Gesù – la sua vita e il suo messaggio: il Figlio dell’Uomo
Settembre 5, 2017
di Peter Amsterdam
Gesù – la sua vita e il suo messaggio: il Figlio dell’Uomo
[Jesus—His Life and Message: The Son of Man]
Nei quattro Vangeli, Gesù usa molte volte il termine “Figlio dell’uomo”. Dato che è usato frequentemente, è utile capire la sua origine e il suo significato; ce ne occuperemo in questo articolo.
Il termine fu utilizzato da Gesù per indicare la sua origine celeste, la sua missione terrena e il suo futuro ritorno. Oltre al nome “Gesù”, il termine “Figlio dell’uomo” è uno dei più usati in riferimento a Gesù nei Vangeli. Gesù usa questo termine ottantun volte come maniera indiretta di parlare di Sé (trenta volte in Matteo, quattordici in Marco, ventiquattro in Luca e tredici in Giovanni). Nel Nuovo Testamento lo troviamo altre quattro volte. In Atti 7,6 Stefano, in procinto di essere martirizzato, dice: “Io vedo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio”. Ebrei 2,61cita Salmi 8,4 applicandolo a Gesù e Apocalisse 1,13 e 14,14 parlano di una persona “simile a un figlio d’uomo”, riferendosi chiaramente a Gesù risorto e glorificato.2 Nei Vangeli questo detto esce soltanto dalle labbra di Gesù, a eccezione di Giovanni 23,34, dove alcune persone citano a Gesù le sue stesse parole e gli chiedono a chi si riferisca, e di Luca 24,7, quando è l’angelo a ripetere e le parole di Gesù.
Per secoli gli studiosi hanno scritto riguardo a questo titolo di Gesù e, come ha spiegato uno scrittore: Questo è il titolo che è stato investigato più intensamente; la quantità di pubblicazioni che ha generato è a dir poco immensa.3 Le opinioni sul significato di “Figlio dell’uomo” variano e in questo articolo mi concentrerò sulla definizione che molti insegnanti considerano la più accurata. Se volete imparare qualcosa sulle tante altre opinioni, potete ricercarle sull’internet e in libri già pubblicati.
Il termine “Figlio dell’uomo” (in greco: Huios to u anthropou) è una traduzione dell’aramaico bar nasha e dell’ebraico ben adam. Nel Vecchio Testamento lo troviamo nei Salmi, in Ezechiele e in Daniele. Il salmo 80,17 ci fornisce l’esempio di un punto in cui il termine “figlio dell’uomo” è utilizzato come sinonimo di uomo:
Sia la tua mano sull’uomo della tua destra, sul figlio dell’uomo che hai reso forte per te.
In Ezechiele il termine è utilizzato novantatré volte nella forma in cui Dio si rivolge al profeta, come in questo esempio:
Tu, figlio d’uomo, prenditi una tavoletta d’argilla, mettila davanti a te e disegnavi sopra una città, Gerusalemme.4
In generale gli studiosi concordano che l’uso fatto del titolo nei Vangeli non derivi da quello fatto nei Salmi o in Ezechiele, ma da quello nel libro di Daniele. In Daniele 7,13-14 leggiamo:
Io guardavo nelle visioni notturne, ed ecco sulle nubi del cielo venire uno simile a un Figlio dell’uomo; egli giunse fino all’Antico di giorni e fu fatto avvicinare a lui. A lui fu dato dominio, gloria e regno, perché tutti i popoli, nazioni e lingue lo servissero; il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà mai distrutto.
Il termine “uno simile a un figlio dell’uomo”, cioè simile a un essere umano, non è usato come titolo specifico in questo passo. Comunque, questi versetti formano lo scenario migliore per comprendere l’uso che Gesù fa del termine come titolo per se stesso nei Vangeli, poiché spesso pronunciò frasi che avevano similarità con Daniele 7,13-14, come:
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire nelle nuvole, con grande potenza e gloria.5
E voi vedrete il Figlio dell’uomo sedere alla destra della Potenza e venire con le nuvole del cielo.6
Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i santi angeli, allora si siederà sul trono della sua gloria. E tutte le genti saranno radunate davanti a lui; ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri.7
Nei Vangeli ci sono altri detti che dimostrano la familiarità di Gesù con Daniele 7. Per esempio, Daniele 7,18 dice:
I santi dell’Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per sempre, per l’eternità.
Daniele 7,27 dice:
Poi il regno, il dominio e la grandezza dei regni sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell’Altissimo; il suo regno è un regno eterno, e tutti i domini lo serviranno e gli ubbidiranno
Troviamo un eco di questi versetti quando Gesù disse:
Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno.8
In verità vi dico che nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo sederà sul trono della sua gloria, anche voi che mi avete seguito sederete su dodici troni, per giudicare le dodici tribù d’Israele.9
Or voi siete quelli che siete rimasti con me nelle mie prove. Ed io vi assegno il regno, come il Padre mio lo ha assegnato a me, affinché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno e sediate su troni per giudicare le dodici tribù d’Israele.10
Anche se la frase “Figlio dell’uomo” non fu usata come titolo in Daniele 7,13, sembra che Gesù l’usasse in maniera indiretta per riferirsi al proprio ruolo di Messia. Dato che non era usato in tal senso in Daniele, perché Gesù lo usò in riferimento a se stesso, anche se in maniera oscura? Forse perché nella Palestina del primo secolo era molto pericoloso affermare di essere il Messia. Gli Ebrei dei tempi di Gesù aspettavano l’arrivo del Messia come un liberatore, un uomo che avrebbe sconfitto i Romani e liberato la loro terra. Chiunque affermasse di essere il Messia sarebbe stato visto come una sfida politica a Roma.
Anche se Gesù non ebbe alcun approccio politico, se avesse dichiarato pubblicamente di essere il Messia, sia i suoi conterranei ebrei sia le autorità romane l’avrebbero interpretato come una sfida alla loro autorità. Quindi mantenne segreto al popolo il suo ruolo di Messia. Quando Gesù chiese ai suoi discepoli chi pensassero che fosse, Pietro, rispondendo, gli disse: «Tu sei il Cristo». Allora egli intimò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.11 Perché? Probabilmente perché era pericoloso.
Quando si riferiva a Sé come al Figlio dell’uomo, i suoi ascoltatori avrebbero capito che usava il termine come riferimento indiretto alla sua persona. Per esempio, quando disse: Le volpi hanno delle tane, e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha neppure dove posare il capo,12 la gente avrebbe capito che intendeva dire: “Non ho un posto dove posare il capo”. Una volta che i suoi discepoli arrivarono a capire che Lui era il Messia, avrebbero anche capito che Figlio dell’uomo era un titolo messianico, per via di varie cose che Gesù aveva detto loro in momenti più privati, con le quali aveva indicato cosa intendesse con quel titolo. (Ne parleremo ancora più sotto.) Alle persone fuori da quel circolo ristretto sarebbe sembrata una circonlocuzione per dire “io”, quindi non avrebbero capito il riferimento a Gesù come Messia.
È interessante vedere che anche se Gesù usò molte volte il termine Figlio dell’uomo in riferimento a se stesso,13 solo undici volte usa a questo scopo il titolo di Cristo (Messia). Ecco alcuni esempi:
Il sommo sacerdote replicò dicendo: «Io ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se sei il Cristo, il Figlio di Dio». Gesù gli disse: «Tu l’hai detto».14
Ed egli disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». E Pietro, rispondendo, gli disse: «Tu sei il Cristo».15
Or questa è la vita eterna, che conoscano te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo che tu hai mandato.16
La donna gli disse: «Io so che il Messia (che è chiamato Cristo) deve venire; quando sarà venuto ci annuncerà ogni cosa». Gesù le disse: «Sono io, io che ti parlo».17
Anche se negli Atti degli Apostoli e nelle Epistole il titolo “Figlio dell’uomo” è usato solo poche volte, in questi stessi libri il titolo Cristo è usato oltre quattrocentocinquanta volte. È usato così spesso da diventare parte del nome stesso di Gesù: Gesù Cristo.18 Poiché il titolo di “Figlio dell’uomo” fu usato esclusivamente da Gesù per riferirsi a se stesso, non divenne mai un modo comune di chiamarlo, quindi non ebbe un ruolo nelle dichiarazioni dottrinali della prima chiesa, al contrario di “Cristo”, “Signore” e “Figlio di Dio”. Con alcune eccezioni, fu usato solo da Gesù.
Nei Vangeli, Gesù usò questo titolo in vari modi, spesso quando parlava di argomenti specifici come i seguenti:
La sua autorità presente
Nel Vangelo di Marco Gesù si riferisce a se stesso come Figlio dell’uomo quando parla della propria autorità di perdonare i peccati e di come è signore del sabato:
Ora, affinché sappiate che il Figlio dell’uomo ha potestà di perdonare i peccati in terra…19
Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato.20
Una simile autorità normalmente apparterebbe a Dio o a qualcuno autorizzato da Lui.21
La sua sofferenza e la sua risurrezione
In Marco leggiamo anche dell’imminente sofferenza, morte e risurrezione del Figlio dell’uomo, quando Gesù parla di ciò che doveva accadere secondo le Scritture:
Poi cominciò a insegnare loro che era necessario che il Figlio dell’uomo soffrisse molte cose, fosse riprovato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi e fosse ucciso, e dopo tre giorni risuscitasse.22
Poi, mentre scendevano dal monte, egli ordinò loro di non raccontare a nessuno le cose che avevano viste, se non quando il Figlio dell’uomo fosse risuscitato dai morti.23
Infatti egli istruiva i suoi discepoli, dicendo loro: «Il Figlio dell’uomo sta per essere dato nelle mani degli uomini ed essi l’uccideranno; ma tre giorni dopo essere stato ucciso, risusciterà».24
Noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà dato nelle mani dei capi dei sacerdoti e degli scribi. Essi lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani.25
Poiché anche il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti.26
Il suo futuro ritorno
In Marco troviamo alcuni riferimenti a un futuro ritorno del Figlio dell’uomo per radunare i suoi eletti e rifiutare chi si vergognava di Lui.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire nelle nuvole, con grande potenza e gloria.27
Chi si vergognerà di me e delle mie parole, in mezzo a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo, con i santi angeli.28
In Matteo leggiamo che il Figlio dell’uomo arriverà inaspettatamente e giudicherà ogni persona.
Ma come fu ai giorni di Noè, così sarà anche alla venuta del Figlio dell’uomo.29
Non si avvidero di nulla, finché venne il diluvio e li portò via tutti; così sarà pure alla venuta del Figlio dell’uomo.30
Perciò anche voi siate pronti, perché nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà.31
Perché il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo con i suoi angeli; e allora egli renderà a ciascuno secondo il suo operato.32
Nel Vangelo di Luca troviamo simili accenni al Figlio dell’uomo riguardo al ritorno di Gesù.
In Giovanni troviamo alcuni riferimenti alla passione e risurrezione di Gesù, che sono simili a quelli degli altri Vangeli. Giovanni usa il termine anche in maniera diversa dagli altri autori dei Vangeli. Per esempio, usa il termine insieme alla parola “innalzato”, interpretata come essere messo in croce o essere esaltato.
E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.33
Quindi Gesù disse loro: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che io sono e che non faccio nulla da me stesso, ma dico queste cose come il Padre mi ha insegnato.34
La folla gli rispose: «Noi abbiamo appreso dalla legge che il Cristo rimane in eterno; ora come puoi tu dire che il Figlio dell’uomo deve essere innalzato? Chi è questo Figlio dell’uomo?»35
Giovanni dice anche che il Figlio dell’uomo sarà glorificato.
Ma Gesù rispose loro, dicendo: «L’ora è venuta, in cui il Figlio dell’uomo deve essere glorificato».36
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è glorificato, e Dio è glorificato in lui».37
Il Figlio dell’uomo ha l’autorità di giudicare e di dare la vita eterna, è disceso dal cielo e vi salirà ancora.
[Il Padre] gli ha anche dato l’autorità di giudicare, perché è il Figlio dell’uomo.38
Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna, che il Figlio dell’uomo vi darà, perché su di lui il Padre, cioè Dio, ha posto il suo sigillo.39
Or nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo, cioè il Figlio dell’uomo che è nel cielo.40
Nel Vangelo di Giovanni il titolo “Figlio dell’uomo” è ritenuto equivalente al titolo “Figlio di Dio”. Parla della sua divinità, preesistenza, origine celeste e autorità divina, oltre che della sua gloria.
Gesù usò il titolo Figlio dell’uomo,in riferimento a se stesso, fino al momento giusto per rivelare più pubblicamente di essere il Messia. Era un termine che gli permise di illustrare la sua missione e la sua posizione di Figlio di Dio ai suoi seguaci, permettendogli al tempo stesso di parlare modestamente di Sé, invece di chiamarsi costantemente il Messia o il Figlio di Dio, cosa che avrebbe potuto causargli guai molto prima nel suo ministero. Dopo la sua risurrezione e la sua ascensione al cielo, mantenere segreta la sua identità non era più un problema, quindi non c’era bisogno di parlare Lui come del Figlio dell’uomo; i suoi seguaci così parlarono di Lui come Signore, Cristo (Messia) e Figlio di Dio.
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
Bibliografia generale
Bailey, Kenneth E. Jesus Through Middle Eastern Eyes. Downers Grove: InterVarsity Press, 2008.
Biven, David. New Light on the Difficult Words of Jesus. Holland: En-Gedi Resource Center, 2007.
Bock, Darrell L. Jesus According to Scripture. Grand Rapids: Baker Academic, 2002.
Brown, Raymond E. The Birth of the Messiah. New York: Doubleday, 1993.
Brown, Raymond E. The Death of the Messiah Vols 1,2. New York: Doubleday, 1994.
Charlesworth, James H. (editor). Jesus’ Jewishness, Exploring the Place of Jesus Within Early Judaism.New York: The Crossroad Publishing Company, 1997.
Edersheim, Alfred. The Life and Times of Jesus the Messiah. Updated Edition. Hendrickson Publishers, 1993.
Elwell, Walter A., and Robert W. Yarbrough. Encountering the New Testament. Grand Rapids: Baker Academic, 2005.
Evans, Craig A. World Biblical Commentary: Mark 8:27–16:20. Nashville: Thomas Nelson, 2000.
Flusser, David. Jesus. Jerusalem: The Magnes Press, 1998.
Flusser, David, and R. Steven Notely. The Sage from Galilee: Rediscovering Jesus’ Genius. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 2007.
Green, Joel B., and Scot McKnight, eds. Dictionary of Jesus and the Gospels. Downers Grove: InterVarsity Press, 1992.
Green, Joel B. The Gospel of Luke. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 1997.
Guelich, Robert A. World Biblical Commentary: Mark 1–8:26. Nashville: Thomas Nelson, 1989.
Jeremias, Joachim. Jerusalem in the Time of Jesus. Philadelphia: Fortress Press, 1996.
Jeremias, Joachim. Jesus and the Message of the New Testament. Minneapolis: Fortress Press, 2002.
Jeremias, Joachim. New Testament Theology. New York: Charles Scribner’s Sons, 1971.
Jeremias, Joachim. The Eucharistic Words of Jesus. Philadelphia: Trinity Press International, 1990.
Lloyd-Jones, D. Martyn. Studies in the Sermon on the Mount.Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 1976.
Manson, T. W. The Sayings of Jesus. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 1957.
Manson, T. W. The Teaching of Jesus. Cambridge: University Press, 1967.
Michaels, J. Ramsey. The Gospel of John. Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 2010.
Morris, Leon. The Gospel According to Matthew.Grand Rapids: William B. Eerdmans’ Publishing Company, 1992.
Pentecost, J. Dwight. The Words & Works of Jesus Christ.Grand Rapids: Zondervan, 1981.
Sanders, E. P. Jesus and Judaism.Philadelphia: Fortress Press, 1985.
Sheen, Fulton J. Life of Christ. New York: Doubleday, 1958.
Spangler, Ann, and Lois Tverberg. Sitting at the Feet of Rabbi Jesus. Grand Rapids: Zondervan, 2009.
Stein, Robert H. Jesus the Messiah, Downers Grove: InterVarsity Press, 1996.
Stein, Robert H. The Method and Message of Jesus’ Teachings, Revised Edition. Louisville: Westminster John Knox Press, 1994.
Stott, John R. W. The Message of the Sermon on the Mount. Downers Grove: InterVarsity Press, 1978.
Wood, D. R. W., I. H. Marshall, A. R. Millard, J. I. Packer, and D. J. Wiseman, eds. New Bible Dictionary. Downers Grove: InterVarsity Press, 1996.
Wright, N. T. Jesus and the Victory of God. Minneapolis: Fortress Press, 1996.
Wright, N. T.The Resurrection of the Son of God.Minneapolis: Fortress Press, 2003.
Yancey, Philip. The Jesus I Never Knew. Grand Rapids: Zondervan, 1995.
Young, Brad H. Jesus the Jewish Theologian.Grand Rapids: Baker Academic, 1995.
1 Infatti non è agli angeli che egli ha sottoposto il mondo a venire, del quale parliamo, ma qualcuno ha testimoniato in un certo luogo, dicendo: «Che cosa è l’uomo, perché tu ti ricordi di lui, o il figlio dell’uomo perché lo consideri? Tu lo hai fatto per un po’di tempo inferiore agli angeli, tu lo hai coronato di gloria e di onore e lo hai costituito sopra le opere delle tue mani; tu gli hai posto tutte le cose sotto i piedi». Infatti, nel sottoporgli tutte le cose, non ha lasciato nulla che non gli fosse sottoposto. Tuttavia al presente non vediamo ancora che tutte le cose gli sono sottoposte, ma vediamo coronato di gloria e d’onore per la morte che sofferse, Gesù, che è stato fatto per un po’ di tempo inferiore agli angeli, affinché per la grazia di Dio gustasse la morte per tutti (Ebrei 2,5–9).
2 James C. DeYoung, in Elwell, Baker Encyclopedia of the Bible, 1983–1984.
3 Stein, The Method and Message of Jesus’ Teachings, 136.
4 Ezechiele 4,1.
5 Marco 13,26.
6 Marco 14,62.
7 Matteo 25,31–32.
8 Luca 12,32.
9 Matteo 19,28.
10 Luca 22,28–30.
11 Marco 8,29–30.
12 Matteo 8,20.
13 Stein, The Method and Message of Jesus’ Teachings, 148.
14 Matteo 26,63–64. (Anche Marco 14,61–62.)
15 Marco 8,29–30. (Anche Luca 9,20–21.)
16 Giovanni 17,1–3.
17 Giovanni 4,25–26NR. (Altri versetti includono Matteo 23,10; 24,5; Marco 9,41.)
18 Stein, The Method and Message of Jesus’ Teachings, 148.
19 Marco 2,10.
20 Marco 2,28.
21 I. H. Marshall, “Son of Man,” in Green e McKnight, Dictionary of Jesus and the Gospels, 775–781.
22 Marco 8,31.
23 Marco 9,9 NR.
24 Marco 9,31 NR.
25 Marco 10,33 NR.
26 Marco 10,45.
27 Marco 13,26.
28 Marco 8,38.
29 Matteo 24,37.
30 Matteo 24,39.
31 Matteo 24,44.
32 Matteo 16,27.
33 Giovanni 3,14–15.
34 Giovanni 8,28.
35 Giovanni 12,34.
36 Giovanni 12,23.
37 Giovanni 13,31.
38 Giovanni 5,27.
39 Giovanni 6,27.
40 Giovanni 3,13.
Pubblicato originariamente in Inglese il 7 marzo 2017.