Gesù — la sua vita e il suo messaggio: la Festa dei Tabernacoli (parte 3)
Agosto 25, 2020
di Peter Amsterdam
Gesù — la sua vita e il suo messaggio: la Festa dei Tabernacoli (parte 3)
Jesus—His Life and Message: The Feast of Tabernacles (Part 3)
Come abbiamo visto nei due articoli precedenti, verso la metà della Festa dei Tabernacoli Gesù andò dalla Galilea a Gerusalemme per partecipare alle festività. Mentre era là insegnò nel tempio e alcuni di quelli che udirono i suoi insegnamenti lo osteggiarono. Nel corso della discussione Gesù affermò che c’erano occasioni in cui alcune cose avevano la precedenza sulle leggi del sabato e disse alla folla e ai leader ebraici che dovevano giudicare secondo giustizia. Leggiamo che alcuni di Gerusalemme dicevano: «Non è questi colui che cercano di uccidere? Eppure, ecco, egli parla liberamente e non gli dicono nulla; hanno i capi riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma noi sappiamo di dove sia costui; invece quando il Cristo verrà, nessuno saprà di dove egli sia».1
Agli inizi di questo passo si era parlato di “giudei” in riferimento ai leader religiosi ebraici e di “folla”in riferimento a quelli che non vivevano a Gerusalemme ma erano venuti dai loro paesi per partecipare alla festa dei Tabernacoli e non sapevano niente del complotto per uccidere Gesù. Adesso si parla di un altro gruppo di persone, “alcuni di Gerusalemme”.
Nell’articolo precedente abbiamo visto che era chiaro che la folla era inconsapevole del complotto dei leader ebraici per uccidere Gesù, così, quando Lui aveva chiesto: «Perché cercate di uccidermi?» La folla rispose e disse: «Tu hai un demone; chi cerca di ucciderti?»2 Adesso, comunque, scopriamo che alcuni degli abitanti di Gerusalemme avevano udito che c’era effettivamente un tale complotto.
A causa di questa minaccia alla vita di Gesù gli abitanti di Gerusalemme erano sorpresi che Lui fosse alla festa e parlasse pubblicamente nel tempio davanti a tutti. Quello che li sorprendeva ancora di più era che le autorità ebraiche non facessero nulla per fermarlo e non l’avessero arrestato. Per questo cominciavano a chiedersi se i capi religiosi fossero giunti alla conclusione che Gesù era effettivamente l’atteso Messia.
Comunque conclusero che non poteva esserlo, perché sapevano che Gesù veniva dalla Galilea, nel nord del paese, e “sapevano” anche che quando il Messia sarebbe giunto, nessuno avrebbe saputo da dove proveniva. Questa affermazione sembra strana, perché in un passo le Scritture dichiaravano che il Messia sarebbe arrivato da Betlemme.
Ma tu, o Betlemme Efratah, anche se sei piccola fra le migliaia di Giuda, da te uscirà per me colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini sono dai tempi antichi, dai giorni eterni.3
Nel Vangelo di Matteo, Re Erode chiese ai sommi sacerdoti e agli scribi dove dovesse nascere il Messia (il Cristo) ed essi gli risposero: In Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta.4 Più in là nello stesso capitolo si menziona nuovamente Betlemme. Evidentemente c’era un certo gruppo di persone che credevano che il Messia avrebbe avuto un’origine misteriosa e sarebbe apparso sulla scena improvvisamente — idea che si trova in alcuni libri ebraici apocrifi.
Allora Gesù, insegnando nel tempio, esclamò e disse: «Voi mi conoscete e sapete da dove sono; tuttavia io non sono venuto da me stesso, ma colui che mi ha mandato è verace e voi non lo conoscete. Io però lo conosco, perché vengo da lui ed è stato lui a mandarmi».5
Esclamare significa dire qualcosa a voce alta e con enfasi, affermare, dichiarare, proferire. È tradotto anche con “gridare”, come per esempio: Giovanni testimoniò di lui e gridò, dicendo: «Questi è colui del quale dicevo: “Colui che viene dopo di me mi ha preceduto, perché era prima di me”».6In questo caso, però, molto probabilmente indica che Gesù fece una dichiarazione formale.
[Alcune traduzioni inglesi aggiungono un punto interrogativo alla sua affermazione: Voi mi conoscete e sapete da dove sono? — oppure aggiungono un davvero mi conoscete…? — o pensate proprio di conoscermi…? — per indicare che riprende la loro obiezione per confutarla.] La maggior parte delle traduzioni termina la frase con un punto, rendendola un’affermazione. Gesù riconobbe che sapevano chi era e da dove veniva, ma, in un senso più importante, non sapevano da dove proveniva realmente perché non sapevano che veniva da Dio, cosa che indicò subito dopo:
Io non sono venuto da me stesso, ma colui che mi ha mandato è verace.7
Pur ammettendo liberamente che veniva da Nazareth, dichiarò anche che era stato Dio a incaricarlo, come affermò molte altre volte in questo stesso Vangelo.
Il Padre, che mi ha mandato, ha egli stesso testimoniato di me.8
Come il Padre vivente mi ha mandato ed io vivo a motivo del Padre.9
Gesù sottolineò che chi lo aveva mandato era verace, veritiero, cioè era veramente Dio.
Poi Gesù aggiunse: Voi non lo conoscete. Dicendo questo, Gesù afferma che il suo pubblico, il popolo di Gerusalemme, i capi religiosi e la folla, non conoscevano Dio. Se l’avessero conosciuto davvero, avrebbero riconosciuto che era stato Lui a mandare Gesù. Più in là nel libro di Giovanni, Gesù affermò nuovamente che non conoscevano Dio.
Gli dissero allora: «Dov’è tuo Padre?». Gesù rispose: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio».10
Voi non l’avete conosciuto, io però lo conosco. […] Io lo conosco e osservo la sua parola.11
Rifiutando il messaggero, rifiutavano Dio.
In contrasto, Gesù affermò chiaramente: «Io però lo conosco, perché vengo da lui ed è stato lui a mandarmi».12 In questo modo indicò due modi in cui ciò era vero. Primo, la sua origine; esisteva con Dio prima della sua vita sulla terra. Secondo, aveva ricevuto una missione da Dio ed era stato mandato per realizzare il proposito di suo Padre.
Perciò cercavano di prenderlo, ma nessuno gli mise le mani addosso, perché la sua ora non era ancora venuta.13
Le parole che Gesù, insegnando nel tempio, esclamò fecero infuriare alcuni degli ascoltatori, al punto che cercarono di arrestarlo. Non è chiaro chi a questo punto stesse complottando, se gli abitanti di Gerusalemme, le folle o i leader ebraici. Comunque è probabile che i sommi sacerdoti e i farisei fossero gli unici ad avere l’autorità di arrestarlo. Sembra che ci fu un vero e proprio tentativo di prendere Gesù, che però non ebbe successo. Non ne conosciamo i dettagli, ma leggiamo che il motivo per cui non riuscirono a farlo era perché la sua ora non era ancora venuta. Comunque, più tardi c’è un momento in cui Gesù dichiara: «L’ora è venuta, in cui il Figlio dell’uomo deve essere glorificato».14
Ma molti della folla credettero in lui e dicevano: «Il Cristo, quando verrà, farà più segni di quanti ne abbia fatti costui?»15
In contrasto con i capi religiosi ebraici che stavano tentando di prenderlo, alcuni in mezzo alla moltitudine credevano e accettavano il suo messaggio. Il motivo principale per la loro fede erano i miracoli, o segni, come li chiama il Vangelo di Giovanni. La risposta prevista alla loro domanda è che no, il Messia non farà più miracoli di quelli che faceva Gesù. Molti credettero in Lui perché non potevano immaginare che il Messia promesso avrebbe fatto più miracoli.
I farisei udirono che la folla sussurrava queste cose a suo riguardo; perciò i farisei e i capi dei sacerdoti mandarono delle guardie per prenderlo.16
Sentendo ciò che la folla discuteva su di Lui e avendo capito che molti credevano in Gesù, i farisei si allearono ai sommi sacerdoti. In genere questi erano sadducei e avevano una considerevole importanza nel sinedrio, l’autorità normativa a Gerusalemme. I farisei e i sadducei avevano varie divergenze teologiche, ma concordavano sul fatto che Gesù dovesse essere arrestato, così si organizzarono insieme perché dei soldati, molto probabilmente le guardie del tempio, lo arrestassero.
Allora Gesù disse loro: «Io sono con voi ancora per poco tempo; poi me ne andrò da colui che mi ha mandato. Voi mi cercherete e non mi troverete; e dove sarò io, voi non potete venire».17
Gesù non sembrava troppo preoccupato che le autorità volessero arrestarlo. In precedenza aveva detto che l’aveva mandato suo Padre e ora afferma che sarebbe tornato a Lui. Sapeva che il tempo della sua dipartita era nelle mani di suo Padre e che quindi il controllo non era nelle mani di chi voleva arrestarlo.
Dicevano perciò i Giudei tra loro: «Dove sta egli per andare che noi non lo troveremo? Andrà forse da quelli che sono dispersi fra i Greci, e ad insegnare ai Greci? Cosa voleva dire quando disse: “Voi mi cercherete e non mi troverete”; e: “Dove sarò io, voi non potete venire”?»18
Quelli che avevano sentito Gesù dire che sarebbe andato dove loro non potevano andare rimasero confusi. Chi lo aveva sentito si chiedeva se volesse dire che avrebbe lasciato Israele e sarebbe andato a insegnare ai Gentili nella Dispersione (o Diaspora, com’è chiamata oggi), cioè le comunità ebraiche che vivevano fuori da Israele. Un autore ha scritto:
Non hanno torto a pensare che Gesù abbia dei piani missionari per queste persone e in realtà anche per le nazioni dei Gentili. Questi piani, però, saranno realizzati quando Lui andrà dal padre, attraverso la morte e la risurrezione, con la successiva effusione dello Spirito e la missione mondiale della comunità dei discepoli, la chiesa.19
Anche se Gesù non andò tra i Dispersi a insegnare e predicare ai Gentili, nei vangeli leggiamo che effettivamente interagì con dei Gentili e li guarì, sia in Israele che oltre i suoi confini. Parlò con la Samaritana al pozzo e ai suoi concittadini;20 guarì i demoniaci di Gadarene;21 guarì i dieci lebbrosi, uno dei quali era un samaritano;22 guarì la figlia della donna cananea23 e il servo del comandante romano.24 In seguito, come viene descritto negli Atti degli Apostoli e nelle Epistole, dopo essere stati colmati dello Spirito Santo i discepoli andarono in giro per il mondo pagano predicando il Vangelo e vincendo discepoli tra i Gentili.
(Continua nella quarta parte)
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
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1 Giovanni 7,25–27.
2 Giovanni 7,19–20.
3 Michea 5,2 (LND).
4 Matteo 2,5.
5 Giovanni 7,28–29.
6 Giovanni 1,15. Vedi anche Giovanni 7,37; 12,44.
7 Giovanni 7,28.
8 Giovanni 5,37.
9 Giovanni 6,57. Vedi anche Giovanni 3,2.17.34; 5,37; 6,44.
10 Giovanni 8,19.
11 Giovanni 8,55.
12 Giovanni 7,29.
13 Giovanni 7,30.
14 Giovanni 12,23.
15 Giovanni 7,31.
16 Giovanni 7,32.
17 Giovanni 7,33–34.
18 Giovanni 7,35–36.
19 Milne, The Message of John, 120.
20 Giovanni 4,5–42.
21 Matteo 8,28.
22 Luca 17,12–16.
23 Matteo 15,22.
24 Luca 7,1–10.
Pubblicato originariamente in inglese il 7 luglio 2019.