Gesù – la sua vita e il suo messaggio: la nascita di Gesù (parte 5)

Giugno 21, 2015

di Peter Amsterdam

(Puoi leggere lo scopo di questa serie e una sua veduta d’insieme in questo articolo introduttivo.)

Nei Vangeli di Matteo e Luca si descrive la nascita di Gesù. Questi racconti riferiscono anche profonde verità su come Dio sta mettendo in atto nel suo piano per la salvezza. Per avere un quadro più generale degli avvenimenti riguardanti l’ingresso del Figlio di Dio nel mondo, è utile dare un breve sguardo al Vangelo di Giovanni che, invece di descrivere la storia della nascita di Gesù, ci parla della sua esistenza eterna con Dio prima di nascere in questo mondo.

Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio. Egli era nel principio con Dio. Tutte le cose sono state fatte per mezzo di Lui, e senza di Lui nessuna delle cose fatte è stata fatta. In Lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini. […] E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, come gloria dell’unigenito proceduto dal Padre, piena di grazia e di verità.1

Le parole iniziali di Giovanni si rifanno alle prime parole del libro della Genesi – Nel principio.2 Lui ci spiega che prima della creazione di qualsiasi cosa, la Parola [il Logos]3 era con Dio; che la Parola era Dio; che la Parola fece tutte le cose; e che la Parola, che era Dio divenne carne e dimorò sulla terra. In seguito ci dice che questa Parola era Gesù. Ci dice anche che Gesù, l’unico Figlio, è Egli stesso Dio ed è Lui che ci ha fatto conoscere il Padre.

Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto conoscere.4

Dicendoci questo, Giovanni afferma che Dio Parola, che non è Dio Padre, si fece carne e dimorò con noi. La parola greca tradotta con dimorò si riferisce all’abitare o vivere in un tabernacolo, o una tenda. L’immagine data è che Dio, la Parola, dimorò sulla terra in maniera simile a come la presenza divina visse con il popolo ebreo nel deserto dopo la loro fuga dall’Egitto. A quel tempo, la presenza di Dio dimorava nel tabernacolo, o tenda. Ora la sua parola era venuta a vivere – o accamparsi – con l’umanità. Giovanni ci dice anche che la Parola, fattasi carne umana, preesisteva insieme al Padre prima che il mondo fosse creato. Da questa rivelazione viene la dottrina dell’incarnazione — in breve, che Dio Figlio (che è la Parola/Logos) nacque in questo mondo per redimere l’umanità. (Per altre notizie sulla dottrina dell’incarnazione, vedi Al cuore di tutto: l’uomo-Dio — parti 1 e 2.)

Nei Vangeli di Matteo e Luca vediamo come avvenne l’incarnazione – che Dio Figlio fu concepito nel grembo di Maria mediante un atto creativo dello Spirito Santo e che nacque in questo mondo attraverso di lei, che al momento della concezione era vergine e tale rimase fino alla sua nascita. Questa dottrina è nota come concezione verginale. Matteo e Luca non tentarono di collegare la concezione verginale alla dottrina dell’incarnazione di un Figlio di Dio preesistente. Questa dottrina ha le sue radici nel Vangelo di Giovanni, come abbiamo visto sopra, e viene ulteriormente spiegata in aggiunta al racconto della nascita negli altri Vangeli e nelle Epistole.5

La concezione verginale non solo indica che Gesù era il Figlio di Dio mediante lo Spirito Santo, ma che era una persona unica, prodotta da un elemento divino e uno umano, in maniera diversa da chiunque altro prima o dopo di Lui. Nei secoli successivi la riflessione teologica vide nella concezione verginale la spiegazione di come Gesù nacque con una natura umana ma priva di peccato.6 La dottrina della concezione verginale sottolinea anche che Gesù era pienamente umano, partecipando quindi dell’intera vita umana dal grembo alla tomba.7

La concezione verginale indica anche la sua divinità: sarà chiamato Emmanuele che, interpretato, vuol dire: "Dio con noi";8 colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio.9 Il riferimento al fatto che il bambino sarà chiamato santo, Figlio di Dio indica sia la sua divinità sia la sua santità, diversa chiunque altro. Come Dio è santo, così il Figlio sarà santo; e come vedremo condusse una vita priva di peccato.

La concezione verginale è considerata una dottrina fondamentale del Cristianesimo ed è inclusa nel Credo di Nicea, professato dalla Chiesa Cattolica, dalle chiese ortodosse (greca, russa ecc.), dalla Chiesa Anglicana e dai Protestanti. Questo credo afferma:

Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo.10

Anche se tutte le principali fedi cristiane accettano la concezione verginale, c’è una diversità di vedute quando si tratta della verginità di Maria dopo la nascita di Gesù, o altre dottrine riguardanti Maria. Poiché in questo caso diversi rami del Cristianesimo hanno punti di vista diversi, mi è sembrato utile spiegare alcune di queste differenze.

La maggior parte dei protestanti oggi ritiene che dopo la nascita di Gesù Maria e Giuseppe ebbero un normale rapporto coniugale e altri figli. La Chiesa Cattolica, quella Ortodossa e alcune chiese anglicane credono che Maria sia rimasta vergine per il resto della sua vita. La Chiesa Cattolica Romana ha tradizionalmente insegnato anche che insieme alla concezione verginale ci fu anche una nascita verginale – un parto miracoloso e indolore in cui l’imene non fu rotto.

Queste dottrine della Chiesa Cattolica sono espresse nel seguente modo:

I Cattolici Romani hanno tradizionalmente considerato tutti e tre gli stadi della verginità di Maria come una verità rivelata, ma ora i teologhi cattolici hanno assunto una posizione più definita su una verginità “in partu” [una nascita senza alcuna violazione della sua integrità verginale].12

La verginità perpetua di Maria è una delle dottrine principale della Chiesa Cattolica e di quella Ortodossa. La Chiesa Anglicana – o almeno quella Anglo-Cattolica e i movimenti della Chiesa Alta all’interno dell’anglicanesimo – sembra ritenerla una credenza importante, ma non un dogma. Alcuni dei principali riformatori protestanti, tra i quali Martin Lutero e Giovanni Calvino, consideravano Maria “sempre vergine”, anche se quando i Luterani e i Calvinisti svilupparono ulteriormente le loro dottrine non seguirono più strettamente questa credenza. I Luterani considerano la verginità perpetua di Maria un’opinione pia, piuttosto che una dottrina vincolante. Le chiese originate dalla dottrina calvinista non credono che Maria sia “sempre vergine”.

I Cattolici insegnano che Maria fece un voto di verginità e quindi non consumò mai il matrimonio con Giuseppe, né ebbe altri figli. Negli insegnamenti cattolici troviamo la spiegazione che i fratelli e le sorelle di Gesù a cui si fa riferimento in tutti e quattro i Vangeli,13 in realtà non erano tali, ma solo cugini. In realtà, quando i Vangeli parlano dei fratelli e delle sorelle di Gesù, non usano mai la parola greca per cugini, ma sempre quella per fratello o sorella.14 Gli Ortodossi insegnano che Giuseppe era un vedovo anziano che aveva già dei figli. L’interpretazione dei Protestanti in genere è che Maria e Giuseppe ebbero altri figli dopo la nascita di Gesù.

Anche se i vari rami del Cristianesimo non concordano sulla verginità perpetua di Maria, tutti quanti in genere concordano che Maria è la “Madre di Dio”. Il fondamento di ciò sta nel fatto che Gesù era Dio nella carne e quindi veramente Dio e veramente uomo. Ebbe una concezione soprannaturale ma una nascita perfettamente normale e naturale. Poiché Gesù era Dio incarnato, nei primi credi cristiani Maria era chiamata “Madre di Dio”, genitrice di Dio. Ciò non vuol dire che Dio ebbe esistenza grazie alla concezione di Maria, o che Maria procreò Dio. È chiamata Madre di Dio perché la persona che portò in grembo e che diede alla luce era divina; così, in questo senso, la nascita di Gesù era la nascita di Dio.15

Oltre alle diverse idee concernenti Maria in relazione alla nascita di Gesù, ci sono altre importanti dottrine cattoliche che la riguardano e che sono diverse da quelle protestanti. Dato che nel mondo esiste più di un miliardo di Cattolici, in confronto a ottocento milioni di Protestanti, mi è sembrato valido aggiungere queste informazioni come punti istruttivi e interessanti.

L’Immacolata Concezione di Maria

L’8 dicembre 1854, Papa Pio IX dichiarò il dogma, obbligatorio per tutti i Cattolici, che Maria, diversamente da tutti gli altri esseri umani tranne Gesù, era stata concepita senza la macchia del peccato originale. Secondo questa visione, anche se Maria era stata concepita in maniera normale, con l’unione di suo padre e sua madre, aveva ricevuto un gesto immeritato della grazia divina e quindi era nata in uno stato di grazia santificante, essendo così preservata dal contagio del peccato originale.16 Maria è così considerata l’unica persona che abbia ricevuto da Dio questo privilegio speciale.

L’esenzione di Maria dal peccato attuale [commesso volontariamente contro la volontà divina]

Secondo gli insegnamenti cattolici, a causa di uno speciale privilegio della grazia divina Maria fu libera da qualsiasi peccato personale durante la sua intera vita. Questa dottrina è desunta dal versetto in Luca 1,28, che nella traduzione cattolica [vedi CEI ‘74] dice: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. L’interpretazione che ne danno i Cattolici è che, poiché i difetti morali personali sono irreconciliabili con la pienezza della grazia, Maria doveva essere priva di peccato.17

L’Assunzione corporea di Maria in cielo

I Cattolici insegnano che Maria ebbe una morte naturale e poi fu assunta (elevata) in cielo con l’anima e con il corpo. Questa dottrina, anche se insegnata dalla Chiesa a partire dal 500 d.C., divenne ufficiale nel 1950, quando Papa Pio XII dichiarò dogma rivelato da Dio che Maria, l’immacolata Madre di Dio perpetualmente vergine, dopo aver completato la sua vita terrena, fu assunta con il corpo e con l’anima nella gloria dei Cieli. La dottrina è che dopo essere stata assunta in cielo ed elevata sopra tutti gli angeli e i santi, Maria regna con Cristo, il suo Figlio divino, e che la sublime dignità di Maria in quanto Regina del Cielo e della Terra la rende supremamente potente nella sua intercessione materna per i suoi figli sulla terra.18

La mediazione di Maria / Maria come Mediatrice

Pur insegnando che Cristo è l’unico mediatore tra Dio e l’uomo – dato che Lui solo, morendo sulla croce, riconciliò pienamente l’umanità con Dio – la dottrina cattolica insegna anche che altri collaborano nell’unire l’umanità a Dio. Nel suo caso, Maria è considerata la Mediatrice per la sua contribuzione all’Incarnazione.19 Dato che consentì liberamente a diventare la madre di Gesù, e senza il suo consenso ciò non sarebbe avvenuto, viene vista come collaboratrice della redenzione dell’umanità. È anche ritenuta la Mediatrice a causa della sua opera d’intercessione in cielo. La grazia redentrice di Cristo si ritiene conferita a qualcuno con la collaborazione dell’intercessione di Maria.

Il Catechismo Cattolico spiega:

Assunta in cielo, non rinunciò a questo ufficio salvifico, ma con la sua molteplice intercessione continua a portarci i doni della salvezza eterna. […] Quindi la Beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di Avvocata, Aiutante, Benefattrice e Mediatrice.

La Chiesa Cattolica insegna che a Maria è dovuta una venerazione speciale. Anche se solo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo – in quanto Dio – devono essere adorati, Maria dovrebbe essere venerata (la venerazione è inferiore all’adorazione), e la venerazione dovutole è maggiore di quella dovuta agli angeli o agli altri santi.20

In genere i Protestanti, me compreso, non credono che Maria sia stata immacolatamente concepita, sia senza peccato, sia stata assunta in cielo, sia una mediatrice della grazia, o debba essere venerata nel senso di essere adorata, pregata o usata come tramite per invocare Dio in nostro favore. Tuttavia, perché Dio Figlio potesse essere pienamente umano, era necessario che sua madre fosse pienamente umana, e Maria fu la donna che Dio scelse per quel compito, un compito che lei decise liberamente di accettare. L’angelo Gabriele la chiamò O grandemente favorita [dalla grazia]21 ed essendo l’essere umano scelto da Dio come madre del Dio incarnato, era certamente una persona speciale.

In risposta ad alcuni aspetti della teologia cattolica riguardante Maria, i Protestanti tendono a ignorare lei e la parte importante che ebbe nel piano divino della salvezza. Comunque, sarebbe più opportuno esaminare alcune delle cose che ci può insegnare.

Ecco alcuni pensieri a questo riguardo, riassunti dagli scrittori Lewis e Denarest: Maria può essere vista come un esempio fondamentale della dignità che Dio assegna alle donne. Fornisce l’ottimo esempio di una figlia di Abraamo pura, premurosa, credente e spiritualmente vitale, con una vera fede in Dio e nelle sue promesse. In lei vediamo come Dio usa degli agenti umani, donne comprese, per realizzare i suoi propositi santi e amorevoli. È un esempio della disponibilità ad accettare la Parola di Dio ed eseguire i suoi ordini mettendo a rischio la propria persona. Avendo fatto i primi due passi del fidanzamento ed essendosi quindi sposata, attesta l’importanza della famiglia e della casa come l’ambiente in cui Dio voleva che Gesù fosse allevato.

Anche Giuseppe ebbe un ruolo importante. Nel suo matrimonio con Maria e in come insieme a lei crebbe il loro Figlio, vediamo il bell’esempio di un padre che alleva fedelmente un figlio adottivo, un esempio di fedeltà e ubbidienza alla voce di Dio e alle sue indicazioni. Era un uomo giusto e premuroso, disposto a fare ciò che Dio voleva; e così facendo protesse e allevò il Figlio di Dio.22

Anche se la maggior parte dei Protestanti non accetta la teologia cattolica nei riguardi di Maria, possiamo certamente essere d’accordo che Dio la stimava molto e che lei ebbe un ruolo cruciale nella vita di Cristo. Fu lei a crescere e allevare il Dio incarnato, fu lei che Gesù chiamò “mamma”, fu lei a lavarlo, allattarlo, a cucinare per Lui e ad amarlo; e fu con Lui quando morì. Ci sono molte cose per cui possiamo essere grati a Maria, ammirarla e tenerla come esempio nella nostra vita.

Nella storia della nascita di Gesù troviamo la profonda verità spirituale dell’ingresso di Dio nel mondo in mezzo agli uomini, mediante la nascita miracolosa di suo Figlio, la Parola di Dio preesistente e incarnata per la redenzione dell’umanità. Allo stesso tempo, vediamo gli esempi di una donna devota che acconsentì alla richiesta divina di diventare la madre del Salvatore, e di un giovane uomo che fu disposto a credere e a seguire le istruzioni di Dio anche se non era facile. Due giovani fedeli e volenterosi, in ubbidienza alla chiamata divina, ebbero un ruolo importante nel più grande evento della storia. Possiamo davvero essere grati per la loro fede e ubbidienza, e ringraziare Dio per loro.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


Bibliografia generale

Bailey, Kenneth E. Jesus Through Middle Eastern Eyes. Downers Grove: InterVarsity Press, 2008.

Biven, David. New Light on the Difficult Words of Jesus. Holland: En-Gedi Resource Center, 2007.

Bock, Darrell L. Jesus According to Scripture. Grand Rapids: Baker Academic, 2002.

Brown, Raymond E. The Birth of the Messiah. New York: Doubleday, 1993.

Brown, Raymond E. The Death of the Messiah. 2 vols. New York: Doubleday, 1994.

Charlesworth, James H., ed. Jesus' Jewishness, Exploring the Place of Jesus Within Early Judaism. New York: The Crossroad Publishing Company, 1997.

Edersheim, Alfred. The Life and Times of Jesus the Messiah. Updated Edition. Hendrickson Publishers, 1993.

Elwell, Walter A., and Robert W. Yarbrough. Encountering the New Testament. Grand Rapids: Baker Academic, 2005.

Evans, Craig A. World Biblical Commentary: Mark 8:27–16:20. Nashville: Thomas Nelson, 2000.

Flusser, David. Jesus. Jerusalem: The Magnes Press, 1998.

Flusser, David, and R. Steven Notely. The Sage from Galilee: Rediscovering Jesus’ Genius. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 2007.

Green, Joel B. The Gospel of Luke. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 1997.

Green, Joel B., and Scot McKnight, eds. Dictionary of Jesus and the Gospels. Downers Grove: InterVarsity Press, 1992.

Grudem, Wayne. Systematic Theology, An Introduction to Biblical Doctrine. Grand Rapids: InterVarsity Press, 2000.

Guelich, Robert A. World Biblical Commentary: Mark 1–8:26. Nashville: Thomas Nelson, 1989.

Jeremias, Joachim. The Eucharistic Words of Jesus. Philadelphia: Trinity Press International, 1990.

Jeremias, Joachim. Jerusalem in the Time of Jesus. Philadelphia: Fortress Press, 1996.

Jeremias, Joachim. Jesus and the Message of the New Testament. Minneapolis: Fortress Press, 2002.

Jeremias, Joachim. New Testament Theology. New York: Charles Scribner’s Sons, 1971.

Lewis, Gordon R., and Bruce A. Demarest. Integrative Theology. Grand Rapids: Zondervan, 1996.

Lloyd-Jones, D. Martyn. Studies in the Sermon on the Mount. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 1976.

Manson, T. W. The Sayings of Jesus. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 1957.

Manson, T. W. The Teaching of Jesus. Cambridge: University Press, 1967.

Michaels, J. Ramsey. The Gospel of John. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 2010.

Morris, Leon. The Gospel According to Matthew. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 1992.

Ott, Ludwig. Fundamentals of Catholic Dogma. Rockford: Tan Books and Publishers, Inc., 1960.

Pentecost, J. Dwight. The Words & Works of Jesus Christ. Grand Rapids: Zondervan, 1981.

Sanders, E. P. Jesus and Judaism. Philadelphia: Fortress Press, 1985.

Sheen, Fulton J. Life of Christ. New York: Doubleday, 1958.

Spangler, Ann, and Lois Tverberg. Sitting at the Feet of Rabbi Jesus. Grand Rapids: Zondervan, 2009.

Stein, Robert H. Jesus the Messiah, Downers Grove: InterVarsity Press, 1996.

Stein, Robert H. The Method and Message of Jesus’ Teachings, Revised Edition. Louisville: Westminster John Knox Press, 1994.

Stott, John R. W. The Message of the Sermon on the Mount. Downers Grove: InterVarsity Press, 1978.

Wood, D. R. W., I. H. Marshall, A. R. Millard, J. I. Packer, and D. J. Wiseman, eds. New Bible Dictionary. Downers Grove: InterVarsity Press, 1996.

Wright, N. T. Jesus and the Victory of God. Minneapolis: Fortress Press, 1996.

Wright, N. T. Matthew for Everyone, Part 1. Louisville: Westminster John Knox Press, 2004.

Wright, N. T. The Resurrection of the Son of God. Minneapolis: Fortress Press, 2003.

Yancey, Philip. The Jesus I Never Knew. Grand Rapids: Zondervan, 1995.

Young, Brad H. Jesus the Jewish Theologian. Grand Rapids: Baker Academic, 1995.


1 Giovanni 1,1–4.14.

2 Genesi 1,1.

3 Il termine usato da Giovanni, tradotto qui come Parola, nell’originale greco era Logos. Questo termine fu usato per la prima volta nel VI secolo a.C. da un filosofo greco di nome Eraclito per indicare la ragione divina o il piano divino che coordina un universo mutabile. Di conseguenza, per chi all’epoca parlasse greco, Logos significava ragione, quindi avrebbe inteso il versetto come “nel principio era la ragione o la mente di Dio”. Avrebbe compreso che prima della creazione il Logos esisteva con Dio eternamente. Quindi il Logos, la Parola, Dio Figlio, esisteva prima dell’esistenza di ogni cosa creata – compreso il tempo, lo spazio o l’energia. Peter Amsterdam, Al cuore di tutto: l’uomo-Dio, parte 1.

4 Giovanni 1,18.

5 Filippesi 2,6–11; Romani 8,3; 1 Pietro 1,20–21.

6 Noi non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con le nostre infermità, ma uno che è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato (Ebrei 4,15). 

Egli non commise alcun peccato e non fu trovato alcun inganno nella sua bocca (1 Pietro 2,22).

E voi sapete che Egli è stato manifestato per togliere via i nostri peccati; e in Lui non vi è peccato (1 Giovanni 3,5). 

Egli ha fatto essere peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato, affinché noi potessimo diventare giustizia di Dio in Lui (2 Corinzi 5,21).

Chi di voi mi convince di peccato? (Giovanni 8,46).

7 Witherington, Birth of Jesus, Dictionary of Jesus and the Gospels, 72.

8 Matteo 1,23.

9 Luca 1,35.

10 Grudem, Systematic Theology, 1169.

11 OMISSIS

12 Brown, The Birth of the Messiah, 518.

13 Matteo 12,46; 13,55–56; Marco 3,31–32; Luca 8,19–21; Giovanni 2,12; 7,3–5.

14 Witherington, Birth of Jesus, Dictionary of Jesus and the Gospels, 71.

15 William Lane Craig, The Birth of God, on reasonablefaith.org.

16 Ott, Fundamentals of Catholic Dogma, 199.

17 Ibid., 203.

18 Ibid., 211.

19 Il titolo di Mediatrice è usato nella terminologia cattolica per indicare l’intervento mediatore di Maria nei nostri confronti.

20 Ott, Fundamentals of Catholic Dogma, 215.

21 Luca 1,28.

22 Lewis and Demarest, Integrative Theology, 276–78.


Titolo originale: Jesus—His Life and Message: Jesus’s birth (Part 5)
Pubblicato originariamente in Inglese il 30 Dicembre 2014
versione italiana affissa il 21 Giugno 2015;
statistiche: 3.372 parole; 17.522 caratteri