Vivere il cristianesimo: i Dieci Comandamenti (parte 3)

Novembre 12, 2019

di Peter Amsterdam

[Living Christianity: The Ten Commandments, Part 3]

Il quarto è l’ultimo dei comandamenti dedicati ai doveri dell’umanità verso Dio. Ricordati del giorno di sabato per santificarlo. Lavorerai sei giorni e in essi farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è sabato, sacro all’Eterno, il tuo DIO; non farai in esso alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero che è dentro alle tue porte; poiché in sei giorni l’Eterno fece i cieli e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e il settimo giorno si riposò; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno di sabato e l’ha santificato.1

Gli Israeliti, un popolo agricolo, lavorava sodo per mettere il cibo in tavola. Dio diede loro il comandamento riguardante il Sabato perché dedicassero un giorno alla settimana a riposare dalle loro fatiche. Dio benedisse il giorno di sabato e ne fece una benedizione per il popolo. Non doveva essere un peso, né imporre restrizioni alle loro attività. Il libro di Isaia parla del Sabato come di un “diletto”.

Se tu trattieni il piede dal violare il sabato, dal fare i tuoi affari nel mio santo giorno, se chiami il sabato delizia, il giorno santo dell’Eterno, degno di onore, se lo onori astenendoti dai tuoi viaggi, dallo sbrigare i tuoi affari e dal parlare dei tuoi problemi, allora troverai il tuo diletto nell’Eterno, e io ti farò cavalcare sulle alture della terra e ti darò da mangiare l’eredità di Giacobbe tuo padre, poiché la bocca dell’Eterno ha parlato.2

Con il tempo, la tradizione ebraica adottò delle interpretazioni legalistiche del Sabato e aggiunse regole dettagliate riguardo alle attività che erano consentite o non consentite. Ai tempi di Gesù queste regole erano diventate parte della tradizione orale, che in seguito fu trascritta nella Mishnà e poi nel Talmud. Ecco due esempi che ci danno un’idea delle regole dettagliate che si svilupparono:

Se un Gentile ha acceso una lampada, un Israelita può fare uso della sua luce; ma se l’ha accesa apposta per l’Israelita, allora è proibito. Se ha riempito d’acqua [un abbeveratoio] per dar da bere al suo bestiame, un Israelita può abbeverare le sue bestie dopo di lui; ma se il Gentile l’ha fatto apposta per l’Israelita, allora è proibito.3

Se l’imboccatura di un orcio è coperta da una pietra, l’orcio può essere inclinato da una parte così che la pietra cada. Se l’orcio si trova in mezzo ad altri orci, può essere sollevato e poi inclinato da una parte così che la pietra cada.4

Gesù e i suoi discepoli furono spesso accusati dai farisei di infrangere il quarto comandamento facendo “quello che non è lecito fare in giorno di sabato”.5 In ognuno di quei casi, però, non stavano disubbidendo al significato originale del comandamento, ma alle regole aggiuntive imposte dai capi religiosi.

Nel corso della storia ci sono stati cristiani che hanno interpretato la domenica come l’equivalente del giorno di Sabato del Vecchio Testamento. Di conseguenza considerano la domenica un giorno in cui devono evitare ogni lavoro, occupazione e in alcuni casi ricreazione, per dedicare la giornata al culto pubblico e privato. Questa posizione spesso è chiamata “sabbatarismo” perché rispecchia il Sabato del Vecchio Testamento, anche se osservato la domenica invece del sabato. Credono che sia un requisito morale stabilito da Dio in Genesi 2,2-3, quando si riposò il settimo giorno, lo benedisse e lo santificò. Anche in Esodo 20 il motivo per osservare il Sabato era che Dio si riposò il settimo giorno.

Perciò l’Eterno ha benedetto il giorno di sabato e l’ha santificato.6

I sabbatari credono anche che, poiché il quarto comandamento fa parte dei Dieci Comandamenti, è un requisito morale permanente, come tutti gli altri. Credono che in nessuna parte del Nuovo Testamento si trovi qualcosa che abroghi il comandamento del sabato del Vecchio Testamento.

 

Per la maggior parte i cristiani non sono sabbatari e non osservano il sabato com’è prescritto nel Vecchio Testamento, anche se tradizionalmente la domenica è vista come un giorno di culto e molti cristiani in tutto il mondo frequentano la chiesa o delle riunioni religiose. La maggior parte, però, non ritiene che sia moralmente sbagliato e costituisca un peccato se per qualche motivo devono perdere i servizi religiosi o fare qualche lavoro necessario di sabato.

Come abbiamo spiegato in “Vivere il cristianesimo: il vecchio e il nuovo patto“, nove dei Dieci Comandamenti sono ripetuti nel Nuovo Testamento, mentre il quarto è l’unica eccezione. Questo indica che osservare il Sabato non era una legge morale istituita per tutti in tutte le epoche, ma piuttosto una legge specifica per il popolo d’Israele sottoposto alla Legge Mosaica. L’apostolo Paolo scrisse che il Sabato era “un’ombra” che si era adempiuta in Cristo.

Nessuno dunque vi giudichi per cibi o bevande, o rispetto a feste, a noviluni o ai sabati; queste cose sono ombra di quelle che devono venire; ma il corpo è di Cristo.7

Nell’epistola ai Romani, Paolo scrisse che i credenti dovrebbero rispettare le reciproche decisioni sull’osservare o no i giorni speciali.

L’uno stima un giorno più dell’altro, e l’altro stima tutti i giorni uguali; ciascuno sia pienamente convinto nella sua mente. Chi ha riguardo al giorno, lo fa per il Signore; chi non ha alcun riguardo al giorno lo fa per il Signore; chi mangia lo fa per il Signore e rende grazie a Dio; e chi non mangia non mangia per il Signore e rende grazie a Dio.8

Anche se il Nuovo Testamento non insegna che i cristiani devono stimare la domenica più degli altri giorni, alcuni di loro ritengono che sia obbligatorio farlo. Secondo ciò che disse Paolo, va rispettato anche chi crede che la domenica equivalga a un Sabato cristiano, un giorno in cui non bisogna lavorare, ma che va passato riposando e svolgendo il culto. Allo stesso modo, deve essere rispettato anche chi crede che nessun giorno specifico sia più sacro di un altro. Per alcuni cristiani è semplicemente impossibile riunirsi di domenica, quindi si ritrovano per preghiera e culto durante la settimana.

Nella lettera ai Galati, Paolo manifestò la sua sorpresa nello scoprire che le chiese non si limitavano a consentire che la gente osservasse dei giorni specifici, ma esigevano che lo facessero.

Ora invece, avendo conosciuto Dio, anzi essendo piuttosto stati conosciuti da Dio, come mai vi rivolgete di nuovo ai deboli e poveri elementi, ai quali desiderate di essere di nuovo asserviti? Voi osservate giorni, mesi, stagioni e anni!9

Alla chiesa di Colossi scrisse:

Nessuno dunque vi giudichi per cibi o bevande, o rispetto a feste, a noviluni o ai sabati.10

Poiché non esistono ordini specifici o requisiti morali per cui i cristiani debbano osservare un giorno di Sabato (la domenica), non siamo obbligati a farlo, ma siamo liberi di decidere al riguardo.

Anche se il Nuovo Testamento non richiede momenti regolari di culto, preghiera e comunione con gli altri credenti, le Scritture indicano con forza che i cristiani dovrebbero farlo. Nell’epistola agli Ebrei leggiamo:

Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci all’amore e alle buone opere, non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno.11

Nelle epistole vediamo numerosi casi in cui i cristiani si riuniscono per fratellanza, preghiera e culto. Accoglietevi gli uni gli altri;12 salutatevi gli uni gli altri;13 fatevi coraggio a vicenda;14 parlandovi gli uni gli altri con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e lodando col vostro cuore il Signore;15 istruendovi ed esortandovi gli uni gli altri;16 consolatevi gli uni gli altri ed edificatevi l’un l’altro;17 confessate i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri;18 siate ospitali gli uni verso gli altri;19 e amiamoci gli uni gli altri.20 Anche se non è un obbligo morale che i cristiani osservino il Sabato, è chiaro che dovrebbero riunirsi per fratellanza, preghiera e culto.

Anche se noi cristiani non siamo obbligati da leggi religiose ad avere del tempo libero, è spiritualmente e fisicamente sano farlo. Prendersi del tempo libero ristora la nostra energia mentale, ci aiuta a essere più creativi, riduce lo stress, è fisicamente e mentalmente rigenerante e consente di passare del tempo con la famiglia e con gli amici, oltre che con il Signore.

Prendere del tempo libero non deve per forza essere fatto la domenica, anche se in occidente (e il sabato in alcuni paesi) per molti questo è il giorno in cui molti negozi, ditte ed enti pubblici (come uffici governativi, scuole ecc.) sono chiusi, quindi è più comodo farlo. Ovviamente il lavoro di molte persone impone loro di lavorare di domenica: religiosi, medici, infermieri, altri che lavorano negli ospedali, proprietari e impiegati di ristoranti e negozi, ecc. Secondo le Scritture nessun giorno è migliore di un altro, né è obbligatorio prendersi un giorno libero dal lavoro ogni settimana, anche se è saggio farlo il più spesso possibile.

Non solo è saggio prendersi del tempo libero ogni settimana (e alcuni sono in grado di farlo per tutto il weekend), ma è anche vantaggioso farlo ogni tanto per periodi più lunghi, se è possibile. Ai tempi del Vecchio Testamento, la Legge mosaica comandava periodi più estesi di riposo dal lavoro, comprese varie festività, alcune delle quali duravano sette giorni. Anche Gesù portava via i suoi discepoli per riposare di tanto in tanto.

Venite in disparte in un luogo solitario e riposatevi un po’.21

Periodi di riposo più lunghi offrono benefici mentali, spirituali e fisici.

Grazie al modello di lavoro, riposo e culto stabilito da Dio, capiamo che il lavoro è decretato da Dio e che gli fa piacere quando lavoriamo in maniera produttiva nei compiti e nelle professioni a cui ci ha guidato, perché beneficiano la società. Capiamo anche che Dio vuole che riposiamo dalle nostre fatiche e che ci prendiamo il tempo di ricaricarci e rifocillarci nello spirito.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


1Esodo 20,8–11.

2 Isaia 58,13–14.

3 Herbert Danby, trans., The Mishna (Oxford: Oxford University Press, 1933), 115. (Mishnah, Shabbath, 16.8).

4 Ibid., 118. (Mishnah, Shabbath, 21:2).

5 Matteo 12,2.

6Esodo 20,11.

7 Colossesi 2,16–17.

8 Romani 14,5–6.

9 Galati 4,9–10.

10 Corinzi 2,16.

11 Ebrei 10,24–25 NR.

12 Romani 15,7.

13 Romani 16,16.

14 2 Corinzi 13,11 CEI.

15 Efesini 5,19.

16 Colossesi 3,16.

17 1 Tessalonicesi 5,11.

18 Giacomo 5,16.

19 1 Pietro 4,9.

20 1 Giovanni 3,23.

21 Marco 6,31.


Pubblicato originariamente in inglese il 18 dicembre 2018.