Al cuore di tutto: la natura e il carattere di Dio

Giugno 29, 2012

di Peter Amsterdam

L’immutabilità di Dio

(Per un’introduzione e una spiegazione di questa serie, siete pregati di vedere Al cuore di tutto: Introduzione.)

L’immutabilità di Dio — o la sua invariabilità e costanza, come la definiscono alcuni teologi — fa parte della sua natura divina. Significa che Dio non cambia nel suo essere, nella sua perfezione, nei suoi scopi e nelle sue promesse. Non cambia nella sua natura o nel suo carattere.

L’universo e tutto ciò che contiene cambiano. C’è una transizione, un movimento da uno stato all’altro. Le persone, per esempio, invecchiano e quindi cambiano. Aumentano o diminuiscono di dimensioni, oltre che intellettualmente ed emotivamente. Qualcuno può anche cambiare moralmente, passando da cattivo a buono, o viceversa. Qualcuno può studiare o praticare un lavoro e così facendo imparare e diventare esperto in quella materia. Questi sono esempi del cambiamento che fa parte della vita nella creazione.

Comunque, Dio trascende la creazione. Non cambia. Se lo facesse, migliorerebbe o peggiorerebbe. La sua intelligenza e conoscenza aumenterebbero o diminuirebbero. Diventerebbe più amorevole o meno amorevole, più santo o meno santo. Essendo Dio, però, è infinito in ognuna di queste cose. Quindi non migliora né peggiora in nessuna d’esse. Se lo facesse, non sarebbe Dio.

Tutta la creazione è “in divenire”, sta diventando qualcosa di diverso da quello che è attualmente. Al contrario, Dio è “in essere”. È. Sempre. Non cambia.

Io sono l’Eterno, non muto; perciò voi, o figli di Giacobbe, non siete consumati.[1]

Anticamente Tu hai stabilito la terra e i cieli sono opera delle tue mani; essi periranno, ma Tu rimarrai: si logoreranno tutti come un vestito; Tu li muterai come una veste ed essi saranno cambiati. Ma Tu sei sempre lo stesso e gli anni tuoi non avranno mai fine.[2]

Ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c’è variazione né ombra di mutamento.[3]

La Roccia

Il carattere di Dio, i suoi attributi o le sue perfezioni, non cambiano. Egli è sempre buono, amorevole, retto, giusto, santo, onnisciente, onnipotente e così via. Queste cose non subiscono variazioni. Egli è costante.

Se il carattere di Dio variasse, allora non potremmo essere sicuri che il Dio che conosciamo come buono e amorevole rimarrà lo stesso. Se Dio fosse soggetto a cambiamenti, allora a un certo punto potrebbe cominciare a pensare che il peccato non sia poi così male, dopotutto; potrebbe finire per degenerare a tal punto che potrebbe cominciare a compiere azoni malvagie anche Lui e perfino diventare un essere maligno onnipotente. Il suo carattere e i suoi attributi, però, non cambiano e non possono cambiare. Sono costanti, senza variazioni. Gli scrittori del Vecchio Testamento espressero la sua immutabilità, e di conseguenza la loro fiducia in Lui, utilizzando il termine Roccia, o Rocca.

Poiché io proclamo il nome dell’Eterno. Magnificate il nostro Dio! Egli è la Roccia, l’opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio di fedeltà e senza ingiustizia; Egli è giusto e retto.[4]

Per proclamare che l’Eterno è giusto; Egli è la mia Rocca e non vi è alcuna ingiustizia in Lui.[5]

L’Eterno è la mia rocca, la mia fortezza e il mio liberatore, il mio Dio, la mia rupe in cui mi rifugio, il mio scudo, la potenza della mia salvezza, il mio alto rifugio.[6]

Dio non cambia il suo scopo, la sua volontà e il suo piano. Una volta che ha deciso di causare qualcosa, lo fa. Il suo piano della salvezza è una cosa che stabilì prima della fondazione del mondo ed Egli eseguì il suo piano come aveva promesso. Le profezie, le predizioni e i giudizi del Vecchio Testamento furono adempiuti. La sua intenzione di salvare le persone per mezzo di Gesù, di far tornare Gesù, di dare la vita eterna ai credenti, di effettuare il giudizio e aprire il paradiso, non cambia; rimane costante.

Il piano dell’Eterno dimora per sempre e i disegni del suo cuore per ogni generazione.[7]

Ricordate le cose passate di molto tempo fa, perché Io sono Dio e non c’è alcun altro; sono Dio e nessuno è simile a me, che annuncio la fine fin dal principio, e molto tempo prima le cose non ancora avvenute, che dico: “Il mio piano sussisterà e farò tutto ciò che mi piace”, che chiamo dall’est un uccello da preda e da una terra lontana l’uomo che eseguirà il mio disegno. Sì, ho parlato e lo farò avvenire; ne ho formato il disegno e lo eseguirò.[8]

A me […] è stata data questa grazia […] di manifestare a tutti la partecipazione del mistero che dalle più antiche età è stato nascosto in Dio, il quale ha creato tutte le cose per mezzo di Gesù Cristo; affinché, per mezzo della chiesa, nel tempo presente sia manifestata ai principati e alle potestà, nei luoghi celesti, la multiforme sapienza di Dio, secondo il proponimento eterno che Egli attuò in Cristo Gesù, nostro Signore.[9]

Preconosciuto prima della fondazione del mondo, ma manifestato negli ultimi tempi per voi, che per mezzo di Lui credete in Dio che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, affinché la vostra fede e speranza fossero in Dio.[10]

In Lui siamo anche stati scelti per un’eredità, essendo predestinati secondo il proponimento di Colui che opera tutte le cose secondo il consiglio della sua volontà.[11]

Così Dio, volendo dimostrare agli eredi della promessa più chiaramente l’immutabilità del suo consiglio, intervenne con un giuramento.[12]

Dio non cambia in quanto alla sua Parola e alle sue promesse. Se smettesse di onorare le sue promesse, se agisse in maniera contraria alla sua Parola, allora non ci si potrebbe fidare di Lui. La promessa della salvezza e della vita eterna e la sua volontà di rispondere alle preghiere sarebbero in discussione. Se Dio potesse cambiare, allora questi fondamenti saldi della nostra fede potrebbero cambiare; invece le sue promesse e la sua Parola rimangono in eterno.

Per sempre, o Eterno, la tua parola è stabile nei cieli.[13]

Dio non è un uomo, perché possa mentire, né un figlio d’uomo, perché possa pentirsi. Quando ha detto una cosa, non la farà? O quando ha dichiarato una cosa, non la compirà?[14]

Dio può cambiare idea?

Quando si parla dell’immutabilità di Dio, spesso sorge la domanda sulle situazioni in cui sembra che Dio abbia cambiato idea, come quando disse a Giona di andare a Ninive ad annunciare che entro quaranta giorni la città sarebbe stata distrutta.

Così Giona si levò e andò a Ninive, secondo la parola dell’Eterno. Or Ninive, era una città molto grande davanti a Dio, di tre giornate di cammino. Giona cominciò a inoltrarsi nella città per il cammino di una giornata e predicando diceva: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». Allora i Niniviti credettero a Dio, proclamarono un digiuno e si vestirono di sacco, dal più grande al più piccolo di loro. Quando la notizia giunse al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere. Per decreto del re e dei suoi grandi, fece quindi proclamare e divulgare in Ninive un ordine che diceva: «Uomini e bestie, armenti e greggi non assaggino nulla, non mangino cibo e non bevano acqua; ma uomini e bestie si coprano di sacco e gridino a Dio con forza; ognuno si converta dalla sua via malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. Chi sa che Dio non si volga, non si penta e metta da parte la sua ira ardente, e così noi non periamo». Quando Dio vide ciò che facevano, e cioè che si convertivano dalla loro via malvagia, Dio si pentì del male che aveva detto di far loro e non lo fece.[15]

Un altro esempio lo troviamo quando concesse al re Ezechia altri quindici anni di vita, dopo avergli detto in precedenza che sarebbe morto.

In quel tempo Ezechia si ammalò mortalmente. Il profeta Isaia, figlio di Amos, si recò da lui e gli disse: «Così parla l’Eterno: Metti in ordine la tua casa, perché morirai e non guarirai». Ezechia allora voltò la faccia verso la parete e pregò l’Eterno: «Ti supplico, o Eterno, ricordati come ho camminato davanti a te con fedeltà e con cuore integro e ho fatto ciò che è bene ai tuoi occhi». Poi Ezechia diede in un gran pianto. Allora la parola dell’Eterno fu rivolta a Isaia, dicendo: «Va’ e di’ a Ezechia: Così dice l’Eterno, il Dio di Davide, tuo padre: “Ho udito la tua preghiera, ho visto le tue lacrime; ecco, io aggiungerò ai tuoi giorni quindici anni”.»[16]

Considerando questi esempi in cui sembra che Dio abbia cambiato idea, dobbiamo ricordare che Dio è un essere personale che interagisce con l’umanità. Entro questa interazione, Dio reagisce alle scelte e alle decisioni umane. Quando qualcuno agisce male, Dio si dispiace per le sue azioni, ma se quella persona si pente e cambia, allora anche il rapporto di Dio con lei cambia. Il suo amore per lei non cambia mai, ma la sua reazione dipende dalle scelte che la persona fa. Nel caso di Ninive, poiché i suoi abitanti erano malvagi, la giusta reazione di Dio fu di distruggerli, così disse a Giona di avvertirli. Quando Giona li avvertì e il popolo si pentì, la reazione divina fu di avere misericordia di loro.

Riguardo a Ezechia, Dio dichiarò che sarebbe morto; tuttavia, quando il re pregò e pianse, Dio rispose alla sua preghiera e lo guarì.

In questi casi Dio rispose con misericordia e amore ai cambiamenti e alle preghiere fatte dalle persone interessate. In nessuno dei due esempi Dio cambiò il proprio carattere o la propria natura, né il proprio scopo e il proprio piano generale. Dio non cambiò; furono le persone a cambiare e Dio reagì di conseguenza, d’accordo con la sua natura divina.

Il teologo e scrittore Wayne Grudem lo spiega così:

Questi casi dovrebbero essere visti come sincere espressioni dell’atteggiamento o delle intenzioni di Dio nei confronti della situazione esistente al momento. Se la situazione cambia, allora ovviamente cambiano anche l’atteggiamento o l’intenzione di Dio. In questo caso è utile vedere l’esempio della predicazione di Giona a Ninive. Dio vede la malvagità di Ninive e manda Giona a proclamare: “Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta!” La possibilità che Dio rinunci al giudizio se il popolo si pente, non è espressamente menzionata nella proclamazione di Giona così com’è citata nelle Scritture, ma naturalmente è implicita in quell’avvertimento: lo scopo di dare un avvertimento è di causare il pentimento. Quando il popolo si pentì, la situazione cambiò e Dio rispose in maniera diversa al mutamento delle circostanze.[17]

In quanto a Ezechia, Grudem dice:

Qui la preghiera stessa faceva parte della nuova situazione, anzi era ciò che l’aveva mutata. Dio rispose al cambiamento delle circostanze rispondendo alla preghiera ed evitando il giudizio.[18]

Gli autori Lewis e Demarest spiegano:

Possiamo sempre contare sull’interesse divino per la giustizia e il benessere umano. Dio risponde immutabilmente alle preghiere secondo i suoi desideri e i suoi obiettivi, frutto di un amore santo. Dal punto di vista dell’esperienza umana, sembra (nel linguaggio fenomenologico delle Scritture) che Dio si penta, ma in realtà sono gli empi che hanno cambiato idea nei confronti del peccato. Quando gli abitanti di Ninive si pentirono, Dio “si pentì” anch’Egli e compassionevolmente non portò su di loro la distruzione che aveva “minacciato”. Gli obiettivi fondamentali di Dio nei confronti degli impenitenti e dei pentiti di Ninive rimasero immutati; solo le azioni di Dio cambiarono d’accordo con i cambiamenti dell’atteggiamento spirituale dei Niniviti.[19]

Un altro fattore da ricordare riguardo agli scenari precedenti è che la Bibbia usa delle descrizioni antropomorfiche di Dio, come quando “si pentì” nella storia di Giona. Lo si intende meglio come un linguaggio descrittivo adatto alla comprensione umana.

A proposito di questo linguaggio antropomorfico, William Lane Craig dice:

È essenziale capire il genere letterario della maggior parte di queste storie bibliche. La Bibbia è in forma narrativa; sono storie che parlano di Dio da un punto di vista umano. Quindi, un buon narratore racconterà la sua storia con tutta la vivacità e il colore che desidera, per arricchire il suo racconto. Di conseguenza, nella Bibbia troverete storie che parlano di Dio da un punto di vista umano, nelle quali Egli non solo manca della conoscenza del futuro, ma anche di ciò che succede nel presente. Dio scende da Abramo e dice: “Ho sentito il grido che sale da Sodoma e Gomorra e scenderò a vedere cosa succede veramente” (Genesi 18,20-33). Ebbene, questo negherebbe non solo la preconoscenza divina, ma anche la sua conoscenza del presente. Ci sono poi altri passi in cui si parla di Dio in altri termini antropomorfici, come se avesse narici, occhi, braccia, altre parti del corpo umano e ali. Prendendo tutto letteralmente Dio sarebbe un mostro sputafuoco. Sono tutti termini antropomorfici. Sono espedienti letterari che fanno parte dell’arte del narratore e non dovrebbero esser visti come un testo di filosofia della religione o di teologia sistematica..[20]

(Per altre informazioni sull’antropomorfismo di Dio nella Bibbia, vedi “La natura e il carattere di Dio: Dio è Spirito, specialmente la sezione sull’antropomorfismo.)

In ognuna di queste situazioni Dio non cambiò la sua natura, il suo carattere, i suoi scopi o le sue promesse. Anzi, le seguì con costanza rimanendo giusto, amorevole, retto e personale, e agendo entro il suo proposito generale.

Applicazione

L’immutabilità di Dio — la sua costanza e invariabilità — è essenziale per la nostra fede in Lui. Se fosse incostante, se la sua natura o il suo carattere cambiassero regolarmente, se Egli migliorasse o peggiorasse, allora non potremmo fidarci di Lui. Non potremmo confidare nella sua Parola o nelle sue promesse.

Ma Dio non cambia nel suo essere, nella sua natura, nel suo carattere, nelle sue promesse o nel suo piano. Si può contare su di Lui, perché è fedele e sincero. È la Roccia su cui possiamo costruire e di cui ci possiamo fidare in questo mondo sempre mutevole, perché Egli è il Dio immutabile.

Confidate nell’Eterno per sempre, perché l’Eterno, sì l’Eterno, è la roccia eterna.[21]

Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno.[22]


Nota

Se non altrimenti indicato, tutti i versetti biblici sono tratti dalla Sacra Bibbia, versione Nuova Diodati, copyright © La Buona Novella, Brindisi. Altre versioni spesso citate sono la versione Nuova Riveduta (NR), la versione C.E.I. (CEI) e la Traduzione in Lingua Corrente (TILC).


[1] Malachia 3,6.

[2] Salmi 102,25–27.

[3] Giacomo 1,17 NR.

[4] Deuteronomio 32,3–4.

[5] Salmi 92,15.

[6] Salmi 18,2.

[7] Salmi 33,11.

[8] Isaia 46,9–11.

[9] Efesini 3,8–11.

[10] 1 Pietro 1,20–21.

[11] Efesini 1,11.

[12] Ebrei 6,17.

[13] Salmi 119,89.

[14] Numeri 23,19.

[15] Giona 3,3–10.

[16] Isaia 38,1–5.

[17] Wayne Grudem, Systematic Theology, An Introduction to Biblical Doctrine (Grand Rapids: InterVarsity Press, 2000), 165.

[18] Wayne Grudem, Systematic Theology, An Introduction to Biblical Doctrine (Grand Rapids: InterVarsity Press, 2000), 165.

[19] Gordon R. Lewis e Bruce A. Demarest, Integrative Theology (Grand Rapids: Zondervan, 1996), Volume 1, p. 200.

[20] Brani dalla trascrizione di un’intervista su video, “Can God Change?”, dal programma PBS “Closer to Truth”.

[21] Isaia 26,4.

[22] Ebrei 13,8.


Titolo originale: The Heart of It All: The Nature and Character of God: God’s immutability
Pubblicato originariamente in Inglese il 22 Maggio 2012