2 Tessalonicesi: capitolo 2 (parte 1)
Novembre 28, 2023
di Peter Amsterdam
2 Tessalonicesi: capitolo 2 (parte 1)
[2 Thessalonians: Chapter 2 (Part 1)]
Dopo aver scritto il primo capitolo di 2 Tessalonicesi, che offre un’introduzione alla sua seconda lettera alla chiesa di Tessalonica, Paolo passa al corpo della sua lettera nel capitolo 2.
Or vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signor nostro Gesù Cristo e al nostro adunamento con lui, di non lasciarvi subito sconvolgere nella mente né turbare o da spirito, o da parola, o da qualche epistola come se venisse da parte nostra, quasi che il giorno di Cristo sia già venuto.1
Paolo inizia dicendo ai Tessalonicesi di non farsi turbare o allarmare da un falso insegnamento che era entrato nella comunità. Era la sua risposta a come la falsa interpretazione del giorno del Signore aveva influenzato il modo in cui credenti vedevano la venuta del Signor nostro Gesù Cristo e il suo raccogliere della chiesa a Sé. Paolo sembra indicare che il falso insegnamento poteva essere entrato nella chiesa per mezzo di una lettera arrivata come se fosse stata scritta da lui, qualche epistola come se venisse da parte nostra. Aveva già insegnato riguardo al giorno del Signore,2 ma i dubbi persistevano e alcuni Tessalonicesi credevano all’insegnamento errato che quel giorno era già arrivato.
Paolo aveva già parlato della venuta del Signore e di cosa avrebbe comportato, in 1 Tessalonicesi 4,16-17:
Il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo e con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore.
L’insegnamento errato ricevuto dai Tessalonicesi aveva causato confusione e angoscia nei credenti. L’ingiunzione di non lasciarsi subito sconvolgere significava che non dovevano vacillare nelle loro credenze; non dovevano lasciarsi confondere o allarmare da alcuna fonte.
Anche se Paolo non specificò da dove provenisse il falso insegnamento, spronò i credenti tessalonicesi a non ignorare ciò che aveva insegnato loro in precedenza. Sembra sospettare che, nonostante tutti i suoi insegnamenti sull’esaminare accuratamente le profezie, fosse possibile che nella chiesa ne fossero entrate di false. In altre parti del Nuovo Testamento vengono menzionati predicatori che giravano per le chiese e promuovevano dottrine eterodosse.
Poiché sono apparsi nel mondo molti seduttori, i quali non confessano che Gesù Cristo sia venuto in carne; questi è il seduttore e l’anticristo.3
Ma evita i discorsi vani e profani, perché fanno progredire nell’empietà; e la parola di questi andrà rodendo come la cancrena; fra costoro sono Imeneo e Fileto, i quali si sono sviati dalla verità, dicendo che la risurrezione è già avvenuta, e sovvertono la fede di alcuni.4
I Tessalonicesi avevano ricevuto da Paolo degli insegnamenti riguardanti il giorno del Signore; quindi, dovevano sapere qualcosa riguardo a esso e alla speranza del suo arrivo.
Poiché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte.5
Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno vi sorprenda come un ladro.6
Anche se Paolo aveva risposto alle loro domande, i dubbi continuavano e alcuni Tessalonicesi credevano alla falsa dottrina che il giorno fosse già arrivato o fosse imminente.
Nessuno v’inganni in alcuna maniera, perché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e prima che sia manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione.7
Per via della sua preoccupazione per la dottrina errata riguardo al giorno del Signore che era entrata nella chiesa, Paolo diede un chiarimento sugli avvenimenti che ci sarebbero stati prima del giorno del Signore. Così facendo, Paolo sottolineò che quegli avvenimenti non si erano ancora presentati; quindi, non si era ancora sulla soglia di quel giorno.
L’altro avvenimento precedente il giorno del Signore è che sarà manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione. Gesù parlò anche dell’arrivo di falsi profeti e dell’iniquità.
E sorgeranno molti falsi profeti, e ne sedurranno molti. E perché l’iniquità sarà moltiplicata, l’amore di molti si raffredderà; ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.8
Gesù e Paolo indicarono entrambi che i cristiani dovrebbero aspettarsi che alcuni credenti abbandoneranno la fede prima della fine. A causa della grande persecuzione cui la chiesa fu sottoposta nel primo secolo e della tentazione di ritornare alla loro vita precedente, molti credenti abbandonarono la fede. Questa apostasia divenne un esempio di ciò che ci si poteva aspettare negli ultimi tempi. Paolo e i suoi compagni speravano che la chiesa tessalonicese non ne diventasse parte.
[L’uomo del peccato] s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato dio o oggetto di adorazione, tanto da porsi a sedere nel tempio di Dio come Dio, mettendo in mostra se stesso e proclamando di essere Dio.9
Paolo prosegue dando altre informazioni riguardo a “l’uomo del peccato”, concentrandosi sul suo orgoglio sfrenato. Si opporrà a ogni divinità, comprese quelle adorate in tutte le città antiche, oltre al Dio dei cristiani. Si innalzerà sopra chiunque o qualunque cosa venga adorata. Esalterà se stesso al di sopra di Dio. Quest’uomo del peccato si opporrà a tutto ciò che è chiamato divino: i falsi dei oltre al vero Dio. Anche se questo si riferisce all’Anticristo del tempo della fine, potrebbe riferirsi anche a qualcuno in vita all’epoca in cui Paolo scrisse questa lettera.
Non vi ricordate che, quando ero ancora tra voi, vi dicevo queste cose?10
Nella sua lettera Paolo non dava informazioni nuove ai Tessalonicesi. Mentre stava con loro a Tessalonica aveva parlato loro di questi argomenti. Ricordò loro ciò che aveva detto in precedenza. L’implicazione era che ai credenti era stato insegnato abbastanza da permettere loro di giudicare e respingere i falsi insegnamenti che avevano causato scompiglio nella chiesa. Dovevano ricordare e mettere in pratica ciò che Paolo e il suo gruppo avevano insegnato.11 Invece di usare la prima persona plurale, che si sarebbe riferita a Paolo e al suo gruppo, qui lui usa la prima persona singolare, cosa che ricorda ai lettori che l’insegnante principale era lui. Notiamo l’uso della prima persona anche quando Paolo scrive dell’attività di Satana contro il suo ministero12 e contro la chiesa.13
E ora sapete ciò che lo [trattiene], affinché sia manifestato a suo tempo. Il mistero dell’empietà infatti è già all’opera, aspettando soltanto che chi lo [trattiene] al presente sia tolto di mezzo.14
Nel versetto precedente, Paolo aveva menzionato di aver detto ai Tessalonicesi “queste cose”. Purtroppo, non spiegò alcuni aspetti di ciò di cui aveva parlato a quei credenti; perciò il versetto 6 è un po’ oscuro per noi oggi. Non sappiamo a cosa si riferisse Paolo quando scrisse di ciò che lo trattiene e di chi ora lo trattiene; ci sono varie teorie sul significato di quelle parole.
I cristiani di Tessalonica sapevano che c’era qualcosa che tratteneva “l’uomo del peccato”. Nel versetto 6, Paolo fece notare che i Tessalonicesi sapevano dell’esistenza di una potenza che frenava l’uomo del peccato. Ora osserva che questa potenza, descritta come il mistero dell’iniquità, non è semplicemente una minaccia futura ma una realtà presente. Troviamo il verbo greco tradotto con operare o essere all’opera anche in precedenza, in 1 Tessalonicesi 2,13 e implica qualche specie di attività soprannaturale. Paolo non suggerisce che questa potenza segreta sia divina, ma solo che è soprannaturale e, in questo contesto, maligna o satanica (come vedremo nel versetto 9). Paolo chiama questa potenza il mistero dell’iniquità. Questa potenza si allinea con quella iniqua. Normalmente Paolo usa il termine tradotto con “potenza segreta” per riferirsi al “mistero di Dio” che ora è rivelato come vangelo,15 ma in questo versetto il “mistero” si riferisce a una potenza maligna, satanica.
Prima della rivelazione dell’empio (v. 8), deve avvenire qualcos’altro: che chi lo [trattiene] al presente sia tolto di mezzo.16 Qui, chi lo trattiene è presentato come una persona, riferito a quella posseduta dal demonio. Questa figura anticipa la rivelazione dell’“empio”. Tutto questo segnala ai Tessalonicesi che la fine non è imminente.
Allora sarà manifestato quell’empio, che il Signore distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà all’apparire della sua venuta.17
Quando esce di scena colui che trattiene, viene rivelato l’empio. In precedenza, questa persona è stata definita l’uomo del peccato, il figlio della perdizione.18 Il testo indica che il velo sarà rimosso, così che lui sarà rivelato a tutti. Paolo informa i Tessalonicesi della distruzione dell’empio, che Gesù distruggerà col soffio della sua bocca. Nonostante l’apparizione dell’empio e del suo potere soprannaturale, la manifestazione del Signore sarà così potente che lo distruggerà.
(Continua.)
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
1 2 Tessalonicesi 2,1–2.
2 1 Tessalonicesi 5,1–11.
3 2 Giovanni 1,7.
4 2 Timoteo 2,16–18.
5 1 Tessalonicesi 5,2.
6 1 Tessalonicesi 5,4.
7 2 Tessalonicesi 2,3.
8 Matteo 24,11–13.
9 2 Tessalonicesi 2,4.
10 2 Tessalonicesi 2,5.
11 1 Tessalonicesi 2,9; 3,4; 4,1; 5,1–2.
12 1 Tessalonicesi 2,18.
13 1 Tessalonicesi 3,5.
14 2 Tessalonicesi 2,6–7.
15 1 Corinzi 4,1; Efesini 1,9.
16 2 Tessalonicesi 2,7.
17 2 Tessalonicesi 2,8.
18 2 Tessalonicesi 2,3.
Pubblicato originariamente in inglese il 9 maggio 2023.