Le storie raccontate da Gesù: il servo fedele e infedele, Matteo 24,44–51

Ottobre 9, 2018

di Peter Amsterdam

[The Stories JesusTold: The Faithful and Unfaithful Servant, Matthew 24:44–51]

La parabola del servo fedele e infedele è raccontata in due Vangeli: quelli di Matteo e di Luca. Entrambe le versioni sono molto simili, con piccole variazioni. In questo articolo ci occuperemo del racconto in Matteo 24.

Il contesto della parabola è che Gesù stava parlando ai suoi discepoli poco prima del suo arresto e della successiva crocifissione. Erano sul Monte degli Ulivi, in un ambiente intimo, e i discepoli gli chiesero:

Quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell’età presente?1

Lui cominciò a parlare degli avvenimenti futuri, compresi quelli del suo ritorno:

Vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con potenza e grande gloria.2

Poi passò a raccontare la parabola nell’ambito del suo ritorno, che dalla maggior parte dei commentatori è chiamato parusia.

Gesù disse ai suoi seguaci che nessuno sa quando avverrà la parusia:

Quanto poi a quel giorno e a quell’ora, nessuno li conosce, neppure gli angeli dei cieli, ma soltanto il Padre mio.3

Gesù ammonì i credenti a essere pronti per quel giorno:

Perciò anche voi siate pronti, perché nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà.4

Poi raccontò una parabola che sottolinea l’importanza di vivere in maniera da essere pronti per la parusia in qualsiasi momento. Fa un confronto tra due atteggiamenti contrastanti, due scelte possibili ai credenti.

Cominciò la parabola dicendo:

Qual è dunque quel servo fedele e avveduto, che il suo padrone ha preposto ai suoi domestici, per dar loro il cibo a suo tempo? Beato quel servo che il suo padrone, quando egli tornerà, troverà facendo così. In verità vi dico che gli affiderà l’amministrazione di tutti i suoi beni.5

Qui leggiamo di un servo6 incaricato di gestire i domestici e la casa mentre il padrone è via. Ha ricevuto autorità sul resto del personale e la responsabilità di amministrare la casa nel modo corretto. Sembra essere una casa con molti servitori e quest’uomo ha ricevuto una grande responsabilità. Il servo non si preoccupa di quando il padrone tornerà, perché non fa alcuna differenza per quel che riguarda il suo lavoro; si limita a svolgere fedelmente il suo compito. Un uomo simile riceverà grandi elogi al ritorno del suo padrone; sarà anche promosso alla posizione di amministratore di tutte le sue proprietà.

Dopo il possibile scenario di un servo che si è comportato onorevolmente nello svolgimento dei suoi doveri, vediamo cosa potrebbe succedere se il servo facesse una scelta diversa, con tutte le conseguenze di una simile decisione.

Ma, se quel malvagio servo dice in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e comincia a battere i suoi conservi, e a mangiare e a bere con gli ubriaconi; il padrone di quel servo verrà nel giorno in cui meno se l’aspetta e nell’ora che egli non sa; lo punirà duramente e gli riserverà la sorte degli ipocriti. Lì sarà il pianto e lo stridore di denti.7

In questo passo vediamo che il servo ha una discussione interiore, cosa comune nelle parabole del Vangelo di Luca,8 ma che in quello di Matteo troviamo solo in questo caso. Il padrone è lontano e per qualche motivo non ritorna nel momento originariamente stabilito, così il servo pensa di poter agire con impunità. Per lui, l’incarico di supervisore significa che non deve rispondere a nessuno e che le sue scelte non avranno conseguenze. Si comporta come se il padrone non dovesse più tornare e lui non fosse tenuto a rispondere delle sue azioni. Comincia a comportarsi ingiustamente. La sua autorità temporanea gli va alla testa e comincia a picchiare crudelmente gli altri servitori. Il servo ha perso ogni senso di decoro e di correttezza; si è separato dagli altri servi, come si deduce dal suo mangiare e bere con gli ubriaconi.

Veniamo a sapere che il padrone ritorna senza preavviso e che il servo è totalmente impreparato. In qualche modo questo servo ha perso di vista il fatto che, anche se il padrone era stato lontano più del previsto, ciò non significava che non sarebbe più tornato. Ciò infatti avvenne e veniamo a sapere che a causa delle sue azioni, della sua cattiva amministrazione, della sua cattiveria e crudeltà nei confronti degli altri, viene giudicato e condannato.

[Il versetto 51, reso in diversi modi in italiano,* è tradotto in altre lingue con espressioni simili a] “tagliato a pezzi” [che] suona certamente come una punizione molto severa. Alcuni commentatori ritengono che significhi “tagliato via d’in mezzo al popolo”, riferendosi alla comunione dei credenti e avendo di conseguenza “la sorte degli ipocriti”. Altri ritengono che si possa interpretarlo metaforicamente, come nell’espressione “fare la pelle” a qualcuno, o frasi del genere. Altri pensano indichi semplicemente una punizione severa. Il termine greco qui utilizzato appare in altri punti delle Scritture soltanto per indicare lo squartamento degli animali usati per i sacrifici. Nel libro di Geremia c’è anche un riferimento alla punizione che Dio promette ad alcuni del popolo d’Israele, usando la frase “spaccati in due”:

Gli uomini che hanno trasgredito la mia alleanza, perché non hanno eseguito i termini dell’alleanza che avevano conclusa in mia presenza, io li renderò come il vitello che spaccarono in due passando fra le sue metà.9

Secondo molti commentatori, sembra che il termine non voglia essere una metafora, ma debba essere inteso letteralmente nel suo significato di punizione brutale, venendo usato per scioccare gli ascoltatori affinché prendano le decisioni giuste.

La frase gli riserverà la sorte degli ipocriti del Vangelo di Matteo è resa in Luca con gli assegnerà la sorte con gli infedeli.10 È possibile che Matteo si sia riferito agli “ipocriti” perché nel suo Vangelo, e particolarmente nel capitolo 23, gli ipocriti sono condannati severamente. Probabilmente in questo contesto la parola dovrebbe essere vista come un termine generico per chi prende una decisione contro Dio. Pianto e stridore di denti esprime profondo dolore ed emozione. È una frase usata sette volte nel Nuovo Testamento, tutte nel Vangelo di Matteo, tranne una; in tutti i casi si riferisce a chi ha rifiutato Dio e sarà escluso dalle sue benedizioni al tempo della fine.

Ci sono due opinioni diverse sul significato di questa parabola, o per lo meno sulle persone a cui era diretta. Una è che la parabola s’incentri su persone con una posizione di guida nella chiesa, poiché era rivolta ai discepoli, che divennero leader della prima chiesa. Un commentatore ci spiega:

Raccontando di uno schiavo incaricato di altri schiavi in una casa, e sottolineando la sua importanza nel prendersi cura degli altri mentre il padrone è assente, la parabola indica che i leader all’interno della chiesa devono prendersi buona cura della comunità nel periodo tra l’ascensione di Gesù Cristo e la sua parusia. Quella buona cura — nutrire la comunità dei servitori — consisterà in un ministero di proclamazione e insegnamento.11

Il servo che fa una scelta d’infedeltà nella sua leadership indica un tipo di guida religiosa egoista ed egocentrica. Le parole del profeta Ezechiele danno un’immagine chiara di simili leader:

Guai ai pastori d’Israele che pascolano se stessi! I pastori non dovrebbero invece pascere il gregge? Voi mangiate il grasso, vi vestite di lana, ammazzate le pecore grasse, ma non pascete il gregge. Non avete fortificato le pecore deboli, non avete curato la malata, non avete fasciato quella ferita, non avete riportato a casa la smarrita e non avete cercato la perduta, ma avete dominato su loro con forza e durezza.12

La seconda opinione è che la parabola parli ai Cristiani in generale e non specificamente a chi ha posizioni di leadership.La parabola presenta due modi contrastanti di vivere la propria fede. C’è l’opzione di essere come il primo servo, che svolge il suo compito con fedeltà e costanza, giorno dopo giorno. Non ha importanza in che momento tornerà il suo padrone, perché lui fa continuamente quello che gli è stato chiesto. Sarà pronto in qualsiasi momento torni il padrone.

La seconda opzione è di avere l’atteggiamento del servo malvagio. Non ha pensato molto al ritorno del padrone, ma si è comportato come se, anche se fosse tornato, sarebbe successo così lontano nel futuro che non c’era motivo di pensarci troppo. Il fatto è che il padrone tornò e che ci fu un giudizio e un regolamento dei conti.

Anche se potrebbe sembra che la parabola riguardi due servi diversi – uno che fa la scelta giusta e l’altro quella sbagliata – in realtà parla di un unico servo che si trova di fronte due scelte. Il sottinteso è che ogni credente si trova davanti a una scelta. Saremo fedeli al Signore? Vivremo secondo i suoi insegnamenti? Saremo pronti al suo ritorno, o quando la nostra vita giungerà alla fine? O il nostro atteggiamento sarà come quello del servo che visse come se non ci fosse obbligo di rispondere a nessuno, solo per scoprire troppo tardi che quell’obbligo c’è e che saremo ritenuti responsabili?13 Ovviamente la scelta giusta è la prima: scegliere di basare la nostra vita sugli insegnamenti di Gesù, di avere il rapporto giusto con Dio, di amare Lui e gli altri. Vivendo in questo modo riceveremo le sue benedizioni non solo per il presente, ma per l’eternità.


Il servo fedele e infedele, Matteo 24,44-51

44 Perciò anche voi siate pronti, perché nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà.

45 Qual è dunque quel servo fedele e avveduto, che il suo padrone ha preposto ai suoi domestici, per dar loro il cibo a suo tempo?

46Beato quel servo che il suo padrone, quando egli tornerà, troverà facendo così.

47 In verità vi dico che gli affiderà l’amministrazione di tutti i suoi beni.

48 Ma, se quel malvagio servo dice in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”,

49 e comincia a battere i suoi conservi, e a mangiare e a bere con gli ubriaconi;

50 il padrone di quel servo verrà nel giorno in cui meno se l’aspetta e nell’ora che egli non sa;

51 lo punirà duramente e gli riserverà la sorte degli ipocriti. Lì sarà il pianto e lo stridore di denti.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


1 Matteo 24,3.

2 Matteo 24,30.

3 Matteo 24,36.

4 Matteo 24,44.

5 Matteo 24,45–47.

6 O schiavo — sono entrambe traduzioni legittime per il termine greco doulos.

7 Matteo 24,48–51.

8 Il ricco stolto, Luca 12,16–21; il figliol prodigo, Luca 15,11–32; l’amministratore iniquo, Luca 16,1–9.

9 Geremia 34,18 CEI.

10 Luca 12,46.

11 Arland J.Hultgren, The Parables of Jesus (Grand Rapids: William B. Eerdmans Publishing Company, 2000), 162.

12 Ezechiele 34,2–4.

13 Così dunque ognuno di noi renderà conto di se stesso a Dio (Romani 14,12).

Pubblicato originariamente in Inglese il 6 febbraio 2018.


[*] N.d.T.: “Lo punirà duramente” – LND; “lo punirà con rigore”– CEI; “lo farà punire a colpi di flagello” – NR; “lo farà lacerare a colpi di flagello” – Riv/Luzzi. Anche “lo reciderà” – D; “dividet”: “lo dividerà in due” – Vulgata.