2 Tessalonicesi: capitolo 2 (parte 2)
Dicembre 12, 2023
di Peter Amsterdam
2 Tessalonicesi: capitolo 2 (parte 2)
[2 Thessalonians, Chapter 2 (Part 2)]
Precedentemente, nel capitolo 2,1-8, Paolo aveva scritto che sarà manifestato quell'empio, che il Signore distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà all'apparire della sua venuta. Poi ha continuato a descrivere l’empio:
La venuta di quell'empio avverrà per l'azione di Satana, accompagnata da ogni sorta di portenti, di segni e di prodigi bugiardi, e da ogni inganno di malvagità per quelli che periscono, perché hanno rifiutato di amare la verità per essere salvati.1
Il riferimento nel versetto 8 alla venuta del Signore, che porterà alla distruzione dell’empio, porta Paolo a descrivere che “l’empio” farà segni e prodigi. Nel versetto 9, leggiamo che il potere da lui manifestato sarà satanico. L’espressione azione di Satana (in altre traduzioni azione efficace di Satana o potenza di Satana) sottolinea che l’empio, per mezzo di segni soprannaturali, ingannerà quelli che non avranno accettato il vangelo. Paolo vuole proteggere i Tessalonicesi dal lasciarsi ingannare, perché nella chiesa era già entrato il falso insegnamento riguardo al giorno del Signore (v. 2).
I miracoli dell’empio includeranno falsi segni e prodigi. In altri punti del Nuovo Testamento si parla in modo positivo di segni e portenti.2 Comunque, qui si riferiscono ad attività demoniache Paolo afferma che la potenza dietro a questi prodigi è Satana stesso e lui li chiama bugiardi. Un commentatore spiega:
Diversi testi antichi testimoniano che falsi miracoli erano comuni in alcune sette e caratterizzavano perfino il culto imperiale [l’adorazione degli imperatori come dei]. Simili prodigi includevano statue che potevano parlare e muoversi, oltre a produrre tuoni e lampi. Anche se l’apostolo riconobbe i trucchi che questo “empio” avrebbe impiegato, secondo le convenzioni religiose dell’epoca, si premurò di far notare che in lui avrebbe operato una reale potenza satanica.3
Il versetto 10 prosegue descrivendo gli inganni dell’empio, insieme al rifiuto della verità del vangelo, con le conseguenze che ne derivano. L’empio si presenta con falsi miracoli, segni e prodigi e userà qualunque mezzo per promuovere i suoi inganni, che saranno accettati da quelli che hanno rifiutato il vangelo. Questi inganni sono detti di malvagità (LND), d’ogni tipo di inganno e malvagità (NR) e di ogni sorta di empio inganno (CEI). Quelli che credono all’empio sono quelli che periscono, cioè quelli che non sono salvi, che sono perduti. La potenza di Satana opera per fare in modo che le persone siano perdute eternamente. La lettera di Paolo esprime la sua convinzione che il destino finale di una persona è collegato alla verità, al vangelo che era stato predicato a Tessalonica.
E per questo Dio manderà loro efficacia di errore, perché credano alla menzogna, affinché siano giudicati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma si sono compiaciuti nella malvagità!4
Poiché i miscredenti rifiutano la verità del vangelo, Dio li giudica in maniera sorprendente. Manda loro efficacia d’errore così che credano a ciò che è falso. Siccome non hanno ricevuto la verità, Dio manda loro la confusione, così che siano incapaci di distinguere tra verità e menzogne, così che crederanno a una menzogna come se fosse la verità. In altre delle opere di Paolo troviamo riferimenti a come Dio consegna gli increduli ai peccati e agli errori che hanno accolto e accettato.
Per questo Dio li ha abbandonati all'impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra di loro i loro corpi.5
Come sta scritto: «Dio ha dato loro uno spirito di torpore, occhi per non vedere e orecchie per non udire, fino a questo giorno».6
E siccome non ritennero opportuno conoscere Dio, Dio li ha abbandonati ad una mente perversa, da far cose sconvenienti.7
Le persone che respingono la verità e credono alla menzogna, come viene promossa dall’empio, fanno la loro scelta. Credono alla menzogna perché ne sono convinti a causa dell’efficacia d’errore che li ha colpiti per aver respinto la verità del vangelo.
Nel versetto 12, Paolo continua a spiegare il giudizio divino che cadrà su quelli che hanno creduto all’empio. La conseguenza di questo è che saranno condannati. Si tratta di persone che hanno respinto il messaggio del vangelo e si sono schierate con l’empio. Non solo hanno rifiutato il vangelo, ma si sono compiaciuti nella malvagità.
A questo punto, il tema della lettera passa alla gratitudine di Paolo a Dio per come il vangelo era arrivato i Tessalonicesi e per la loro fede nella verità. Rassicura la chiesa tessalonicese che, al contrario dei miscredenti che hanno respinto il vangelo, loro hanno accettato la chiamata divina, sono amati da Dio e sono stati da Lui scelti per essere salvati al ritorno di Gesù.
Ma noi dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio fin dal principio vi ha eletti a salvezza mediante la santificazione nello Spirito e la fede nella verità. 8
Questo rispecchia la prima espressione di gratitudine trovata in precedenza, in 2 Tessalonicesi 1,3. Esprime l’obbligo sentito da Paolo e dai suoi compagni di rendere grazie a Dio. Paolo si riferisce a come Dio ha scelto i credenti tessalonicesi e all’amore che prova per loro. Non spiega perché Dio ha amato e scelto i Tessalonicesi, ma offre soltanto un ringraziamento per averlo fatto. Paolo spiega che questi credenti erano la primizia di questa chiesa. Lo esprime molto bene la traduzione inglese NLT: Siamo sempre grati che Dio vi abbia scelto perché siate i primi a fare esperienza della salvezza, una salvezza che viene grazie allo Spirito che vi rende santi e alla vostra fede nella verità.9
A questo egli vi ha pure chiamati per mezzo del nostro vangelo, affinché otteniate la gloria del Signore nostro Gesù Cristo.10
Dio chiamò i Tessalonicesi alla fede mediante la predicazione del vangelo. Fece in modo che il messaggio della salvezza arrivasse loro mediante Paolo e i suoi compagni. Diede a Paolo la visione di predicare il vangelo nella provincia della Macedonia11 e, quando arrivarono a Tessalonica, la gente ascoltò e ricevette questo messaggio di Dio. Così Paolo poté scrivere che Dio li aveva chiamati per mezzo del nostro vangelo. Non fu l’abilità oratoria di Paolo a vincerli, ma Dio era attivo negli insegnamenti di Paolo e li aveva chiamati mediante il messaggio.
Il motivo di questa chiamata era che i cristiani tessalonicesi potessero essere partecipi della gloria di Gesù. La promessa di ricevere la gloria era una delle speranze della fede cristiana, come vediamo in altre delle opere di Paolo.
Per mezzo [di Gesù] abbiamo anche avuto, mediante la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio.12
E se siamo figli, siamo anche eredi, eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pure soffriamo con lui per essere anche con lui glorificati. Io ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non sono affatto da eguagliarsi alla gloria che sarà manifestata in noi.13
Ai quali Dio ha voluto far conoscere quali siano le ricchezze della gloria di questo mistero fra i gentili, che è Cristo in voi, speranza di gloria.14
Perciò, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che avete imparato tramite la parola o la nostra epistola.15
La preoccupazione principale di Paolo era che i credenti tessalonicesi rimanessero saldi e stabili nella fede, che continuassero negli insegnamenti degli apostoli nonostante l’attività di Satana. Dovevano continuare fedelmente a seguire gli insegnamenti degli apostoli, attenendosi a essi senza vacillare, anche se dovevano affrontare opinioni opposte. [In altre versioni bibliche (v. CEI) insegnamenti è tradotto come tradizioni] Paolo parla degli insegnamenti come di tradizioni, in senso positivo. Nel Nuovo Testamento, a volte tradizioni ha un senso negativo.16 Comunque, quando qui Paolo parla di tradizioni descrive gli insegnamenti impartiti alla chiesa tessalonicese.
Ora, il Signor nostro Gesù Cristo stesso e Dio nostro Padre, che ci ha amati e ci ha dato per grazia una consolazione eterna e una buona speranza, consoli i vostri cuori e vi confermi in ogni buona parola ed opera.17
A questo punto, Paolo fa la prima preghiera di questa lettera sotto forma di desiderio. La preghiera è diretta sia a Dio Padre che al nostro Signore Gesù Cristo, mettendoli sullo stesso piano. (In precedenza, nei versetti 13 e 14, Paolo aveva incuso l’intera Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo.) È interessante notare che, a differenza della maggior parte dei versetti in cui Padre e Gesù Cristo appaiono insieme,18 il nome del Signore Gesù Cristo è messo in prima posizione.
Comunque, anche se Gesù è messo in prima posizione, è Dio Padre che ci ha amati e ci ha dato per grazia una consolazione eterna e una buona speranza. Questo indica alcuni avvenimenti in cui Dio Padre ha dimostrato il suo amore, probabilmente riferendosi all’aver scelto i Tessalonicesi. Qualsiasi gesto d’amore Paolo avesse in mente, il suo scopo era incoraggiare e fortificare la chiesa in mezzo alla persecuzione e nella sua lotta contro le false dottrine. Mentre affrontavano questi avversari. L’amore di Dio, nostro Padre, era il fondamento della loro speranza.
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
1 2 Tessalonicesi 2,9–10.
2 Atti 2,22; 2 Corinzi 12,12; Ebrei 2,4.
3 Gene L. Green, The Letters to the Thessalonians (Grand Rapids: William B. Eerdmans Publishing Company, 2002), 321.
4 2 Tessalonicesi 2,11–12.
5 Romani 1,24 NR.
6 Romani 11,8 NR.
7 Romani 1,28.
8 2 Tessalonicesi 2,13 NR.
9 2 Tessalonicesi 2,13 .
10 2 Tessalonicesi 2,14 NR.
11 Atti 16,9–10.
12 Romani 5,2.
13 Romani 8,17–18.
14 Colossesi 1,27.
15 2 Tessalonicesi 2,15.
16 Matteo 15,2–3.6; Marco 7,8–9.13.
17 2 Tessalonicesi 2,16–17.
18 Romani 1,7; 1 Corinzi 1,3; 2 Corinzi 1,2; Efesini 1,2; 2 Tessalonicesi 1,2; Filemone 3.
Pubblicato originariamente in inglese il 23 maggio 2023.