Gesù — la sua vita e il suo messaggio: “Io sono”
Ottobre 16, 2018
di Peter Amsterdam
Gesù — la sua vita e il suo messaggio: “Io sono”
La luce del mondo
[Jesus—His Life and Message: The “I Am” Sayings—The Light of the World]
Troviamo la seconda delle frasi “Io sono” di Gesù nel capitolo 8 del Vangelo di Giovanni.
Gesù di nuovo parlò loro, dicendo: «Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».1
Capire il contesto del momento e del luogo in cui Gesù fece questa affermazione aggiunge informazioni al suo significato. L’ottavo capitolo del Vangelo di Giovanni comincia con la storia della donna sorpresa in atto di adulterio,2 poi passa all’affermazione di Gesù di essere la luce del mondo. La maggior parte dei commentatori considera questa storia fuori posto rispetto all’intreccio del Vangelo. Se uno ignora i primi undici versetti (la storia della donna), la seconda parte del capitolo otto sembra scorrere direttamente dal capitolo sette. Vediamolo più da vicino.
Il capitolo sette comincia affermando che Gesù era in Galilea e che la Festa delle capanne era vicina. (Questa festa viene a volte chiamata Festa dei tabernacoli ed è praticata ancora oggi nella religione ebraica. In ebraico si chiama Sukkot.) La Festa delle capanne dura sette giorni e viene celebrata in settembre o agli inizi d’ottobre. Durante quel periodo i fedeli abitano in “capanne”.3 Alla fine della festa c’è un’ottava giornata di riposo, secondo il comando divino:
Il quindicesimo giorno del settimo mese, quando avrete raccolto i frutti della terra, celebrerete una festa all’Eterno per sette giorni; il primo giorno sarà di riposo, e l’ottavo giorno sarà pure di riposo. […] Dimorerete in capanne per sette giorni; tutti quelli che sono nativi d’Israele dimoreranno in capanne, affinché i vostri discendenti sappiano che io feci dimorare in capanne i figli d’Israele, quando li feci uscire dal paese d’Egitto. Io sono l’Eterno, il vostro Dio.4
Gesù rimandò il viaggio a Gerusalemme per la festa, poi, quando ci andò, lo fece privatamente.5
Ma, verso la metà della festa, Gesù salì al tempio e incominciò a insegnare.6
I suoi insegnamenti suscitarono controversie, perché alcuni di quelli che lo ascoltavano lo ritenevano il Messia, mentre altri volevano che fosse arrestato. È a questo punto che rientra la storia della donna colta in adulterio, ma una volta terminata quella, il racconto ritorna a Gesù che parla durante la festa. Anche se non viene precisato specificamente che Lui era alla festa, le sue parole suggeriscono che lo fosse.
Ai tempi di Gesù, alla festa delle capanne erano associate due cerimonie: la “libagione d’acqua” e la “illuminazione del tempio”. Durante ogni giorno della festa, i sacerdoti attingevano acqua dalla Piscina di Siloam e la portavano in processione al tempio, al suono festoso delle trombe, per celebrare come Dio trasse acqua da una roccia durante le peregrinazioni d’Israele nel deserto.7 Nel capitolo sette, leggiamo che nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù si alzò in piedi ed esclamò dicendo: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, da dentro di lui sgorgheranno fiumi d’acqua viva». Or egli disse questo dello Spirito, che avrebbero ricevuto coloro che avrebbero creduto in lui; lo Spirito Santo infatti non era ancora stato dato, perché Gesù non era stato ancora glorificato.8 Il fatto che Gesù parlasse di acqua viva durante questa festa sarebbe stato visto nel contesto della processione dell’acqua.
Un’altra parte della festa era l’illuminazione del tempio. Durante una cerimonia serale, nella parte del complesso del tempio chiamata cortile delle donne venivano accesi quattro enormi candelabri d’oro, ognuno con quattro grandi lampade. La luce dei candelabri illuminava tutta l’area del tempio. Questa cerimonia commemorava la colonna di fuoco che aveva guidato gli Israeliti nel deserto:
E l’Eterno andava davanti a loro, di giorno in una colonna di nuvola per guidarli nella via, e di notte in una colonna di fuoco per far loro luce, affinché potessero camminare giorno e notte.9
Quando Gesù affermò Io sono la luce del mondo, nel capitolo otto del Vangelo di Giovanni, probabilmente era in questo contesto. In questo capitolo si tratta di un’affermazione a sé stante, perché appena la fece i farisei cominciarono a discutere con Lui. Giovanni comunque include parecchi riferimenti a Gesù come la luce, specialmente nel primo capitolo:
Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio.10
E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi.11
In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini12
E la luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno compresa.13
La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo.14
Più tardi in questo Vangelo – quando la folla chiese a Gesù: Come mai dunque tu dici che il Figlio dell’uomo dev’essere innalzato? Chi è questo Figlio dell’uomo?15 – Gesù rispose in un modo che ancora una volta lo identificava come la luce:
La luce è ancora per poco tempo tra di voi. Camminate mentre avete la luce, affinché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre, non sa dove va. Mentre avete la luce, credete nella luce, affinché diventiate figli di luce.16
L’invito a credere nella luce è come se Gesù dicesse: “Credete in Me”. Diventare figli di luce significa diventare persone che appartengono a Dio.
Ma voi siete una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un popolo acquistato per Dio, affinché proclamiate le meraviglie di colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce.17
Un tempo infatti eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore; camminate dunque come figli di luce.18
In Giovanni, capitolo tre, subito dopo aver detto che Dio amò tanto il mondo da mandare suo Figlio, Gesù parlò di Sé come delle luce:
Chi crede in lui non è condannato, ma chi non crede è già condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. Ora il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Infatti chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano riprovate; ma chi pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in Dio.19
Chi non crede nella Luce è condannato, mentre chi ci crede non lo è; proprio come Gesù aveva detto in precedenza che chiunque crede nel Figlio di Dio non perisca, ma abbia vita eterna,20 ma chi non crede è già condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.21 Credere nella luce è indispensabile per ottenere la salvezza – e quella luce è Gesù.
Nel Vecchio Testamento, a volte la luce è usata come metafora della presenza di Dio:
Tu metti le nostre colpe davanti a te, i nostri peccati occulti alla luce del tuo volto.22
O Eterno, fa’ risplendere la luce del tuo volto su di noi!23
Ci sono anche molti riferimenti alla luce di Dio; per esempio:
L’Eterno è la mia luce e la mia salvezza.24
Manda la tua luce e la tua verità; mi guidino esse e mi conducano al tuo santo monte e al luogo della tua dimora!25
O Eterno, fa’ risplendere la luce del tuo volto su di noi!26
Venite e camminiamo nella luce dell’Eterno.27
Presso di te è la fonte della vita, e per la tua luce noi vediamo la luce.28
Nel libro di Isaia, quando si parla della futura era del regno, ci sono riferimenti al “Servo dell’Eterno” che sarà come la luce delle nazioni, perché tu sia la mia salvezza fino alle estremità della terra29 e che l’Eterno sarà la tua luce eterna e il tuo Dio la tua gloria.30 Nella prima lettera di Giovanni leggiamo:
Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui, e che vi annunziamo: Dio è luce e in lui non vi è tenebra alcuna.31
Dio, che è luce e donatore di luce, mandò suo Figlio Gesù, la Luce che è venuta nel mondo,32 a portare la vita. Chi segue questa Luce non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita.33
Nel Vangelo di Matteo, Gesù disse:
Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può essere nascosta. Similmente, non si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia luce a tutti coloro che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.34
Gesù paragona quelli che credono in Lui a delle fonti luminose stabili: una città su una collina, una lampada su un candeliere. La nostra luce di credenti riflette la luce di Cristo, la Luce del mondo, la Luce che è venuta nel mondo. Quando camminiamo nella sua luce, riflettiamo Lui e siamo una testimonianza per gli altri.
Un tempo infatti eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore; camminate dunque come figli di luce, poiché il frutto dello Spirito consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità.35
Voi tutti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre.36
La notte è avanzata e il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.37
Perché il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre», è lo stesso che ha fatto brillare il suo splendore nei nostri cuori per illuminarci nella conoscenza della gloria di Dio, che rifulge sul volto di Gesù Cristo.38
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
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1 Giovanni 8,12.
2 Giovanni 8,1–11.
3 Una “capanna”, o com’è conosciuta oggi, sukkah (succà), è una struttura temporanea costruita su un terreno, su una veranda aperta o su un balcone. Ha tre pareti ed è posizionata in modo che il suo tetto, o parte d’esso, sia aperto al cielo. La copertura del tetto, chiamata sechach in ebraico, deve consistere di qualcosa che sia cresciuto dalla terra ma ne sia attualmente staccato, come foglie di palma, canne di bambù, rami di pino, legno e materiali simili. Molte persone appendono alle pareti interne e alle travi del soffitto decorazioni come nastri, ornamenti brillanti e disegni. Ad alcune famiglie piace anche foderare le pareti interne con teli bianchi, per ricordare la “nuvola della gloria” che circondava il popolo d’Israele durante le sue peregrinazioni nel deserto (Wikipedia Eng.)
4 Levitico 23,39.42–43. Vedi anche Deuteronomio 16,13–16.
5 Giovanni 7,10.
6 Giovanni 7,14.
7 Morris, The Gospel According to John, 372, 388.
8 Giovanni 7,37–39.
9 Esodo 13,21.
10 Giovanni 1,1.
11 Giovanni 1,14.
12 Giovanni 1,4.
13 Giovanni 1,5.
14 Giovanni 1,9 NR.
15 Giovanni 12,34.
16 Giovanni 12,35–36.
17 1 Pietro 2,9.
18 Efesini 5,8–9.
19 Giovanni 3,18–21.
20 Giovanni 3,16.
21 Giovanni 3,18.
22 Salmi 90,8.
23 Salmi 4,6.
24 Salmi 27,1.
25 Salmi 43,3.
26 Salmi 4,6.
27 Isaia 2,5.
28 Salmi 36,9.
29 Isaia 49,6.
30 Isaia 60,19.
31 1 Giovanni 1,5.
32 Giovanni 3,19,
33 Giovanni 8,12.
34 Matteo 5,14–16.
35 Efesini 5,8–9.
36 1 Tessalonicesi 5,5.
37 Romani 13,12.
38 2 Corinzi 4,6.
Pubblicato originariamente in Inglese il 13 febbraio 2018.