Gesù – la sua vita e il suo messaggio: Giovanni e Gesù (parte 1)
Luglio 5, 2015
di Peter Amsterdam
Gesù – la sua vita e il suo messaggio: Giovanni e Gesù (parte 1)
(Puoi leggere lo scopo di questa serie e una sua veduta d’insieme in questo articolo introduttivo.)
All’inizio del Vangelo di Luca si raccontano gli avvenimenti che riguardano la nascita di Giovanni Battista, compreso l’annuncio dell’angelo Gabriele e la profezia di Zaccaria, padre di Giovanni. L’unica cosa che sappiamo della gioventù di Giovanni è che il bambino cresceva e si fortificava nello spirito; e rimase nei deserti fino al giorno che egli doveva manifestarsi ad Israele.1 Lo ritroviamo nei Vangeli circa trent’anni dopo. Luca ci racconta che la parola di Dio fu indirizzata a Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.2
Il fatto che la Parola di Dio sia indirizzata a Giovanni è importante perché dopo gli ultimi tre profeti ebrei – Zaccaria, Aggeo e Malachia – non ce n’erano stati altri a parlare alla nazione d’Israele. Quando Luca scrive che la parola di Dio fu indirizzata a Giovanni, ci dice che Dio ha ripreso a parlare al suo popolo.
Le parole di Luca si rifanno a centinaia d’anni prima, quando Dio parlava ancora a Israele. Nelle Scritture ci sono spesso espressioni del genere, come la parola dell’Eterno fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo3 … la parola dell’Eterno fu rivolta al profeta Zaccaria4 … L’oracolo della parola dell’Eterno rivolta a Israele per mezzo di Malachia.5 Dopo quattrocento anni di silenzio, Dio stava di nuovo parlando alla nazione. Il popolo era molto eccitato, come dimostrano le folle che andavano a cercare Giovanni, come vedremo in seguito.
Ci viene detto che Giovanni comparve nel deserto, battezzando e predicando un battesimo di ravvedimento, per il perdono dei peccati. E tutto il paese della Giudea e quelli di Gerusalemme andavano a lui, ed erano tutti battezzati da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.6 E che percorse tutta la regione nei dintorni del Giordano, predicando un battesimo di ravvedimento per il perdono dei peccati.7
Giovanni, chiamato “il Battista” nei Vangeli, svolse il suo ministero nei dintorni del Giordano. La località esatta non è specificata. Forse lo faceva nel deserto di Giudea, vicino al Giordano, oppure più a nord vicino alla Perea, o forse andava su e giù per la valle del Giordano tra le varie località lungo il fiume.8
Un gran numero di persone venivano da Giovanni a farsi battezzare. L’affermazione di Matteo che “tutto il paese della Giudea e quelli di Gerusalemme andavano a lui e tutta la regione nei dintorni del Giordano”9 indica che Giovanni era diventato molto noto, al punto che anche molti farisei e sadducei andavano ad ascoltarlo.10 Da Gerusalemme furono mandati sacerdoti e leviti per scoprire chi fosse.11
Non solo Giovanni attirava le folle, ma aveva anche un notevole numero di discepoli che seguivano le sue pratiche e la sua predicazione.12 Nel Vangelo di Giovanni leggiamo che alcuni dei primi discepoli di Gesù erano originariamente discepoli di Giovanni.13 Il libro degli Atti14 indica che lui aveva un seguito anche molti anni dopo la sua morte. È possibile che quel movimento non solo sopravvisse, ma riuscì perfino a diffondersi dopo la morte di Giovanni.15
I Vangeli dicono che Gesù fu battezzato da Giovanni,16 che lo chiamò “l’Elia che doveva venire”,17 disse che era più di un semplice “profeta”18 e che era l’uomo più grande che fosse mai nato.19 Dopo la morte di Giovanni, alcuni pensavano che Gesù fosse lui resuscitato.20 Giovanni ebbe certamente una grande influenza, quindi vale la pena di esaminare la sua vita più da vicino. Chi era esattamente e quale fu il suo ruolo in relazione a Gesù?
Dalle storie sulla nascita di Gesù e di Giovanni sappiamo che questi era figlio di Zaccaria, che era un sacerdote, il che significa che anche Giovanni aveva le qualifiche per esserlo. Comunque, fin da prima della sua nascita Dio l’aveva chiamato a prendere una direzione diversa e, invece di partecipare ai doveri sacerdotali a Gerusalemme, se ne andò nel deserto. Alcuni studiosi della Bibbia ipotizzano che Giovanni facesse parte della comunità essena di Qumran, che si trovava vicino a dove Giovanni battezzava.21 Tra i loro vari riti spirituali, ce n’erano alcuni che riguardavano specificamente la purificazione e includevano l’immersione in acqua. Come Giovanni, credevano che i giudizi di Dio sarebbero presto caduti su Israele. Anche se è possibile che Giovanni fosse collegato o per lo meno influenzato dai loro insegnamenti, è chiaro che quando iniziò il suo ministero non lo era più; alcune delle sue dottrine e delle sue pratiche, di cui leggiamo nei Vangeli, erano contrarie agli insegnamenti degli Esseni.
Giovanni predicò con potenza il battesimo di pentimento per il perdono dei peccati. Battezzò tutti quelli che prendevano quella decisione. Il suo battesimo rappresentava il loro nuovo, o rinnovato, giuramento di fedeltà ai propositi divini e il loro impegno a condurre una vita che riflettesse la loro identità di veri figli di Abraamo. Il suo messaggio era che il retaggio ebraico, l’essere figli di Abraamo, non era sufficiente: era necessario pentirsi dei propri peccati. Disse:
Fate dunque frutti degni del ravvedimento e non cominciate a dire dentro di voi: “Noi abbiamo Abraamo per padre”, perché io vi dico che Dio può suscitare dei figli ad Abraamo anche da queste pietre.22
Facendo eco alla profezia di Isaia,23 Giovanni espresse l’urgenza del ravvedimento, il pentimento, quando disse: E già la scure è posta alla radice degli alberi; ogni albero quindi che non produce buon frutto sarà tagliato e gettato nel fuoco.24 I frutti di cui parla sono i frutti degni del ravvedimento.25 Il fuoco ricorda la profezia di Malachia: «Poiché ecco, il giorno viene, ardente come una fornace; e tutti quelli che operano empiamente saranno come stoppia; il giorno che viene li brucerà», dice l’Eterno degli eserciti, «in modo da non lasciar loro né radice né ramo».26 Giovanni diceva chiaramente che chi ascoltava non doveva esitare; il momento di pentirsi era quello.27
Le folle chiesero a Giovanni: «Che faremo noi dunque?». Al che lui rispose: «Chi ha due tuniche ne faccia parte a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto».28 Questo consiglio generico avrebbe ricordato agli ascoltatori il messaggio più completo già dato nelle Scritture tramite Isaia:
Il digiuno di cui mi compiaccio non è forse questo: spezzare le catene della malvagità, sciogliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi, spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel rompere il tuo pane con chi ha fame, nel portare a casa tua i poveri senza tetto, nel vestire chi è nudo, senza trascurare quelli della tua stessa carne?29 Che m’importa la moltitudine dei vostri sacrifici, dice l’Eterno. Sono sazio di animali bruciati … Smettete di portare offerte inutili … Io odio i vostri noviluni e le vostre feste solenni … Lavatevi, purificatevi, togliete dalla mia presenza la malvagità delle vostre azioni, cessate di fare il male. Imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova.30
La breve risposta di Giovanni indicava chiaramente agli ascoltatori che pentirsi richiedeva più della semplice esecuzione di riti, o dell’offerta di sacrifici. Significava compiere buone azioni nella vita di tutti i giorni.
Dopo la risposta generica di Giovanni alle folle, il racconto si fa più preciso e Luca racconta che gli esattori delle tasse e i soldati chiedono a Giovanni cosa devono fare loro. Tutti sapevano che gli esattori sfruttavano il sistema esattoriale raccogliendo tasse superiori al dovuto, per trarne profitto. In genere erano disprezzati dal popolo perché collaboravano con l’impero romano.31 La risposta di Giovanni è che i loro “frutti degni del ravvedimento” dovevano manifestarsi nella vita quotidiana non imponendo più tasse di quanto fossero autorizzati a fare. La sua risposta ai soldati, che potevano essere militari giudei al servizio di Erode, è simile: Non fate estorsioni ad alcuno, non accusate falsamente alcuno e contentatevi della vostra paga.32 Questi esempi sottolineano l’effetto positivo della predicazione di Giovanni, non solo sulla popolazione in genere, ma anche sugli elementi al margine della società ebraica.
Giovanni accompagnava la sua predicazione con il battesimo. La parola greca usata per “battezzare” (baptizo) significa “immergere, sommergere”. In simili riti ebraici dell’epoca, la maggior parte delle persone s’immergevano da sole; nel caso del battesimo di Giovanni, invece, era lui a immergerle. Il suo non era solo un rito di purificazione, era un battesimo di pentimento – una manifestazione esteriore riservata a chi si pentiva, a chi aveva avuto un cambiamento nel cuore e nella mente. Era il simbolo della morte di un intero modo di vita e la rinascita di un altro.33 Era un nuovo inizio e l’aspettativa era che la persona battezzata cambiasse e la sua vita mostrasse i frutti del suo pentimento.
Oltre a predicare l’urgenza del pentimento e le conseguenze della sua mancanza, Giovanni annuncia anche che viene colui che è più forte di me, al quale io non sono neppure degno di sciogliere il legaccio dei sandali; Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco.34 Affermando di non essere neppure degno di sciogliere i sandali di Colui che stava per venire, Giovanni intendeva dire di non essere nemmeno degno di fare il lavoro di uno schiavo per questa persona più forte. Il battesimo di chi veniva sarebbe stato un battesimo dello Spirito Santo e del fuoco, e ben più grande potente del battesimo di Giovanni.
Luca racconta che a questo punto molti si chiedevano ansiosamente se Giovanni fosse il Messia.35 Nel Vangelo di Giovanni, la domanda viene posta al Battista dai sacerdoti e dai leviti mandati da Gerusalemme:
«Chi sei tu?» … «Io non sono il Cristo». Allora essi gli domandarono: «Chi sei dunque? Sei tu Elia?». Egli disse: «Non lo sono!». «Sei tu il profeta?». Ed egli rispose: «No!»36
Dato che afferma chiaramente di non essere il Messia, vogliono sapere se è Elia, o il profeta. J. Ramsey Michaels spiega:
L’attesa del ritorno di Elia per preparare il popolo per il giorno dell’Eterno è vecchia come la profezia di Malachia, nella quale l’affermazione «Ecco, io mando il mio messaggero a preparare la via davanti a Me» (Malachia 3,1) anticipa la promessa finale: «Ecco, io vi manderò Elia, il profeta, prima che venga il giorno grande e spaventevole dell’Eterno» (Malachia 4,5).37
Più tardi Gesù dirà che Giovanni era Elia, nel senso che era colui che doveva venire prima del Messia.38
La domanda: “Sei il profeta?” fa riferimento a Deuteronomio 18,18: Io susciterò per loro un profeta come te di mezzo ai loro fratelli e porrò le mie parole nella sua bocca, ed egli dirà loro tutto ciò che io gli comanderò. E avverrà che se qualcuno non ascolterà le mie parole che egli dice in mio nome, io gliene domanderò conto.39
Come risposta a “Chi sei tu?”, Giovanni dice: «Io sono la voce di uno che grida nel deserto: “Raddrizzate la via del Signore”, come ha detto il profeta Isaia».40 Nel descrivere Giovanni, tutti i Vangeli fanno riferimento a Isaia 40,3, ma è solo nel quarto Vangelo che queste parole sono messe nella bocca di Giovanni. In seguito egli ripete che Io non sono il Cristo, ma sono stato mandato davanti a lui.41 Si autodefinisce l’amico dello sposo, che è presente e l’ode e che si rallegra grandemente alla voce dello sposo.42 Giovanni ha compreso che la sua chiamata è di essere il precursore di Colui che verrà.
Giovanni spiega che, oltre a battezzare con lo Spirito, colui che verrà battezzerà anche “col fuoco”.43 Egli ha in mano il suo ventilabro e pulirà interamente la sua aia; raccoglierà il suo grano nel granaio, ma arderà la pula con fuoco inestinguibile.44 Il ventilabro è l’attrezzo usato per separare la pula dal grano. Il fuoco è l’immagine usata in tutto il Vecchio Testamento per il giudizio.45 Giovanni indica che il battesimo di Colui che verrà purga, oltre a benedire. Più tardi ritroviamo questo tema nella parabola di Gesù sul seminatore e in quella sul grano e la zizzania.46
Giovanni indica la differenza tra il suo battesimo e quello di colui che verrà: Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo.47 Questo battesimo più grande fa eco ad alcune profezie date tramite Ezechiele: Spanderò quindi su di voi acqua pura e sarete puri; vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli. Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dalla vostra carne il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Metterò dentro di voi il mio Spirito e vi farò camminare nei miei statuti, e voi osserverete e metterete in pratica i miei decreti.48 Quello di Giovanni era un battesimo di purificazione e pentimento; la persona più grande che sarebbe venuta avrebbe portato un battesimo di salvezza.
Giovanni aveva un messaggio molto popolare e folle intere venivano a vederlo. Nel prossimo articolo scopriremo che anche Gesù venne a vederlo.
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
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1 Luca 1,80.
2 Luca 3,2.
3 Aggeo 1,1.
4 Zaccaria 1,1.
5 Malachia 1,1.
6 Marco 1,4–5 e Matteo 3,1.
7 Luca 3,3.
8 Witherington, John the Baptist, The Dictionary of Jesus and the Gospels, 386–87.
9 Matteo 3,5.
10 Matteo 3,7.
11 Giovanni 1,19.
12 Giovanni 1,35; 3,25, e Luca 11,1.
13 Giovanni 1,35–40.
14 Atti 18,24–25, 19,1–7.
15 Witherington, John the Baptist, The Dictionary of Jesus and the Gospels, 388–89.
16 Matteo 3,13.16; Marco 1,9; Luca 3,21.
17 Matteo 11,14.
18 Luca 7,26.
19 Luca 7,28.
20 Matteo 16,14.
21 Anche se nelle Scritture non se ne fa cenno, sappiamo di un altro gruppo religioso ebraico di quei tempi, quello degli Esseni. Se ne parla nelle opere storiche di Giuseppe, Filone e Plinio, oltre che nei rotoli del Mar Morto scoperti nel 1948. Sembra che molti di loro si fossero stabiliti vicino al Mar Morto tra il 150 e il 140 a.C. Intorno al 31 d.C. abbandonarono quei posti, forse a causa di un terremoto. Alcuni vi ritornarono dopo la morte di Erode il Grande. Scomparvero dai documenti storici dopo la grande rivolta del 66–70 d.C., in Giudea. Gli Esseni erano contrari al tempio, credevano nella preesistenza e nell’immortalità dell’anima ed erano molto legalistici nelle questioni di purezza rituale. Si ritenevano i soli rimasti tra gli Ebrei giusti che vivevano negli ultimi giorni. Erano in attesa di un Messia politico e della fine dei secoli. Alcuni Esseni vivevano insieme in comunità e avevano ogni bene in comune. Si dedicavano allo studio delle Scritture, ai lavacri rituali, alla preghiera e alla copiatura dei loro scritti. I rotoli del Mar Morto, trovati nascosti nelle caverne vicino ai luoghi in cui vivevano, contenevano alcune opere attribuite a loro, insieme a rotoli di alcuni degli scritti del Vecchio Testamento. (Da Gesù – la sua vita e il suo messaggio: governanti e religioni, un precedente articolo di questa serie.)
22 Luca 3,8.
23 Ecco, il Signore, l’Eterno degli eserciti, stroncherà i rami con terribile violenza; i più alti saranno tagliati, i più altezzosi saranno abbassati. Egli abbatterà con la scure il folto della foresta, e il Libano cadrà sotto i colpi del Potente (Isaia 10,33–34).
24 Luca 3,9.
25 Luca 3,8.
26 Malachia 4,1.
27 Green, The Gospel of Luke, 177.
28 Luca 3,10–11.
29 Isaia 58,6–7.
30 Vedi Isaia 1,10–20.
31 C’erano tre tipi di tasse richieste dai romani che governavano Israele ai tempi di Gesù: imposta sulla terra, sulla persona e dazi doganali. Le tasse erano i tributi dovuti a Roma, che aveva conquistato la Palestina nel 63 a.C. In tutto l’impero romano c’era un sistema di dazi e tributi che venivano raccolti nei porti, in uffici appositi e alle porte delle città. Le tariffe variavano tra il due e il cinque per cento del valore delle merci trasportate di città in città. Nei viaggi lunghi, una persona che portava alimenti da un posto all’altro poteva essere tassata diverse volte. Il valore della merce era stabilito dall’esattore. Il sistema doganale e di esazione delle tasse funzionava ad appalto: alcune persone benestanti facevano la loro offerta su quanto avrebbero pagato a Roma per il privilegio di raccogliere le tasse in una certa zona. Il maggior offerente, l’appaltatore, avrebbe pagato la somma accettata da Roma, che così avrebbe ricevuto il denaro delle tasse in anticipo. L’appaltatore del dazio poi avrebbe raccolto le tasse mediante degli esattori locali. L’appaltatore e le persone da lui impiegate ricavavano i loro profitti dalle tasse riscosse dalla gente. Imponevano le imposte più alte possibili, entro certi limiti, perché le loro entrate erano determinate da quanto denaro potevano incassare al di sopra di quanto dovevano pagare a Roma. In poche parole, l’esazione delle tasse era un lavoro da cui ricavare un profitto. Gli appaltatori stipendiavano esattori locali per fare l’opera di riscossione. Questi esattori stimavano il valore della merce, quindi stabilivano la somma da pagare. Anche se c’era un certo controllo, gli esattori spesso stimavano questo valore molto più alto di quanto fosse in realtà, per trarne profitto. Fermavano la gente per strada ed esigevano i tributi, che potevano essere pagati in denaro o mediante la cessione di parte dei beni. Chi veniva tassato considerava la cosa un ladrocinio autorizzato. Quando alcuni esattori si presentarono a Giovanni Battista per essere battezzati, gli chiesero che cosa dovessero fare ed egli rispose: “Non riscuotete nulla di più di quello che vi è stato ordinato”. […] Gli esattori delle tasse erano disprezzati. Erano visti come estorsori iniqui e secondo la legge ebraica, le altre persone non erano obbligate a dire il vero quando trattavano con loro. Erano considerati impuri, secondo le regole religiose; le loro case, e qualsiasi altra casa in cui entrassero, erano ugualmente considerate impure. Gli odiati pubblicani erano spesso considerati alla stregua dei peccatori e delle prostitute. Erano visti come ladri ed erano evitati dalle persone rispettabili. (Peter Amsterdam, La parabola del Fariseo e del pubblicano, in Le storie raccontate da Gesù.)
32 Luca 3,14.
33 Morris, The Gospel According to Matthew, 56.
34 Luca 3,16.
35 Luca 3,15.
36 Giovanni 1,19–21.
37 Michaels, The Gospel of John, 98.
38 Matteo 11,14.
39 Deuteronomio 18,18–19.
40 Giovanni 1,22–23 NR.
41 Giovanni 3,28.
42 Giovanni 3,29.
43 Luca 3,16.
44 Matteo 3,12.
45 Isaia 66,15; Ezechiele 38,22; Sofonia 1,12.
46 Matteo 13,8–30. Vedi anche Matteo 25,31–33.
47 Marco 1,8.
48 Ezechiele 36,25–27. Vedi anche Ezechiele 11,19–20.
Titolo originale: Jesus—His Life and Message: John and Jesus – Part 1
Pubblicato originariamente in Inglese il 3 Febbraio 2015
versione italiana affissa il 5 Luglio 2015;
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