agli altri e mantieni la certezza che Lui è con te.

Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.22


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


1 Wayne Grudem, Christian Ethics (Wheaton: Crossway, 2018).

2 Grudem, Christian Ethics, 606.

3 https://www.who.int/teams/mental-health-and-substance-use/data-research/suicide-data

4 https://afsp.org/about-suicide/suicide-statistics/

5 Esodo 20,13; vedi anche Romani 13,9.

6 Giona4,3 NR.

7 Giobbe 3,1.

8 Giobbe 3,11.

9 Giobbe 3,13.

10 Giobbe 3,16.

11 Giobbe 3,19–2.

12 Giobbe 3,26.

13 1 Samuele 31,3–4.

14 2 Samuele 17,23.

15 Matteo 27,3–5. Vedi anche 1 Re 16,18 per un altro esempio di suicidio.

16 Giovanni 15,13.

17 Giudici 16,29–30.

18 1 Corinzi 10,13.

19 Romani 6,23.

20 Giovanni 6,39.

21 Romani 8,38–39.

22 Ebrei 4,16 NR.