Gesù – la sua vita e il suo messaggio: i discepoli (parte 2)
Aprile 30, 2016
di Peter Amsterdam
Gesù – la sua vita e il suo messaggio: i discepoli (parte 2)
[Jesus—His Life and Message: The Disciples–Part 2]
Durante il suo ministero, Gesù scelse dodici dei suoi discepoli perché fossero apostoli. Il Vangelo di Luca racconta così:
Or avvenne in quei giorni che Egli se ne andò sul monte a pregare, e passò la notte in preghiera a Dio. E quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli, e ne scelse dodici ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, che soprannominò Pietro, e Andrea suo fratello, Giacomo e Giovanni, Filippo e Bartolomeo, Matteo e Tommaso, Giacomo d’Alfeo e Simone, chiamato Zelota, Giuda, fratello di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu anche il traditore.1
Facendo il nome dei dodici, il Vangelo di Marco include anche i motivi per cui Gesù li scelse:
Poi Egli salì sul monte, chiamò presso di sé quelli che volle; ed essi si avvicinarono a Lui. Quindi ne costituì dodici perché stessero con Lui e potesse mandarli a predicare, e avessero il potere di guarire le infermità e di scacciare i demoni.2
Matteo dice semplicemente che Gesù ne costituì dodici3 e indica i loro nomi,4 mentre il Vangelo di Giovanni fa molti riferimenti ai “Dodici”, ma non dice che furono scelti e non ne fa mai l’elenco completo. Il libro degli Atti ne includeun elenco completo.5 Dieci dei nomi sono presenti in tutti gli elenchi, mentre due variano e ne parlerò più avanti.
Che abbia scelto di designare i Dodici è comunemente considerato un gesto simbolico che rappresenta un collegamento con le dodici tribù originali di Israele.6 Dopo la distruzione del regno settentrionale di Israele nel 722 a.C., all’interno del paese c’erano soltanto due tribù e mezzo delle dodici originali (Beniamino, Giuda e metà di Levi),7 quindi alcuni commentatori vedono la scelta dei Dodici come un simbolo della futura restaurazione di Israele, promessa nel Vecchio Testamento.8 Altri suggeriscono che sia un simbolo del giudizio e del ripudio divino di Israele e del rilancio di un “nuovo Israele” per sostituirlo.9 Robert Stein spiega:
Entrambi questi punti di vista racchiudono un elemento di verità. L’arrivo del regno di Dio comportava l’adempimento delle promesse del VT e quindi la “restaurazione” di Israele, ma non lo “restaurava” secondo le speranze nazionali e politiche della maggior parte degli Ebrei del primo secolo. Parallelamente, veniva effettivamente chiamato in esistenza un popolo nuovo, che includeva sia Ebrei sia Greci, ma ciò sarebbe stato chiaro solo dopo la risurrezione. 10
Marco racconta che Gesù scelse questi dodici uomini per due motivi. Il primo era perché stessero con Lui. Lo avrebbero accompagnato durante tutto il suo ministero, vedendo le sue azioni, ascoltando i suoi insegnamenti, imparando da Lui e assistendolo. Sarebbero anche stati i suoi compagni più intimi. Whitherington afferma:
Ciò è parte integrante del ritratto del Gesù completamente umano tracciato in questo Vangelo – in questo caso aveva bisogno di un gruppo di sostegno, desiderava compagnia. Vive come una persona all’interno di una comunità, non è un profeta isolato. Questi non dovevano essere semplicemente gli allievi di Gesù (ricordate che la parola “discepolo” in effetti significa “qualcuno che impara”) ma i suoi amici e collaboratori.11
Il secondo motivo era perché potesse mandarli a predicare, e avessero il potere di guarire le infermità e di scacciare i demoni. Il verbo greco per “mandare” è apostellō, che è anche la radice verbale di apostolo, apostolos. Questo esprimeva il concetto ebraico di rappresentante (in ebraicoshaliach, con il significato di messaggero o emissario), per cui uno veniva mandato come rappresentante ufficiale incaricato di agire in luogo e con l’autorità di qualcuno, cioè della persona che l’aveva mandato. Gli apostoli, in un certo senso, sarebbero stati estensioni di Gesù, con l’autorità di scacciare i demoni e svolgere gli incarichi che Lui aveva affidato loro – come predicare, insegnare e guarire – in suo nome, con la sua autorità e la sua potenza.12
I Dodici erano una sottocategoria di un numero più grande di discepoli. Anche se non sappiamo esattamente quanti fossero i discepoli che seguirono Gesù durante la sua vita. il Vangelo di Luca dice: il Signore ne designò altri settanta13 e li mandò a due a due davanti a sé, in ogni città e luogo dove Egli stava per recarsi,14 quindi sappiamo che ce n’erano almeno altrettanti.
Più tardi, apprendiamo dai Vangeli che tra i seguaci di Gesù c’erano anche delle donne.
E in seguito avvenne che Egli andava attorno per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio; con Lui vi erano i dodici, e certe donne, che erano state guarite da spiriti maligni e da infermità: Maria, detta Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni, Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, le quali lo sostenevano con i loro beni.15
Al momento della crocifissione di Gesù leggiamo che
Vi erano pure delle donne che guardavano da lontano; fra di esse vi erano Maria Maddalena e Maria madre di Giacomo il minore e di Iose e Salome, che lo seguivano e lo servivano quando era in Galilea; e ce n’erano molte altre che erano salite con Lui a Gerusalemme.16
Lo scrittore Craig Keener dice:
In quella cultura le donne erano relegate a un ruolo marginale di discepolato, nel migliore dei casi, e non potevano diventare discepole dei rabbini. Queste donne, invece, avevano seguito Gesù come discepole, comportandosi come tali in tutti i modi che potevano. […] “Servirlo”, curare i suoi bisogni, probabilmente significava seguire in gran parte i ruoli affidati al loro sesso e al loro stato sociale nella cultura del tempo. […] Tuttavia il ruolo speciale accordato alle donne in mezzo ai discepoli di Gesù, oltre alla lealtà che gli dimostrarono, è significativo.17
R. T. France ha scritto:
Nella cultura dei tempi di Gesù un gruppo affiatato di viaggiatori che comprendeva delle donne probabilmente sarebbe stato inappropriato, ma in Matteo 27,55-56 scopriamo che le donne, anche se non menzionate in precedenza, avevano fatto parte tutto il tempo del movimento di Gesù. Qui si descrive come lo “seguivano” durante il periodo passato in Galilea, lo stesso termine che abbiamo visto denotare le caratteristiche dei discepoli in Matteo. Quindi l’assenza di donne nel gruppo specifico dei Dodici non significa che non esistessero discepole.18
Mentre i Dodici erano una sottocategoria di tutti i discepoli, Pietro e i figli di Zebedeo – Giacomo e Giovanni – erano una sottocategoria dei Dodici. Alcune volte questi tre accompagnarono Gesù da soli: per la guarigione della figlia di Iairo,19 per la trasfigurazione di Gesù20 e nel giardino di Getsemani.
Darò alcune brevi informazioni su ognuno dei Dodici.21
Simon Pietro ebbe un ruolo preminente in tutti gli elenchi dei Dodici, perché è sempre nominato per primo. In origine il suo nome era Simone, ma Gesù gliene diede uno nuovo, Pietro (Petros in greco, Cefas in aramaico), che significa pietra o roccia, probabilmente come simbolo del suo successivo ruolo di guida nella prima chiesa.
Cambiare il nome di una persona ricorda come nel Vecchio Testamento Dio diede nomi nuovi ad alcune persone (Abramo divenne Abraamo, Genesi 17,5; Sarai divenne Sara, 17,15; Giacobbe divenne Israele, 32,28) e testimonia il ruolo divino di Gesù nel rinominare Simone e il nuovo stadio nella vita della persona rinominata.22
Non è esattamente chiaro in quale momento Gesù diede a Simone il suo nuovo nome. Secondo Giovanni avvenne quando Gesù incontrò Pietro la prima volta,23 mentre Matteo dice che fu più tardi nel ministero di Gesù, quando Pietro afferma che Gesù è il Messia.24 Luca e Marco si limitano a dire che Gesù gli diede un nome nuovo.
Andrea era fratello di Pietro ed era un pescatore come lui. Lui e Pietro erano originari di Betsaida,25 ma in qualche periodo si erano trasferiti a Capernaum. Andrea viene menzionato solo poche volte nei vangeli e una volta nel libro degli Atti.26
Giacomo e Giovanni, di Capernaum, erano due fratelli che lasciarono il padre e il loro lavoro di pescatori per seguire Gesù. Anche la loro madre seguì il Signore e fu presente alla sua crocifissione.27 Giacomo fu uno dei primi martiri della chiesa.28 Anche se non tutti gli studiosi concordano, Giovanni è tradizionalmente considerato il “discepolo che Gesù amava”.29
Tutto quello che sappiamo di Filippo è ciò che si dice di lui nel Vangelo di Giovanni.30 Alcuni confondono l’apostolo Filippo con Filippo l’Evangelista, che era uno dei sette diaconi scelti dagli apostoli nel libro degli Atti.31
Bartolomeo è un patronimico (un nome derivato dal padre o da un antenato) e significa “figlio di Tolomeo”.32 S’ipotizza che avesse un altro nome, forse Natanaele. Il motivo di questa ipotesi è che: 1) il patronimico probabilmente non indica il suo nome completo; 2) i Vangeli sinottici non menzionano Natanaele e Giovanni non menziona Bartolomeo; 3) ogni elenco tranne Atti 1,13 colloca insieme Bartolomeo e Filippo: 4) gli altri uomini citati in Giovanni 21,2 sono apostoli e tra di essi c’è Natanaele. Quindi è molto probabile che Bartolomeo sia Natanaele.
Matteo è molto probabilmente un altro nome per indicare Levi, il pubblicano, che dopo essere stato chiamato da Gesù fece una festa in suo onore, attirando le critiche dei Farisei perché Gesù mangiava insieme a dei peccatori. Il nome Matteo è usato in Matteo 9,9-11; Levi è usato in Luca 5,27-30; entrambi i passi sembrano descrivere lo stesso evento.
Tommaso significa “il gemello”. Nel Vangelo di Giovanni Tommaso viene anche chiamato Didimo, che in greco significa “doppio” o appunto “gemello”.
Or Tommaso, detto Didimo, uno dei dodici, non era con loro quando venne Gesù.33
Tutte le informazioni che abbiamo su Tommaso provengono dal Vangelo di Giovanni: quando Gesù dichiarò che sarebbe andato via, Tommaso gli disse: «Signore, noi non sappiamo dove vai; come dunque possiamo conoscere la via?». Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».34 Tommaso non era nella stanza la prima volta che Gesù apparve ai discepoli dopo la risurrezione, e fu lui che disse agli altri: «Se io non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi e la mia mano nel suo costato, io non crederò».35 Fu questa affermazione ad affibbiargli il soprannome di “Dubbioso” nella storia del Cristianesimo. In ogni caso, quando vide il Signore risorto, fu lui che proferì una delle frasi cristologiche più importanti del Nuovo Testamento, affermando esplicitamente che Gesù era Dio.
Allora Tommaso rispose e gli disse: «Signor mio e Dio mio!»36
L’esatta identificazione di Giacomo, figlio d’Alfeo, è incerta. Alcuni pensano che fosse un fratello di Matteo/Levi, perché Marco parla di Levi figlio di Alfeo, che sedeva al banco delle imposte.37 Comunque, all’epoca, Alfeo poteva essere un nome comune, quindi non ci sono prove conclusive che fossero fratelli.
Simone è chiamato “lo Zelota” in Luca e “il Cananeo” in Marco e Matteo. Bock dice:
Il termine in Marco [e Matteo] fu erroneamente tradotto “il Cananeo” in molte delle prime traduzioni.38
Alcuni commentatori suggeriscono che Simone fosse un membro del partito religioso/politico degli Zeloti, che credevano nell’uso della violenza per liberare la nazione dal governo di Roma. Questo partito, in realtà, non venne in esistenza che qualche tempo dopo la crocifissione di Gesù. Anche se non era un membro degli Zeloti, il soprannome poteva indicare che avesse delle tendenze nazionalistiche. Nel libro degli Atti, comunque, Luca usa la stessa parola greca, zelotes, per indicare una persona zelante nella legge39 e per Dio.40 Così forse Luca voleva dire che Simone era una persona zelante riguardo alle Scritture.
Giuda figlio di Giacomo è ricordato nell’elenco che Luca fa dei Dodici41 e in quello nel libro degli Atti.42 Marco e Matteo non menzionano Giuda, ma Taddeo.43 Matteo parla di Lebbeo, soprannominato Taddeo. (Il nome greco Lebbaios significa “uomo di cuore, coraggioso” e Thaddaios significa “dal grande cuore, magnanimo”.) Alcune traduzioni includono Lebbeo come soprannome di Taddeo; altre lo escludono del tutto. Molti commentatori credono che Giuda e Taddeo siano la stessa persona, dato che quattro altri apostoli hanno un doppio nome (Simone/Pietro, Tommaso/Didimo, Matteo/Levi, Bartolomeo/Natanaele).
J. Jeremias spiega:
In sette casi l’elenco dà dei secondi nomi e tutti, da quanto si può stabilire, in aramaico. Il secondo nome era molto diffuso nel giudaismo dell’epoca perché era indispensabile per distinguere le numerose persone che portavano lo stesso nome. […] Scopriamo che solo i discepoli i cui nomi compaiono due volte negli elenchi hanno un secondo nome. Nel gruppo dei Dodici c’erano sei discepoli con lo stesso nome; due chiamati Simone, due chiamati Giacomo e (secondo Luca) due chiamati Giuda. In questi sei casi era essenziale avere un altro nome per distinguerli. […] Sarebbe perfettamente comprensibile che dopo la Pasqua il secondo Giuda fosse conosciuto nella comunità con il suo secondo nome [Taddeo], per distinguerlo da Giuda Iscariota. Luca avrebbe quindi indicato il nome proprio [Giuda] e Marco il soprannome [Taddeo] del secondo Giuda.44
Esistono diverse teorie riguardanti il significato del soprannome di Giuda Iscariota, il discepolo che tradì Gesù. La più probabile è che si riferisse a una regione della Giudea, Kerioth.45 In questo caso, Giuda sarebbe stato l’unico non Galileo dei Dodici.46 Un’altra possibilità è che il nome venisse da un termine aramaico che significa “uomo falso”. In questo caso il nome è usato per descriverlo. Una terza possibilità è che venga dal latino sicarius, uomo che porta una sica, un pugnale, quindi un assassino. In questo caso sarebbe stato chiamato così dopo la crocifissione di Gesù. La maggior parte degli studiosi pensa che Iscariota sia un cognome che si riferisce a Kerioth in Giudea.
I dodici apostoli erano quelli che erano con Gesù fin dai primi giorni del suo ministero; discepoli che erano costantemente con Lui, guardando, ascoltando e imparando. Spesso non capivano il significato di ciò che Gesù insegnava e la loro idea del ruolo del Messia concordava con quella degli Ebrei del primo secolo in generale, quindi interpretarono male molte cose. Con il tempo, però, grazie ai pazienti insegnamenti di Gesù e come risultato del tempo passato con Lui, cominciarono a capire abbastanza da rispondere quando Gesù chiese loro:
Egli disse loro: «E voi, chi dite che io sia?». E Simon Pietro, rispondendo, disse: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù, rispondendo, gli disse: «Tu sei beato, o Simone, figlio di Giona, perché né la carne né il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli.47
Sebbene non capissero pienamente chi fosse Gesù, o il significato di tutto ciò che insegnava, dopo la sua risurrezione Lui spiegò ulteriormente le Scritture, perché le capissero meglio: Allora aprì loro la mente, perché comprendessero le Scritture.48 Una volta pieni dello Spirito Santo, questi uomini predicarono la buona notizia del perdono dei peccati e della riconciliazione con Dio. La maggior parte di loro dovette pagare con il martirio per questo, ma tutti svolsero fedelmente l’incarico che Gesù aveva dato loro: «Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato».49
Come discepoli, come seguaci di Gesù, abbiamo ricevuto lo stesso incarico:
«Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo a ogni creatura».50
Allo stesso modo dei primi discepoli, forse non comprendiamo pienamente tutto ciò che c’è da sapere su Dio, su Gesù, sulla teologia ecc.; ma, come discepoli, ne sappiamo più che a sufficienza per fare del nostro meglio per amarlo, vivere per Lui, applicare i suoi insegnamenti alla nostra vita e portare altri a Lui. Come Ha detto Lui: «Seguitemi e io vi farò pescatori di uomini».51
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
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1 Luca 6,12–16.
2 Marco 3,13–15.
3 Matteo 10,1.
4 Matteo 10,2–4.
5 Atti 1,13.
6 Punti tratti da: Stein, Mark, 168.
7 Per maggiori spiegazioni vedi Gesù – la sua vita e il suo messaggio: lo scenario.
8 Isaia 11,10–16; 49,6; 56,8; Ezechiele 45,8; Michea 2,12.
9 Vedi Romani 9–11.
10 Stein, Mark, 168.
11 Witherington, The Gospel of Mark, 151.
12 Witherington, The Gospel of Mark, 424, 426.
13 Alcune traduzioni dicono settantadue.
14 Luca 10,1.
15 Luca 8,1–3.
16 Marco 15,40–41. Vedi anche Matteo 27,55–56.
17 Keener, The Gospel of Matthew, 689–90.
18 France, The Gospel of Matthew, 375.
19 Marco 5,37.
20 Marco 9,2.
21 I punti riguardanti gli apostoli sono riassunti da: Bock, Luke Volume 1: 1:1–9:50, 543–547.
22 Stein, Mark, 171.
23 Giovanni 1,42.
24 Matteo 16,17–18.
25 Giovanni 1,44.
26 Marco 1,16.29; 13,3; Giovanni 1,40; 6,8; 12,22; Atti 1,13.
27 Matteo 27,56.
28 Atti 12,1–2.
29 Giovanni 13,23; 19,26; 20,2; 21,7.20.
30 Giovanni 1,43–48; 6,5–7; 12,22; 14,8–9.
31 Atti 6,5–6.
32 Stein, Mark, 173.
33 Giovanni 20,24.
34 Giovanni 14,5–6.
35 Giovanni 20,25.
36 Giovanni 20,28.
37 Marco 2,14.
38 Bock, Luke 1:1–9:50, 545.
39 Atti 21,20.
40 Atti 22,3.
41 Luca 6,13–16.
42 Atti 1,13.
43 Matteo 10,3, Marco 3,18.
44 Jeremias, New Testament Theology, 232–33.
45 Giosuè 15,25, Geremia 48,24.
46 Bock, Luke 1:1–9:50, 546.
47 Matteo 16,15–17.
48 Luca 24,45.
49 Matteo 28,19–20.
50 Marco 16,15.
51 Matteo 4,19.
Pubblicato originariamente in Inglese il 5 maggio 2015.